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Full text of "Commentario sul morbo petecchiale dell'anno 1817: con alcuni cenni sui contagi in genere, e ..."

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oi/e ; ^ra9t tpor clone eU'U (7?€U^e ^/r^erut/^ 4^ 

coy ^%wiir/o tfAaorcu^iai^co eu^^e cU ^aneineirc^ 
Arejjo ^ e^. wor/e ac ,^aAaU/ ^n/enJenle ^' 
nerciS clef l^ovimet'cco ^a^neje en x^aua^ Tief ^e^ 
^cm/e^, e nee £^orlc cuiC mcire ^nico / ^^Jcce-^re^ 
^fu/eftle cte^ t/occe/a ^Axua/nacu, hmenze, ^elle^^^ 
ece ty&r/c / e t/ocio cic -moUe ty^ccdcu^/nce^ m 

(Occeue^tza. 



^^^^^ ^, ^' co?iod<:&?tao cAe 



'• It 



* 



COMMENTARIO 

SUL MORBO PETECCHIALE 

OELL'AITKO 1817. 

CON ALGUNI GENNI SOI GONTAGI 

m GENERE, E SOPRA 
IL PRINGIPIODI VITA 



DEL D. G. PALLONI 

Or. DKZ,L* OuDtSE DEL MKRITO SOTTO It TITOLO Di S» GlUSBPFM f 
J% DSLL* ObDIITB R» DMLLM DUE SiCltlE: PnOFESSOEE OnOtLAMIO DELL* 
J, E Jt. UirirEMSiTA' Di PlSj: MEMBMO del CoSSIGLIO SjlllTJMt0 

t 

Mt LiroMNo: Medico Consultoee di Cjmerj di S, M la Duches* 
9A DM Lucca \ Segeetario Geneeale feefetuo della Socieva* ita^ 

EfAHA DI SCIEEZE , LeTTEME , ED jiaTI : jtCEADEMICO FlOMEHTINO , 
LabEOEMCQ, B Di MOLTE ALTME ACCADEMIM d' ItALIA, E Di OltEA* 
JEOHrE» 

PARTE I. B IL 



LIVORNO 

Stahperia Giobgi 



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CO/ ^rwia/o tfAaor€U7im'ii) eu^^e c^' ^ane^neirc^ 



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&cceue^tza^ 



C^nc^aio aa /u/?mo te^?^ aaua (Jo^ 



d^ra e del/a. cu/ta tytauci cne t-i adc^ 
doAer^naJco^ tyfwecenate 9naananmw 

^ reo 'jnocu'/Zo ai/ ^t^^^a /uantra/iia , em- 
non d^a/t/t'eoi^l d^^ Auc Ayei^ala^ano (/ 
/i/yea4^ aeMznie^e o ael aiore, wA?'e*^e,' 



dix) inch d(/rUto, aua/u/jzmiey <^>o ^^adc/ 



e^f^ 



'a t&724uta 







OH /i/yv^ 



/jtmto (Ae lacccmfAaana, ecA& oh ^i 
/^^ /a fTtaaaco^^ co-Jidiae^t'azione. 






PREFAZIONE 



Uopo la pubblicazione delle ]M:i- 
me mie osservazioni sul tifo petec- 
chiale (i) dirette ai Medici delle 
Comuni di que$to Gircondario, ov' 
«rasi quelloy come in tutte le al- 
tre parti d' Italia , sviluppatp, ed 
esteso, avendo io seguitate le mie 
ricerche suir indole eFandamen-^ 
to di questa malattia iina alia sua 
totale estinzione^hojeputato non 

(i) Sui tifo petocchiale Ossenfaziohi med^ 
che. Uvomo i^xj. 



affatto intitile il pubblicarle in ag- 
giunta a detto scritto, unitamente 
alle riflessioni che mi ban fatto na- 
scere. lo non ignore che molti illu- 
stri Medici banno trattato con som* 
ma erudizione e dottrina lo stesso 
argomento : ma comeccb^ la riu- 
nione del maggior numero di fatti 
e di osservazioni raccolte in epo- 
cbe e luoghi diversi sopra una ma- 
la ttiacbe dt tempo in tempo af- 
facciandosi minaccia )a distruzio- 
ne delFumana specie^ sia I'unico 
mezzo per giurigere a debellarla, 
o a renderla metio micidiale, per- 
ci6 avendo io consultato, piticbe gli 
scritti e pensamenti altrui, il let to 
stesso degli ammalati, offrir^ fran- 
Camente le mie idee^ che saranno 
ill conferma ed appoggio di quelle 
degl'altrioye desse s'incpntrino, o 
daran luogo ad esamti e discu^sio- 



Ttl 

« 

ni ukerioi^i ove siano discordi^ per 
giungere alio scopo che tutti i veri 
Medici si debbono prefiggere^ il 
ritrovamento del vero. 

lo non intendo peraltro di vo- 
ler con ci6- presentare al Pubblico 
un'Opera regolare e completa, ma 
ttiift semplice Raccolta di osserva- 
zioni, e di riflessioni relative ad un 
soggetto, che si lega ad una dottrir 
na estesa^ oscura, e mai abbastanza 
sviluppata, qual h quella dei Gon^ 
tagi in genere (i). Qaindi h che 



(i) Dopo la compilazione di questo s(critto , 
eke, tbbe luogo al termine delta epidemia dtl 
1 8 1 7. edi cui e stata da particolari circostah- 
ze ritardata la pubblicazione y e Corriparsa aOa 
luce V opera sui contagi dell iUustre. Cav. Bre^ 
ra » la quale per le veaute Jilosofiche e scienti- 
jiche , e per i giusti principj di teoria medica 
cdn cut Pi e itata trattata la dottrina dei me- 
desimi , spargera certamente gran lume su di 
questa ^ e guiderh con piii sicurezza il pratico 
nella cura dei loro terribili ejfetti. 



Vlli 

se nel trattare deila Petecchia io 
aggiungo, ed unisco di tratto in 
tratto dei cenni relativi anco ad 
altri contagi specifici , ne rilevo i 
punti di contatto e di somiglianza 
nei loro effetti, ed estendo ad essi 
r applicazione di alcuni generali 
principj, cosicch^ la minor parte di 
questo scritto sia forse quella che 
appartiene direttamente al sem- 
pVtce morbb petecchiale , io mi lu- 
singo che non mi verranno attri- 
buiti a difetto Tordine non del tut- 
to rigoroso da me osservato, le ri- 
petizioni, le digression], ed i ragio- 
namenti in parte stranieri al mio 
principale argomento. 

E pur necessario awertire che 
la descrizione della malattia, dei 
fenomeni che I'hanno accompa- 
gnata^ del suo andamento ed esi- 
to^^ il resultato dei moltiplici con- 



n 

front! delle individuali istorie eke 
Jo ne aveva tracciate^ e di ci6 che 
h stato da me piti costantemente 
osservato nel liiaggior numero dei 
nialati di questo genere. Mi e seiri- 
brato che ci6 appunto convenisse 
farsi dopo il' termine della Epide- 
mia onde fissarne il vero caratte- 
f e , il quale , oltrech^ apparisce so^ 
vente cangiare nelle varie epoche 
della Epidemia medesima $ resta 
talvolta oscurato e confuso nelle 
descrizioni dei singoli malati, ove 
i sintomi accessor], le complicanze 
e anomahe nascenti dalle patrtico^ 
lari indiosincrasie, e le frequenti 
deviazioni dal tipo della malattia 
essenziale, danno a questa una di- 
versa fisonomia, ed esigono e stu- 
dio, e fatica onde determinarlo. 

Se poi nella seconda parte di 
questo lavoroio espongo dei cenni 



soprale propriety delFossigeno co- 
me principio della vitalitk, i quali 
sebbene da un la to abbianoqualche 
rapporto con la dottrina dei conta* 
gi, se ne allontanano dcill'altro^e 
non appartengono che alia teoria 
medica in genere, io. prego i miei 
Lettori a non volermi earatterizza- 
re per un ipotetico latro-chimico : 
taccia che non nil daranno al car* 
to quel che conoscono la mia ma- 
niera di vedere in medicina, e che 
seguitato hanno la niia clinica e 
salla cattedra, e alletto degli am- 
malati. Io garantisco la veritk dei 
fetti edelle proprie esperienze che 
adducO) male illazioniche ne trag- 
go Don le presento che come una 
probabile opinione. Mi saxh. questa 
permessa in un tempo in cui divisi 
i'Medid fra opposte teorie, fra le 
idee dello stimolo e del controsti^ 



XI 

roold, delle Diatesi, e della Irrita- 
zione, sembra che abbiano perduto 
di mira le specifiche proprietci di 
varie sostanze,ref6ribili ad un'azio- 
ne specialmente chimica suU'ani- 
niale ecoiiomia, bench^ sotto I'im- 
perodella generale eccitabilitk : e 
content! del semplice vocabolo, e 
dell'astratta idea diquesta^ non si 
sono occupati a rintracciarne la 
causa ed il principio positive nei va- 
rj elementi della materia. 

So bene che la semplice enumc- 
e definizione delle proprie- 
ty principalis e degli ultimi fatti ap- 
partenenti esclusivamente alia iia- 
tm*a animale, che h quanto'dire 
Fistoria dei di lei fenomeni , h il 
pi^ sicuro mode diprocedere nella 
disamina di una materia che la Na- 
tura sembra aver voluto circonda- 
re di un profondo mistero: eehe h 



XII 

temeritk-rimprendere a'penetrar- 
lo , onde scuoprire, se fiapossibile, 
il primo ane]io, o la causa prima 
degli efFetti medesimi. Ma i vuoti 
immensi che dalla ignoranza di 
questa derivano nella scienza deli' 
animale econornia sanae malata^ 
e nella di lei applicazione all' arte 
diguarirej e Fimportanza ed uli* 
litk somma che le ridonderebbe da 
una tal conoscenza, rendono scu- 
sabili coloroche, a costo di errare, 
si azzardano ad investigarla, bat- 
tendo sempre per6 la viadella in- 
duzione, e risalendo dagli efi^etti 
alle cause. 

Mai certamente ci si per verrk fin- 
ch^ con idee astratte e con semplici 
vocabolijche spiegano tutto, e nul- 
la pongono in essere, ci contentere- 
mo soltanto di enunciaregli ultif- 
mi resultati della vita. Ed ilcrede- 



XIII 



re che nella loro produzione, per- 
ch^ uon s^intendcj operino degli 
agenti afFatto divcrsi da quelli del- 
)a materia bruta hj, a parer inio, 
un erroreche pone una insupera- 
bil barriera a queste ricerche . E 
una veritk incontrastabile che gli 
elYetii morali della Natura razio- 
nale derivar non possono che da 
un essere o principio immateria- 
\e; ma quanto alle propriety della 
materia organica ed inorganica, 
la Natura ^semplice^e sempre uni- 
forme nelle innumerabili sue, ben- 
ch^ apparentemerite variate, ope- 
razioni. La difficoltk consiste nel 
rinvenire fra i mezzi, che sono in 
suo potere, quello da lei prescel- 
to come principio di azione dei cor- 
pi organizzati e viventi^e per cui 
eseguir si possono i chimici cam- 
biamenti, e ie moltiplici vsLr'n^tk 



delle loro combinazioni e decom- 
posizioni. 

In ci6 che io vado per incidenza 
ad esporre su questo oscurissimo 
soggetto ( e di cui procuro di dare 
una inaggiore illustrazione nelle 
annotazioni) altra mira non ho, che 
di richiamare Fattenzione dei Me- 
dici, eriunire il maggior numerodi 
fatti e di applicazioni in favoredi 
un principio, che h stato gik da al- 
tri in parte tracciato. Dichiaro pe- 
ro che io sono ben lungi dal cre- 
derlodimostrato, e che costruir vi 
si possa un Sistema fisiologico e pa- 
tologico: Ut potero explicabo; nee 
tamen ut Pjrthius j4pollo certa ut 
sint et fixa quce dixero: sed ut 
homunculus prohahilia conjectura 
sequens (i). E mentre nella spiega- 

(i) Cic* Tusc* quetst 



fuone dei principali fenomeni dell' 
animale ecoaomia io non parlo 
cbe della sola influenza dell'ossi- 
geno come principib di vitality, io 
non intendo di escludere, perch^ 
da me trascurate, tutte ie altre 
azioni fisiche e chimiche che pur- 
troppo si associano alia produzio- 
ne dei fenomeni stessi durante la 
vita, 

Finalmente io ben comprendo 
che varie proposizioni da me ernes* 
se in questo scritto non essendo all' 
unisono con quelle di molti valen- 
ti Professori dell'arte salutare,ec- 
citeranno forse le loro riflessioni e 
censure. Mi lusingo per6che in ci6 
fare sar^itenutolontano quelcon- 
sueto stile di sarcasmo e d'insolen- 
za 9 che tanto disonora chi Io ado- 
pra, e tanto nuoce alia cosa di che si 
tratta. Gertamente io non curer6 , 



n^ apprezzer6seiion ehetiM ciitlet 
iilosd^ca fatta per metcere in mag* 
gior luce le cbtitroverse matteiia t d 
protesto che stllora io d&f6 resem-^ 
pio della docility iiel ritrattar fran^ 
camente quelle opiiiiont che fosse-* 
TO dimo^trate iiisUssistenti ed erto^ 
nee^ e quello dell^ urbanit^^ e del- 
la decenza nel sostener le altre, ch6 
a me sembrassero sostenibili . 



IND I C E 

DEI G A P I T O L I 



PARTE PRIMA 
Capitolo L 

^arattere essenziale del morbo Petec^ 
chiale; distinzione deUe Petecchie; ed 
engine di tal Contagio. . . . . . pag. i 

Capitolo IL 

Andamento J e corso deUa malattia ^ qual 
e statu du me qui osservata\ fenome^ 
^ ni morbasi che t hanno accompagna^ 
ta; cura generate della medesima • n 5i 

Capitolo IIL 

Termine della malattia*^ e misure diPo^ 
lizia medica adoprate .•••••••» i5i 



PARTE SECONDA 
GiPiToiib I. 

Cura diretta delta Petecchia , e di alui 
Conta^ pag. i65 

Gapitolo n. 

Consideraziom sopra tOsstgeiio come ele» 
mento detta VdaUih » 197 

Gapitolo m. 



V 



j/pplicazione degU esposti principj alia 
ihttrina delta Eccitabilith «#•••» 245 

A N N T A Z I O N I pag. S07 



PARTE PRIMA 



CAP. I. 



Carattere essenziaie del Morbo Petecchiale ; 
distinzione deUe Petecchie; ed origine 

di tal contagio. 



I 



ntrapn^nd^ndoa trattaFe della Malattia 
Petecchiale che a Livproo, egualmentep che a 
tutta ItaHa^rese irnfaustp il 1817 , stimo pr^gio 
dell'opeca il cominciare dalPesame e discus- 
sione di varie relative que^tioni , dallo sciogli* 
mento delle qaali resuitar devje il dilei vero 
carattere. Ed in cid fare,e nel dissenso delle 
opinioni , io seguiter6 sempre quella , che a 
me rasseinbrija piii probabile. 

La manca^nzia di precisione clie ha fin 
qui accompagnata je descrizioni del Morbo 
petecchiale; i diversi aspetti sotto i quali es- 
so fu considerato dai Medici ; e P essere state 
quelle confusQ con altre malattie febrili apL 
parentemente analoghe , soixo 1^ cause pem^ 

a ' ■ ^■>. 



2 

cui fino a questi ultimi tempi non h stato 
ben determinato il carattere di questa malat- 
tia , e si e dato luogo a delie questioai sulla 
di lei antica o moderoa origine^ e suila sua 
contagiosity • 

Iftiperocchft i noini di -febbce pervosa ^ 
maligna , .putjrifia ^ at^^sica^ adinamica, 9 di 
tifo in generevche dai diyersi Medici le fu- 
rono dati^ o quello di febbre maligna pe- 
tecchiale , con cui h stata da altri distinta , 
ban fatto nascere delle idee poco esatte su tal 
malattia , dalle quali sono derivate delle con« 
s^gu^nze svantaggiose per il di lei tratta- 
mento pi^servat'ivo , ^ 'ctii^ativd^ . Infatti se i 
sintoftii'^di sconk)ei*M fldt si*t*ma gastrico ^ d 
nervoso , e lo stato' di malignilk (ohe nella 
depresfeione massima delle forze vitali , e hel- 
la "tenddnza ' dei sotidi , e dei fluidi ialla dis*- 
soluzibne sembra consisteite ) si associand tal- 
t^olta alia malattid petecchid^ ^ se altri at- 
tacfchi locali , ed altre apparenze' hanno fat- 
to confonder questa con' le brdinarie febbri 
ner vbse, e maligne propriatfiente detle^ e fi- 
tfialmente se Paggiunta Ae\h petecchie ^ stata) 
considerata come un semplice sintoma , mo- 
dificazione, o varietk di dette febbri, tutto- 
ci6 cade a terra y e si ' rettlficano le idee su- 
jbito cbe si considerano la diversitk dellacau^ 



»y 



3 

sa, diatesica nell' uiie, di conWgioneU'altra^^ 
la period icita del corso^ ed i necessarj pr©^ 
Gessi del contagio medesirao : consideraziorii) 
che diversificano la petecchia contagiosa da. 
tutte le altre febbri ^ come il va juolo da una 
sinoca. Oie^percid ad. oggetto di allontanare, 
la confusione e gli errori, che dall'aggiunto 
di TV/b doverono necessariamente derivarey 
distinguer dovrebbesi piuttosto col generico. 
nome^ di. PeteceliiayQ di malattia petepchiale. 
Ed inverp i'attenta e spregiudicata ob^ 
servazione ha dimiestrato , come vedi^emo 
che questa e una malattia eruttiva / prodotta 
sempre da un contagio sui generis : £lie que**> 
Ho contagio si genera dall* Udrao stesso po< 
sto sotto date circostan^e , o si triasporta d'ak 
tronde^ ed e percid originarioi, o acquisito? 
Che i fenomeni-morbosi essenztali che desso; 
risveglia;Sono sera pre i medesimiV e specials 
mente . un' esantema d' indole ed apparen2% 
sua propria , che non manca giamoiai , set 
non che per una raxissima anomalia : Che 
sviluppa una febbre di tipo arregolare, ms^ 
per la piti remiltente, e del carattere nella inag« 
gior parte di sinoqa , in alcuni di sinoco , q 
Del minor numero di tifo: Che in ibolti ca^ 
si 1' eruzione I ha preceduto la febJ^e^ nei piii^ 
e comparsa dopo iljterzo gioroot^ ed^in air. 



/4 

cuni pochi si.e veduta senza febbre: Che h» 
termtnato in molti con desquammazione di 
epidermide: Che nessuno dei sintomi h inan-^ 
cato, e veruna delle apparenze, cbe sono 
proprie e comuni alle altre malattie esaiite^ 
luatiche^ e che la distinguono intieramente 
dal tifo semplrce, e da tutte le altre febbri 
conosciute: Che il carattere della malattia* 
sviluppata (^ generalmente simile a quello di 
tutti gli altri contagi, irritativo cioe, ed ir- 
ritativo stenico: Che i sintomi nervosi, di 
gastooismo, o di malignitk non sono die 
estensione di azione del contagio a diversi 
ergani , e ^istemi^ o sivvero modificaziont ed 
aggiunte che le prestano le diatesi individua-i 
Ir, o il dominante genio costituzionale : E fi- 
nalmente che le varie flogosi che quasi sem- 
pre s'incontrano nelia sezione di questi Ca- 
daveri negl' inlestini, nel fegato,nei polmo* 
Uti , ed in special modo nelle meningi , e nel 
oerebro, non costituiscono Vessenza del m or- 
bo, ma un effetto quasi costante della cau- 
sa che Id produce. 

Un altro motivo che ha ritardato la ver 
ra conoscenza di questa malattia si e che 
tante alP esantema del Morbo petecchiale^ 
quanto a quei piccoli punti o macchie res- 
seggianti, o ?iolacee, o n^rastre che nel cor« 



5 
so di yarie febbri si presentano alia cute , ^ 
stato idato lo stesso nome ^ e souo state coq^ 
fusamente descritte , e indistintamente con-^ 
siderate coine aventi una stessa forma , una 
causa medesimav e come apparteuenti accH 
deotialmente alle febbri , cosi dette , putride 
o maiigiM. Oa ci6 ^ aecaduto che finoaqul[ 
non si sono avute delle idee chiare ne suiU 
differenza , dbe passa dall' une all' altre rela^ 
tivamente alia forma e natura loro^ ne* salv- 
ia causa diversa che le produce^ ne sui ca-» 
rattere contagioso o non contagioso delle me. 
desime; n^ finalmente sulP indole delle feb* 
bri alLe quali si associano (A). Ed e da tal 
confustone che derivate sono le distins^ioni 
delle petecehie in primarie e seooodarie » in 
critiche e sintomaticbe^ e si ^ lungaxnente 
disputato , e si disputa tuttora suUa loro da^ 
ttca o moderna origine con eguali for^re da 
ambo le parti • Quindi si $corge la neceasita 
di ben fissare le idee su questo importaatis^ 
simo oggetto » 

Una duplice distinzipne farsi conviene- 
deile Petecehie considerate nel senso genera* 
le in cui esse vengono comunemente prese^ 
lo riguardo le prime come un semplioe tra« 
sudamento sanguigno dai pori inorganici 
delle arterie e venci capillar! della cute„ de« 



/ 

/ 



/ 



'/ 



rivanfe da un grade avanzato di atania del 
$olidi ; e di sfibramento e disossigeaazione 
del sangue: e questo stato, e questa consen 
guenza possono accompagnare qaalunqde spe^ 
cie di febbre^ special mente atassica , o adiaa^ 
mica, coine ne possoqo egualmente maaca-^ 
re*9 e qualunque altra afFezione • resultante 
dalle aocennate circostanze, come lo soorbu^ 
tOjlo sparento ec. (e quest' ultimo e il ca# 
so in cui si verifica la teoria che Darwia 
troppo genericameDte ha assegnatal; alia pro*? 
duzione delle petecchie, nella paralisi delle 
vene ) • Non possono dunque queste petec-, 
chie (giacch^ male a proposito con tal no- 
me chiamar si vogliono) costituire un con-» 
tagio^ esolo la malattia, in cui desse abbian 
liiogo, portando una separazione dal' Corpo 
deU' indi\ iduo di principj settici o perniciosi, 
perch^ prodotti da un grado .di putrida dis- 
soluzione, pu^ di^porre chi li respira ad una 
morbosa alterazione (B) • Quindi ^ che tali 
petecchie sono sempre secondarie, e sintoraa'^ 
tiche^ mai^ compariscdno al principio del ma^ 
le ,0 in periodi del;erminati v ma quasi sem* 
pre nei gradi suoi piii avanzati ^ e la loro 
^sistenza deve essere antica quanto le malat«- 
tie alle quali talvolta si a&sociana,. e checo- 
minpiar davejroaQ con l indebolimentQ e4 air 



l^ 



7 

teraziotie dell' limana* salute. Le rammeiita 
Ippocrate tielle malattie di Sileno, delrfiglio 
d'£afranone, e di Ferecide (f)^ itellti^Eie sit 
abbiano volute da alcuno ihterpreCare per ^i 
esanteiiHL milianb •' Ma qualunque sia Hnter* 
pretaaiione che dai Medici pceveduti per la^ 
loro inesisteiis^ iiegli antichi tempi , si. voglia 
darle, egii^ o^^o che desse sono pure ac- 
eennate da^ Aezio (2) , coaie un sicUoma deU 
le febbi^i maligne:^ da Rhazes,; da Avicenna 
(3), da Efodoto scolaredi Agatino, da Aha^ 
run , da Godderden (4) 9 e da altri. ajitu 
6hi Medici . Qiieste son quelle che al dir 
dell'Huxam (5) nei vajuoli di putrida e ma.. 
}igna razza ^ quando la corruttela degli urpor' 
ri ^ sublime, nascono\, e quasi sempre .con 
esito infelice 5 che spesso.^ al dir di Sarcone^ 
quando un male di sua natuTa qon lUaligno 
tiene all' alto grado di' putrescenz^a ^ yi si 
uniscono (6); e che fi^allmente si mostrana 



t^immm'mmmmmmrammmmrm^immmmmmm^mmim'tkmimmmmmmmm^m 



i *. 



(i)' De morhPopul. Uh* 1, Sett. j3. lib. 7* Scot, a* 
(a) F, Lind Memoir ^ur les J^evres ^#. i44* 
(3) JUk. 4. Pact. 3. / 

,> (4)^^r«ng[e/ j&pr. Prammat. detln ifedlcina I) 

5. p, 166. \ [' 
(S) Essay sut la peiitd Ferole . , '^ 

(6).£pidemia ^ Cfapofi^el 1764%. 



« r 



A 



8 
soverite aneor nellii PestCi nella febbre gi*al*< 
la, e nella malattia di cui parliarao , uaitfrn 
menle al suo particolare esantema, allorchi 
clessa riveiste un* indole maligna. 

La secftnda distiazioue. poi rigiiarda k 
vere peteccbie , o esaotema predetto della ma-* 
lattia in questioner e che per quanto appa-* 
rentemente simili alle surreferite maccbie pe- 
fecchiali, ne differiscono di gran lunga se. si. 
richiamino a rigoroso esame . Infatti le mac^ 
chie peteccbiali sono esattamente circoicritte 
c rotonde , come minutissimi punti, q mor- 
sicature di pulcijfe I'esantema petecchiale h 
d'ordinario piii grande, pJu irregolare nella, 
sua forma , e piii rassomigUante ai morbilli-, 
o se prende talvolta la forma puoticolare, 
quesli punti sono circondati da un' areola 
rossaslra: Le prime sono di un rosso smc^ 
to e pill spesso lividastre perch^ nascenti da 
ec^bimosi , e non da infiammazione j e I'esaa-i 
tema peteccbiale h di un rosso vivo mfiam- 
mato , di rado livido e nerastro nella sua de- 
generazione:Le prime sono appianate e levi- 
gate ; 1' altr6 , tanlo allorch6 h maculoso 
quanto allorcb^ h punticolare , h scabro al 
tatto, rilevato, e diviso in solcbi formatida 
elevamento di epidermide. Qualche volta ac 
cade di vederio piii appianato , e comparisce 



\ 



a^pena sotto Pepidfirmide^ e sono . qoesti i 
casi nei quali , senza uo' attenzione a tutto 
il resto, confonder si potrebbe con le mac-? 
chie puliculari • Anco tiei tempi aatichi fuv>« 
yi alcano che rimarcdy e <lescriss9 le petec« 
cbie setisibilr al tatto , rilevate, e criticbe* 
Galeno ne parla in una febbfe da lui chia<« 
mata pestiienziale (i). Ambrogio Pareo trat^ 
tando delia peste^ e delle febbri pe^ilenzia-^ 
H (2) 3 le carattertxza chiaramente , diceodo 
:>3 Les vulgaires \es appellent le tac, les au^ 
tres le pourpre, autres les appellent lenti*^ 
eules , aucuns les nomtnent papillots ec ^ 
Cosi le rammenta Dactano nel suo Trat- 
tato della peste , e delle petecchie pubblu 
cato nel 1576. Pietro de Castro le descri- 
ve simili alle morsicature di zanzare (3)f 
Ottaviano Roboreto , citato da Borsieri ^ 
in una febbre regnata a Tiiento nel 1691 
(4) • Ramazziui nella mailattia che domind a 



m$ 



(1) De meth. med. I. 5. c. 12. 

(a) Lib. XXXL Cap. 3i. 

(3) De febre maligna punticulari. 

(^/^) De peticuL febr. 4n» iSgi. Cap. XL 



6n6 tempo, e che non ahra evaciumona che 
le sole peiecchie-sanaronaXi)\ Hasenbrhl in 
iin'epidemia di Viehnft 'delviy58w (2). Sagas 
in altra Costituriohe simile nel 1771-772 {3X 
Hil^enbi^and ^ Frank ,c Rasori , re BariaeUotti 
nelle due 'fepidemie 'petecckiaii del idoS, e 
del 1817 <ia lui egregiaiiaente descritte > e 
Var] * altiri . Ma iidh si tra$se partito <la tali 
dsservaziofii *, e il sa^cissimo nostro Borsie^ 
l-i , che ha tanto illustrata la dottdi^a del 
Morbo petecchiale ^ e che ha stabilita e dir: 
mostrata col fatta , e con le . Autorita 1' esi-» 
stenza delle petecchie primarie e eritiche^ 
non ha poi hen fissata la distinsione e ca^ 
rattere di queste j e negar , non potefldo ^ es- 
sersi presenCate , in aldune epidemic, quali 
sono state da me descrittedi sopra, ^196 men 
glio dichiarar queste^ una rarissima anoma** 
]ia, ed ebbe ricorso alia complicanza delle 
petecchie con le miliaria come Andrea T^;evi- 
so che descrisse 1' epidenika petecchiale di Lorn- 
bardia del 1687 (4), vi crede associati i mor- 
billi, perche la detta eruzione li rassomigliava* 
Altri poi suppose che il contagio da CHi nasce 1' 

(1) De Const. Fpid. An* i69n-93*94. Dis. u $ XXI. 
(a) Hist, Med.fthr. petech. 

(3) System, morb. CI. X. Ord. i. exattthem. 

(4) De caussis , naiura « morihus , ac curatiane pesti» 
lentiumfsbrium vulgo dictarum - Medial. i588. 



SI 

«8at]teiQa petecchiaie rHe^ato \ sia lo stesso , 
ol 'una sempHce ^modificazione di quelle che 
dk OFigine alle altre macx^hie puliculari^ che 
h qttanto dire che un eeantema essenziale e 
critico sia lo stesso , e prodotto dalla causa 
medesiniH di una sintbmatica e secondaria 
apparenza. 

- lo sono befi lungi dal presumere che le 
mie particolari osseryazioni siano suf^cienti 
a stabilire una inassima generale , special- 
mente allorche desse '. npn si accordano con 
quelle del maggior nuipero dei Medici^ e 
molto meno che il mio giudizio ed opinione 
possano prevalere all' altrui ; Tengasi pure il 
inio sentimento in quel conto che pud me- 
ritare, e si dia alle mie osservazioni quella 
spiegazione che credesi piii conveniente • Egli 
e certo par6 che pon soUmente nell' attuale 
epidemia, ma in tutti i casi di vera malat- 
tia petecchiaie nata da contagio, in cui mi 
sono nella mia pratica incontrato^ ho veri-- 
ficato con la piii attenta indagine , che ove 
trattavasi. di petecchia essenziale e contagio- 
sa , la sua forma a natura. e stata sempre 
quella da me superiormeatfe descritta ^ ed alF 
opposto intutti i casi di. spuria e sintoma- 
•tica apparenza petecphiale. phe accompagna 
talvolta le. febbri di carattere putrido o ma- 



Itgfio , sporadiche ; o jjemplicemente epidemi* 
ehe , e non contagiose , o sivvero le pi- 
ressie che con un inctodo stimdante o cale- 
fBciente si convertono ia quelle, id I'ho sem- 
pre risoontrata pulicttlare, depressa, livida* 
stra , e mai mista . E siccome sembra iilve*» 
risimiie che la stessa malattia nata dalla me? 
desima causa, che ha regdato in tutta I'lta- 
lia, abbia potuto costanteinente preseotare 
in questa Provincia un esantema petecchiale 
di formd diversa dagli akri Paesi , percid 
siami permesso di opinare che se dovunque 
si avess^ unanimemenle fissata 1' attenzione 
ad esaroinare V indole e forma esterna di 
quello, senza contentarsi del la semplice ap- 
parenza, si avrebbe forse da tutti vedntoci6 
ch'e stato^ da me riscontrato in egai mala- 
to di petecchia contagiosa, vale a dire che 
Tesantema apparentemente simile alle dette 
macchie secondarie o sintoraatiche , anco 
quando noti presenfcava alia nuda vista ed 
al tatto una sensibile scabrosita e rileyatez- 
za , mostravasi sempre questa all' occhio ar« 
mato di lente; e 1' essere piii o meno eleva- 
to 3 piii o meno largo e irregolarc j maculo- 
so, o punticulare ; di colore piil o meno ros- 
so i 1' esservisi talvolta aggiunte o dell* eru- 
zioni anomale , o,nei tifi maligni e gravi , le 



i3 

peteochie secanJarie ( che bene a ragione di*- 
ee I'accuratissimo Sig. D. Buffa Ci) furono 
pessime se andaVano unite e fratnmiste alle 
maculose), furono tutte accidental itk , o ef- 
fetti relativi ai varj gradi di vitalitk deila 
macchina. Quindi e che io sono intimamen-* 
te convinto che tale k il carattere essenziale 
delt esantema che costituisce la vera malattia 
petecchiale o si sviluppi questa sporadica* 
mente in una! data localita, o si estenda ad 
un'intiera Provincia: iHiperocch^ la febbre 
delle Carceri , la Navale, la Castrense ee. so- 
no da me ^ cpn Borsieri , Cera , Rubini ed 
altri^ riguardate sotto la Messadenominazio- 
ne , perch^ di una medesima. indole «^ di un^ 
origine istessa. £l chiaro da tutto ci6 che 
hannoegual torto color D i quali non rico- 
noscono che le sole petecdiie primarie*, e 
quelli che le considerano senipre secondaries 
e tutti in fine , che queste e quelle confon- 
dono come aventi la: stessa cauia^ e la na- 
tura medesima. Se per primarie^intendona 
la verii petecchia contagiosa 5 e per seconds- 
rie le semplici macchie , o punteggiature fu^ 



^•^ 



~ » 



I /■•'• 



(i) Tatii ed Osse^paztorn sulld fchbre epidemicape^' 
teechiale det 1817. FireMe iBi§. 



i6 
cone 06serv6 nella Epidernia Napoletana del 
i7§4,, , ov'ei dimostra che il fflutine nelsan^ 
gue i o sia la diatesi flogistica prevaleva y co« 
roe in quella che da noi si descrive. 

E rappiorto alia primitiva origine di que« 
ste , id oonverr6 ch^ solo al principio del Se- 
colo deciuio sesto furono meglio conosciutey 
e pill chiaraniente descritte -dai Medici in 
generate \ ma non sott09criv6 alia opinione 
di quelli ihele considerano una malattia a€- 
fatto nuova comparsa a queU'epoca in Italia^ 
giusta il sentimento di Girolamo Fracasto^ 
To , che dalP Oriente , e specialmente dall'Iso"* 
la di Cipro la dichiard a noi porta ta (i)»Se 
la Petecbbia era indigena sol dell' Oriente ^ e 
di Ik si ^ fatta strada all'epoca segnata da 
detto Medico nel Centinente Europeo , e per* 
ch^ mai i Medici Greci ed Arabi non oe ne 
han tramandata una pih chiara idea, e han 
dato an2i argomento a molti di pensare che 
le petecchie fosisero a lor sconosciute? Ma non 
vi e poi alcun dubbio che desse trovansi chia- 
ramente descrilte da Jacopo. de Partibas , ed 
altri antichi Medici anteriori a Fracastoro, 



(i) De Morb. Contag. L. i. Cap. 6, 



^A al Sacolo decimo sesto . E ragionevole 
dunque il concludere che queste cutanee 
eruzioni nelle febbri furono conosciute^ ma 
poco avvertite , e non accuratamente de- 
scritte dai Medici Greci ed Arabi , Hon 
meno che dai nostri prima dei tempi di 
Fracastoro : e da lui fino a noi si e se- 
guitato a confondere le raacchie petecchi- 
formi delle febbri putride e maligna coii 
la petecchia contagiosa. Le pi ii frequentiepi- 
demie di questa , e la maggior estensione 
che acquistd forse all' epoca del Fra<?astoro , 
fissarono di piii I'atteniione dei Medici, che 
descrissero la febbre petecchia le contagiosa, 
quasi che a vesse fatto una nuova comparsa ; 
onde, a parer mio , nuovo fu il nome che le 
diedero, e non la cosa: imperocche mollis- 
sime malattie popolari^ che negli antichi tem- 
pi sotto la denominazione di pestilenze furo- 
no descritte e conosciute, non dovettero de- 
rivare che da uria diffusione piii o meno 
estesa del contagio petecchiale. Me deve far 
ci6 maraviglia se si rifletta alle oscurissime ed 
imperfette idee che aver dovevano sulla dot- 
trina dei Contagi gli antichi Medici, che 
guidati dalP analogia , e somiglianza dei ma« 
ii fra loro, la trovavano grandissima tra la 
peste, ed il morbo petecchiale piii giave, si 

b 



per i sintomi quasi uniformi che l'accoiiipa«i 
gnano^ coaie per la presenza in ambeduedi 
macchie alia cute, e deile parotidi^ non es- 
sendovi che I'antrace, e il bubone che per 
tioi caratterizzino la prima , la quale pur tal- 
volta ne manca, bench^ non lasci di esse* 
re la vera peste. Ne solamente Ippocrate^ 
Galeno , ed altri dei piii antichi , ma fino 
il dottissimo Daniele Sennerto evidentemen- 
te confonde la febbre delle carceri con la 
peste . Willis considera cio ch' ei chiama la 
peste, la febbre pestil«nziale , e il tifo con- 
tagioso come una^ e la stessa malattia con 
gradi diversi d' infensitk • E fino lo stesso 
Sydenham non ciha indicate dei limiti prer 
cisi fra queste malattie , che V Huxam co-? 
mincid a separare,eche poi Pri ngle , Lind , e 
i Medici posteriori distinsero e precisarono 
con i caratteri lor compete'*ti • 

Fu dunque probabilmente morbo petec- 
chiale la famosa peste di Atene descritta da 
Tucidide. Vuole infatti Plutarco che siastata 
generata in quella stessa Citta dalla riunio- 
ne di gente numeresissima che Focione avea 
costretta di Ik refugiarsi, scacciandola dalle 
Gampagne circonvicine : e Diodoro Siculo co« 
s\ ne parla (i)^^ Gli Ateniesi durante questa 

(0 Lib. XIL Cap. 7. 



i9 

^ incursione non uscirono ia cainpo, ma si 
^5 tennero chiusi entro alle mura. della Icro 
^, Citta, dal che ne venne che una gran pe^ 
„ ste si sviluppd fra loro. Imperocche una 
^y gran moititudine di ogni classe di perso-^ 
j, ne essendo assienie riunite^ e ragionevole 
^ il concludersi che nella ristrettezza dique- 
„ sti locali I'aria dove corrompcrsi , e cagio- 
,, nar V infezione „ : nel che si legge la vera 
causa ed origine del morbo petecchiale origina- 
rio « Tale fu quelia di cui ci ha park to lo stesso 
Storiografo , che fece grande strage nell' asse- 
dio di Siracusa . Un egual malattia dove es- 
ser quelia che Livio riferisce (i) essere av- 
Tenuta in Roma I'aimo 289. della sua fon- 
dazione, e nata dall'essersi refugiati nella 
€ittk un numero grandissimo di paesanicoi 
loro bestiami per timore del saccheggio : w ea 
colluvio mixtorum omnis generis animantium y 
et odore insoUto urbanos ^ et agrestem con^ 
fertum in arcta tecta aestu ac vigUiis ange^ 
bat 53:*ed aggiunge che la scambievol opera 
in ajutarsi e servirsi I'un Paltro rendeva 1^ 
comunicazione del morbo maggiore ^ ond® 
tutti porta vano caraffine con aceto, o altro 



(0 Dec. J. Idb. III. Cap. III. 



20 

liquore odoroso ., e se ne ungevano la fron- 
te, e le teinpip. Un roorbo peteqchiale fu 
pure probabilmente quello che Giulio Cesare 
descrive (i) essere insorto nell' assedio di 
Marsilia per cagion delParia stata pei* gran 
tempo racchiusa,e non riiinovata: gravipe^ 
slilentia conflictati ex diutina conclii&ione . E 
petecchie, contagiose furono finalmente molte 
altre micidiali epidernie, che indistintament® 
passarono sotto il nome di pestilerize, co- 
stituite dalle pestichiae, o pesticulae ^ da cui, 
come giustamente avverte Bprsieri, nacque 
poi il moderno corrotto nomje di petecchie. . 
Se a tuttoci6 si rifletta , e si richiamino 
ad esame le cause che possono dare origine 
al contagio petecchiale , non troveremo cer-^ 
tamente irragionevole I'opinare con Hilden- 
brand, che desso k coevo al genere umanOi, 
Ed invert) tutte le ragloni, ed i fatti me-^ 
glio analizzati si riuniscono a dimostrare. 
che il contagio producente I'esantema petec^ 
chiale e il resultato di una speciale altera- 
zione indotta nelP aria respirata, o per una 
miscela « conceotrazione di animali princi.. 
cipj, o p^r la formazione di un gaspartico- 



(i) De hello Civ. Lib. IL Cap. FIJL 



21 

hte allorchd molti uomini restano per qual^ 
cfae tempo riuniti in un luogo ristretto^e di 
Arianoa rinnovata, o mefitica per esalaziont 
carboniche*, e molto piu se i detti individui 
siano mal nutriti^ sordidi, emalaticci. For* 
se un'origine non molto dtversa riconoscono 
Varj altri contagi animali , che ban preso 
diverse forme secondo la diversitadelie idio- 
sincrasie individuali^ e della fisica costituzio* 
ne,e temperaturadelle Region! ove nascono. 
Al rinnuovarsi di queste circostanze si rin- 
nuova la formazione del contagio, ed i suoi 
special! e costanti efFetti sulPanimale econo- 
niia , che vi si trova esposta . E comecche le 
<jircostanze die promudvono la formazione 
del contagio petecchiale abbiano dovuto esi- 
stere in ogni tempo, ed in ogni luogo, cosl 
questa malattia deve esser nata con la So- 
cietal ed e forse quella , come si disse , che 
sotto diversi nomi ha spopoiato a varie 
epoche molte Provincie del Globo , ed ^ 
costata piii vittime all* umana specie del- 
la peste bubonica. Imperocche le circostan- 
ze producenti la petecchia essendo facili a 
combinarsi dovunque, nelle career!^ sui ba- 
stimenti, negli spedali, negli accampamenti 
tnilitari^ e simili^ e specialmente dopo le 
luughe guerre , e le calamitose carestie j ed 



22 

il contagio della peste essendo felicemente 
limitato ad alcune Regioni , h chiaro da ci6 
il maggior danno che ba dovuto cagionare 
la prima sopra il secondo ^ tanto piii cbe 
contro la peste sonosi sempre opposte dai- 
civilizzati Governi le piii valide difese , men- 
tre del morbo peteccbiale non si ebbe 
mai n^ quella tema, ne quel riguardo che 
meritava la maggior facilitk di riprodursi 
in qualunque tempo ^ ed in qualunque luo- 
go: e cid si deve al non essere stati i Medici 
d'accordo ne sulk di lui origine, nesul^in-* 
dole sua contagiosa . Ma una malattia che 
comincia a manifestarsi in punti determi- 
nati ; cbe si propaga di vicino in vicino i 
passando di casa in casa^ da un individuo 
ad un altro della stessa famiglia, o della 
famiglia piii vicina^ cbe non risparmia n^ 
sesso, n^ etk*, che non trova barriera suf-?» 
ficente nella differenza delle costituzioni , del* 
le Idiosincrasie, delle professioni, delle abitu* 
dini, del regime ', che ovunque mostrandosi 
indipendente da qualunque causa generate , ve- 
desi sempre propagarsi per la comunicazione 
diretta delle persone , e delle robe, ed in tut- 
ti mostrarsi la medesima nel carattere , neile 
apparenze^ nel corsoj e nelle conseguenze; 
non e questa la marcia naturale e necessaria 



25 

di-una malattia contagiosa al piii alto gra<» 
do? Lo stabilimento adunque di quest a ve- 
rita di fatto e della maggiore importanza 
perchi la legislazioue prov\eda all' allontana^ 
iioento delle cause producenti lo sviluppo di 
questo contagion e la medica polizia prescri. 
va delle misure proqte ed efficaci onde ini* 
pedirne la difFusione allorcbe si h sviluppato* 
Ma far qu\ volendo qualcbe parola suil' ori-» 
gine della petecchia che nel 1817. si- diffusa 
all' Italia intiera,edi cui un cenno iodiedid^ 
gia nelle Osservazioui antecedentemente pub* 
blicate , aggiuogerd a quanto ho detto di so^ 
pra^che alcuni con tagi, come quelii della 
peste, del typhus icterodes ec, debbono ri* 
guardarsi come esotici ^ e indigeno io ravviso 
quello del morbo petecchiale.. Se neile Regiooi 
ove i primi han la cuua esistono delle locali-> 
tk, e delle circostanze capaci di generarli, 
$gli e certo che felicemente non trovansi que* 
ste nelle Regioni nostre ^ e noi non li abbia* 
mo se non ci vengano per disavventura por- 
t4ti da quelle: a diiferenza della petecchia » 
che anco presso di noi pu6 , come abbiam det- 
to^ generarsi, e diffoiidersi. Io non ignoroche 
noQ pochi > e rispettabili Medici amano me- 
glio di pensare che il contagio petecchialeest^ 
ste gik formatOi senza che assegnar seneposr 



Tf: 



24 

sa la primitiva saa generazione*, e che p«rci6 
la di lui comparsa si debba sempre al favo. 
re dl particolari circostanze , ehe lo trasportino 
d'altronde, one sviluppino la sopita attivi- 
ik. lo dice peraltro che avendo dimostrata 
come meglio da noi si poteva la di lui esi- 
istenza in tutti i tempi , e nelle Region! orien- 
tal! egualmente che occidental! , sara piii dif. 
Ecile a sostener questo assunto, di quelio che 
a persuadersi della nuova e successiva forma- 
zione di detto contagio per la riunione ona- 
turale, o accidentale di quelle determinate 
combinazioni che gli danno origine . So be- 
ne che una tale opinione non pu6 ridursi ad 
una evidente dimostrazione, giacch^ in tutti 
i casi di sviluppo di esse o nelle carceri , o 
nelle navi, o negli spedali, dir si potrk che 
alcuno degl'individuiHivi racchiusi Jo abbia 
^eco portato dal di fuori : e si appogge. 
ra tal pensiero ai numerosi esempj di per* 
sone raccolte in detti luoghi senza che si 
verifichi I'accennato sviluppo. Ma oltrech^ i 
fatti negativi non pongono in essere atcuna 
pfova positiva ^ mentre si pu6 rispondere che 
non sempre comblnar vi si possono tutte 
quelle circostanze lorali e individuali^che sono 
nebessarie alia formazione del contagio pe- 
tecchiale, parmi aitresi che la probabiiita deU 



2b 
la pretletta saa origioaria e successiva gene^ 
razione acquisti forza appuato daU'osservar- 
si y che generalmente iaeominciar' si vede la 
malattia o nelli spedali ,;oQeliecarceri,onel«- 
le navi , o negli accampamenti miiitari aa^ 
che qaando non si conosceva in quelle lo« 
calita y ed in alcun individuo la sua esi- 
stenzeiL anteriore • Egli h certo che sta nelU 
nostra facoltk la forraazione di questo con«. 
tagio. In qualunque tempo si racchiudana 
in luogo ristretto , malproprio , e non aerea-» 
to molti individui, per quanto sani eglino 
siano^ e scelti da una popolazione ove non 
esista neppur I'idea di tal malattie^, questa 
o pill presto, o piii tardi andra senza dub- 
bio a svilupparsi fra loro, e diverra un 
fomite di diifusione. II credere che unascia* 
tilla di que.sto con tagio stia sernpre pre- 
parata, e inattiva o nelle persone, o nelle 
robe ch'esse maneggi^ioo , onde potersi svi- 
luppar col favore delfe accennate circostan* 
ze^ partni un idea poco soddisfacente, e che 
per troppo provare ^ e ben luogi dal porre 
in essere una verita dirnostrata , 

E non e gia ch'io creda .che la sola 
riunione di molti individui .sani o malati in 
luogo angusto , e mal proprio sia sufficiente 
A produrlo: tengo bensi opiQione che la cir* 



a6 
costanza piii essenziale , oltre questa , sia la 
maticanza di rinnuovamento d'aria, e per- 
ci6 un grado in essa di disoss'genazione , ® 
d' impregnamento di aaimali ef£[uv| esalati 
dalla respirazione , e dall'organo cutaneOf 
non meno che dalle vesti sordide non mu- 
tate, e tenute indosso anche la notte^ dal 
che resulta la formazione di questo conta- 
gioso seminio , che insinuandosi nel oof-' 
po dei sani , vi sviluppa il morbo spe-> 
clfico , del quale parliamo . £ comecch^ 
verun altra sorte di animali sottoposti al- 
Je stesse circostanze generi questo conta- 
gio J ne i Cadaveri umani , o verun al- 
tra sostariza in state di putrefazione siano 
capaci di produrlo , siamo percid autorizzati 
a concludere ehe il vero specifico fomite di 
quelle sia un' emanazione del Corpo Umano 
vivente , che in un' Atmosfera ristretta , sta* 
gnante , e racchiusa acquista una certa mo- 
dificazione o qualita atta a generarlo: sia 
questa un Ossido di Azoto come pensa Mit- 
chilly oppure una combinazione di quesjko 
con una dose d'idrogeno minore di quella 
che abbisogna per formar 1' Am moniaca, co- 
me suppone Odier; o sia fiuahiiente, come 
parmi piii verisimile, un mucco volatile ani- 
male impregnate di mortifere particelle > pro- 



27 

dotto delia decomposizione del Gorpo, chela 
vita da lui continuameate emette, e cheTa- 
ria pura distrugge; ma che in uq aria me- 
fitica vi si mescola , vi si condensa ^ e vi s^ 
modifica. Certo si h che sebbene nelle Car- 
ceri , nelle Navi , negli Spedali, •in qualsi- 
voglia altra simile Jocalitk , racchiuso sia un 
numero grande d'individui, purch^ I' aria » 
in qualche parte almeno^ vi si rinnuovi, e 
non acquisti percidla surreferita quaIita,noa 
avrk luogo in tal caso la formazione del con* 
tagio petecchiale ^ e vice versa • NelP Anno 1 80 1 
essendo stato formate in Firenze lo Spedal 
Militare in Bonifazio, ed avendovi i France-* 
si riunito un grandissimo numero di Am-* 
malati di ogni genere , ma veruno fin'aliora 
di morbo petecchiale^ commisero losbaglioy 
per garantirsi dal freddo di quel rigido in* 
verno, di tener serrati i finestroni delle re- 
spettive Sale , e di collocarvi ancor delle stu- 
fe. In breve tempo vi si svihippo il tifo pe- 
tecchiale con tal feroci^ , che distrusse un 
gran numero di quegli Ammalati; e senza 
pronte ed etficaci misure esteso sarebbesi all' 
intiera Gitta. Destinato io dal Governo alia 
cura di essi, dovei provarne sopra me stes* 
so il terribile efFetto* Non esisteva in Livor- 
no il morbo petecchiale quando io lo vidi 



28 

con la maggior foraa avilupparsi in una com* 
pagnia di fabbricanti di carbone , che in nu** 
mero di quaranta si erano riuniti ad abi-* 
tare in. un magazzino di questa C^tta assai 
ristretto, umido, e privo di una libera ven-« 
tilazione. Ivi per difendersi dal freddo ac- 
cendevano sul pavimento stesso qua e ladei 
monticelli di carbone , e ve lo lasciavano an- 
cor nella notte. Allorche io entrai in questa 
orribil mofeta mi manc6-qu;^si il respiro , e 
sofFersi una fiera cefalalgia. Quei disgrazia* 
ti , uomini , donne , e fanciulli , caddero tuL 
ti quasi contemporaneamente ammalati di 
peteccbia caratterizzata dai piii gravi sinto-« 
mi ; e senza le opportune cautele ii conta- 
gio esteso si sarebbe ancora allaPopolajzione* 
1 dotti Autori della relazione dell' Epi- 
demia di Firenze del 1767. asseriscono (i) 
d] essersi piii volte nella loro pratica imbat"* 
tuti a vedere le febbri petecchiali , che non 
esistevano altPove\» m svilupparsi in qualche 
>j Palazzo di Signori^ e moltopiti nelle mise- 
:Mre^ e'mal custodite casupole della plebe; e 
propagarsi ad altri di quelle stesse famiglie^. la 
altro luogo poi parlando di quella Epidemia di- 



(0 P^S'^ »42' 



«9 . 
chiarano, che dove si diffuserole delte febbri, 

esse da primo furono rare e sporadiche, e si 

suscitarono spontaneamente in certuni , mas* 

simepoveri, che avevano luagamente path 

to di fame e di stento , e che abitavano 

male, ristretti, esudici . •. . . in quelle mi- 

serabili stanze si radunava una niassa di 

esalazioni fetide, per cui si suscitava, ^ 

propagava la malattiaw. „ Altrove dicono 

)„ Gi ricordiamo della Epideniia castren- 

se di febbri maligne petecchiali portata in 

Toscana nel 1732 dalle truppe Spagnuole, 

fra le quali si era accesa per essere state 

troppo rislrette nelle Navi^ specialmentele 
reclute mal vestite, e sudicissime. Essa si 
sparse per tutti quei soli iuoghi dove si 
acquartierarono le truppe, e si comunic6 
ad una gran parte di coloro che pratica- 
vano negli Spedali militari; sicche giran- 
do per la Toscana vi si mantenne fino a| 
1 736 ,, . Coincide questo con c 16 che dice 
I' HofFmanno : Eamdem fere ob rationeni 
malignis contagiosis ejusmodi morbis pdupe-- 
res in tenebris , et coeno versantes^ aere frur 
entes in angustis tuguriulis vappidoj minu^ 



rtMM^Ai 



(1) pag. 177. 



5o 

sque puro^ frequentius afficiuntur quant opu* 
ienti .... Idem evenit in Nosocomiis^ Or^ 
phanotrophiis y et Ergastulis publicis ^ ubi plu^ 
res simul conversantur , et vitam colunt ino^ 
pern (i) ,,. 

Questi fatti, ed infiniti altri dhie addur^ 
re si potrebbero , per quanto non decisivi , 
ini persuadono ad ammettererindigena , ori- 
ginaria, e successiva formazione di tal con- 
tagio, piuttostd che a supporne la perma- 
nente esistenza, od il trasporto in tutti ica^ 
si d*altronde. Ed invero essendo Tossigeno 
il natural distruttore, come vedremo,di tut- 
ti i contagi^ difficilmente potrebbe quello, 
nelle materie ov'ei siasi insinuato, dentroad 
un certo spazio di tempo sfuggirne Pazione 
allorch^ non ne esista piii alcun fomite in 
attivitk. Infatti anco i contagi della peste, e 
della febbre gialla non hanno mai potuto 
manteinersi fra noi dopo la loro comparsa; 
xik mai si sono riprodotti , se non ci siano 
stati nuovamente portati: e per sinoneipae^ 
si ove ogni regola sanitaria h sconosciuta , e 
nessuna misura vien presa contro la paste 
( come nelle Coste di Barberia, ed altroi^e)^ 



(i) Medic. Ration- System. T. 4- P* »• Sect i.e. 1 1. 



it 

ia vediamo terminar da se stessa, e peroia. 
nentemente per la sola leota azione dell'ele- 
mento distruttc»re ; e non si perpetua^ n^ si 
riproduoe che in quelle soleKegioni ove esi- 
stono le cause indigene della^sua genera zio-* 
lie 9 come appunto fra noi succede del con- 
tagio petecchiale • £ se il vajuolo arabo ^ seb« 
bene straniero di origine , semhra acclimata-* 
to^e che abbia perpetuata la sua malaugu^ 
rata esistenza nelle nostre Provincie, ci6 acca-^ 
de a parer mio dalP esservene semprein una 
parte o nell'altra qualche fomite acceso: si 
generalizzi ia vaccinazione, e il contagio va-^ 
rioloso restera estinto per sempre. Ma per 
la petecchia non h necessario di ammettere 
dei fomitt permanenti) n^ pu6 esser durevo- 
le la sua distruzione, mentr'essa si genera 
di nuovo anche fra noi.quando gii uomini- 
siano situati nelle condizioni esposte di su- 
pra. Se questa combinazione siaunicaepac- 
ziale, e che le cautele necessarie si adoprino 
per la sua limitazione^ e annichilamento , es- 
sa finirk dove oacque. Ma se manchino le. 
cautele^ ed il favore delle circostanze e del-, 
la costituzione ne promuova lo sviluppo,al- 
lora essa diverra piii . permanente^ e lenta-. 
mente si difFondera. £ potrk ancora accade- 
xey che, poste certe cause generally abbiauo 



32 

luogo in v^rie parti nel tempo istesso qud- 
le date combinazioni solto le- quaii si gene- 
ra it detto contagion ed allora non uri solo, 
ma moiti saranno i centri della sua origine, 
e difFusione^ e se ne avrk un' estesa , e ge^ 
neral' Epidemia • Felicemente V aria pura op- 
pone al contagio una barriera che ne limi- 
ta gli efFetti, e travaglia alia sua distruzio^ 
ne . Ma comecche ogni ammaiato abbia^ dm* 
torno al suo corpo un' atmosfera contagiosa 
piij , o meno estesa in proporzione della gra-* 
vezza del male, cosi pu6 accader facilmen. 
te, che nioUiplicandosi il numero degli at* 
taccati, e le sostanze impregnate del veleno 
micidiale, e ravvicinandcsi perci6 di piii in 
pill queste sfere di contagio, I'aria medesi* 
ma divenga alfine un mezzo di comunica- 
zione; e la malattia, benche solt%nto conta^ 
giosa, prende allora apparentemente I'aspet- 
to di epidemica . 

Imperocch^ sebbene i veri contagi si li- 
mitino al corpo che dessi hanno attaccato » 
e che Paria pura non sia per questi un vei- 
colo, eld non ostante la ristrettezzu ^ e non 
ventilazione delle case, e delle strade^ una 
popolazione numerosa , miserabile, e mal pro- 
pria; e le immohdezze di una Cittk , o di 
una data locaiilkj ov'essi sonosi introdotti, 



33 

po$sono talmente ingombrar di esalazioni P 
aria circumambiente , da renderia anche a 
qualche distanza dal malato UQ mezzo di 
comunicazione del male ^ da accrescerne la 
malignitk ^ e da disporre gl'iadividui a con-- 
traria, alterando la loro salute , e dimi*- 
nuendo in essi la forza di reazione al contagio • 
Per tal ragione vide Diemerbroeck,ed altri, 
epidemica quasi la peste*, e tale si vidde in 
Cadice , e Malaga la febbre gialla . Rusch par- 
landodiquella regnata inFiladeifia (i) dice 
» pill strette che erano le strade ,e piii v'infie- 
>j^ riva il contagio^ pochi ne scampavanonei 
V vicoli* Dopo il 12 Settembre I'atmosfera 
D di ogni strada nella Citta evdi loaded with 
>3 contagion »• Ed all'opposto I'aria meno 
impura , la maggior proprieta degli abitan- 
ti, ed altre circostanze locali fecero s^ che 
questa medesima maiattia, sebbene spiegas- 
se in Livorno la stessa forza micidiale^ vi 
rimase per6 sempre limitata, e piccolo fu il 
numero delle sue vitlime in proporzione del- 
la massa della Popolazione^ per il che io 
dissi (2) , che sotto questo rapporto essa av- 



(1) Vcl. 111. pag. 104. 

(a) Parere med. sulla malauia feh. di Livorno 
Fir. t8o4- 

C 



H 

vidnanvasi alia spuria, e 'meno contagiosa 
. di Anderson, e Jackson, senza intender con 
questo di dubitare che fosse la vera febbre 
gialla Americana , come ben riscontravasi 
dalla descrlzione, e dalle osservazioni cheio 
ne aveva gik pubblicate ^ e come giustamen-* 
te rilev6 il Chiar. Sig. Prof. Tommasini(i)» 
Non ^ dunque sempre necessario, com« 
alcuni pretendono , P immediato contatto del 
contagiato per a^ersi la malattia. Vi e nei 
contagi uua sfera di attivitk variabile per 
le surreferite circostanze, ma non ancora 
precisamente eonosciuta» Martens asserisce 
(2) che se I'aria deila camera e racchiusa^ 
e carica degli effluvj dell' ammalato , pu6 
comunicar la peste a quei che vi entrasse. 
Larrey Chirurgo dell'Armata Francese in 
Egitto nella sua Storia della peste, che vi 
osserv6 , ' conferma lo stesso (3) . Ed io ho 
verificato altrettanto della febbre gialla, e 
della petecchia. Certo ^ peraltro che la sfe- 



(i) Sulla febbre di Idvomo ec. del 1804. pag^ 
4a e seg. 

(a) Martens Opere voL x pag. i35. 

(3) Relation historique et Chirurgicale de Vpxpe* 
diiion de VAi^mee d^Orient en Egjrpte el en Syrie^Pa* 
ris i8o3 p. i4i* 



55 

ra di azione di quest' ultima intorno al cor- 
po del malato h assai piii estesa di quella^ 
della peste: eppure la peste k una malattia 
pill feroce, piii micidiale, e piii contagiosa 
col contatto. Parmi che cio spiegar si pos- 
sa perch^ la sfera' di azione di un cont^gio 
costituita e^sendo dall'alito, e dalla traspi* 
razione del malato, questi devonoessere piii 
estesi quanto e maggiore la reazione vi ta- 
le 5 e meno estesi, e piii circoscritti al cor-, 
po infermo, quanto e minore Ja reazione* 
Or dunque nella peste rimanendo piii pron- 
tamente, e piii fortemente oppres^a la vita- 
lity, 6 con minor forza.perciO , ed a mmor 
distanza dal corpo che difionder debbonsi 
le sue esalazioni , e cosi la sua sfera conta- 
giosa: e cessando ^uesta intieramente con 
la morte^ cessa perci6, o diminuisce mol- 
tissimo il pericolo della contagiosity aw ici« 
nandosi, o toccando il Gadavere. Delresto, 
la sfera del contagio petecchiale intorno 
all' Individ up che n'e impregnato , k mani- 
festa dall'intervallo che vi era fra i. prigio- 
nieri che comnnicarono, ed i Giudici che ri- 
cevettero questo contagio ^nei Tribunali di 
Londra, di Oxford, e di Dublino. Lindpoi 
non so con qual fondameoto stima il radio 
di questa sfera eguaie a cinquanta, o $e&*' 



36^ 

saiita piedj , ed anche pid , sottovento di 
una corrente d^ aria. E' indubitato finalmen- 
te che le vesti , e le altre sostanze suscetti- 
bili, che sono state dentro I'atmosfera del 
contagio petecchialc, e degl* altri contagi spe- 
cifici, se ne impregnana, li ritengono piiio 
meno tenacemente , e queste materie, prima di 
essere disinfettate , sono capaci di traspor-^ 
tare il contagio a distanza dal malato , e 
coniunicarlo altrui. 

E rappo to alio sviluppo della petec- 
chia , rilevasi da quanto abbiam detto che 
nelleNavi^ nelle Carceri,e nelli Spedali sue- 
Cede sovente il primo caso di vederla ivi 
nascere ed estinguersi. Nelle ritirate de!!e 
Armate, e nel trasporto delli Spedali mi- 
litari noi vediamo spesso il secondo caso^ 
di una difFusione di essa piii o meno este- 
sa per quelle Provincie ove passano . Nell' at- 
tuale epidemia poi e certamente nccaduto 
di veder formarsi in varie parti d' Italia va- 
ri fomiti di contagio per la riunione nel- 
le case,- nelle stalie,e nelle capanne o di 
braccianti indigent! invitati a dei pubblici 
lavori , o di mendicanti obbligati dalla uni- 
versal carestia dei viveri di piii anni a scen- 
der dalle montagne^ ad abbandonare i lor 
domicil j , e andar vagando per tutte le Pro- 



37 

vincie d' Italia rifiniti dallafame, sordid! p0r 
la miseria, ed esalaati un alito infetto pel 
sudiciume in cui erano involti • In fatti do- 
vunque k arrivata la fatal calamita della 
carestia,^ giunta pure questa malattia conr' 
tagiosa: ed h perci6 che non lentamente, e 
successivamente si e dessa in tutte le sud-^ 
dette Provincie afFacciata ( come s'ucceder 
doveva se da un sol centro partita fosse ) » 
ma celeremente , e quasi contemporanea . £ 
certo poi che in Toscana i mendicanti disce- 
sivi da tutte le parti ne sono stati il fomi«- 
te, ed il veicolo principale. II perche il Ga- 
sentino, il Piatoiese, il Lucchese, e tutti 
quei Paesi ove sono accorsi , e si son refu- 
giati in maggior numero i detti mendican- 
ti, sono stati i piii attaccati, e maltrattati 
dal morbo petecchiale . Ed io ho qu) rimar- 
cato che in quelle strade, e in quelle case 
ove si trovarono annidati, e riuniti molti 
di quei disgraziati, ivi appunto la malattia 
scoppi6, e si mantenne, finch^ coi ripetuti 
espurghi^ e suffumigi disinfettanti non ri- 
mase distrutto il seminio contagioso. 

Ed ecco laragione per cui 1' istoria del- 
le lunghe guerre , e deile grandi carestie ^ 
quasi sempre accompagnata da quella di 
micidiali epidemic di contagio petecchiale. 



38 
Innumerabili sono i fatti cheaddurre ioquV 
potrei in prova di quanto ho asserito, in- 
comincianda dall'epoche piii remote delle 
istorie fino ai tempi nostri. Hildenbrand (i) 
enumera V epidemic promosse dalli Speda- 
li militari nella ritirata delle Armate: ma 
limitandomi io ad alcuni fatti piii analoghi 
al caso attuale, citer6 I'epidemia distruttiva 
che nel i5o5 in seguito di una orribile ca- 
restia si distese a tutta la Toscana . Lo stes- 
so accadde nel i5ii in cui tra Firenze, e 
il suo contado perirono piii di trentamila 
individui . Quindi nel 1628 , nel i55o , e poi 
nel i554 dopo una gran carestia il morbo 
petecchiale distrusse in Toscana piii di cen- 
tomila persone. La carestia del i63o rin- 
nuov6 la stessa scena luttuosa. Pistoja do- 
po la fame fu da tal contagio afflitta nel 
16129 J quindi nel 1648*49 con mortalitk di 
dodicimila individui. Un'epidemia di mor- 
bo petecchiale descritta da Carlo Galli (2), 
devasti sulla fine del decimosesto secolo la 
Lombardia dopo disastrose carestie . La pe- 
imria «traordinaria , e t alterata qualita del- 



(1) Del tifo contagioso Padova 1816. 
(a) De febrib pesiiL aique malign. Tractat v 
Lib, 4< p* 5* 



39 
le sussistenze , che dal Novembre del 1763. 
alia raccolta del 1767 ebbe luogo in To- 
scana, fu succeduta da un'eguaP epidemia. 
Fu parimente in seguito di una gravissima 
penuria di viveri , che dal 1629. al i632 
Miiano, e sue Ducato furono straziati da 
una malattia di simil natura, di c)ii ci la« 
ficid la descrizione il Medico Alessandro Ta- 
dino , il quale referisoe , che per provviden- 
za governativa essendo stati posti in un re* 
clusorio 971 5 Accattoni , mentre nonesistje- 
va ^ncora alcun male , con la veduta di aii<- 
mentarli, e toglierii di mezzo alle Citta e 
Campagne , ne avvenne che abitando tanto 
numcro di essi in camere anguste , si svi- 
lupp6 tra loro una malattia micidiale che 
ne face una strage incredibile^ onde per- te^ 
ma che col tempo si sarebbe fatta contas^io^ 
SOj e comiinicata a tutta la Citta y il Go^ 
Verno diede licenza ai poveri che vi resta- 
vano di ritoroare alle loro abitazioni: Ma 
giuntivi essi ^ e praticando con le loro fa- 
ro iglie , ' si comunicb il male , e crehbe in es-* 
se , e nelle terre e ville ^ che quasi come di 
contagio estinsero molte di quelle. II qual 
fatto e anaiogo ad altro descritto da Gele- 
stino G)n[iinale (i), che parlando delle cau- 



(i) Constit, epid. NeapoL c i $ 4* 



■•• 



4o 

66, che promossero un tal morbo in Napo- 
lij, si esprime w Pauperes innocentes licet ^ 
beneficas manus mortifero veneno contamir 
narunt ». Nel 1699. la fame portd djetro 
df se tanta strage in Parjgi, che face dire 
al Sig* Poupart (1) >3 Ch'egli non istent6di 
>3 Croppo a scuoprire nel tnorbo costituzio- 
» nale un non so che di arialogo alia crudel 
M pestilenza diAtene »• Varie simili conse- 
guenze della miseria , e della impulitezzasor 
no riportate da Pringle^ ed una specialmen-i 
te narrata da Bacone da Verulamio avve- 
nuta in Londra nel 1760. Final mente la 
scarsa e viziosa qualita dei generi necessarj 
al sostentamento della vita avendo dato 
luogo ad immense riunioni di miserabili^ 
partorii la fiera epidemia di febbri petecchia-< 
\i regnata inNapolinel 17 64, che con tanta 
esattezza e dottrina fu descritta dall'elo- 
quente Michele Sarcone (2). Ivi egli dice (3) ; 
)3 Fra tutte le cagioniche possono assegnar- 
>y si della soiferta epidemia , quella che sog*: 
)> giace a minori eccezioni sembra che sia 



(1) Mem» d^ VAcad* des Scienc. 1699* 
(d) 1st. ragion. dei mali Osserv. in Ifapcli nel car* 
$0 del 1764* 

(3) pag. a34. 



» quella che si ripone nell' impravido corn- 
el mercio tenuto con i mendicanti , e Dell^ 
yy micidiale qorruttoria vaporazioae che spar-: 
>3 sero tra ridi le loro macchine troppo depra- 
>j vate dalla fame , dall' alimento malsano ^ e 
y> dalla impulitezza. Di fatti I'epoca della 
>3 nostra malattia fu coetanea all'epoca delr 
>^ la venuta dei miserabili cenciosi , ed es« 
>j sa s'intruse tra noi con passo eguale e 
>i corrispondente alle copiose processioni di 
» quelle turbe infelici : quelle medesime 
» che per ovunque passarono e fecero di- 
3> mora , lasciarono funesti segni , e dolo- 
>> rose memorie di loro ^ poich^ Capua , 
33 Aversa , Foggia , Lucera ec. ebbero mor- 
3> bo epidemico dacche diedero loro riceC^ 
33 to: e per contrario liiolte Citta che ri- 
33 cu$arono loro il ricovero , si manten* 
33 nero sane , nonostante la scarsezza. dell' 
33 annona che vi si soffriva 33 • I tempi 
si rassomigliano : le stesse cause pro.duco^ 
no sempre i medesimi efFetti. Terminerd 
questo articolo con asserire che iielle nume- 
rose epidemie di febbri petecchiali , che dai 
piu remoti tempi hanno di quando in quan- 
do portato la desolazione e la strage in va- 
rie parti dell' Europa , piii di due terzi ban* 
no accompagnato ^ o seguitato le gravi ca- 



restie dei yiveri, per il che a ragione chiar 
n)6 Galeno pestifera fames , quae per plu* 
rimas Romano Imperio subditas gentes sae^ 
viit.multis deinceps annis continue ^ ucciden* 
do uh grandissimo numero d'individui con 
febbri maligne (>)• Oade parmi dimostrato 
esser questa una delie principalicagionipro 
ducenti quella disgraziata serie di circostan- 
ze, sotto le quali si forma, si sviluppa, e 
difFonde il contagio petecchiale. Senza dun- 
que volere attribuire esclusivamante alia ca- 
restia , che ha desolato in questi ultimi an- 
ni 1' Italia, Torigine e la causa primaria 
della malattia che vi ha dominato, ho ben« 
s\ creduto che dessa, come una delle princi- 
pal! cagioni che han partorito le circostan" 
ze necessarie alia fbrmaziohedi questo con- 
tagio , ha influito assiem con' le guer- 
re, e la ritirata delle Armate alia pro* 
duzione di questa quasi generale epide- 
mia . Che il contagio una volta acce- 
so, ed in punti e fomiti diverst , siasi po- 
scia esteso anco ai paesi a tali circostanze 
stranieri^ alle montagne egualmente che al 
piano 3 ed abbia talora attaccato piii i ric- 



(i) Da succor, bonit^ et vit. c* i. 



chi dei poveri ; e siasi pur thOstrato in Pro- 
vince ove non regnava egualmente la care* 
stia , sono fatli di facile spiegazione ^ e che 
non solo non distruggorio, mk nonindebo'^ 
liscono in verun conto la riferita opinione* 
Ma rivolgendoci piii d'appresso ad esa- 
minare 1' indole, ed effetti di questo conta- 
gio , k una quesdone non priva al certo di 
utilitk ed interesse ^se 1' originaria sua produ- 
zione sia ii resultato di un particoiar pro« 
cesso febrile sviiuppatosi in individui posti 
nelle circostanze da noi sopraenunciate ; op* 
pure se in queste circostanze medesime il 
contagio si generi fuori dei corpo degl' in- 
dividui che non si trovano in stato attuale 
di malattia^ e la febbre sia sempre un ef- 
fetto secondario alia di Ini introduzione nei 
medesimi. Se in una materia fuori deila 
portata dei 6ensi , e non suscettibile di ri- 
gorosa dimostrazione , h peroiesso di con- 
getturare, quanto hodi sopra esposto, ed 
altre osservazioni da me fatte m'inducono 
ad opinaiie per la seconda ipotesi. lo non 
nego che 1' organismo pervertito nelle vitali 
ed assimilative sue proporzioni ppssa dare 
origine a dei prodotti virulenti e perniciosi 
alia sua stessa esistenza-. L'istoria medica 
ce ne somniinistra dei numerosi esempj j 



44 

ne vi sarebbe percid irragionevolezza a supf. 
porre che anco i contagi possano sponta* 
neamente svplgersi dentro al corpo umario» 
come i'idrofobico nei cani, ppr efFetto di 
pervertite orga;niche assimilazioni . Ma easen-^ 
doch6 tali virulenti e deleter) prodotti , di- 
stinti col nome di contagi specifici ed es- 
setiziali , siano per ventura limitati nel 
numero, e sempre i medesimi-, e I'origine 
dei pill di e^si, e la loro cuna sia esclusi- 
vamente propria di alcune Regioni , e non 
di altre, converrk pur dire che questo perr 
vertimeato dell' organ ica assimilazione ha 
un limite nella produzione di tali, veleni , 
e ch'esso solo non basta a formarli, se del- 
le -circostanze esteriori non ben cpnosciute, e 
proprie di quelle date localitk non yi si 
associno« E qaanto al contagio petecchiale, 
egli e certo che soyente si e syiluppato 
in persone al solo entrare! in qualche car- 
cere ove non esisteva. alcuno fra i dete- 

4 

nuti ^ che ammalato ne fosse: prova evi« 
dente che questi avevano genera to in quell'ari a 
racchiusH il contagio , senza averne fin'allo** 
ra provati in loro stessi gli effetti, come la 
vipera che impunemente genera il suo mi- 
cidiai veleno, che pud peraltro uccider lei 
stessa, se dui proprj denti , o con un'artifi- 



45 

cial ferita venga esso nuovameiite inlrodot- 
to dentro al suo corpo. Ne fark ci6 m:^ra- 
viglia se si rifletta j che 1' abitudine ad lina 
continuata azione di qualche potenza noci- 
va pu6 non fame sentire i perniciosi effetti 
finch^ non sia giuhta ad un alto grado di 
forza, giacche un certo equilibrio nelle fun- 
zioni organiche e vitali pud cdnservarsi sot- 
to varj gradi di eccitamento^ e pu6 aversi 
irt alcuni un'apparente salute a quell' istes- 
so grado, che ha gia spiegato in altri la 
malattia^ purch^ la macchina proporzionan* 
do gli stimoli , si abitui e si conformi alle 
morbose impfessioni di cause alteranti e 
nocive. Ed ecco la ragione della diversa 
sfera di salute nei diversi individui,o piut- 
tosto dei varj gradi di opportunity alle di- 
verse malattie . Cos\ , incominciando dal po- 
c^o , assuefar si pu6 la roacchina impun^- 
ttiente alia deleteria azione di grandiose do-- 
si dei pill forti veleni: e cosi pudaccadere, 
che mentre gl' individui generatori del con- 
tagio petecchiale appariscono in stato di sa- 
lute^ comunicar possano la malattia a chi 
li avvicina, o che si afFaccia alP atmosfe- 
ra da lor respirata . Una prova I'abbiamo 
nel terribile accidente accaduto nelle Assise 
di Oxford nel 1677., di Tauton nel i73o, 






46 

di Plimoath nel 1742, edlBayley net ly^p, 
ove niolti dei Giudici , e degli Assistenti pe- 
rirono quasi in compendio per il violento 
efFetto su di essi del maligno contagio esa- 
lato dal corpo , e dalle vesti di alcuoi de- 
linquenti condotti , , naturalraente non in 
stato di iqalattia , dalle carceri nelle Sale 
ov essi erano adunati per. giudicarii . Ed 
un fatto non meno interessante e stato da 
me in questa occasione osservato , vale a 
dire che nella misura ch' io consigliai , e 
che fu adottata in Livorno, di toglier di 
mezzo alia Popolazione Pimmenso nume- 
ro di mendicanti stranieri , come quelli che 
io giudicava, il principal fomite e veico- 
lo del contagio , e accaduto che quasi tut* 
te le persone impiegate a raccoglierli dal- 
le varie strade della Gitta , e delia Campa- 
gna , ad alimentarli e custodirli nel Recluso- 
rio provvisoriamente formato/e che si ag- 
girarono intorno ad essi, apparentemente 
sani, ed in stato di essere ailtrove condotti , 
furonoin pochi giorni attaccati dal morbo 
petecchiale , in numero di venti individui , e 
ne rimasero per la maggior parte la vitti- 
ma. Cio dimostra che il contagio xnicidiale 
veniva esalato dai loro corpi, e dalle lor 
sozze vesti, che se ne erano impregnate; e 
che questo contagio originario spiegava an- 



47 
col* magglor furza di quelle gla passato per 

varj individui, e ch'era il prodotto di ma- 
lattia. Qiiesto fatto giustific6 I' adottata mi- 
sura^ ed il mio pensiero di allontanare dai 
contatto di questa numerosaPopolazione va- 
rie migliaja di miserabili , dai quali ben 
presto' ne sarebbe essa stata intieramente 
iDfetta . 

Se questij e molti altri fattf, possono in- 
terpretarsicomeuna prova del veicolo 3 piut- 
tosto che della sorgente del contagio , han- 
no essi alrneno ua'egual valore per chi so- 
stiene che il contagio petecchiale originario 
si^ genera fuori del corpo degl' individui si- 
tiiati neile . sopra esposte condizioni ; ed at- 
taccandosi alia loro Cute ^ ed alle lor vesti , 
eglino lo possono ad altri comunicare anche 
prima di cadere essi stessi ammalati. In 
questa ipotesi la febbrie ^ e la specifica ma- 
lattia che ne resulta saranno sempre un ef* 
fetto secondario del contagio assorbito. Dal 
che ne viene che non dai solo malato con-- 
vien guardarsi, ma prender fa duopo deile 
misure preservative e contro i locali infet- 
ti , e contro gP individui , che, sebbene in ap- 
parenza sani , trovati si sono nelle circbstan-* 
ze atte a generarfe il contagio, come i car- 
oerati, le ciurme delle Navi, le masse del 



.48 

itiiserabiii riuhiti in angusti , e sordid! abt- 
tari, gii ammalati ammassatt ia Spedali 
ristretti, e mal aereati ec. , e contro la ro- 
ba che ha servito al loro uso. Le funeste 
prigioni di Calcutta ne sono una prova ir- 
refragabile : quelli ^ che scamparono da quel- 
le tombe, caddero vittima del morbo petec- 
chiale , e lo sparsero dovunque essi arrivarono • 
Penetrati i Groverni da una tal veritk 
potranno sempre impedire la formazione ,o 
alnieno la difFusione di questo seminio di- 
struttore. Un fatto che dimostra I'impor- 
tanza di una siffatta attenzione neile Auto- 
ritk Governative, per le quali esser dee su- 
prerna l6gge la salute dei Popoli , e che of- 
fre nel tempo stesso un esempio rimarche- 
vole della forza micidiale del la febbrenava- 
le, 6 il seguente. Nel Decembre del 1806. 
giunse nel Porto di Livorno una FilugadeL 
Padrorie Girolamo Avegno, carica di Co- 
scritti Francesi in numero di ottantaquat- 
tro, oltre dodici persone di equipaggio,che 
procedeva da Portofino. La ristrettezza del 
Bastimento in proporzione degl* individui , 
che conteneva^ e la qualitk dei medesimi , 
facendomi sospeltare della loro salute, seb- 
bene si assicurasse buonissima^ mi afFrettai 
ad impedire il loro disbarco in pratica , che 



49 

altamente si reclamava. Molto ci voile ad 
ottenerlo: ma le mie rimostranze e prote- 
ste yincendo alfine dopo una lunga lotta 
rimperiosa volontk di quell' Autorita milita* 
re Francese in quell' epoca di violenza, i 
detti Coscritti discesero in contumacia nel 
locale dello Spedal marino di S. Jacopo^ove 
non avevano passato appena ungiorno^che 
piu di un terzo dei medesimi si dichiararo- 
no ammalati . Lasciati ivi questi , il Basti- 
mento addirittura riprese a bordo il rima« 
nente delle dette reclute, che apparivano in 
quel momento in stato di salute, e fece ve« 
la per I'kola di Portoferra jo . Un tifo pe- 
tecchiale dei piii feroci, con eruzione con- 
fluente mista alle vibici:, con parotidi, con 
delirio e prostrazione somma di forze, con-> 
vulsioni ; emorragie fatali , e con tutti i sin- 
tomi della piti estesa malignity » fu la ma- 
lattia che si spiego nei militari sbarcati , e 
che malgrado le misure adottate ^ e la cu- 
ra pill esatta, ne distrusse in pochi giorni 
la maggior parte, e si comunic6 a molti 
dei loro assistenti« All' arrive della detta Fe- 
luga in Portoferrajo furono immediatamen- 
te sbarcati a pratica tutti gl' individui ch' es-^ 
^a portava; ma accortisi ben presto dell'er- 
rore commesso^ allor che videro 11 germe 

d 



5d 
quasi pestifero ch'eglino avevano accolto, e 
compromessa quella Popolazionei furonoab- 
bastanza saggi per manifestarlo a tutte le 
sanitarie Magistral ure del Mediterraneo , che 
sottomisero quell' Lsola a conveniente contu- 
macia. Intanto la Bkitca d'Avegno appena 
sbarcati i marinari predetti, parti col suo 
equipaggio per ritoma^re a Genova • Ma igno- 
rando essi il pericolo che lor sovrastava nell'ag- 
girarsi dentro a quelW in&tta sentina, vi 
assorbifono il seme fji morte • Difatto i( gior- 
no dopo la loro partenza da Portoferrajo 
caddero quasi tctti gfavemente ammalati ; 
ne perirono diversi come in compendio^ ei 
rimanenti non essendo at£i ^ n^ sufficienti alia 
condotta del Bastimento , rimase questo quasi 
vagante sul mare, e cos^ comparve alle vi- 
ste di Vada. Avvertito il nostro Ufizio di 
Sanita della . esistenza di un legno in tal si-* 
tuazione, spedi tosto un Navicello armato 
con guardie di Sanitk per rimurchiarlo in 
Porto , ove giunto , si vidde con sorpresa es^ 
ser questo la nota Filuga del Padrone A ve- 
gno, che non aveva che dei malati^ e dei 
moribondi , la piii parte dei quali , non esclu- 
so il Padrone, perirono in^ Lazzeretto. E 
quelP infdusto Legno, perch^ non fosse ad 
alcun altri causa di morte, fu da noi fatto 



imme(^iataiiiente rienipire daIi'ond6 del ma- 
re. Cosi consumd il morbo petecchiale 1* in- 
tiera sua strage^ ed i6 fui molto contento 
( siami perdonato questo tratto di amor 
proprio ) di aver salvato per la seconda 
volta (C) questa Popolazione . 

CAPITOLO SECONDO. 

Andamento ^ e corso delta Malaitia , qual e 

stata da me qui osservata ; fenomeni morbosi , 

che rhanno accompagnata ; e cura 

generate delta medesima. 



s, 



tabilito il carattere, Porigine, ed i 
general! efFetti del contagio petecchiale, h 
tempo ormai di parlare della di lui specia- 
le azione , 6 consegiienze nella epidemia che 
da noi si descrive , arrestandomi per6 ai suoi 
principali fenomeni, e confrontando questi 
con quelli di altri contagij il che rendera 
natural mente interrotta la narrativa dei fat* 
ti che la riguardano ; ma io ne aveva gik data 
nello Scritto pubblicato in principio una re* 
golare, e semplice descrizione* 

Allorch^ questo contagio col mezzo della 
respirazione , o del contatto ( ma piii sovente ^ 



. cred'io , con la prima, che col secondo) s* Intro- 
duceva nel corpo di un indiyiduo ^ esso doveva 
naturalmente restarvi* in apparenza inattivo 
perpiii o meno tempos a proporzione della 
individual sensibiiitk^edella impressione che 
vi produceva. Ma in questo silenzio ( sela 
vitale reazione non era v rule vole a debellarlo ) 
incominciavai il chiisica-fisicD p^ocesso deltas* 
similazione , fincb^ poi la sua morbosa azio- 
ne si manifestava setasibiiinente « 

Di qua! dur^ta esser possa questo sta- 
to di delitescenza h molto difficile a deter* 
minarsi: pure^ sebbene non vi possa essere 
certezza assoluta in sixniii osservazioni , non 
lascerd di notare,aver veduto alcuni cadere 
ammalati dopo quindici giorni che si erano 
nianifestamente esposti a prendere il conta« 
gio ; e le osservazioni del D. Haygarth sta- 
biliscono , che desso pud nascondersi nelP uo- 
mo anche per piii lungo tempo prima di 
avilupparsi (i) . Quantoal vajuolo arabo,io 
ho il fatto superiore ad ogni eccezione, e 
piii volte confermato, d'individui quigiun^ 
ti sopra Bastimenti non portatori di merce 
^gg^^ta ^ in perfetta salute , e nei quali do- 



(0 F. Letiera ai D. Percival. 



' 55 

po diciotto, e venti glorni dal di del loro 
imbarco, si h sviluppato il vajuoto, chegia 
regnava nel paese donde partirono^ e men* 
tre il Bastimento trovavasi tuttora in que- 
sto Porto in stato di contuoiacia. £^ certo 
adunque che un contagio introdotto nel cor- 
po umano pud impuneraente restarvi sopi- 
to per vario tempo : ei io sono di senti-* 
mento che alia piii pronta su% attivazione, 
e sviluppo eontribuir devono 1' insalubrita 
dell' aria respirata , il cattivo regime, i pa- 
temi d'animo, e tuttoci6 che deviando la 
macchina dallo stato di salute e di vigore, 
la ravviciua a quello in cui il contagio pu6 
prender forza, farsi sentire, e trovarpasco- 
lo alia sua deleteria azione. All' incontrol' aria 
puraericcadi ossigeno,il coraggio,e il niun 
disordine posson rendere immuni molti indi- 
vidui dal ricevere il contagio, o rice vuto espel- 
lerlo^ e domarlo con le forze natural! • La 
febbre gialla ^ che h alimentata da un aria va^ 
porosa , ed inquinata di esalazioni , com' h nei 
Porti di mare , ^ quivi appunto ch*essa pone la 
sua favorita sedej ed e ben raro il caso che 
quegl'individui chesisalvano dentro terra , a 
meno che non lo facciano in massa, edmun 
numeroassaiconsiderabile,vi trasportino tal 
contagio 9 che da un'aria piu pura h facil« 



54 

mente distratto;, Cosi accade in America 5 e 
tanto accadde anco fra noi . Ma se qnest' ul- 
tima circostanza non si verifica rapportoal 
contagio petecchiale , verificasi perd anche 
per esso ci6 che abbiam detto di sopra re- 
lativamente al privilegio che alcuni godono ^ 
di resistere alia sua azione . Due individui 
da noi destinati a levare i malati di petecchia 
dalle loro case in Citta , e portarli alio Spedale , 
e percid lenuti costantemente in stato di osser- 
vazione , e di riserva , si conservarono sani fine 
al termine della epidemia, sebbene avessero 
tolti dai loro letti piiidi settecento am ma- 
lati, e maneggiate le loro robe per portar- 
le in Lazzeretto • Una vita comoda , un vit- 
to sano e sufficiente^ ed un coraggio a tut- 
ta prova furono gli unici loro preservativi , 
ai quali. fa duopo aggiungere I'abitudine 
gia contratta agli effluvj contagiosi , che len- 
tamente ottiene ci6 che fa la momentanea 
azione di alcuni contagi, di render la fibra 
insuscettibile ai loro attacchi , 

Questo privilegio comune a molti^ jdi 
essere o per individual costituzione , o per 
circostanze esteriori inattaccabili , o refratta- 
rj all* azione di un dominante contagio, e 
che con infiniti esempj si verifica inciascu- 
no di essi^ cominciando jdalla peste, e cid 



y 



55 

che male a proposito ha indotto sovente in, / 
errore quel Medici, che chiamati a giudica<« 
re deii' indole di una malattia afFacciatasi 
eon aspetto allarjnante , arrestatisi sono ai 
detti fatti negativi sempre fallaci , e Jian 
giudicato deila non contagiosita del morbo 
con sommo disdoro delia Professione, e coa 
gravissimo dan no deli'Umanita. Ma non si 
rinnuovera il fatale abbaglio di Gapivaccio ^ 
e Mercuriale, se nell' esame di una malattia , 
che ha mentato una particolare attenzione , 
il Medico osservatore terra la massima, che 
nelle febbri ove compariscono petecchie, ed 
altre eruzioni sospette, vi e sempre temadi 
contagio : e che ove manchino e petecchie e 
buboni, ed antraci^ la non ordinaria vio-*- 
lenza del male fin dal principle , la breve o 
niuna predisposizione negli attaccati ^ la 
rflpidita della morte, o un corso a stadj e 
periodi costanti ^ e il lento y ma sempre ere-* 
scente serpeggiare di un simii morbo fra 
persone che Jhianno avuto una comanicazio- . 
ne qualunque fra loro, sono indizi bastanti 
dell' indole sua non comune, temibile, e 
contagiosa • 

Ma fuori di queste fortunate eccezioni, 
e quando il contagio gik introdotto nelcor* 
po incominciava la sua morbosa azione, i 



56 
primi sintomi che si presentavano erano un 
iDai essere generate 3 i' irritazione della mem- 
brana pituitaria^ I'afFezione cerebrale mar-* 
cata da una certa fatuitk; dolore gravativo 
di testa ^ vertigini^ sonno agitato, ed inter- 
rotto^ ed alterazione del sistema gastrico. 
Ma 1' opera dell' assimilazione crescendo ogni 
momento piii ( simile ad un atomo di fer- 
mento che alia sua natura lentamente con« 
duce Pintiera massa ;, il sangue circolan-* 
te acquista una particolar condizione che 
lo ravvicina alia molecola del contagio in- 
trodottos. 

£ quk convien ch'io dichiari la mia 
opinione , cio^ , che se lo stato morboso dei 
solidi^ ed una particolare aberrazione dallo 
stato naturalesoao necessari in essi per dar 
origme alle malattie di diatesi non abbisognan 
quelli in egual grado per il primitivo sv?« 
luppo delle malattie di contagio, oveio pen- 
so che il primo iisico-chimico processo dell' 
assimilazk>ne si effettui nella massa della 
circolazione • Prova ne k tarteriositk e la 
febbre che si eccita^ onde promuovere la di 
lui separazione dal sangue ; e nel vajuolo la 
cessazione di quella allorch^ questa h segui- 
ta; e il vedersi talvolta ricoperta la cute 
del prodotto contagioso , senza che siasi pre* 



cedenteraente manifestato alcun sensibile scon<« 
certo dei varj organi e sistemi ^ il quale per« 
ci6 esser deve un successive efFetto ^ o con- 
seguenza di detto chimico processo. E4 in- 
vero anco nelie costituzioni di vajiiolo ara;?- 
bo sono frequenti i casi, specialmente nei 
bambini iattanti, di veder comparire alia 
cute delle pustole variolose senz' alcun sin-* 
toma morboso^ ii che halasciato sovente il 
dabbio se quegl'individui avessero o n6s©f- 
ferta la malattia. Nel piii forte delta feb« 
bre gialla io viddi alcuni pochi passeggiar 
per le strade , ed occuparsi dei loro affari col- 
la eruzione itteroide alia pelle, senza aver per 
anco sofFerto altrisinto mi della malattia, che 
in alcuni di essi mancarono, ed in altri 
comparvero in seguito • £ flnalmente iriolti 
Scrittori, e testimonj della peste riteriscono 
di aver non di rado veduto in qualche indi- 
viduo comparir dei buboni pestiferi agl* in- 
guini e alle ascelle, e passar quelli ad una 
salutar suppurazione, senza che dessi abbian 
sofferto gli altri fenomeni di questa lerribi- 
le malattia. Ci6 dimostra che i contagitut- 
ti in qualche caso particolare si comporta- 
no con tanta benignitk, o trovano tal fa- 
vorevole disposizione nella macchina^ che 
tacitamente compiendo la loro chioiica as- 



58* 
similazione nei fluidi circolanti senza ecci^ 
tare perturbamento o irritazione nei sistemi 
organic! ( forse in grazia di un' attiva e con- 
temporanea ossidazione delle molecole assi- 
milate ), la natura ne effettua una compie- 
ta crise alPesterno, e non ha luogo la ma-* 
lattia. 

N6 contro I' opinione 5 che la prima as- 

similazione dei contagi succeda nei sangue 

circolante , vale il dire che con questo non 

si possono quelli iooculare. L'esperienze di 

Rosen non sono sufficienti a provarlo* Puu 

inocularsi il morbillo col sangue preso sotto 

V epidermide^ e verisimilmente ancor la pe- 

tecchia • Oitre di che si pud rispondere, che 

il satigue se ne spoglia a proporzione che 

vi si forma 5 e che assorbiti, com' esser de^- 

giono, i contagi dai vasi linfatici , questi sca«* 

ricar non li possono che» nei tocrente della 

circolazione , ove necessariamente produrre 

essi devono il lor primo effetto. II contagio 

idrofobico k restato sovente per molti mesi 

ed anni afFatto inerte sotto la parte morsa 

dal cane^ e solo ha sviluppato la sua mici* 

diale azione allorche in uno straordinario 

eccitamento di macchina riassorbito esso dai 

linfatici, fu portato da questi nei sangue 

circolante . Per ben tre volte inoculai inutil- 



mente la vaccina ad un bambino sanissimo: 
allorche io piii non ci pensava,e ventitre giorni 
dopo 1' ultima inoculazione ^ egli fu assalito 
da febbre, vomito, cardialgia, ed altri sin- 
tomi proprj del maii esantematici : e tre 
giorni appresso comparir si videro con sor- 
presa nel braccio destro, ma fuori dei pun- 
ti deli* inocuiazione , e nella gamba corri- 
spondente, due pustole vacciniche vessicola- 
ri , umbilicate , con accesa areola all* intor- 
no , e benissimo caratterizzate , che fecero il 
lorocorso naturale^ con cessazione di tutti i 
sintomi morbosi dopo la loro apparizione ^ 
e con la materia di esse si pote inoculare 
ad altri individui un ottima vaccina (i)« 
La materia contagiosa che non trovd dispo- 
sizione per la sua locale axione nei punti 
dell* innesto , assorbita dai linfatici, fu por- 
tata nel sangue^ ove si esegui la sua assi-> 
milazione , e die luogo ad una vaccina qua-» 
ai naturale e universale, come succede a 
quelli che la prendono col maneggiar le 
mammelle delle Vacche vajuolate. 

Questi J e roolti altri fatti danno gran 



(i) V* la rma memoria sulla Vaccina allrove \cir 
tata pag. 3i. 



6o 
peso alia opinione, che la prima assimilazio* 
ne dei contagi introdotti nel corpo non h 
dovuta alia morbosa , e speciale azione dei 
solid! . Lo stato di questi, e la maggiore o 
minor reazione della vita contro il veleno 
assorbito per espellerlo prima che agisca , o 
per potervisi annidare ed agire , possono 
soltanto contribuire a cid che chiamasi pre- 
disposizione al contagio. Ed ecco perche lo 
stato di opportunita in questi mall e assai 
di verso, o nullo^ o piu breve che nelle al- 
tre malattie febrili. Ei^co la ragione della 
difFerenza che passa tra gli effetti di un 
contagio che naturalraente si sviluppa in uq 
ihdividuo, e quello del cpntagio medesimo 
inoculato: il primo aveado innanzi agito 
nella massa sanguigna con la sua azione 
assimilatrice , eccita direttamente la febbre, 
e quindi il trasporto di una gran quantitk 
di se stesso alia cute: il secondo promuo* 
vendo un' assimilazione locale, e limitata al 
punto dell' innesto , non eccita la febbre che 
ihdirettamente per una irradiazione di sti- 
molo, o per un riassorbimento di contagio 
gik assimilato, e percid incapace di ulterior 
re assimilazione nel corpo di quell' individuo 
gik reso insuscettibile dalia sua primitiva azio-* 
ne . Di fatto se 1' innesto del vajuolo si eseguisca 



6i 
col farlo assorbire dai linfatici per mezzo 
del la frizione, o iniettandolo direttamente in 
un vaso saDguigno, piuttosto che con inse- 
rirlo sotto la cute, abbiamo allora tutti i 
fenomeni della malattia non inoculata , ma 
naturalmente venuta . 

Pertanto che i contagi siano assorbiti 
dai linfatici J don pu6 revocarsi in dubbio: 
che dessi entrati nelle pertinetiza del siste- 
ma vascolare jinfatico I quivi comincino a 
spiegar gli effetti di una potenza irritante 
ed eterogenea, lo dimostrano la dolenza, e 
r ingrossamento che ha sovente luogo neile 
glandule corrispondenti alle diramazioni lin- 
fatiche che gli hanno assorbiti: ma cbe il 
contagio , cosi introdotto » sia dai linfatici 
stessi 9 indipendentemente dai sistema irri« 
gatore sanguigno , portato a contatto dei tes-^ 
suti organici , onde operare un pervertimen- 
to nelP assimilazione della loro materia or-« 
ganico-animale ^ divellerla dai medesimi, e 
con un processo fisico-chimico identificaria 
alia sua propria natura^ questo h ci6 che 
non pud ammettersi per i contagi uniyersa-* 
li e febrili • Iniperocch^ dietro le piii precise 
ed esatte osservazioni del nostro immortal 
Mascagni , e di altri Anatomici , il sistema 
linfatico fatto unicamente per assorbire tan- 



to Delia superficie esterna , quanto nelle cli- 
verse cavita del corpo , non ha poi la facol- 
ta di separar cosa alcuna nelle interne , ed 
esterne parti di essdj ma tuttocid che as^- 
sorbe lo trasporta e lo versa nel torrente 
della circolazione sanguigna: ed e da que^ 
sta , per mezzo dei pori inorganici dei vasi 
arteriosi, che separato. viene o dentro, o 
fuori del corpo tuttocl6 che di omogeneo, e 
di eterogeneo in essa contiensi* 

£ dunque nei fliiidi circolanti che il 
contagio assorbito compie il suo fermenta- 
tivo chimico processo di assimiiazione , sen- 
za che abbiad'uopo per questo di divellere^ 
e disgregsire la g\k aissimilata materia orga- 
nica dei varj tessuti della macchina anima- 
le, sui quali esso agisce semplicemente irri- 
tando, e jperturbando le respettive forze di 
cui son dotati. Quindi la febbre prodotta 
dall'arteriosita mossa dalla presenza di que- 
sto Venefico prodotto^ e la separazione e 
traspbrto del medesimo a quelle parti ester- 
ne ^ la cui tessitura e condizione vitale ne 
favoriscono il trattenimento , e il deposito 
fino alia sua totaleespulisione. Infatti se tut- 
ti i putiti dei sistemi organici^ e dei tessu- 
ti invasi dalle niaterie contagiose divenisse- 
ro un centro di pervertita assimiiazione a 



63 
dispendio dei loro elertienti cosdtuenti, ben 
presto He rimarrebbero intieramente disor- 
ganizzati <» distrutti, n^ facil via aperta sa* 
rebbe alia natura , onde eifettuarne una pron- 
ta^ completa, e salutare escrezione. La car-» 
He di un cane attaccato da idrofobia, con-* 
fricata sopra una ferita, o fatta trangugia- 
re ad altro cane, giammai gli ha comuni- 
cato la rabbia^ e la sola saliva o confricata 
alia sua bocca^ o inoculata sotto la cute, 
ha potuto eccitarla . Gli uomini tnaneggia- 
no senz'alcun pregiudizio le carni di ani- 
mali morti di epizootk*, ma il lorosangue, 
come il piii pregno dei principj contagiosi, 
ha sovente prodotto dei pestiferi antracinei- 
le presone che ne sono state imbrattate. 
Fontana mise a scoperto il nervo ischiatico 
di diversi animal! , e fattavi una ferita^ la 
S]^zzd del veleno della vipera^ il quale fu 
innocuoj e non spiegd nel sistema nervea 
alcunodei suoi specifici effetti: e solo fumi- 
cidiale allorche lo injell6 nelle vene - Questa 
esperienza fu confermata da Mangili . E 
Jaeger, e Zeller ban dimostrato che I'arse- 
nico, e i mefcuriali stessi restano pressoche 
inattivi se direttamente si applichino alle 
parti irritabili, e sensibili; e non comincia- 
no a spiegare la loro o micidiale, o saluta« 



re a2ione , se non dopo di essere introdotti 
nel torrente della circolazione sanguigna. 

Ill questo processo fermentativo pertan- 
to restando ii sangue pel* naturale ed essenr 
ziale effetto del contagi impoverito delP os« 
sigeno ( nel che mi trovo in parte d'accordo 
con ie idee da Hartmann , e Mitcfaill accen* 
nate), ben presto ei diverrebbe una sostan- 
za morta, ed incapace di tenere in movi«* 
mento i\ cuore, e di riparare Ja vita gene- 
rale ( come pur troppo in qualche violento 
caso succede ) , se la vital reazione non riu- 
nisseleproprie forze, onde accrescere i mez- 
zi di ossidazione , e liberar la massa sanguis- 
gna da quel prodotti deleter), e micidiali. 
Ed invero anche Mitchill parla ndo della feb* 
bre gialla regnata inNewyork nel 1798^ di- 
ce 93 Da molte osservazioni , e riflessi io so- 
» no stato indotto a pensare che il sangUe 
» h sopracarico di septan ^ e spogliato di os** 
» sigeno 33 . £ Samuel Brown osserva pari- 
mente 3^ che il colore nero e livido delsan* 
u gue^ il suo non coagularsi , la comparsa 
a> delle vibici, e le nere e fetide evacuazio- 
V ni per secesso, e per vomito sono prove 
» dtrette della mancanza di ossigeno » (i). 

(1) jd Treatise on the Nature , origin , and pro* 
gress of the yellow fever^Boston 1800. pag, 56. 



65 
Dope l^esposizione di quanto sopra si 
pu6 cx>ncladere , che nella maniera di agir 
dei oontagi, lungi dalpoterla ridurre a quel-* 
la di stimolo, o di controstimolo ^ ravvisar 
81 deve un' azione ussimilatrice ^ vale a dire 
un iisico^-chimico-animal processo che assi- 

mila e identifica i fiuidi animaii con ia ma<« 

» 

teria contagiosa: un'azione irritativa ^ e per-- 
iurbante ^ o sia un' eccitamento che senza 
passare per i gradi di soverchio o difettoso^ 
h immediatamente disordinato e morboso 
( che e ci5 die io chianio irrita zione ) (D) : 
eU un'azione chtmica tendente a spogliareil 
sangue ^ e la fibra organica del principio 
delta loro ntalita, come megiio apparira da 
quanto esporremo in seguito.La febbre poi^ 
ed il morboso processo successivo all^a inco- 
mincikta assimilazione del contagio io li n- 
guardo come uno sforzo della natura ond* 
espellere la nemica sostanza che tenta di op- 
primerla; e come un mezzo di cut si val-' 
gono le forze conservatrici per riparare ed 
aumentare il pnncipio di vita; e natural-^ 
mente ossidare le molecoie contagiose, on« 
de ottunderne la forza micidiaie. Ed inve«* 
ro la suppurazione dei buboni pe&tilenziali ^ 
quella delle pustole variolose, delle ^' paroti- 
di ec^alloFche sia plastica e' lode vole, noa 



66 
^ che una lenta ossidazioiie di qu^i conttigi • 

E qu\ cade in acconcio di rimarcare la^ 
diiTerenzache passa dai contagi ai miasmi^ 
noQ tanto nelia loro origine, esseodo gli 
tiltimi un prodotto di sostanze vegetabili ed 
animali in putrefazione ^ specialmente tiei 
luoghi marazzosi e palustri, quanto nei io« 
ro efietti nel corpo ufxiano, i qualisono iai« 
mediati e senza delitesCenza ^ e non pro« 
dttcono malattie ^a stadj determinatt ^ e con 
processo assimilativo; ma attaccando prefe- 
ribilmente la fibra sensibile promuovono per 
lo pill deile febbri pertodiche, nella conti-*. 
nuazione. delle quali ha tnolta parte una. 
morbosa abitudine. Di fatto io ho veduto 
sovente degl'individui che nello stato ii piu 
perfetto di salute « poche ore dopo di ave- 
re attraversato nel tramontar del Sole dei 
luoghi infetti da miasmi palustri » sono sta« 
ti colpiti dalla febbre, che si e poi rlpro- 
dotta period icarnente per lungo tempos ed 
in taluni ha preso im media taniente un ca- 
rattere pernicioso e mbrtale. In ci6 non si 
scorgeai certo alcuna remota predisposizio- 
ne, n^ una causa di diatesi qualunque^ ma 
1' effettp i pronto di un. miasma che ha spe- 
cialmente investito il sistema nervoso,e che 
taivolta lo rende in momenti incapaoe di 



67 
sostener piii a lungo la sua $alutare e nen 
cessaria azione stimolante sail' univ^sal del*- 
la macchina. Ma seguitiamo raudamenta 
del morbo pefccchiale#* 

Giunta pertanto la quantita e 1' azione 
inorbosa del contagio atal grado da eccita- 
re la febbre , il di lui trasporto ed attaoco al 
sistenia vascolare del cerebro e ^de'suoi in« 
\olucri diveniva prii sensibile, e si manife* 
stava ben tosto anche alPesterno col rossor 
della faccia ^ V injezione dei vasi delP albugi- 
nea, dolore piii acuto di testa, ed un vaciU 
lamento di macchina simile a quello di un 
ubriaco / Uno stimolo eterogeneo e nemico 
della vita^ quali sono i contagi tutti, siini* 
le ad una spina che s'introduca in una par- 
te sensibile, non pu6 non produrre una ir- 
ritazione forte^, continua, ed atta a cagio- 
nare un pervertimento dei moti naturali , ed 
un perturbato eccitamento . £^ legge dell' ani- 
mal' economia che dove si fissa un centro 
d' irritazione , lail maggior concorso del san- 
gue, I'aumento del calore, e la distensione 
delle parti danno principio ad un processo 
flogistico ed inflammatorio sempre eguale 
nella sua forma ^ qualunqne sia la diatesi 
individuale. Questo principio luniinosamen- 
te stabilito dai Chiaris. Sig. Profe$sor|Toakr 



68 

maslni, ^ tanto vero per me', che non am- 
metto iofiammazione senza un preventivo 
stato d* irritazione , di cui convien cercar ]a 
causa o nella qualitk'e quantita degliumo- 
ri stessi circolanti; o nelle sostanze eteroge- 
nee comunque introdotte; o nell' eccesso del- 
li stimoli naturaii chesono omogenei ed ecci- 
taoti deiitro a certi limiti , eterogenei ed ir- 
ritanti se li oltrepassano; o finalmente nel- 
]a lesione di qualche tronco nervoso iitta a 
produrre un centro di dolorosa irritazione 
in qualunque parte dei sistemi organici e 
sensibiii. N6 gl'ingorghi sanguigni che per 
lentore di circolazione sovente si 'formano 
nell' estremo languor della macchina confon^ 
der si debbono col processo inflammatorio 
e coi fenomeof che lo accompagnano ^ e se 
questo in tal circostanza avesse pur luogo^ 
riconoscerebbe per causa V irritamento pro-i» 
mosso dalla distrazione dei vasi della parte 
ingorgata • 

Ed ecco come nelle diverse diatesi pos- 
sono in alcune interne parti per una causa 
qualunque irritante ordirsi dalle acute o len« 
te flogosi atte ad accrescere , almen per 
xnomenti , V universale eccitamento 5 e che, 
tolta la causa, saranno facilmente risolubi^ 
U 66 i vasi e le fibre di quella parte con- 



terTeranao la loro naturale contrattiljtk, ed 
i iiofatici Pattivita di assorbire gli umori 
ivi richiamati ^ e raccolti ^ e viceversa . Un 
esempio ne sia 1' infianimazione da cause 
opposte prodotta, qual e quel la che sovente 
risvegliasi dal calore , e dal freddo . La dif« 
ferenza che io ammetto tra 1' infiamraazidne 
che &uccede nella diatesi stenica^ quella che 
si sviluppa nella diatesi astenica per iner-- 
zia ed accumulamento del principio vitale^ 
e quella che ha luogo pariinente in questa 
diatesi , ma per difetto o esaurimento di 
detto principio, si e che nella diatesi stenl* 
ca la vitalita essendo a quel grado in cui 
r azione delli stimoli i^ seguitata dal piii for- 
te eccitamento ^ e questa vitalitk e comune 
ai solidi , ed al sangue circolante che per 
essa diviene fortemente stimolante e dispo- 
slo a delle organiche concrezioni , V infiam* 
mazione percid e acuta , rapida , e ( fuori 
del caso d' un estrema violenza in cui pron«* 
tamente succede la mortificazione delle parti 
attaccate ) fa pin facilmente passaggio alia 
suppurazione ed alle ad^sioni ^ ed essa tol- 
lera ed esige delle copiosissime emissioni di 
sangue, ed una decisa sottrazione di stimoli • 
Nella seconda poi ( o sia nello stato di 
debolezza diretta di Brown ) 1' infiammazio- 



7^ 
ne si presenta assai attiva , ed imponente ; 

ma fagace h Peccitamento ch'essa promuo- 
ve , e cede con facilita a pache sanguigne , 
ed alia piii lieve sottrazione di stimoli • lo 
ho veduto nello Spedale di S. Maria Nuova, 
di Firenze una Donna che ivi passd per di- 
versi anni la sua vita in uno stato di as«- 
^oluta atonia , incapace del minimo mote 
od azione muscolarej nutrendosi di pura 
acqua e poche dramme di cibo soKdo^con 
polsi quasi insensibili al tatto^ pallida e 
ieucoflegmatica in tutto 1' ambito esferno 
del corpo, e simile appunto ad una pianta 
ammalata per mancanza di luce . Questa 
donna ad epoche determinate, in principio 
ogni quindici giorni, e che scesero quindi 
fino a cinque , senza poteme incolpare alca- 
na causa esterna , di veniva quasi ad un trat<* 
to rossd ed accesa in volto^ affannosa di 
respiro j se le spiegavano i polsi e si face- 
van duri ed urtanti ^ e la febbre , il dolor 
di testa , la tosse » lo sputo sanguigno , e 
tutti i sintomi si mamfestavano di una ve« 
ra peripneumonia ^ che le sarebbe stata fa- 
tale se non si avesse avuto ricorso ad .una 
pronta emissione di sangue • Poche dramme 
bastavano per troncare quasi per incanto 
questa singolar piressia , e ricondur V equi- 



7» 

librio di quella miserabile esistenza • Pare 
che il piu leggiero auinento di sangue di- 
yenisse uno stimolo soverchio reiatiyamente 
al di lei state , e capace di muoTere quell' 
arteriositk ed imponente flogosi. 

Mella terza finalmente ii defetto gene« 
rale in cui la maccbiDa travasi del princi* 
pio di vita o per abuse di stimoli o per 
efletto di cause deleterie disponendo i soli- 
di e il sangue alia tendenza alia dissoluzio* 
ne , le infiammazioni che si accendono sono 
pill nascoste , meno acute , meno risolubili » 
e passano piu facilmente alia gangrena « £s* 
se dunque non sofFrono che assai leggiere e 
locali sanguigne, ed un ipoderatissimo me- 
todo debilitante. Di tal natura esser dove- 
rono certamente quelle che Hufeland rac- 
conta (i) essere state vinte con generose da- 
si di acido muriatico senza ricorrere a ve- 
runa sanguigna. E delia medesiroa indole 
e appunto 1' iniiammazione che il contagio 
petecehiale con la sua irritazione promuove 
nei vasi cerebrali ed in altri visceri^ quel- 
le delia febbre gialla nel fegato e nel ven- 
tricole ec. : e lo steniclsnio che una tal flo- 



(i) Giorn. Med. 18 15. 



7« 

gosi difFonde a tutti i sisteoit organic! hon 
k nh di UQ grado elevato, n^ di iqnga du- 
rata , perche essendo , c6me diss! , proprietk 
del coQtagi di distruggere la vitalita attao 
cando chiinicamente il principio che la co- 
stituisce, essi percid portano ben presto la 
fibra ed il sangue a quelio stato che li di^ 
spone alia dissoluzione • Ond^ e che quanto 
possono giovare le locali sanguigoe in prin* 
cipio e dalle parte piii minacciata quaP e 
la testa, ed un metodo discretameote debi*- 
litante^ ad oggetto di pre venire le conse-* 
guenze di una piii estesa e piu profonda 
flogosi ^ e di lesioni al cervello e ad altre 
interne parti nel primo sviluppo del male, 
altrettanto fatali riescirebbero poi le copiose 
emissioni di sangue ed i piii forti debili-* 
tanti , perche af&etterebbero il passaggio del 
solidi e del sangue alio stato di dissoluzio* 
ne , e toglierebbero alia fibra la reazione ne« 
cessaria a superare 1* inevitabil corso del ma- 
le. Infatti le afte gangrenose , le piaghe per 
decubito , quelle dei vescicanti degenerate, 
e la gangrena delle parotidi non sono rare 
conseguenze del morbo petecchiale o mal 
curato, o per particolare idiosincrasia asso- 
ciato ad una febbre decisamente adinamica. 
Ma suU' importaote argomento della cavata 



dt san^ue nella petecchia torneremo a par^ 
lare in seguito oon maggior dettagiio* 

La tendenza di questo contagio ad esten«> 
dere la sua primitiva azicMie al cervello in 
preferenza di altre parti non fark maraviglia, 
ne dovrk far consistere la malattiu in un' in-- 
fiammazione di quel . viscere o delie su€ 
membriane , eome taluno ha pensato, se si 
rifletta che ogni contagio ha per indole sua 
particolare un'affinitk elettiva perunaquai- 
che parte della macchina animale, come la 
peste per il sistema glandulare , e special- 
Tnente delle ascelle e degl'inguini^ k feb- 
bre gialla per il sistema epalico^ il vajuo- 
lo per lo strato dermoideo ov'esisteil muc- 
co malpighiano^ i morbilli^ e le petecchie 
stesse per il sistema capillare della cute, e 
cosi degl'altri. Ne ci6 si verifica soltanto 
dei contagi, ma questa medesima elettiva 
affinitk si riscontra in molti v^eleni vegeta- 
blli, e nelle sostanze tutte medicamentose • 
Cosi il giusquiamo si determina ai jpervi 
dell' iride^ tupas di Giava al midollo spi- 
nale*, il tartaro emetico, sebbene introdotto 
per la cute, al ventricolo; il mercurio alle 
glandule salivali^ ed altri ad altre parti ed 
organi particolari , e fino a certe diramazioni 
nervose^ come Tacido della cicerchie pani;3« 



74 
zate ai nervi crurali ed ischiatici: fatto co- 

nosciulo ancor daGaleno, mentre 8crive(i) 
^ quei che in Emo la fdine spinse afaruso 
>> cii legumi restarooo malaflfetti nellegam- 
>3 be^ quei che d'orobo si nutrirono ebbero 
)> dei dolori nelle ginocchia >3. Del resto^ 
questa particoiar tendenza del morbopetec- 
ehiale fin dal principio della sua invasione 
al sistema cerebrate , che k pur comune alia 
peste, e cos\ caratteristica e da al malato 
una fisonomta cosi propria di lui , che il 
Medico os6ervatore pu6 a colpo d' occhio 
giudicare che quell' iodividuo e gik attacca- 
to dal contagio*. 

Ma, come si disse, dopo il corso di 
pochi giorni, e per lo piii fra il terzo e 
settimOj i salutari sforzi della natura por- 
ta vano alia oute^ prima al collo e alia fac- 
cia , poi al rimanente del corpo , V esantema 
petecchiale sotto V apparenza di macchie por- 
porlne , irregolari' , e sensibilmente riievate • 
Seguita V eruzione diminuivano sovente, sen- 
zflL p6r6 cessare, il tumulto interno, la feb« 
bre , e gli ^Itri sconcerti del sistema nervo« 
so . Ma la continuazione loro peru non 

deve farci ravvisare in questo esantema un 

* ■ ■ I ■■ ■« I ■■ — . ■ ■ I .^—i — ^fc^— I 

(i) De Nat. human, c % n. 3. 



75 

sintoma non essenziale di una malattia 
ad esso estranea e non appartenente al 
genere dell' eruttive ( a cui dovranaosi al 
fine ridurre tutte le malattie di conta-- 
gio). Gi^ 1 process! flogistici aocesi in va-> 
rie interne parti, e specialmente del siste-* 
ma cerebrale^ sarebbero per loro stessi suf- 
ficienti a mantenere i surreferiti sconcerti* 
Oltre di cid fa d'uopo osservare che sonovi 
delle malattie esantematiche nelie quali il 
processo fisico*chimico di assimilazione del 
contagio e la sua espulsione alia periferia 
del corpo si fanno . contemporaneamente ed 
in totalita , a>sicch^ lo stato irritativo e la 
febbre che ne e la conseguenza cessano in- 
tieramente. Ne abbiamo un esempio nel va- 
juolo arabo regolare. Avvi per6 inessouno 
stadio in cui riassorbendosi I'umor conta*- 
gioso depositato nelle pustole promuoveque- 
sto un nuovo corso d' irritazione che dk luo* 
go alle febbri secondarie o depuratorie^ le 
quali a nuoVi morbosi fenomeni danno ori*- 
gine , e spesso divengon fatali • Ma nel mor- 
bo petecchiale , come nella scarlattina ed in 
altri esautemi ^ T assimilazione del contagio 
ed il suo trasporto alia superiicie del cor- 
po sono progressivi e permanent i , cosic- 
ch^ non depurandosi contemporaneamente, 



76 

ed in totalita la massa sanguigna^ Iq stato 
irritativo, la febbre, ed i fenomeni aervosi 
seguitana per uo corso di giorni ^ e la cri« 
se ed evaporazione del contagio qoq si faa-^ 
no che successivamente e ientamente, pro* 
traendosi ad un tempo indeterminato , du-- 
rante il quale sussiste il pericolo della con- 
tagiositk, e pud andar soggetta la macchi- 
na a nuovi sconcerti« 

Le forme diverse sotto le quali presen- 
tate si sono a diverse epoche le varie inva-^ 
sioni di febbri pestilenziali e petecchiali, ed 
il proteiforme aspetto che rivestono mani«- 
festando ora una diatesi stenica ed ora 
astenica; ora essendo accompagnate da feb* 
bri sinoche ed ora da tifi gravissimij con 
sintomi variabili e irregolari e con m6lti- 
formi complicanze, hanno fatto credere ai 
Medici che in queste malattie sia tuttocon- 
fusione e oscurita , e che per esse stabilir 
non si possa ne principj generali di teoria , 
n^ un metodo curative andlogof e costante j 
ma si debba invece dedurlo in ciascheduna 
occorrenza ab juvunUbus , et ledenubus . E 
per tal ragiorie che si ki cosi poco avanzato 
nella diagnosi e nella cura di tali malat- 
tie, al comparir delle quali immense vitti- 
me vengono sacrificate alia incertezza e ti- 



77 
tulD^nza del Medico* Ma se la detta inasmi- 

ixia pu6 esser vera ed utile nella comparsa 

di malattie semplicemente epidemiche, non 

h altrettanto nelle malattie dicontagio. Iiri'* 

perocchS riflettendo che le stesse cagiohide- 

vono sempre partorire i medesimi efFetti ; 

che i contagi avendo sempre la stessa ori-^ 

gine e natura , devono pur coDservare \o 

stesso mode di agire^ c che lo stato pato- 

logico della macchina , la costituziooe atmo-» 

sferica , ed altre circostanze accessorie non 

possono portare che una qualche complican** 

za o modificazione ai regolare andamento 

della malattia , sembrami perci6 che i prin^ 

cipj da noi stabiliti dovranno in ogni tem-i 

po ed in ogni apparenza di simiii malort 

dirigere il Medico nella conoscenza e cura 

dei medesimi . Ripeto pertanto che le sem- 

plici idee di stimolo, e di eccitamento^ di 

stenicismo, e di asten^a se applicar si pos^ 

aono in parte anco alia dottrina dei conta^ 

gi, vi lasciano per6^ un vuoto ove si smar-^ 

risce e si perde la teoria e la pratica . Ma 

se a questi principj qiielli si aggiungano fin 

qui sviluppati^ del proceaso chimico-anima^ 

le di assimilazione; della condizione irriCa*^ 

tivo-stenica , od astenica , e delle sue con* 

seguenze nelle parziali fiogosi che si accen« 



7? 

dono in varie interne parti 5 delV aztone chn 
mica deleteria che i contagi esercitatio su.l 
principio della vita^ e finalnriente della rea«- 
zione che questa sviluppa con uno straor-* 
dinario esercizio delle proprie forze jier op- 
porsi alia sua distruzione e pef pronf)uove« 
re I'ossidazione ed espulsione del mortife-* 
ro veleno , avremo allora i necessarj lumi 
ed i mezzi piii acconci onde condursi nel 
trattamento delle malattie contagiose. 

Quindi 6 phe nulla tolgono od ag- 
giungono alV essenza del morbo le aooma- 
lie a cui va soggetto , e le varie compli- 
canze che vi si associano. La violenza del 
contagia, per es. ^ k talora si grande , che 
introdotto nel corpo, quasi un colpo elet- 
trico, distrugge momentaneamente la vita- 
litii e tronca in compehdio Pesistenza. La 
peste in qualche caso ha prodotto un simi** 
le efFetto* II P. Maurizio da Tolone Cap- 
puccino riferisce come testimone di vista 
che nella peste di Marsiglia del 1649 un 
Uomo nell'atto che trattava la compra di 
certa merce,che fu poi riconosciuta per infetta , 
nel maneggiarla c^dde istantaneamente mor- 
to. Apertosi pochi momenti appresso il suo 
Gadavere furono trovati tutti i visceri , e 
specialmente il polmone^ sparsi di macchie 



livide e gangrenosev, ed ingorgoti di sciolto 
ed atro sangue^ come appunto riscontra-^ 
vansi^ egli dice^ i Cadaveri di tutti coloro 
die perivano di quella pestilenza : ed ecco 
un caso noQ equivoco di un appestato mof^ 
to prima della comparsa delia febhre^ del 
bubone , e degli antr aci ; ma in cui ii con-- 
tagio esalato da uu corpo ova forse era $ta« 
to jper Itmgo tempo racchiuso^ quasi una 
scarica fulmioea aveva momenta neamente 
distrutto il principio di vita. Smith Ghirur- 
go maggiore del Corpo dei Nobili Imperiaii 
Moscoviti Cadetti, mentre era con I'Arma- 
ta opposta ai Turchi circa V Anno 1770 > 
narra di aver veduto cadere sull'istante sot* 
to P invasione della peste , come sotto un 
colpo di fucile, diversi Soldati che in prima 
mostravansi perfettamente sani. U Dot. Houl- 
6ton di Londra narra di avere inteso da I 
D. Ghristi Medico in Arta nelP Albania , 
che infierendo in quelle parti la peste si ve- 
dono molti ai quali tre o quattr' ore dopo 
Pingresso della malattia comparendo in una 
dell'estremitk inferiori delle macchie nere e 
Wghe, dai Greci chiamate Tyganii la con- 
aeguenza h che in un ora; di tempo la mor*? 
te h inevitabile. £ Russel parlando della pe- 
ate di Aleppo narra raolti casi di persone 



8o 
morte repentinamerrte nel momento istesso 
in cui si esposero al contagio . Nella febbre - 
gialla poi io ho Veduto qualche giovine ia pria 
sano e robu^^to^ passare alia morte in dodici 
e ventiquattr' ore , prima che i sintomi ca- 
ratteristici del male si manifestassero ^ e il 
cui cadavere porta va gik negPinterai visce- 
ri le tracce palest di flogosi^ e di mortifi- 
cazione. Ed una rapidissima morte ci6av- 
venuto di osservare anco in alcuni casi di 
tifi pet6cchiali gravissimi. All'opposto non 
8ono rari 9 come si disse, gli esempj di una 
luQga delitescenza di tal contagio nel corpo ^ 
come pure di malati che hanno potuto so-- 
stenersi fuori del letto, passeggiando rico-* 
perti di esanteitia petecchiale. Equesta eru-- 
zione si ^ veduta talvolta oontemporanea 
atla prima febbre, ed in altri ritardata al 
di Ik del solito stadio. Degna di rimarco ^ 
I'osservazione da nie fatta di una fanciulla 
di quattordici anni , di temperamento debo- 
le e nervoso, che sorpresa da forte febbre 
Con tutti i sintomi ca ratteristici del morbo 
petecchiale , perseverd in questi per il corso 
di diciannove giorni senz'alcuna comparsa 
di eruzione o di altra critica escrezionej 
quando a quell' epoca quasi ad un tratto si 
riemp) il di lei corpo diesantema petecchia* 



f 

le^ e nei moiniefito cessaprDno mtidraoverite 
I'd febbre i It sptismt tJtevosi\ ed iHfUt tossc 
irritative cbe fiaatlora aveafila torfnentara. 
£ chi non scorge in qifesta eroKiorie la gb a** 
aa essenziale^ 6 qiiiodi 1^ crk^! del male^? 

Ma , eeceitiiiit^ ^ifiatte am>maliev 1^^ pe- 
riodidtk e regotaritk del corso distingue 
questa ^udlfO^iU^ che tutte le altre roalat- 
tie etattive e cootagiosc. IiAperoc^^be i cori- 
tagi si f&ssofftigHa^tio perfettamente nel pro- 
cesso ftsi€o*cblnryico a tntti coraun^^ di a:ssi- 
MiinTdcme a de Bteisi degli . umori aniaiaii , 
e fiettat pred^ttat fegokre peftodieita degii 
stadj rnorbosi che percorronp: ma diver^- 
ficano tra loi^ p^r Je particolari tendenze o 
affinitat elettiv^f che acceriiiammo jtfr sopra^; 
per la fnaggiofe c> midor vialenza, dei lorr* 
^fifetti iel^ dorpo t^iveBte; e per la facoffa 
che* alcani di essi god^DDo , e cb» in altti 
inanca , di rertdere nella loro fi^ima azioiite 
insuseefttibile la lUaechina ad ^s^&t da qud^ 
li i^aoVam«!ttte aftaceata • E cjuesta facoka 
dipende tlori 4a\ grado di fcrza e di omh 
tagiosit^, ma daUa k>rd paitic«>lar naturae. 
II vajuolo arabo e il vaccine godono su- 
periorraente ad ogn' altro di una tal facolta , 
e rarissime ne ^ono Pacceziensi^ qiiindi i'u- 
tiiita deirinoculazione. La rosplia^ela scaf- 

f 



82 
lattina tengono diefcro a quell! j ma Pecce* 
siotoi sono piu frequenti ^ La febbre gialla , 
a sentUnento del Dot William Pym (i)^ non 
si soffre che una sol volta , sebbene altri 
pensino diversamente : e I'opioione di Pym 
vien confermata dall'attuale epidemia che 
io Gadice ed in altre parti della Spagna fa 
delle straglinaudite , attaccando in preterenza 
e distruggendo tutti quelli che non avevano eX* 
tre volte sofFerto la stessa malattia : argomento 
ben valevole , oltre tctnti aitri , a dimostrare il 
contagio specifico della febbre gialla e la sua' 
difFerenza esseiiziale daile ordinarie febbrire* 
mittenti bilipse, fon le quali essa e sta*< 
ta confusa da Medici d' altronde ragguar- 
devolissimi • Ma il contagio terribile del- 
la peste non lascia nrl corpo umano quer 
sta fortunata disposizione, e torna piii voir 
te ad attaccare la stessa persona ^ come io 
ne sono stato assicurato da tutti quelli che 
hanno vissuto in luoghi ov'essa regna^^on- 
de inutili sono stati e senza fondamento i 
tentativi dei Medici Samoiiovitz, eVallisul« 
la inoculasione di quella. Yuolsi da alcuni 



(i) Obmrviations vpan the Bulam Fever ec. LamL 



83 

die ancar la peteochia una volta soiFerta. 
preservi Piridividao da nuovo ritomo: cos'i 
penaarono Giannini , Sprengel , ed altri «1Vfa 
sebbene io non creda abbastanza dimostra- 
to UQ tal fatto, coQvien confessare che -nU 
meno rarissimi soao gli esempj di recidiva 
nella medesima epidemia* Infatti di cento 
undid assistenti rimasti attaccati nei nostri 
Spedaii , e chft dopo la loro guarigione $e«. 
guitarono ad abitarvi e ad aggiriir^ intor- 
D/Sh.ai malati di petecchia, npn vi h statO; 
che uno soltanto il quale dopo tre mesidal 
primo attacco ricadde ammalatocon tutti i 
sintomi del morbo. 

£ quanlo ai gradi diversi diforza con* 
tagiosa pu6 stabilirsi che dallapeste, la quale, 
tiene il primo posto , si passa alia febbra 
gialla, quindi alia petecchia, poi al vssjuo* 
lo, ai luorbiUi, ed alia scarlattina^ e si ter- 
mina ai contagi non feb rili ,ienti j diutur- 
ni nella loro azione, e non atti a promuo- 
vere una criser naturale • £ sebbene per de- 
terniinare con qualche precisione il grado 
della respettiva loro contagiosita molte dif- 
ficili e ripetute osservazioni abbisognino^ 
tti pu6 peraltro stabilire che queilo S reia- 
tivo alia forza di ciaschedun contagio^ ed 
alia maggiore o niinore facility che dessi 



84 
oflfrono ad esser attaccati e deceinposti dalt 
dssigeho. E rapporto al contao;io petfecchia* 
Ife io mi soiK> assicurato ch'esio aderisee 
tenacemente alle sostaiize nellfe quali ha po- 
tuto ifitsiliuarsii^Di fatto ho Yedato «vilup-^ 
parsi la makttia in un itidlvidub per ^alVer 
dormito sopra matetasse noti sciorina0e;che' 
un mese avanti avevano servito di letto ad 
un ahimalato di petefcchia . La pefsona At^ 
stind):a a liscivdre la biaflbberia ddloSpednle 
lie caddfe ben presto e mortalmente colpita . 
Ed uri fi^ttb aiicor piii dfecisivo d qaello acca- 
duto iti Portoferra jo , 6ve nessufi- malato di 
morbo petecchiale essendosi. ancora rtianife^ 
stdW,ktihippos.si ad un tratto in utia donna 
dtel paese senza nn' apparente cagione di con- 
tagio \ ma final mente si venne in^chiaro che 
questa avfevA ricevuto pochi giorni avanti della 
biancheria sporca che avea servitb ad un 
ihdividiio glk malato di petecchia, e ch'era 
stata poi mandata in quelMsola dal conti- 
n^ilte. Hb inoltrfe ossetvato perseverare e 
i*ij3tddurfei la in-ilattia partlcolarmente nelle 
liiedesime sti^d6 ed tlbilafeioni ove mostfossi 
fri ptindpio, e f)ritna che fosserb adottati i 
cjbnveniehti es^iifghi delte stdtiie e del let- 
ti che aVe^ah setVitb ai raalati . Ulia casa 
abitata da povera geMe the fino dai comin-^ 



85 
ciar deUa tnalatda. ehbe ; un numero jr^Rr 
diasimo di amoiAlati di pet^cphi^^ ^ 4^ 
proprietario vuoliita di fltjitatoyi e di fohf^^ 
« ^nraU • Iq tal sU^stsiope f ifP99e pf r qirr 
c» 4ua m^si dope i quali> ed aU'iep^op^ ii| 
«ai il ^uirbo era prt;$soch6 t^rii^watpf «: U 
pFoprietario volendoia puovamep^^ f^Pt^ir 
gionare, gi inHnd6 ujn inqri^|ore per r§£tstYr 
rarla ed imbiancaF le ipur^gli^ ^ ^nis ^¥^4^ 
( cbe niai erasi avvicinato ad &icano 4\1^n 
liaaiaialati) dope tre giomi cbe Yi Qrs^ ^r 
trato ie che aveva iaconiiiiciata Vopep^ s\ia 
cadde ammalato di morbo p^tecc^ii^le , qlie 
fo per6 dfei piii beDigni., ] 

Qiiasto fatto dimostra: che- per as^icj^^T 
rarsi delia estinziooe di uo oont;agio cpnt^ 
ijuto in un dato locale o materia, bon. bn? 
stst il tempo e V aria racchiusa di un$t^9Pr 
za^ ma abbisogoa la disiofcttaJ&iQB^ : praM'^ 
cata coi metodi conosduatt^ e la )itiera..¥^t!Eb 
tikziooe di aria pura ^ che ie qttaniJo jdire/V. 
aZiioiiQ. diiretta deli'o^igeoq ijopra. di qijieUoi 
la credo per Bi]txo che un? azione iiifiOjnplbtd 
ed'una meoo libera esposia^ioaedelle^ina^ti^rie 
contagiate all' aria pura ijnconiineiajr ip&fes^ 
daiio sdemarae . e indebplirne. la 6mva . f>Fi:^ 
ma di estingueria; |q pnavai di jpid :§timQ 
pregio dell' opera il qui narrare 110 faltoiicH 
teressantissimo relativo al cootagio pestilen. 



86 
ziale, da me verificato. Un tal Domenioo. 
Sicci di Puglia, che viveva da .molti aniii 
in Tunis' itnpiegato in qiialita di giardi- 
liiere presso quel Bey , al primo romore del- 
la peste attuale in queDa Gitta ^li si isoJd 
af&tto dal resto delia Papolazione, e visse 
oon altri suoi Parenti racchiuso entro all0 
ihura di quei giardini ^ oV era rigorosamen* 
te inibitk qualunque comunicazione coti P 
esterno ^ e dove infatti mai ha penetrate la 
peste che ha fatto tanta strage in quel Re- 
jgno. Egli avea gia passato qualche mese in 
tal fiituazione mentre infieriva la malattia 
in Tunis e suoi contorni^ e godeva assieh- 
me con tutte le persona di quel recinio la 
piu .perfetta salute *, quando avendo ei ve- 
duto un nido di uccelli suUa cimadi un al^ 
bero di quell' istesso locale , si ayvis6 di 
prenderlo. Era questo un nido di piccoli 
uccelli y foderato^ com'd solito, di piumeed 
altra peliiria ^ che fu da esso disfatto e get- 
tato per terra dopo di averne levatj gli no* 
oelli . Erano scorse ventiquattr* ore quand' 
ei comincid a provare un fierissimo dolore 
6 bruciore sulla parte anteriore del carpo 
della mano desCra, che auraentando ogni 
momento^ fini coU'apparire in quel punto 
una tumefazione dura^ profonda^ e circo^ 



scritta 9 cod estensione d' infiammazione a 
tHtto il braccio ^ con ingorgo simpatioo atle 
glandule dell' ascella corrispondente , e con 
sviluppo di febbre non grave, dolor di te« 
sta, e vomito ^ i quali sintomi univeraali 
ben presto si dileguarono • Questo tumoce 
si dichiard un vero carbonchio pestifero , si-* 
mile ai moki che g\k dominavano j quale fu 
giudicato da quel Medici, e per cui fu il 
detto giovine isolato da ognuno.La malaN 
tia si mantenne locale. 11 carbonchio fece 
prontamente passaggio alia suppurazione e 
costitu^ una piaga vasta e di pessjma su-» 
perficie con la quale , lasciando egll Tunis^ 
venne unitamente ad una sua Zia ed altri 
Passeggieri nel nostro Lazzeretto sullo Scia- 
bt^cco S. Tincenzio del'Padron Caffiero Na- 
poletano^ e quivi con I'uso locale di cau«* 
stici e di ossidi metallici guari perfetta- 
mente • II piii minuto . esame e le ricerche 
le piu dettagliate da me fatte.a detto indi* 
viduo ed agli altri ch' erano stati coi;i lui 
nei giardini del Bey^ mi assicurarono della 
impossibility phe vi era in quel recinto di 
comunicare con pejrsone al di fuori j o con 
roba che subVto pon avesse le piii sqrupoT 
lose e ripetute lavande^ che verun' altri vi 
fu in quel tempo ammalatodi peste*^ e che 



88 
i Mediei the loaasisteronb furono d'ajccordo 
nel); opieieiFf cbe il uoale j^li foese siiato cq- 
mwiicate ^ qa«l nido ; cam no» rara , co- 
rn' essi dfcevano, ad accadere: Ma fo. lin 
male locale, ^itidicantepercid ail cfraiagio 
assai iriite e neutraliMaJto in parte dall' 
azione dell* ana esterna, che lo avrebbc bcr- 
tatnente distrutto se le piufoe it la. pduria 
che foderavano qae\ nido fossera state piik 
e'sposte all a'zione dl quelia. I( fetftto ^ veroy 
e la'mia c0«^tura Hon par^ii inverisimi- 
ie . A tal pfiflcipio , cred' io , ^ «ppoKgiato 
il costume antichSsstmo fra i Chinesl di ser* 
virsi per 1' itiocdajsione del vajuolo araTjo 
non di ipateria fresci ; ma bensi eslratta da 
im certo dato tempo con la vedufca di mi- 
tigame la forisa . Ma ritomiamo al tiostro 

proposito . 

In qual period o del siio corso 11 inor- 
Bo petecchiale divenisse cotitagioso o coiiiu- 
nicalsile ai sani , k qiiesto iin puntb di soni'* 
ma incertezza e bisognevole di un gran- 
dissimo numero di esatte e ripetute osser- 
vazioni per determinarlo, come lo b allres\ 
per tutte le altre malattie contagiose. GiK 
io sonp di sentimento che questo period© di" 
contagiasitk o comunicabilita e varto nei 
divdrsi individui, essendo relativo alia for<- 



z adeUa malatda, al graAo della. reazioi^, 
vitale , alio stato della febbae e del ealore^^ 
ed alia maggiora o miobr d^apojaizione del- 
la cute alia traspirasiioiie . fQuandi non dotw. r 
)3iaino raarayigliarci se i fatti e le osserya^- 
zfoni riferite ^ su tal praposito ^ai diver si* 
M€»lici si trovino aomiBacnerrte discordt . Ma 
quellb che di piu cast^nte ^ sftatb da pxia ri*. 
ifiarcato si e'che nei primi .g:i0f!fii dcslla in- 
vasione deUa malafctiai ndn yJ ^ stato Jinai il 
peraoolo di comuiHcarki ad altii^ che qtiesto 
e incominciato tostoeb^ ha avato principia 
il tcaspoito ciJla peiiiferia 4el corpo: delta 
materia icont^giota asaiiniiata ^ cbe il peri^p 
cole ^ aumentato ed i^ ^^atd massimo nel 
memento del;maggiore itfflusso di questa 
alia cate^ e ehe Unaimentfi esso ha p^rse-r. 
verata :fii)chi^ non si e il corpo intf^raifiente 
spogliato di tutte ie molecole coataigiose da 
lui elahoTate: il che si protraa ad un tem- 
po^ piiu o meiio iimgo .£L&Do a oonvalescen*' 
za avanzata. .i U .. ^ 

« £d>inveso;io ho veduCo.eomuHiicarsi la^ 
petecchia, la Bqaiiattina, i morbilli , e la 
febbre giaila appena si ^ prasrataCa alia cu« 
te la loro respettiva OTiLzioDe , fosse questo 
nel primo o nel secondo stadio del mate: 
ed 10 medesimo riceyiei 1' infezione del ty- 



90 _ • 

plius icterodes nel visitare an amiiuilato^ 

cbe trovavasi nel terzo giorno della febbre , 

senza che ancominciato fosae il vomitx) ne-* 

ro, e.con i ocAi primord) del giallore alia 

cute. N^ 10 80110 della opiniooe; di alcuoi 

d' altroode Tispettabili Medici , cbe il vajuo-* 

lo e Ja paste abbiano daopo dello stadio del* 

la suppurazione delle pustole e dei buboni 

per acquistare la forza contagi^. Al con<^ 

trario io pensb che la* lodevoie suppurazioiie 

non sia che una lenta ossidazione del coq- 

tagio die ne diminuisce gradatamente la 

forza fino al. punto di estinguerla: iofeitti 

bo inoGulato il Tafuolo arabo prendendo la 

materia ancor ilaida e sierosa nel cotniDcia* 

mento della formazione della puskola , e non 

mi ha mancato gianimai : 1' ho innestato 

prendendo la marcia nei gradi suoi piii avan- 

zati di maturitk, e mi ba madcato soven« 

te » Lo stesso , ed anco con maggior fre^ 

quenza , mi e accaduto nell' innesto • della 

Vaccina. II di lei acuopritore rimmortale* 

Jenner avea gik fissata la massima che Del 

Vacoiqo la facoltk di distruggere nell' uomo 

la susoettibilitk al vajuolo arabo risiede aol-^ 

tanto nelP umore separate nel suo primo 

stadio^ ed in ci6 il Sig^ Moore vidde un 

analogia fra la aecrezione del vajuolo ara-^ 



9< 

bo e della vaccina, diccndo (i)* v Jenner 
)> perceived that these opinions corresponded 
» with remarks that had been iiiade on the 
» small pox , as the liquid most active for 
0^ variolous inoculation is that which is first 
» secreted ^y; e termina con dire che la ma- 
teria pill densa pud eccitare una locale in«- 
fiammazione e suppurazione, ma* di rado 
produce il vero vajuolo . Quello pero che bo 
rimarcato si. e che il vajuolo arabo k piii 
comunicabile a chi I'avvicina al comparire 
della febbre di suppurazione appunto per-> 
che il nioto ed il calore febrile attivano 
viepiii |e molecole contagiose, e ne promuo- 
vono Pespulsione dal corpo: ed ho osserva-^ 
to che le petecchie, la scjarlattina ^ e la feb- 
bre gialla sono state piii contagiose e comu- 
nicabili in quello stadio in cut cessando 1' 
eretfsino del sistema Dermoideo , comincia a 
mostrarsi piii sensibile e' aperta la traspira*^ 
zione. Concluder dunque dobbiamo chenel- 
le malattie contagiose il pericolo della infe- 
zione per chi le avvicipa incomincia dal mo* 
mento del trasporto alia cute del veleno gik . 






(i) The histoij and practice of paccmaiion by 
James Moore. ^ Colloid iSiSu . , 



assimilato; cresce con quelle^ e non finises 
cbfi al terminare deila convalescenza • . 

L' in^iueaj^ c^ posspno . avere avuto 
sulla aostra mAlattk petepchialQ la co$titiL- 
ziQfke e teiQper^tur^ 0tmQ^erica^iniaU5spo'- 
radicatiiien^ regijMUQti ^ e la respettiva Joca- 
litA '^^ ao ATgowmftQ iQ.tere$6ari£e ^ul qua« 
k fa 4i i|}e$tieri* tratteneivsi alcun pocq » Un 
inK6ri;io ^traordinariaiAente asciutto ib, ctif 
(iloAniQarono i venti warwi ^ it baroxnetco 
m^FP^ f:o$t»Ei turned t^ la maggior deva^ione, 
e la <t;9nlperatur^. fu (Hssai mite>,. di rado 
avfendo segnato il tertnometrd il grado del ge^ 
lo, fii ouelio incui verso il mese di Feb-f 
brajo del 1817. incoruiqciA a mo^trarsi. fra 
DOi il morbo petecchiale, in piccoHssitnoiiu«- 
mero in principio , ma che and6 ; gmdatar 
mente crescendo iino a.1 mese di Maggip in 
cui : rimase st^zionano :^Qo alia', uQ^ti^;: 41 
Giugdo ^ 6 ^quiodi vjsto$aq[)ente/ dp3ti(i6 fino 
all' Ottobrte,^ epoo^t dellft sua cessazione p. lii 
tii(td questo corso di tempo pss^v^ii^che 
ognr volta che il freddQ , ^urQenCava *o. cftr 
devano delle pio^e^il nvraero* 4^ mjfrlaii 
sensibilmente: accresceva* Lo stesso accadde 
nella ramment^ta epidemia di Napoli cher 
s' inaspnva nel freddo (1): .altro cqnsimile 

(1) Camera loc. cit. jirt. 4 P^S' 4^' "" 



i 



93 

^sempio e riportato dal Hoechstelt^ro (i): 
e nella epidemia di Firenze del 1767 fa 
fetta la medesima osservazione , dicendosi 
(2) „ che qaando il tempo diveDne fresco e 
33 piovoso . . • questo cangiamento , che sncA 
» easer batlsamo e sicuro rimedio per I'ept-^ 
^ demie palustri, serv'i di manticea qiieik 
iy della quale trattiamo '>. Dalla uniform ital 
di questi fatkl fiembrerebbe dover^i deddrra 
che il freddo aumenta la fofza del contagio 
petecchiale , mentte un contrario effetto ei 
produce su quello della febbre gialla:ioper 
allro sono di parere ch' esso v* influisca indi- 
rettamente , f^vorendQ cio6 le riunioni delle 
persone, e special men te della povera gente, 
nelle case o capanne anguste e piii serra* 
te all*accesso dell' aria esterna , onde lo svi- 
luppo e la difFusione del contagio trovano 
pill fomite , e veicolo maggiore . Di fatto se 
all'aumentar del freddo compariva un nu«- 
mero piii grande di attaccati, non mostra^ 
va pei>5 il male nh forza n^ pericolo mag- 
giore. Che anzi 1' esperienza ci ha poi di- 
mostrato che il progresso della stagione al 



M««BHMiiWMM«aMB«W«MiiV«i 



r 

(1) Observ. Med. Decas i, pag. 4^* 
(a) Relaz. pred. pag. i44« 



9i 

calore estlvo ha reso fa malattia pih vio» 
lenta nel sue corso e piu micidiale. 

I mall, che sporadicameiite regnavanc^ 
in questa Gitta prima che si manifestasse il 
morbo petecchiale , ed anche contempora- 
jieamen^e ad esso, riducevansi alle febbri 
remittenti gastriche che nei ragazzi in par- 
ticolar mode infierivano^ alle semplici reu« 
matiche^ al vajuolo arabo^ ed alia scarlat* 
tina. II numero peri5 del malati di questo 
genere era d iscretissimo ^ e la salute gene- 
rale era piuttosto lodevole^ qual esiev suole 
ordiQariamente in questa Cittk allorche re- 
gna un inverno temperate che risparmia 
la Popolazione dalle affezioni catarrali e 
dalle pleuritidi e peFipneumonie che sotto 
1' influenza d<?l freddo e dell' umido sogliono 
dominare. Non trov6 dunque la petecchia 
alcun male epidemico a cui associarsi, ed 
ha potuto cos) mostrarsi legittima e indi- 
pendente • 

Ne io credo con alcuni che una feb« 
bre gastrica o reumatjca o nervosa divenir 
possa una vera petecchiale se il contagio 
di questa non siasi introdotto nel corpo di 
quegli ammaljiti^ ne che le circostanze in- 
dividual! e localL possano modificare P aS^io- 
ne di un contagio qualunque in maniera da 



95 
pirendere era la forma, per e.^. , di dissen- 

teria» oradi pneumonia^ or dipetecchia ec: 
ma io sono di sentiinento che ogni conta- 
gio ove si appigii produca aempre.li stessi 
epecifici efFetti e rrvesta le stesse forme 
morbose che lo caratterizzano,variando sol* 
tanto pei gradi diversi di forza e di mali^ 
gnitk^ per le sue irradiazioni o esCensiooe 
di ^ssione a visceri ed organi diversi, e per 
le sue compHcanze • tmperocch^ il contagio 
dominante allorche col suo moltiplicarsi ^ ed 
. estendersi sia giunto al gradp di costiturre 
in uoa data locaiita I' influenza epidemico* 
contagiosa, compiicar si pu6 ancora con le 
altre ma la title intercorrenti e ordinarie: e se 
in grazia deila costituzione atmosferica od 
altre locali circostanze siavi una general 
disposizione per alcune malattie, il conta- 
gio che regna pu6 ^ oltre ai suoi effetti spe- 
cifici, associarsi gli altri che nascono daila 
predetta epidemica influenza . Nel 1 733 men*- 
tre regna vano epidemicamente leangine in« 
Edimburgo, il morbo petecchiale che pur 
vi eststeva and6 quasi in tutti accompagna- 
to da inflammazione di fauci (i). Pertanto 



(0 Ess. et Obs. de Med. de la SocicU df Edimb 
T. III. pag. ay. 



Beir epideraie petecchiali succede sovente 
the alcuni iDxlividui cadati infermi di ma** 
lattie dii^erse , come febbri cafarrali , iDber- 
mittenti , peripneuntionie, dissenterie 6Q>^,qtte'- 
&te incamineiatiiD con tutti i sintomi prefnrj 
del loro special carattere \ ma Del k>ro cop- 
so poi comparir si Tede alia cute I'esante^ 
ma peteccbialer con i . fenomeDi propr; di 
tal malattia « Gt6 a paii^r mfo non fHrova die 
il mak fo^se fiti da I principio di tal mktvt^ 
ra, e che percib denomibar si debba pled-*- 
ritide 6 dissenteria p^ecchiale , come e sta^ 
to fatto da alcuiii^ ma credo bensi die ii 
coritagio o At e introdotto »n quegi' iodivt^ 
dut nel corso di qu^Ie maiattie^ ovi earste^ 
va delitesce^te ando prima di ammaiarsi, e 
si h sviluppato ed ha pneso^ for^a nell'aUo- 
razione morbosa della loro maccbina * TaK 
casi* percid considerar ai derono sdtantoco^ 
me um coitiplkanza in cui la peteccbia si 
d associata ad im atlra malattia qnalaoque ; 
e sono quelli che hartflo dato loogo ar sup^ 
porref le petecchiali leote o cronichid^ Ma 
desse hanno seikipr« an carattere proprio e 
indi pendente^ ed k cosV che si conciliano le 
loro diverse e spesso apparentemente con- 
tradittorie descrizioni anco nella medesirna 
epidemia c^, sa hett a aobalisaiato , riducon^ 



6i tutteagii stessi general!, e costanti priii-« 
cipj. 

Del resto poi 1' influenza delle stagioni, 
e la costituzione atmosferica;, che sono le cau- 
se principali e piii comuni delle malattie 
sernpliceniente epidemiche, altra parte non 
hanno nel dominio del mali contagiosi che 
quella di piii o meno favorire e secondare 
lo sviluppo del contagio o importato^ofor- 
matosi da cause local! generatric! di essoj 
la sua difFusione piii rapida o piii lenta 
col renderlo piii o meno attivo, e la forza 
maggiore o minore de! suo! specific! efFetti: 
che in due parole dipinge il profoado Bor- 
sier! :>> ut evolvalur^ potestatemque noceadi 
sibi comparet 5>* 

Quanto poi ai vajuoli , ed alia scarlat- 
tina, che ne! mesi specialmente di Aprile e 
di Maggio contemporaneamente regnarono, 
attaccando non solo i bambini^ ma molti 
ancor degli adult!, con carattere per lo piii 
benigno, e con esito favorevole, ho avuto 
luogo d! osservare che !n alcuni !ndiv!dui 
la scarlattina ,ed il vajuolo sono sopraggiun-^ 
t! hi termine del morbo petecch!ale^ ed \w 
altri lo han precedutoj ma in nessuno ne 
ho ri no areata la contemporanea esistenza; 
che anzi alcun! vajuolanti essendo stati col« 



9^ . . 

locati per isbaglio ( facile ad accadere nel 
principio del male ) nello Spedale destinato 
agli ammalati di petecchia, e in mezzo ad 
essi y il vajuolo ha percorso regolarmente i 
suoi stadj^ I' esantema peteccbiale non si 
e punto comunicatb, n^ aggiunto ad esso^ 
ed ha conservato un' indole discreta e beni«. 
giia. Questi fatti confermano Popinione gik 
stabilita, che due contagi febriii e upiver* 
sail non si riuniscono ad agire net teinpo 
medesimo nel corpo umano , giaccbe mentre 
uno di essi modifica in un modo specifico 
il sangue, ed i aistemi organici, toglie ad 
essi la disposizione a sentirecontemporanea- 
mente Tazione di un altro. La petecchia 
Gomportasi dunque anche in questo nel mo^ 
do stesso degP altri" contagi • I fatti che si 
adducono contro una tale opinione sonoaf* 
fatto equivoci. La ragione repugna ad am« 
mettere che due assimiiazioni diverse pos- 
sano aver luogo nel tempo stesso^ e che si 
possano indurre due diverse malattie conta- 
giose. L'azione minore cede sempre alia piii 
vigorosa^ e le cpposte eguaii si distruggo- 
no . I soggetti invasi del vajuolo nella pe* 
ste di Smirne non furono attaccati da que- 
staj e Valli lo verified anche altrove. Se le 
miltari sonosi vedute sovente in combina-' 



99 
KiQDe delle patecchie, « dialtricontagi^con- 

vien dire che in qu^sti casi non si trattas* 

se deila mlliare priinaria ed essenziale, ma 

bens\ della seconddriaesintomatica^chelun* 

gi dal doversi considerate come un conta- 

gio specifico, non 6 a parer mio che i'ef- 

fetto di una morbosa dfgenerazione della 

linfa, che in molte e diverse malattie febri- 

li suol riscontrarsi , comenellecatarrali,nel- 

Xe gastriche , e nelle puerperali • E se vedon- 

sl spesso le macchie pulicari o vibici nel 

Tajuolo maligno e nella peste , cid deriva 

perch^ desse in tali casi non sono, come si 

disse, il prodotto del contagio peteccliiale , 

ma bensi deila tendenza alia putrida disso- 

luzione nei solidi e nel sangue: ed e anzi 

questa una prova maggiore della essenzial 

djfferenza che passa dall'uno alle allre. 

Poco freqaenti sono state pertanto le 

complicanze della nostra petecchia con altre 

malattie: ed i sintomi catarrali che quasi 

sempre si sono ad e^sa associati nel suo 

principio, specialmente nella stagione d^in- 

verno, e che la ravvicinano in cid ai mor- 

billi ^ i sintomi gastrici che quasi mai ban* 

no mancato, perch^ il ventricolo h ii pri« 

mo a sofFrire sotto I'azione di tutti i con* 

tagi; i sintomi pneumonici che in alcuoi 



100 

mostraronsi ; 1' attaccd al fegato con itte*- 
rizia , che fu rarissimo^ I'emorragie nasali 
sempre salutari , e le intestinali piii rare , 
e funeste^ e finalraente i sintomi nervo* 
si caratterizzati da spasmi^ sussulti di ten- 
dim, delirio) e convulsion!, lungi da! co- 
stitnire delle complicanze, sonosi sempiice- 
inente aggiunti al morbo come sintomi ac-** 
cidentali ed accessor), che facilmente si di« 
stinguevano dagli essenziali e caratteristici ^ 
e che niente turbando ii suo regolare anda- 
mento, non vi 6 stato d'uopo chediunacu* 
ra sintomatica, senza portar cangiamento 
alle generali vedute curative , ch' esso ha 
sempre richiesto. 

II contagio petecchiale ha indistintamen^ 
te attaccato gl'individui d*ogni sessoedeta^ 
ma le donne lo sono state maggiorinente 
che gli uomini^ quelli di media eta piutto- 
stoche i vecchi^ i bambini lattanti vi sono 
andati pochissimo soggetti: che anziabbia* 
mo diversi esempj di nutrici ammalate di 
petecchia, che quasi per tutto il corso del- 
la malattia hanno seguitato ad allattare i 
loro figli, i quali nonostante sono andati 
immuni dal contagio * Accadde lostessonel^ 
la epidemia di Napoli sopracitata , ed in 
quella di Firenze del 1767, nella cui rela- 



101 

zione si legge (i) i> Anche noi sappiamodi 
>> bambini che hanno succhiato il latte di 
» madre con petecchie senza contrarre la 
>i iTialdttia 30 I poveri sono state le vittime 
preferite dal contagion e si pu6 francamen- 
te asserire che qu^ essi hanno costituito i 
cinque sesti degli attaccati. Poche sono sta- 
te le persone di famiglie opulente o hene^ 
stanti della Gitta cadute ainnialate^ e di 
ognuna di esse facile e sempre stato di trac- 
ciar I'origirie del contagio acquisito . Dai che 
apparisce chiaramente che nel morbocheha 
regnato fra noi nulla vi e stato diepidemi- 
co, o come dicesi d'wjluenza^ ma 6 stato 
TefFetto accidentale di un contagio impor- 
tato,osviluppatosi dalle cause particolari da 
noi accennate. Un fatto dimostrativodi una 
tal veritk 6 quello riferito dagli egregi Pro- 
fessori Chiarugi, e Felici (2) , cioe che w nes- 
>i suna guarnigione militare^ nessuno dei cin- 
» que bagni di forzati, nessuna prigione ( de- 
>3 ve intendersi di Firenze ), nessuno dei Re- 
33 clusorj di permanenza o di deposito dei 
>3 poveri ( intendesi gia esistenti avanti il co- 

(1) pag. 157. 

(a) Pareri ed osservaz. mediche sulla malattia feA 
brile manifestaiau in varie parii della Toscana nel 
com an* 1817. 



103 

. » tainciamento del morbo); nessuno dei tanti 

» CoUegi , o Case di educazione di ambe- 

» due i sessij nessun Gonvento di Regola- 

>3 ri , e stato atrficcato daquesta malattia cc. 

II Borelli (i), il Gastaldi (2),iISarcone(3;, 

e molti aUri riportanfo la medesima o$$er« 

vazione in casi analoghi ^ dimostrativa , a 

parer mio, del caratteBe del vero contagio^ 

e dell' indole specified e costante della pe- 

tecchia • 

Anco gli efFetti morbosi, e la sua ma- 
niera di agire nell'attual costituzione sono 
stati iinrformi in tutti gli attacx^ti , con la 
sola diflerenza del grado di forza dal piii 
mite e benigno al piii violento e micidiale: 
ma in tutti I'eruzione petecchlale di un esan- 
tema raramente punticulato ^ piii sovente 
maculoso , ma sera pre rilevato e distinto ^ 
ha costituito PefFetto primario, che mai ha 
mancato, e sotto qualunque diatesi; e che 
si e mantenuto alia cute per un corso di 
giorni finch^ il natural processo lo ha neu« 
trali7zato,oportato fuori del corpo per mez- 
zo della traspirazione , o delleorine. I/eva- 

(i) Discorso delle Febbri maligne della Sicilia 
pag. 1^0. 

(a) De avertenda et profliganda peste c. a36. 
(3) loc. ciL $ 3 19, 



•> 



fo3 
cuaziont venlrali sopraggiunte n^i giorni cri- 
tic! sono state piu la conseguent^ della cri- 
se segu\ta, che il materia ]e di essa. I ver« 
mi lombricoidi y ed ascaridi che spesso si. 
sono combinati con gli altri sintomi mor- 
bosi, hanno complicato ed aumentato i di- 
sordini irritativi senza alterare Pessepza del 
male . Ed i segni morbosi sodo stati gene« 
ralmente uniform! e costanti : ed invero la 
lingua si h quasi in tUtti mostrata rossa e 
secca nel mezzo, con liste muccose, bianca- 
stre , o giallognole lateral men te ; e si anda- 
va spogliando, e divenend6 umida e molle 
nel declinare del male: ma ne! cas! accom- 
pagnat! da fort! flogo$i negP intern! visce- 
ri , ed ancfae se spiega^asi un deciso carat* 
tere nervoso con febbre tifica j con tremori, 
sussuiti tendinosi^ e delirio, la lingua alio* 
ra appariva asciutta, aspra, scaglibsa,e ne« 
riccia - Gli occhi poco iniettat! di sangue 
nel principio hanno sempre indicato minor 
gravezza di malattia-^Il susurrar degli orec« 
chi , e 1' ottusita dell' udito soho stati di cat- 
tivo augurio se comparivano nei primi gior-* 
ni del male: furono indlfFerenti a malattia 
inoltrata - L' eruzione petecchiale j se faceva- 
si nel primo o secondo giorno della febbre, 
annunziava sempre una maggior forza ^ e 



io4 

pericolo: quelia che cooipariva dopo il ter- 
zo giorno^ la piii rilevata, maculosa , e di- 
screta, e non complicata con vibici, fu di 
buon presagio - Le orine furono copiose , 
tenui, acquose in principio^ scarsjB, torbi- 
de, e giallo-cupe nello stato della malattia; 
pill chiare , meno gialle ^e con nubecola bian* 
ceistra nel suo declinare^ torbide, fuliginose 
Dei ca^ funesti - Finaltnente i polsi furono 
variabilissimi , e poco riducibili ad un tipo 
ordinario: contratti, stirati, e duri nellain* 
vasione del male, andavano viepiii spiegan- 
dosi, e .divenendo moUi ed ondosi.al com- 
parire della eruzione petecchi ale ^ e tornava* 
no ad essere piccoli, celeri, e irregolari se 
venivano in campo i sintomi nervosi: ma 
generalmente la loro ptenezza^ durezza, e 
resistenza sono state del primo stadio j e di 
non lunga durata. 

Grindividui che sono morti nel corso 
di questa malattia , e per lo piu fra il set- 
timo e decimoterzo j e meno fra questo e 
il yentunesimo giorno, sono periti per le 
parziaii infiammazioni degl'interni viscerij 
e specialmente del cervello, e dei polmoni^ 
e sotto il maggior disordine, e turbolenza 
del sistema nervoso - Le parotidi che non 
aveva osservate nel principio di questa epi«> 



io5 
demia, divennero frequent! nel progressodi 
essa, e furono fatali se comparvero nel pri- 
me, e secondo stadio della malattia^ furo- 
no benigne , e salutari se apparvero nel ter- 
zo , ed in taluni persino al principio della 
convalescenza . Una brusca retrocessione di 
quelle ^ stata seguitata in alcuno da un va- 
sto e profondoascessonellecosce,che e pas-' 
sato rapidamente alia gangrena e alia morte : 
simili inquestoaibubopi e alleparotidi della 
peste , la cui retrocessione, al dir di Larrey ^era 
in ogni epoca , ma specialmente al principio 
della malattia, quasi inevitabilmente niici«^ 
diale . Una copiosa salivazione in alcuni al«« 
tri ne ha facilitata la risoluzione y e la cri- 
se - La retrocessione dell* ^santema petec- 
chiale ha risvegliato nuove turbolenze , nuo^ 
va febbre^ tossi irritative, raramente P ana- 
sarca^ ed ha sempre aumentato li spasmi 
nervosi , e il delirio , conservando sino alia 
fine una particolar tendenza al cervello. In« 
fatti diversi sono morti repentinamente di 
un colpo apoplettico nel corso del male; e 
sette ne abbiam veduti perire in tai forma 
mentre trovavansi in atato di convalesc^i- 
za: e.cid, a parer mio, per causa delle or- 
ganiche lesioni forma tesi nel cervello du- 
rante il corso dalla malattia. Ed invero le 



ioS 
fiezioni dei loro Cadaveri han fatto conosce* 
re dei copiosi stravasi linfatici^ e sanguigni 
nei seni cerebrali, ed in alcuni delPumor 
purulento , « delie idatidi. Ma in* generate 
la crise del male fu sempre perfett a , bench^ 
lenta ^ e f a completa la guarigione , essendo 
stato rarissimo il passaggio ad altremalat- 
tie, se fu rispettata la lunga convalescenza^ 
ne furon commessi errori di regime. 

E rapporto alia cura generale indiret- 
ta di questa malattia , io non posso qui che 
ripetere quanto da me fa stabilito nelle pri- 
me mie os8ervazioni (i)^ e ricordare ci6 che 
ffi saggiamente scritto in altra consimile 
circostanza^ cio^ » L'ufizio del buon Medi- 
» CO e ministro della natura nel curare ie 
» correnti febbri e stato di osservare dili- 
*> gentemente i gradi, ie forze^ le direzioni, 
9> e le tendenze dei moti febrili suscitati da 
3» essa natura , e raffrenarli quafido sono 
» stati troppo impetuosi e violenti^ diri- 
^ gerii e regolarli quando gli son sembrati 
>j disordinati e tumultuarj ; fi nalmente rav«r 
u vivarli ed accrescerli ogni qua! voita gli 
» ha riconosciuti troppo languidi ed insuf- 



(•) pag. 8. 



>07 
» ficienfi , o ha temutoche le forze della Natii- 

>3 ra possano restareoppresse, esuperatedal- 
>3 la forza del male » (i) . Per verita percor- 
fendo le moltiplici istorie delle costituzioni 
petecchiali che hanno regnato in luoghi e tem- 
pi diversi , troveremo a prima vista tal discre- 
panza^ incertezza, e varieta nei metodi curativi 
in esse adoprati , da non poter quasi stabilire 
del principj semplici e costanti . Ma convien 
confessare che i metodi predelti essendo stati 
dettati da una teoria incerta e non giusta del 
male, da questo appunto ederivata la loro mol« 
tiplicita e contradizione . Ci6 non pertanto rac- 
cogliendounicamente i resultati che Pesperien- 
za ha dichiarato piii vantaggiosi , si scorge che 
nelle varieepidemiedi morbi petecchiali, il me- 
todo che ha generalmente prevalso e stato Pan* 
tiflogiatico e ^emplice qual da noi si descrive^ e 
che le deviazioni da questo sono state sempre 
dirette dall' apparente, o vera malignitk che 
in alcune di esse si h talvolta mostrata; e dalle 
complicanze che vi si sono spesso associate . 

Ma nella costituzione nostra essendosi la 
malattia generalmente presentata con sintomi 
dMrritazir>ne vascolare, piresslia con accesso 
freddo, dolor di testa acutissimo^ occhi accesi 
e brillanti,tensione dipolso, e cute ardente, 

(i) Relaz. delle Febbri di Firenza del ij^j^pag. igj. 



io8 ^ 

ioiio state perQ6 trovate vantaggiose le picco1« 
cavate di sangue, e preferibilmente con le 
coppe o le sanguisughe. E se contempora- 
oeamente comparivano i sintomi gastrici coo 
bocca amara, lingua sordida , nausea e pesq 
al ventricolo^ furono sperimentati utilissiini 
gli emetici amministrati nel principiodelPat- 
tacco ; giacchS dannosi sono senipre riusciti a 
malattia avanzata , quando cioe \o stomaco si h, 
reso intolleranlediqualsivoglia sticnolo.. 

Ed jnvero dominando , come si e detto ,, 
specialmente nel principio del male^ lo stato 
irritativo-stenico della macchina per la natu- 
ral reazione della vita contro 1' inimica poten* 
za ( che nelle malattie con lieve , o senza pre- 
disposizione^ h sempre piii forte ), il metodo 6ti- 
molantenon poteva che accrescere il tumulto 
del movimenti ,e disturbare il suo periodico e 
regolare andamento . Un seguito di processi . 
flogistici in varie interne parti , e in special, 
modo nel cerebro , essendo un efFetto assai fre- 
quente della petecchia,il metodo antiflogisti- 
CO di leggier grado e stato perci6 il piii indica^ 
to dalla ragione e dalla esperienza • Ho veduto 
alcuni amraalati giunti all' ultima estremita 
della vita in un' apparente prostrazione di for- 
ze , con stfdori freddi , polsi piccoli , celeri , e ir- . 
regolari^ sussulti di tendini ^ e con tutti gli altri 
sintomi qhe sembrerebbero caratterizzare la 



^ih avanzata ipostenk, gti hd veduti,di$si^ ria^ 
Dimarsi quasi per prodigio^e risorgere alia vi-^ 
ta ia seguito di copiose e ripetute epistassi lor 
sopraggiunte: tanto h vero che i sintomi^e Pap 
parenza nei mali sono indizi fallaci della esi-^ 
stente diatesi • 

Per massima generale adunque pud sta- 
bilirsi che nella pluralitk dei casi Jo stato irrini 
tativo-stenico h compagno di queste malattie 
nel loro primo stadio: si modera nei successiyi' 
per Pazione speciale del contagio medesimo: 
aul principio di vita : e noa fa passaggio allar 
vera ipostenia se non quatido una tale azione'' 
in qualunque epoca del male giunga al grado' 
di vincere la natural reazione col depaupera- 
mento, o distruzione della vitalitk • Ma un tal 
passaggio non accade che nei soli casi di estre* 
ma violenza e malignita del contagio; mentre 
ordinariamente in queste malattie mantiensi: 
nella macchina in tutti iloro period i una vital < 
reazione che allontana il bisogno e 1' utilita di > 
una cura decisamente eccitante • ^ 

Onde assicurarsi che questo h il carattere ^ 
piii generale e costante della petecchia conta« -, 
giosa, ed il suo andamento uniforme, non si 
hachegettare uno sguardo sulle istorie delie 
numerose epidemie di questa malattia,che so- 
no state a noitramandate.Fra le pill antiche 
rammenlerd con Sprengel quella descritta d& 



no 

Valleriola (i), che nel i5o5 porl6 immense 
stragi nell' Italia superiore : essa, egli dice , era 
acconapagnata da grayedioe e sbalordimeiito 
di testa , ottusita dei sensi, rossore degl' ocx^hi ^ 
delirio : fra il quarto e settimo giorno si mani- 
festavano le petecchie: e da vano teraiine al ma* 
le traboccanti emorragie , Nella epidemia che 
nel 1 557 desol6 le Provinciedi Poitiers, Ro- 
chelle , Bordeaux ec. ,e che descrisse il Coettaro 
(2)Jafebbre,eg]idice^ctti si associd I'esante- 
ma mostrd un vario tipo: le petecchie compari- 
vano nel terzo giorno^ e non di rado si appale- 
aavanb indizj di occulte infiammazioni : per il 
cheei prescrisse con vantaggio le cavatedi san- 
gue. L' epidemia che nel 1687 atflisse la Lom- 
bardia,efu descritta da Andrea Treviso (3), 
prese,egli narra, 1' aspettoe Pandamento del- 
le pleuritidi^ le petecchie comparivano fra il ter- 
zo e settimo giorno^ vi si univano le parotidi 5 
e vi si rimarcarono V emorragie critiche : per it 
che il salasso costituiva la cura principale . Egli 
riporta I'interessante osservazione che le petec- 
chie retropulse ricomparvero talvolta dopo il 
salasso eseguito anche nel quindicesimo giorno 
del male, cori sollievo e guarigione dt-ll'infermo, 
Efinalmente nella epidemia del Trentino de« 

(1) Enarrat. Med. Z. i. p. i5a. 
(a) De Febr\ punpur. Epid. 
.' (3) ioc, cii/ . 



Ill 

scritta da Roboreto comparivano le petec^ 
chie verso il sesto giorno^ si maDifestavaoo 
indizi di occulte infiammazioni; I'emorra-- 
gie riuscirono critiche^ e fu vantaggiosa uei 
primo stadto la Hebotoniia . Tutte le altre 
istorie di vera petecchia contagiosa con po« 
che eccezioni^ ed anomalie, si rassomiglia- 
no alle antecedenti ^ e dimostrano P unifor- 
mita del corso, ed ii carattere stenicodi tai 
malaltia . 

Un egual carattere e andamento ri« 
scontrasi ancor nella pe^te. L' indole i'rrita« 
tiva ed inflammatoria, e i'attaccare imme- 
uiatamente , ed in preferenza il sistema ga« 
strico, e cerebrale, sono essenzialmente pro* 
prj di lei, come del morbo petecchiale. Le 
forme diverse sotto le quali si presenta la 
peste, ed i casi da noi rammentatl di di- 
struzione momenta nea di vitalitk , e di as* 
soluta ipostenia e malignith, ban fatto ere* 
dere che4dessa ^ proteiforme, e che diversi* 
fica nelfe varie sue epidemie. Ma questo h 
un errore Aie(Hco assai pregiudicevoie per la 
cura di efssa, giacbh^ h indubitato cbeildi- 
lei carattere essenziale h sempre lo stesso, 
benche vario nell'apparenza e nelle forme » 
ed e qaello "da noi sopra indicato , cio^ iN 
ritativo-stenico nel suo principio: e TefFetto 



114 

osservata oella febbre gialla del 1804* Im- 
perocch^ il di lei carattere fu seuipre irrita-* 
tivQ-stenico nel suo priacipio, conpolsipie^ 
ni , celeri , e duri *^ calore urente ; occhi. ros- 
81 , gravi y e brucianti ^ febbre coa accesso di 
freddo; dolore gravativo di testa, ai lombi, 
ed all'estremita inferiori^ orine scarseedao 
cese^ sate ardentissima *, catdialgia; smania 
universale; lassezzadi membra^ quindinau*- 
aea e vomito muccoso^ diminuzione di feb« 
bre dopo il terzo giorno ^ ed allora eruzio*> 
ne itterica in tutta la superficie del oorpo^ 
ma prima aila &ccia ed ai colloj indi hW 
le parti inferiori; e poscia o crise salutare^ 
o sopravenienza di sintomi nervosi \ di vo- 
mito nero, simile alia feccia del caf!^^ di 
emorrogie fatali da tutte le parti del corpo, 
Hon escluse le gengive , la lingaa , gli orec« 
ehi ^ e le glandule lacrimali ^ lingua solcata 
di strisce nerastre ^ occhi giallo-sanguigni 
spaventevoli ; orine fuliginoseyvoce Iam«ite-J 
Tole^ raramente delirio^ polsi sfugg^voli al 
tatto^ tremore di tutto il cc^po; convulsion 
ni ; sudori freddi , e morte • Le sezioni dei 
cadaveri mostrarono sempre le tr^cce- di 
precorse flogosi in tutti i visceri del petto ^ 
e del ba^to ventre, ma specialmente nel fe« 
gato e ncl'veBtricalo. £ in qudle iebbri pu« 



ii5 
^e !b titrftssi vantaggia ^sommo in prioci pio 
dalle leggiere emissioni di sangue-, e gene^ 
ralmente da un raetodo antiflogistico . Rush, 
Mosely, Jackson , Hillary, Tommasini, ed 
altri valenti Scrittori considerano la febbre 
gialla sotto il medesimo aspetto, e racco*^ 
mandano U stessa cura antiflogistica , al« 
meno nei primi suoi stad j • 

Del carattere irritativo ed inflammato*- 
rio del vajuolo arabo, dei morbilli, e delta, 
scarlattina, veruoo oggi dubita. £ sul prcH 
posito del vajuolo interessa il conoteere cb^ 
desso esisteva nelfa Gbina moltisecoli avaitti 
che di lui si parlasse in Europa: e nelMo^ 
dostan se ne praticava P inioculazione fitio 
dalla piii rem^ta antichitk. Qaesta pratica( 
em riservata ai Brammi; ed d^arimarcar^ 
di ehe agl' individui chedovevano inocularsi si 
tietava uii mese avanti il vitto animale. Et 
segu^ta poi Hooeulaztone ( ai niasehi nelle 
braccia, ed alle fern mine nelle spalle , CK>1 meN 
tere al contatto di una superficiale ihcisio* 
ne un pezzetio di cotone inisuppato nel pusf 
yarioloisto )l8e' gli* faceVanoogni giorno deU 
h lavaiidoi di acqua semplioe sill capo e 
sulle spalle, spspendendole al manifestarsi 
della febbre, e ricominciandole al comparir 
delfe puslole' "fiko al cader delk croste. Tt»^ 



©evansi i ta|tto!anri,all'am, eperta^ e fion 
^i nutrivaao che di cibi refrigeranti, e su«- 
bacidi. Gi vpleva in J^luropa , .qualche sepor 
lo,.e la strage d'inQumerabiU vittime perw 
che Sydepham iocoininqlasjse « ooqoscere Puti- 
lita. di questp metodo aati£U^gi|stico , a i dan^ii 
«i imrriensi del coutrario, che ^e$pf3rienza 
aveva gik insegnijto ai Chin^si (.i). .. ^ 
Resta duhque 'idirriostr^to che la comu- 
ne,.ed ordinaria azione dei pred^tti contagt 
8ul corpo umaao si rassomigiia^ eche tatti 
p^Fcid esigono per parte del; Med^Q le stessa 
t^rmcipali vedu^, e le. iiiede^aie genqrali 
indiciaziooi.. ; •' '' 

♦ : Ma ritorhaado al pi;opQftito,iios?:rp., net 
mprbo pptecphiale; pertopta j'gU ^fipetici irl^ 
principio, coipe; bo gik detto;*) le .loc^|i $ap^ 
guigiiie^-y i leggieri ; i^ssati va \s^^ \ Wguj tp;, vi^^ 
dati jcop pa^tel9 9• cpa, d^cretezzai e^ ip^^ 
quapdoja cijLtQjcompariva^.bagnarsi (Ji bert 
cefipo ^dpre^:le;bQvait4!^ .^fri^sc^ ; acidulate; 
cop acido 'nitrico.^ ed; il .ea^p^etl^po^;, h^pno; 
Cormato la base, dell^ cura-^pjiil; ^u(ar^;ncA 
I^imi sta^J del pjale;..e.di,?bei*>pocfep 

gieri corroWaiqilti vi.6 .;5tatp,d\Hppap#iqpo-j 

• ' J' 

• ^ * I. . • I ««y (.«.4. , iri^lVa ,».i^ 



* • ! 



ri I .♦ , • I. »• > M «>*'»■• 



'SwWjHP^j:*?' :i/f¥»«ft*! 



117^ 

cJie sue* pKi ' ft v&iSfeB^ •' E se taliino vi siai 
che variti gu^ri^g^ioiifi 'if^^'^/M/&?A^Y^ ottenu« 
te con' ttii 6jpji<^() ftifetodo ,' € ^ con - J* ctscjide^ 
gli • spirifr etereiyfleHa' cshio^ , d^A serpen-^ 
taria' eb. bdbpl^ati fine * dis(I principio del^roat* 
leVfe qtiesti io pbtr^i nietter di frbnte Ub 
nuitterd grattdi^mio d'lndividui rjsaHi dat 
un graVef attadc(>'di rhorbo petecchiale sen*^. 
zk 1' U£0 di *«ldi;ih' rimedio , e cxxn Uuniod 

trot)de ^or iqtiesti ^ fetti in opposazipne adaly 
triun riumeW 'dssai' maggiore; ed afla gfrne* 
rale esperienza , provano senipi^e'piii che^ la^ 
natura e obbligata ; sbV^nte ^ad^ impiegar ila 
sue forae per combattere il male, e I'^^fFet-i^ 
to dei rimed) inopportuneuntenfe iapplicati^e 
(|ttalche volta ella trionfa di ambalae. - 
L'opinione.geQarale dei Medici appoggi^a 
alia ragione ed al fatto ha didiiarato piii dau4 
ttoso che utile I' aso dell' oppio ioquestaoiaK 
lattia . £d inreto amoiiniatrato aaoond.teraoi 
sbadio , inveoe di caimate il iutnulto berToscif^ 
io 1^ ho veduto piuttosto accrescece ia tifoina» 
nia e il sopore > e lasqi^ dietro di ;se queUf 
abbaAdono di fdrae't^nto: iemibile qaando 
il male ha }dA*piircdrrere'uaa luag^ carrier 
ra • - £ ben .paftevaai anohe a^priori gindida-^ 
IE> delia 4ua :incoavenien£a ^ son.;soio qonsH 



m8 
derandolo come iiioppoFtuiiQ ecdtantei ma 
HI vista ancora della sua particolar tepden^ 
za al cervellot che pur troppo trovasi irrU 
tato ed ingorgato per causa del male ine-f 
desimo . Imper^che sia pUr 1^ oppio un ec« 
dtante diiFusivOj e fortissimo qual si yuo^ 
le^ ma questa sua primitiva azione .h pas*: 
seggiera ^ e ne succede: Paltra di ralientare 
la respirazioHe , e la circolazionQ sanguigaa^ 
specialmente nei vast cerebrali^ donde derj;r 
va la disposizione al sonno nella maggioj; 
parte dei casi. A questi efFetti deU' oppiq 
Paltro vuolsi pure aggiungere ( cbe ne e 
forse la causa )y e ch'^ proprio di lui^.^con 
me di tutti gli altri virosi e narcotici, di 
diminuire V irritabilitk e la sensibilita pee 
un' azione fisico^chimica* ch'essi esercitano 
8ul principio da oui dipendono .> Quests ef- 
fetto h dimostratd dali'esame degii aQima-n 
li uccisi con I'oppio nei quali si: osservaua 
sangue atro « disdolta, la fibra EnuscolaiQ 
af&tto inirritabile ^ ed un rapido passaggio 
alia putrefazione: un carcerato , 'dice Virey^ 
che si'uccise con I'oppio^ era sparso di mac^ 
€hie nerastre aal petto, e sul dorso. Una tale 
ehimica:aziDne ) che io spiegherdin approsso^^ 
h 'dall' oppio esercitata anche oon la di lui ester* 
na applicazioae $ulla fibra vivente^ come m 



J19 

sttlta dalP esperienze del celebre Cav. FohtA« 
Ha. Ed ^ appunto per una tal proprietk 
chef io non ho liiai potato riguardarlo come 
ttii assolttto eccitatite; e che Paso di esso^ 
e talvolta ritrovato vantaggioso anche in al- 
caoi casi di attiva infiammazione » come spe* 
rimetitd il Dot Ceresa (i), ed altri molti. 
Se danque I'oppio incomincia da sti** 
inolare ki macdhioa^ Be desso ha una par- 
ticolar tendenza al cervello^ e se termina fi- 
nalm^te col diminuire il principio della vt^ 

ta, facile d a vedersi che ia veruno stadio 
della petecchia pu6 il di lui uso riuscir van-* 
taggioso 9 mentre far non potrebbe che ac<* 
crescerne i fenomeni morbosi oV esso non 
sia da qualche particolar circostanzit indi^ 
cato. Riguardato I'oppio aotto un tai pun- 
to di vista ^ io ho sempre caicoiato su que^ 
sti suoi diversi efFetti nella di lui applica*- 
eione ai varj sconcerti dell'animale econo- 
mia^ fni i quali' parmi che desso specia^- 
mente convenga allorch^ Ip stimolo ner^ 
veo per una causa sempliqeitiente irritati^ 
Va divenuto eccessivo , irregolare, e causa 
di morbose vigilie a scapito delle iottt ge^ 
nerali , fa di mesHeri minorarky ed abba^ 

mmmttmrnmu ■ ■■ i , , i, i i , r l i t i n < i f ¥ > - m aifc 

(i) Principj difitos.f e medic, sp^ctd. Thrh4 tSij* 



120 

terlo per ricondurre 1' equiUbrio. dellc forzed 
deiie; funzioni vitali, onde promuavcfre in 
tali maiattie una crise salutare: il che pud 
ottenersi con Puso giudizioso di queata ef* 
ficassiaia sostan^a. 

Un altro rimedio , il di cui uso nella 
cura della petecchia ha potato ragioiieYo]- 
te for pascere questione. ^ sooo i vescicanti / 
e merita perci6 che io mi trattenga un 'mo- 
mento ad espofre le mie idee j ed oaserva- 
zioni su tale oggetto • Se i vescicanti at ri« 
guard ino per il lato dello stimolo/che de^si 
inducono , atCo a rialzare il vitale ^ccitameor 
to , non sembreranno al certo indicati ova 
si abbia invece bisogno di abbassarlo, men^ 
tre si tema il predominio di una diatesi 
stenica • Se i vescicanti si considerino come 
producenti uno stimolo irritativo, non se 
De accorderk ^egualmente 1' applicazipne ove 
gia lo stato irritativo regpi nel corpo per 
una causa morbosa atta a promuoy^rlo. £ 
coiriecch^ nel roorbo petecchiale un^ irrita- 
zione e perturbamento pei sistemi «p|-ganici 
costituisca 1' essenzial disordine che . ne ac«- 
compagna V iiitiero corao \ e durante quel- 
lo r orgasmo arterioso , e 1' eccitamen^- 
to generale della macchina appariseano 
nella maggior parte dei casi piuttosto in 



12i 

eccesso che in^ de^to.j egP^ percid che da 
moiti iiiopportuno "t^ien giudicato ia tal mor-i 
ha 1' USD del veiscicanti . • , 

Ma deesi . rif}ettere che la priiparia azio^ 
ne di essi e speciatmeote locale , e produce 
un if ritamento , doloroso ^ e il dolQre ; essen-* 
do un aumento di aenso , se incomincia da 
€ccitare, termitia poi (allor ch'e (roppo in- 
lenso, o soverchiamente protratto) con av-? 
avvilire, e deprimere: che uo centro di ta* 
le irritaziooe formato in.un puoto del 81- 
sisteina sensibile, per. una legge conosciuta 
nell' animale economia, modera e diniinuw 
ace lo atimolo ed irritamento dell' intiero si- 
stema^ e specialmeote di quelle interne par« 
ti che hanno an piii immediate) rapporto 
col centro predetto: che V ag\oue stimolaiir' 
te del vescicaoti ( indotta dalla . leggiera e 
superficial flogp$i accesa, e dall' assorbim^a^ 
to dell'acido volatile delle cantaridi ) non^ 
durevcJe^ ed a queata preyale la soprade^ 
sceitta azione, controstimQlante,durevolefin« 
<:h^; esiste la dolorosa sensazione della parte 
piagata: che il secondario effetto dei vesci^ 
c^aiti h tutto debilitante per la sottrazione, e 
versamento di quell'^umore linfatico che con- 
tinuamente vi richiatnano: efinainqente che 
un efietto aen$ibile e marcato dei medesimi 



122 

^ di determtnare un aiimento di clrcolaziooe > 
e di calore al sistema deriAoide , ed un tra^ 
sporto di umori traspirabili alia pertferia del 
c6rpo^ eome pure d'indurre una inversione 
e cangiamento nei movimenti morbosi det 
aistemi organici, che pud riuscir favorevo*- 
le a rteitabilirne 1' equilibrio • 

Kesulta da tuttocio , che 1' aziooe eccitail^ 
te delle cantaridi ^ vinta dalla controstimo* 
iante e derivativa d^i vescicanti ; e percid che 
dessi bonsono mai controindicati da una di* 
acreta diatesi stenica, n6 dalio state irritativo 
della macchina ; e sono indicatissimi ove ab- 
l>isogni richiamare ^lla cute 1' umor traapira* 
l>iie , e qualche materia eterogenea e nemica 
deila vita , che minacciando le interne par* 
ti, fa duopo aprirle una strada per cui eli^ 
toinarla fuori del corpt>: e questo k appun* 
to il caso di tutti i contagi , ed in particoiar 
modo di quello della petecchia . Ed invero 
io ho applicato sovente con motto vantage 
gio i vescicanti del vajuolo arabo, e con 
tal mezzo ho accelerato la sua erazione al*- 
iorche stentava a mostrarsi; e Mio sempvr 
ottenuta e ben pronunziata , e discreta . Lo 
stesso ho verificatoperla eruzione de]l*esaii- 
tema petecchiale quando essa era 8overchbi« 
mente ritardata con aumeato di awtomi ir^ 



123: 

riUtivi e nervosi; q «e. retrocedeTd cun mi^^ 
naccia ddle interne cavitk: e il Tescicante 
alia nuca ed all' efitremitk idferiori i atato 
sempre di somino vantaggio ]per deviare it 
minacciato atUicco del cervello ^ e prevenire 
i fatali sbravasi. 

L' osservazione inedica ha ormai atabi^ 
lito che rbsistenza di esterne piaghe, o di 
artefatti cauterj h il miglior mezto onde ga^ 
rantirst dai coutagj, i quail sembra che in^ 
trodotti ne\ corpo, ne siaoo prontamente 
eafHilsi per qti^ste vie . Galeno , Fabrizio I1-* 
dano, Par^Oy ed altri Antichi avevano gi^ 
£itto una tale. osaervazione • £d tnvero ho spe^ 
rimentato aempre una gran difficolta adoN 
tenere PefFetto della ioboculazione del vajuxH 
lo arabo, a della vaccina in individui net 
quali esistevano dei cauterj^ od altre pia« 
gbe io qualche parte del corpo* Per i me^ 
desimi principj adunque anche -cittando im 
contagio ha gik sviluppate nella macchioa 
i suoi spectfici effetti, devono questi miti«- 
garsi f e quello portarsi piii facUmente alia 
cute, ed eliminarsene una porzione per tnez^ 
S60 dalle piaghe aperte dai vescicanti: eque-r 
ato appunto h ci6 che ho riscontrato nel 
morbo petecchiale • II Sig. D. Guidotti , uno 
dei Medici deatinati alia cura di qoei oa^ 



124 

lati , ed'aila soprintendenza dello Spedale dl 
S. Jacopo , mi ha narrato che in diversi in- 
dividui g\k cninacciati del gdn&ametito deW 
le parotidi -gW ^i. ciiiscito • di ^eviare tttil-** 
mente questo pericoloso ^deposfito cioa 1' ap-^ 
plicazione contemporanea di . iMi largb: "Ve-^ 
scicante alia n4ica. Narra- Larrey eke gli 
Europei' istabiliti in Egitto si preser^awo dalr* 
}a pefete col mezzo di emuntorj wkificiali^ 
e cbe ie persone abitualmente afflitte da eru-s 
ziooi erpeticbe o da altre:espul6ioDi' cuta- 
Dee, riniarievano g^nerahxietite eseoti daUa 
peste : aggrange che prima idella loro par*-* 
ieqza dalk Soria una gran parte dei feriti 
ehe si erano preservati dalla peste finch^ 
ebbero )e piaghe in piena sappurazione, ne 
limaser^ attaccati alcicatrizzai^i deUemede^ 
ahnip/^d all* approssimarsi della lor guari- 
po«e<. li ^IX rilpdger che durante la peste • in 
Londta pq|rt££ya un setone in una gamba, 
dice che^n^le ooc4sioni in cui egli e$p6ne- 
vasi maggiormente ai coAtagio^^gli doleva di 
pill la- parte pit) gata ^ e credeva che* la oatura 
facesse per quella sortire il veleno. a^sorbito • 
Mi fu confermato un tal fatto dfi un ri^ 
apettabile Personaggio , che ^nsse pepmalti 
enni in Vailacchia, dove piii volte dove Jtn> 
vaisi in mezzo a delle micidiali pestiknze.: 



, 125 

^gli ba.qsstoirato che, porta ddo aperti d^i 
cauterj alle braccia ^ tutte le volte che* la pe- 
ste vi fdoeva maggiore strage, e ch'egli o 
per caso^ o par necessita si avvicin6 a clei 
pestiferati con.sommo rischio di prenderuet 
il contagio, ha rimarcato che i cauterj sgor- 
gatrana un umore acre e bruciante , e si riem-. 
pivana all%ini:orno di dolorosissimie pustole 
e flitteae. Ed e a questa espulsiohe, ch'^egli 
credesi debitore della sua salvezza; A tal 
priucipio di precauzione , coDsacrato dallii 
esperienza -e^ dalla tradizione , e dovuto , 
cred' io^ il. costume quasi generalmente ia- 
valso fra i Greci abitatori di Prdvincie sot- 
toposte :al flagello della peste ; di .poytar& 
costahtemcDte dei fcnticoli aperti helle co*^ 
see , o nelle braccia* . 

Gondudiamo pertanto che nella • :cura 
del mqrbo petecdiiale I'uso opportuno\dei 
yescicanti esser pu6 di somma utUita ^ spe*» 
cialmente . quando , come taltrove accennai , 
Bon esista un sove^io grado di orgasmo 
arterioso , ed un tenaf^erameinto decisamente 
$tefQico e pletorico , e tuoito mena poi quan- 
do ib.epoche avanzate del male ;si.dichiari 
una tal depressione di.forzevitalida ininac- 
GiareiUna dissoluzione nei solidi e. nei fluk 
oi., cirooistaiuia senipre pootr^rla ajla. vaa* 



1 

faggiosa applicazione di queftto rimedlio ; 
che con la ^ua irritazione dolorifica pu6 al-» 
lora spegnere invece di riaDimare le forze 
vitali, e formardelle piaghe che pa«serebbe« 
ro facilfnente alia gangrene. 

Stimo altresi necessario il trattenertni 
alcun poco suUa cavata del sangue y rimedio 
die pill d' ogn'altri abbisogna del criterio 
medico nella sua applicazione, come quello 
che induce nella macchina un pronto, as-* 
soluto , e durevole cangiamento . Infatti t' uso 
della flebotomia nella petecchia e stato un 
aoggetto di con troversia , come lo fu sem- 
pre, essendo 8tati diVisi i pared dei Medi<« 
ci, qual dovevano esserlo allorch^ non era- 
no ben fissate le idee e suUa natura di ta*^ 
li nKilattie, e sul vero effetto del rimedio » 

II sangue circolante riguardar si deve 
come un0 degli stimoli piii necessarj a te^ 
neve ia movimento il pendulo della vita; 
come il mezzo con cui si conserva , e si ri-» 
para il principio di essa ( il che sark da 
noi dimostrato in seguito )^ e come la so^ 
stanza che mantiene 1' organismo animale , 
prestando i materiali alia nutrizione ed al«> 
le separazioni diverse. II polmone, o sia la: 
resjHrazione^ lo spoglia del carbonio e idro« 
geae auperfiui ^ e gli somministra la. mag* 



|27 

gior parte di quel principj per cui esse dU 
viene stimoUnte, e riparatore della vitali« 
ta , quali soQo il calprico , e 1' ossigeno ; ed 
il sisteina gastrico gli fornisoe i . materiali 
della nutrizione , e delle separazioni . 

Pertanto il prime efifetto cbe si ottiene 
dalla emissione di una dat^ quantitk di san* 
gue venoso si e di farne meno passare at« 
traverso ai poimoni^ per ii che una minor 
dose di ossigeno , e di calprico vi s' intro^ 
duce nel baratto. X)nd'S che diminuita la 
massa, si diroinuisce ancora T a^ione sua 
stimolante nel cuore , e nel sistema arterio^ 
so: e meno ossigeno passando da esso alia 
libra \» si sceraa per tal ragione anco I'uni*^ 
versale vitalitk. Oltre ci6 stimolandoilsan* 
gue anche indirettamente , e meccanicamen«* 
te il sistema del >asi con la soverchia di« 
stensione della loro pareti allorchd la di Jui 
quaiitita supera di troppo la loro capacltk , 
perci6 la sottrazione di una dose di sangue 
scema lo stimolo anco sotto questo rap- 
porto. 

Ua altro eifetto della sanguigna, che 
meri^ pur considerazione ^ e quello della 
revulsione ch'essa porta con se^^ vale a di« 
n che determinando un maggior movimen-i 
to e rifihiamo alle parti i donde ii sangue 



61 estrae, ajuta tx>si a sciog here quelle' con- 
gestioni; local i che uti qualche stimolo ete- 
rogeneo avea potiito formare nelle parti can-^ 
tigae , o che sorto in maggior rapporto con 
quelle. . - • 

Ed ecco perch^ dietro Temissione del 
sangue i polsi di pieni, duri, e tesi ch' era- 
no in avariti^ divengono meno pieni , e piii 
inolli^ scema il calore, e la turgescenza ge- 
nerate; la circolazione si fa piii libera , e piii 
scorrevole il sangue pei minimi vasi^ lese- 
parazioni , specialmente del traspiro, tratte- 
nut€ dal soverchio orgasmo e corapressio- 
He delle pa rti , si riaprono ( prova evi- 
dente di un generale rilassamenta )^ I'agi- 
tazione interna , e il male di testa derivan- 
ti da eccessiva tensione di vast e di nervi, 
diminuiscono^ ed il movimento febrile si fa 
piii moderato/e pih breve.- 
•^ - D$ ci6 rilevasi che nella semplice sine- 
ca, e nelle legittime infi<^mmazioni le< sot- 
trazfoni del sangue sono il divinorimedio, 
il vero controstimolo , e debilitante diretto*^ 
e coa queste sopra tutto, quando si faccia- 
no opportune men te e in sufficiente quan-f 
titk ^ vincer dovrebbesi il male. Ma oi^e si 
tffatti di malattie in cui una sostanza neitiioit. 
del{a^ vita • provoca un pervertimento d£ jxioti* 



V2b 

ea unk irrttanone morboda, e'mitia 'alia dn 
atrazionedel principio vitale 8\ neisolidi, co-- 
me nel sangue ^ dove la febbre h necessaria per 
decomporre il coiitagioy e compierne la crise: 
e per arrivarci peroorrer conyiene indispen-; 
aabilmeote diversi stadj, ia tali casi ii Mer 
dico prudeiite conosceodo il bisogno di conr 
aervare le forze^ e di oon diminuiir^ il prin^ 
cipio della vita , si guarderk bene dali' ese^ 
guire delle copiose e ripetutesanguigne^che 
impoveriscano la natura della reazione ne« 
cessaria alia lotta cbe dee sostenere.Masic-^ 
come nel corso di dette malattie irritative^ 
e particolarmente in priucipio ,proniuovon- 
ai , come abbiam detto ^ delle flogosi locali 
nei diversi visceri^ atte a porta r la morte 
per se medesime prima che la natura libe-^. 
rar si possa dalk ostil materia ch^ la j^err, 
turba ^ ^ appunto per tal.ragione, ed in 
qiiesti casi ( ben manifestiper isintomiparr 
tieolari che gli accompagnano) che il Medi- 
co ba duopo d\ tiitta la pradenzae peri^ 
zia, onde con leggiere sanguigne, especial*^ 
mente locali, procurare di sciogliere le inci-^ 
pienti congestioni e flogosi^ nod gik coi| 
f'ldea 4i firr^stare la ii^aiattia, mabens'iper 
pfev«nire le conseguenze fatali di un . male 
^pndarip, e dar cosl tempo alia natum 



i3o 
compiere i salutari prcK^ssi cbe eonduoono 
alia guarigione. L'^strazione disangue con 
ie migtiatte oltrech^ riesce meno debilitan* 
te perch^ il vuoto dei minimi vast si fa 
merio sentif e al cU6re ed al corpo intiero , di 
ijiiello ebe induce I'apertura di una grossa 
vena , essa h ancora piii vantaggiosa per di« 
^ioglier^ i locali ri^tagni in grazia deiia 
taiaggior reyulsione che promuove la suzio^ 
tie dei detti animali. 

Tutto cid si verifica nel morbo petec- 
chiale; e nella cura di essti l^esperienza ha 
confermato i principj ^uperionnente sCabiii<^ 
ti . Imperocche quanto svantaggiose sono sta- 
te genera Imente riguardate le copiose e ge^ 
nerali sanguigne , aitrettanto utili sonosi ri« 
trovate I'emissioni di sangue moderatissime 
e locali o con le eoppe alia nuca, o con le 
sanguisughe alle temporali, ed Alle inferio- 
ri estremitk ; mentre dietro di esse si h fa- 
cilitato il trasporto alia cute dell^esantema 
petecchia^*^ e il dolore acutissimo di testa , 
raccenstone della facda, ed il generate or- 
giB'smo hanno sdflertd una notabile e salu* 
tar diminuzione , allofit^Yiando quell' ingor-^ 
go e 'qttelja flbgost cer^brale , ch' h uno dei 
^rh ¥un«stt cofrnpa^hi di tal malattia , e che 
dfsteiiKile ie ^<re in«rr!ko8e irradiat^iooi a tutti 



i sistemi sensibUi della macchina . La nata*- 
ra ci ha sovente avvertiti del bisogno di 
questa sintpmatica cUra col soil ievo ch' el- 
la ^ovente ha portato coUe nasali emorra- 
gie. La pratiea aveva insegnato anche agli 
antichi nostri che etiam in putfidis siingui^ 
hem mittere quandoque utile est , meiitre il 
difetto di questa teoria^ ed una falsa ma- 
niera' di vedere coliocar facevano dai niede- 
simi nella classe delle febbri putride e ma- 
ligne quasi tutte le continue accompagnate 
da debolezza anco apparente, e molto piii 
da macchie , ed eruzioni petecchali : e la pe- 
ste^ e la petecchia riguardate da essi ve- 
nivano come le prime nell'ordine di dette 
febbri . L'idea ( non ben corretta per anco ), 
ch'eglino si erano formata del putrido e 
del maligno in varie malattie^ e special- 
mente in queste , ha costato alcerto motte 
vittime all' nmanita , perch^ il metodo cale- 
faciente e stimolante si h creduto esclusivo 
di quelle J e si ^ fremuto alia sola idea del- 
la cura antiHogistica e dell' emissioni di 
sangue. II Browniano sistema ha corrobo- 
rato siffatti principf; 9 fino a questi ultimi 
tempi non si h conosciuto Perrore di que- 
sta massima generate, e la importantissima 
verita, che la stato flogistico o 



i3a 
o parziale h quelle che domina, almeno in 
l^rincipio, nelle malattie febrili delle quali- 
parltamo • » li metodo anitiflogistico debi^. 
i> iitante , dice il perspicace Sig. D. BiifFa 
11 (i) ottenne la palma, come si h veduto 
i> nei singoli casi • • • e la nostra petecchia 
li ha richiesto sempre un metodo sottraen- 
11 te, e spessissimp aramise il raassimo dei 
11 debilitaati il salasso n • 

• 

Non si ptt6 per altro negare che i per- 
niciosi contagj che lor danno origine , aven- 
do , come si disse , la facoltk d^ attaccare ^ 
distruggere il principio di vita, egli 6 per- 
cio che sotto la loro a^ione scender si vede 
talvolta rapidamente la macchina a quelle 
stato che verifica 1' idea della maljgnita e 
della putredine con la d^pressione straordi- 
naria delle forze vitali , con la mancanza di 
coesione nei solidi e nei fluidi circolanti , col 
fetore della traspirazione e dell' escrezioni, 
col facil passaggio alia gangrena, e con le 
perdite di sangue atro e disciolto o dagl' in« 
testini, come nella . petecchia , q dal ventri« 
colo e da tutte le interne fauci, come nella 
febbre gialla, o dalle pustole istesse del va- 



(i) Loc. cit. pag. tag. 



i33 

• • • < . » 

jublbVEd invero il sangtie levato in simili 
circostanze fu dal D. Gillespie (i) ritrovalo' 
i^ loosd in its texture - the crassamentum- 
a> dark coloured - the serum tawny , and in 
i> considerable quantity • * Not one of those 
>V bled 'recovered » . E Diemerbroeck dice chfe 
in alcuni 'ca^i di febbre castrense il sangue 
€fra mucillaginoso instdr decocti pedum vi^ 
tulij e ^ corrisponde appunto a quelle^ che 
Acerbi descriVe (2) » affatlo squagliato » ed 
>> appbna' involto in una floscia borsa niuc* 
>3 cos'A , nero , livido , e scolorato , con ua 
i> si^ro Hborbido biahcastro, o can^iante tra 
» verdbgriolo ^ e cilestriho ^ • II che vien fi- 
nalniehee confermato dal sommo Pratico Bor-»* 
sieri, ^t dice (3) » sa^enumero ^praesertim 
in petniciosiori f^nere ( sanguis initio e t/ena 
missus) nigricans J ' Mcer , facile difftUens ; 
gecundo ^missus , tenuis jsolutus ; magna sen 
lutei copia innatans ^ vijs concrescens ^ cita* 
4jue corrurApPy dt coSiquari soUtus est^. Ma 
ci6 succede in alcuni o per particolare idio« ' 
•incrasia, o-nei gradi piii avauEati del mar 

« 

/ . • • . * • • • • 

'(a) ' uinnaiat, meet. Anno t. pdg.- 90. 
(^ De PeticuUi $ CqCXXl. 



i34 

le, o nel caratEere patrido e xnal^no d| 
questo 9 ed in tali casi y e nell' attualitk di 
qaesti morbosi fenomeni non devesi al c^r- 
to aver rioorso alia cura debilitante« e mol- 
to meno alle sottrazioni del sangue. 

Gonosciuta pertaato ai d^ npstri 1' in- 
dole di tali malattie, e la maniera di agi- 
le del rimedio di cui si parla , il Medico, 
saggio e prudente non pu6 ingann^r^ nd- 
la sua applicaziQne j e non gli mancano i 
fatti , e le ragioni per riem pire i vuoti che 
nei medici spritti s'incontrano su tal parti - 
colare; e per conciliare le contradizioni in 
cui gli ha fatti cadere la Ipro pratica. dire^ta 
da drcostanze e fatti particolan,.e now da 
principj general! e permanenti, quali son 
quelli che abbiamo superiormente acceniiati . 

Del resto poi 1' etk » il ^esso , il temperx 
nimento , il periodo del male , le jsue com*, 
plicanze, e lo stato patologico della mac- 
china , sono tutte circostanze , il c^loolo del- 
le quali determinar dev^ il giudizio del Me- 
dico 8ulla.convenienza,.5ulmodo„e quanti- 
ta della flebotomia da istituirsi. N^ tratte- 
ner mi voglio sui particolari dettagli di ta- 
li circostanze, che sfuggir non .ppssono k 
perspicacia dd buon dinico. £ per me un 
•Mioma pratico, che in qaakivogliii imlatr 




tiH^.e fotCo qaaliiikftte diatesi ^i 9«pefManQ 
negl' uteroi visoeri delle maoife^te flogosi 
atte a promuovere uno stato st^oico , beoch^ 
Don dUrdTole/in tutto il sistema Tascolare^ 
I'uso diella flebotomia ^.una cura aintomatica 
neoessarissifna per allontanar^ .una CQlise^ 
guetiza peggiore del male istesso: e.nella ior 
certeaza del giudizio sark sempre ^tpinore i) 
pericolo » e il danno che si arijecherk ^l|^ in^ 
fermo con aumentare di pocbi gradi la 4ebo. 
lezza ove 1' opposto- richiedasi » di quell<> cher 
con accrescer gli stimoli e mparmiare . una 
sanguigna nelcasi di.minacciaf^itifiapcima** 
zione: il priino sbaglio pu6 faciliuente, (;or«* 
reggerai ^ il seconde h irrepqutabile « 

Quanto fu da me avanz^tQ aelle apte«*. 
qsdec^ti mie osseryaiioni' rel^kivamepte alia 
poca convenienza e TaQtaggiiQ del bagaa 
freddo Delia preaente .mali^ttia (f), m^fta 
invero che sii^ piii c^tesameote svUupp^l;a. 
£ seoaw eakrare in minuti de^t^gl^ sopra una 
materia cha da mdlti Medici Ai tutte leN^r^. 
sioniy ma apeciattnedtte dal oelebre Dot^ G^an 
nini^ ^ statai con tenta arndizion^ e pror 
fonditi iUiutrftta e diaciutai mi ocmteoi^rd 



■r. 



(i) pag. iQ. II, 



• iy 









1^ 

i ' ^8iocen^ftr di passaggio le mie' idee ^ e la' 
mia maniera di vedere su qaesto ititerea^^ 
santissimo dggetto. . ; 

Per determinare gli effetti del freddo- 
sul corpo vivente convien partire dalP a^io^ 
De del calore, non essendq H primo che< 
una privazione del secondo • llcalorico'adun- 
qiie ^ una sostanza attivissinaa che intro*^' 
dotta o formatasi nel corpo viveBte, den- 
tro a certi gradi vi esercita un' azione dif-- 
fiisivamente eccitante ^ ma oitrepassaudoli 
termifierebbe con esaurire V eccitabilitk > e di- 
struggere Porganismo. Non vi^dubbio per- 
d6 chfe il caldrico combinandopi alPossige-. 
no ne spoglia la fibra, e la costituisce in 

stato di morte. 

ifc proprietk del calore di disgregare^ 
e rarefare le molecole dei ^argi , ov' esso s* in- : 
s^nua. (^ndi e che ancora ijel corpo vi- 
vehte e«so es€frcita questa sua proprietk^ di- 
liiintiendo I'attrazione di coesione, e rare^. 
f^cendo i solidi, e i fluidi del quali h com-^ 
pfiosto. li'es^rcizio delle funzioni organiche, e^* 
Vitali rfchtede un certo grado di turgore, ei 
di eee^ibne mantenuti dal calorico, al di^ 
sopra o al di sotto del quale i movimenti 
tutti o si accelerauo al di la del dovere,e sf 
disordioano^ o si ralientano fino aUa^ total 
cessazione. 



• • • 

In ^i^azia delfa raref^^ione ehe il calb^ 
rico induce nelle molecote dei fluid! ai qua-» 
li si unisce fa prendere ad akuni dt* essi 
Qno state gasiforme'^ e costitiiisce aii vapo^ 
re che riempie tutte le interne capita ^ed 
ana porzione ne trasporta fiiofi del corpa 
per mezzo della sensibile ed insensibile treM- 
spirazione. • 

Ed ecco dunque nel calbrico applictfto 
ed introdotto hel corpo viverite i.* ar^ ^azio- 
ne stimolante^ 2.'* un ^ettorarefatente, cbe 
tende a diminuire la coesidne delfe nifdieco^ 
le componenti i sblidi e fluid! anitogili^ Si"* 

tin aziohe chiniica disossigenadte^4'''^^^^ 
veicolo di espulsione dal corpo di molti 
principj in stato vaporoso , e gasiforme • Per 
la prima azione, dentro a certi limiti, 11 
cialorico ^ccresce 1' ecci tamento , ed h corro- 
borante: per le successive azioni, e fuoridi 
quel dati limiti, lo diminuisce, e diviene 
debilitante • lofatti sotto certi gradi di calo- 
re la natura 6rganica si ravviva' ^ le fun-« 
zioni tutte del corpo animale senziente , e 
vegetante si esercitano con alacrita^ e le 
proprieta vital! della fibra, la sensibilitk, e 
la contrattilitk si maaCengono in lino sta- 
te naturale, e conveniente. Che se i gra^ 
di del caloriiDo si aumeatioo al di la dei 



i58 

detti lipiiti^ diyiejae allora dccessivo nd co« 
minclar deli'azioQe V uQiver$ale eccitamQa-* 
to J ma appiinto perchS soverchip ^ mor- 
hoso : la libra perde la giusta ,aaa coe^ 
^onej la parte, pi ji spttil^ del sangue e de« 
gPaltri fluidi h spiota fuori del corpo^ e, 
ne $ucced$i un pronto ed irreparabile esauri- 
mento di vitalitk. Che se all'opposto ( ed 
c^oci' al nostro argpmento ) i gradidel ca« 
lore apimala s^eador.Sii facciano moltoal di 
sotto del oaturalei maaifesti si renderaatio 
momentapeamente gli effetti opposti; dimi- 
DifzioDe di eccitatnento generale^ aumeoto 
di coe^ione delle m^iecole dei solidi e dei^ 
fjiuidi^ iticeppainenffo d^lle forze orgaoiche; 
sospen$ipne di separazipni ^ condensamento 
dei vapori qhe rieihpiofto e disteadpno le 
interne cavita^ cessaziooe di traapir^zione ; . 
rallentamento di circoiazione , e morte ; fri-' 
ffus non est principium vitale , sefl extm^ . 
cUonis y diceva €X)n ragione Van-HelniMit. 

OgnuQ vede esservi una ^scala dal , nia&« . 
aioio a I mini mo, pei due estremi della qua« 
le si verificano le conseguenze sopra indi-. 
cate^ e nei gradi interi|i^j si QttengoQQ del-* 
le azioni , e degli effetti proporzionati ai 
medesimi. 

Fra Je propriety a^lUt libra orgafiica. 



i39 
vi visnte vi h quellft di rensteFe a dei grad| 

straordinarj di calore e di. freddo , svilup^ 
pando dei mezzi e delle facohk insite alia 
Tita con la formazione. di minor calorico, e 
Qiaggior* dissipazione del medesimo per la via 
delta tra$pii:azione nd primO:,caso^ e coa 
sviluppo di maggior calcnre intern4mente , e 
minor consumo e perdita-rdel cnedesimo rel 
aecondo caso • Ma per Pesercizio di questa 
stessa propriety della.fibraabbisoguaun gran 
duato passaggio dal freddp: ai caldo ^ e vic^ 
versa : senza di che resterebb' essa da un im^ 
provviso salto aoverchiataed oppre^sa. Egl'ft: 
perci6 , e per k legge di abitudine regol^ta. 
dalla ragione , che P uomo diviene abitato-; 
re di tutti i climi dalle infiammate regioni 
della zona torrida agliagg^iacciati paesi 
vicini al Polo« i 

Dei principj fin qu\ stabiliti facile ^ 1^. 
applicazione alPuso del bagno freddo nelle, 
varie circostanze del corpo umano« II cal()». 
re animale alia superficie del corpo e^sendo. 
al grado 29.'' circa del termometro di Reau-*, 
mur ( mentre quello del sangue h a 52'' nel-' 
lo ateto naturale ) , cosl dovra chian^ai-si . 
caidoU bagno che supera il 29''^K;ado; ter; 
pido il bagno dal 20" al iifi'^ e di.qu^ co- 
minda U bstgqo frescpie j^i. freddo a pro», 



l42 

giienze anche peggioii del male • Imperocch^ 
in qoalunque febbre temer potendosi di qual« 
cbe interna flogosi, k manifesto che ilba* 
gno freddo . per le accennate ragioni pu6 au« 
tnentarne la forza y e promuovere delle nao- 
ve congestioni e ixietastasi, opponendosi al« 
la crise naturale che ordir potevasi dalla na« 
tura : di che abbiamo una prova nelle in* 
fiammazioni esterne, nelle quali ognun sa 
quanto esacerbino il dolore^ e ritardino ]« 
salubre suppurazione ie fomentazioni fredde. 
Guidato da tali principj hosemprecre- 
duto che nelle febbri ardenti enervose sem« 
plici^ (jrve.iAi calore urente morbosamente 
sviluppato agita smaniosamente il corpo , e 
logora la vita; come pure nello stadio del 
caido nelle febbri intermittenti /quanto pui 
esser proficuo e corrispondente alia giusta 
indicazione un bagno temperato^ altrettanto 
possa riuscir pericolosoy e pregiudicevole il 
bagno freddo , specialmente quando la cute 
sia lassa, e disposta ad un benefico isudo^ 
re y nel quale io non risivviso soltanto un veico^ 
lo dell' eccessivo calorico, ma ancora di prin* 
cipj eterogenei e morbosi^ che o sono sta^ 
ti la causa, o almeoo il prodotto del ma- 
le . E confessare io debbo che il fatto ha 
giustificato il mio pensiero • A piit forte ra« 



145 

gione neile m^Iattie febrili cagiotiate da con« 
tagio, ove le ioterne congestioni e flogosi 
8ono facilissime ad accadere, e dove neces^ 
sario si rende ii trasporto ed appulso alia 
peHferia del corpo del perniciosb priticipio 
che costitui^ce la malattia, ho giadicatope^ 
ricolosissima Pimmersiokie nel bagno fred-^ 
do; ed ho all'opposto sperimentato vantag* 
gioso , aiiche come antidelitescente o mino^ 
rante il processo assimilativo^ il bagno te^ 
pidoy o , tutt^al pill , il passar sopra il corpo 
del malato delle spugne bagnate nelP acqua 
fresca cOn aceto, in special fxiodo in quei 
casi, nei quali uno stenico eretismo propa- 
gato al sistema dermmde serviva di ostaco^ 
lo al facile trasporto e deposito in esso del« 
la materia contagiosa. Imperotfch^ in tali 
casi rion e il solo calorico syiluppato sotto 
tma causa setnpliceraente diatesica , ma la 
materia predettai insinuata e riprodotta , 
che cagiona i piii essenziali fenomeni mor« 
bosi/e inina alia distruzione del principio 
vitale; ed alia cui espulsione dal corpo tra^ 
vagliando la natura , secondar la debbono 
le medi6he indicazioni • » Les maladies aux 
33 quell^s ( avvertono giustamente i dotti Au- 
$> tori del Dizionario delle Scienze mediche) 
m le firoid est tres-contraire sent toute la 



m 

ty Classe des ^xaothematiques qu'41 peut datK 
i> geieusemectt r6percuter». , ] 

Pertanto io venero . 1' opinione degl' illur 
atri Professori che commendano il bagOQ 
freddo anco nelle malattie di contagio, co- 
me ia scarlattina^ la petecchia, la febbre 
gialla y e la peste ; e .non contrasto la veri* 
ta dei fatti ch'eglino adduconozmanootro 
vo ragioni , ne sperienze bastanti a persua-^ 
derail di adottar francamente sifiiitta prati-^ 
ca^ e temerd sempre le consegi^nze di uo 
brusco cangiamento dt tempecatura sopra 
una superficie di quindici piedi quadratic 
quanto $i calcola I'umana cute. D'altroade 
d certo che nel nostro morbo petecchiale ia 
ho avuto molto da lodarmi delle fomenta^ 
zioni caide all' estremitk ^ e delle bevandete^ 
pide diaforetlche nel suo primo stadio. Pa- 
reva che il freddo icasprendo .1' irritability 
clella iriacc}iioa esacerbasse la generale icri-* 
tazione , e ritardasse V eruzioDe petecchiale 
Ja quale )Ove occorresse>,venivafavorita dall* 
aria fresca* e rinnuovataj ch'era bastantea 
remuovere I'eccesso del calorico stenizzanta 
il sistema cutaneo ♦. L' egregio , ed espertis-^ 
simo Professor Morelli ha egli pure speri-» 
mentato il yantaggiodel bagno tepido^ nel^ 



i45 

la febbre petecchiale (t). II D. Lean faceva' 
imtnergere i suoi liialati di febbre gialla nei 
bagno tepido^ e ne riporta i salutari ef&tti 
ottenutine. Pym egualmente per alleggeri- 
re i sintofidL di tal malattia trovd assaiuti-i 
li ii bagno tepido ^e le fomentazioai palde^ 
secondo le circostanze (2) . Moseley pure die? 
tro una lunga esperienza parlando della feb-> 
bve gialk , dice (3) » Quando le sanguigne, 
>> od aitrt. rimed} evacuanti non siano stati 
^ valeyoK ad^abbattere la sete, il caIore,ed 
» il vomito, convien mettere ii malato in 
>j un bagno tepido composto di una deboie 
n decozione di fiori di camomilla con Tag* 
»> giunta dl un poco di nitro,«e d'aceto. 
» Questo allevierk ogni sintoma^ e dispor- 
» ra ii paziente alia diaforesi : e ben dira- 
33 do abbisognera ripeterlo, perch^ lo sp4- 
:» smo, e la general tensione cedono al- 
)) la prima immersione^^.E fra gli Antichi 
Medici - Tralliano insegna y> Lavandi sunt 
qui fervida , et perardenti febri laborant , ia 
domo poUssimum , ubi solium habeatur tepen* 



(1) Lettere fisicO'^hindehe snlV mo del bagno le* 
pido nella febbre peiecchiale ec. Siena 1818. 
(a) Loc. cit. pag, a32. 

(=») -^ Treatue on Tropical Diseases tc pag. 437* 

k 



14^* 

te aqua pkfium, ut totum JEf^n corpus un^ 
diquaque ab aqua operiatur (i) »>• E se fra 
loro alcana ve a' ha che proponga in 
qualche case le applicazioni fredde , co- 
me Galeno i e Paolo Egineta , vi appon-^ 
gono per6 tali eccezioQi} da evitare le da 
noi temvte conseguenze* » Le applicazioni 
» fredde , dice Aezio (2) ^ non dovrebbero 
»j usarsi che net piii forte della esaeerbazio* 
» ne, afiinch^ non agiscano come repellent 
>j ti»« Celso pronunzia TS) ^> die V acqua 
»> fredda non dovrebbe darsi prima del quaiv 
M to giomo, e nel maggior impeto della 
» febbre, e quando &iavi gran sete^ e calo«- 
i> re: e mai se vi siano dolori iiitorno ai 
» precordj , o meteorismo ^ o niinaccta ai 
» polmoni, alle fauci y o tosse, o diarrea9»^ 
£ finalmente »> aasai volte , dice Hufeland 
-» (4), nel tifo durante Testate^ in cui il 
» calore del malato oltrepassava il grado 
)> 29 , e quello delPatmosfera stava ai s8 , ho 
^> veduto il bagno di goli 26 gradi &r cre« 



(1) Train anus de Causo. 

(a) F. Moseley Ipe, oii. pag* 44^ 

(3) Lib. ///. C^p. FIL 

(4) Mem. sulP efficacia m€dicammiQt0 Mf e!e^ 
menlo dclC Aeflua «?• . 



147 
» scere maravigUosamenle le forze » . An^ 

die BruGe rimarca oei suoi Viaggi, che nel 
calore delP Abissinia un bagno tepido gU da- 
va maggior freschezza e vigore che il ba- 
gno freddo. 

Ed invero anco la mia pratica partico* 
Jare ini ha poato in grado di ray visare nel 
bagno. tepido un ottimo controstimolante 
per la mite e graduata sottrazione del so- 
verchio calorico^ wi eccellente caloiante del- 
Je nevrosi steniche^ un buon rilassante del- 
la cute, e perci6 promotore della traspira- 
zione ^ e quindi utilissimo nelle flogosi ester-* 
ne^ ed. interne^ ed un mezzo con cui si 
equilibranoil generale eccitamento e la cir« 
colazione sanguigna , e che possiede in su- 
perior grado la facoltk di railentarla. Ci6 
corrisponde a quanto dice su tal prpposito 
I'egregio Sig. D. Franceschi (0, cio6» sot- 
>3 to i' uso dei bagni tepidi principalmente 
M sembra che accada un cangiamento , e di- 
» rei quasi un' inversioue nello stato della 
J3 fibra y per cui si rende meno attiva ^ eche 
» meno ci mostri 1' azione delle potenze no- 
»> cive stimolanti ^ che ne accrescevano I'ener^ 



(0 Igha de' Bdgni p. 5S. 



148 

^ gia», Infatti egli ^ certo che im bagno 
di temperatura anco eguale a quella del cor- 
po deve sottrarre da esso del calorico , per^ 
che il calore del sangue h sempre maggiore 
di quello della superficie esterna del corpo^ 
e I'acqua essendo un conduttore del caiori* 
CO assai migliore dell' aria , perci6 passar ne 
deve facilmente dalla cute alP acqua ,e nel*« 
)a ste^sa proporzione del sangue alia cute* 
Molto pill deve ci6 accadere quando il ba«» 
gno e di qualche grado inferiore a quello 
del corpoi 

Se dunque in simil gulsa ottiensi dol« 
cemente Peffetto desiderate , e perche mai 
si dovrk andare incontro alle conseguenze 
del violento sbilancio , della ioegual distri*- 
buzione ,e ristagho parziale degli umori, e 
dell'urto nervoso che produce il bagno&ed-* 
do ? questo sbilancio , e queat' urto ancorchft 
portassero un momenta neo vantaggio nelle 
nialattie febrili, esso h succeduto dagli ef« 
fetti opposti che la reazione risveglia, e che 
contrabbilancianoi i primi , se pur . non gii 
vincono. Appena io credo affatto prive di 
pericolo le immersioni in un bagno freddo 
in stato di salute , e noi ne abbiam veduti 
sovente i danni quando il corpo trovavasi 
assai riscaldato » quanto esser lo pu6 un 



corpo febbricitante : gV intern! stravasi , le flo«^ 
gosi polmonari , e 1' emottisi ne sono state le 
p\k ordinarie eonseguenze • lo ho nella mia 
pratica due cast rimarchevoli d' interne idropi , 
o stravasi formatisi momt^ntaneamente per 1' 
immersione in acqua fredda a corpo riscalda- 
to: an gi ovine niarinaro sano, e robeisto, 
dopo la fatica sofFerta nel discarico del sue 
bastimento es$endo3i tuffato nel- niaE:e nel 
iDese. di setlembre, pochi momenti dopo di 
e'sserne sortito fu sorpreso da un fierissimo 
affanno , e contemporaneamepte divenne son-^ 
nolento, e quasi paralitico nelP estremita in- 
feripri . Malgrado la piii pronta assistenza ,, 
la morte succede dopo quarantott'ore^ e la 
sezione del cadavere mi fece osservare una 
copiosa quantita, di siero stravasato nella ^ 
cavitk del torace,, e nel pericardip , senza 
alcun vizio istrumentale ; ed uno stravaso 
simile nei ventricoli latarali e posteriori del 
cervello. Un i'lrotorace semplice si spiegd 
quasi repentinamente. in altro giovine che% 
corpo riscaldato s' immerse nell' acqua di un 
fiume pel mese di Luglio ^ e da pui fu \i^ 
beratp con ui|a lunga cura. Onde giusta- 
mente riflette M. Virey che. se il freddo.dii-' 
minuisce le pulsazioni e contrazioni del cuo^ * 
re, se raUenta p^rci6 la circolazione sainsrui^. 



i5o 
gna , (code util rassembra nell' acceleram^w 
to febrile della medesima ) ^ esso peraltro di« 
apone alle coiigestioni cerebrali ^ donde il fa- 
cile sonno , e le apoplessie non infrequenti , 
special mente negl' iodividui deboli e mala« 
ticci • 

A ragione aduaque gli Antichi nostri , 
che delPuso giornaliero dei bagoi fatto ave- 
vano una massima d'igi^ne pubblica^ noa 
il bagno freddo , ma il tepido o caldo ado- 
pravano: e dopo i lunghi viaggi, dbprt i 
faticosi esercizi di corpo e in qadli appuh- 
to ch*essi trovavano il ristoro maggiore. 
La loro salute, e le lor fisiche forze, che 
favolose rassembrano ai loro degenerati Ne- 
potic attestano in favore di questa pratica, 
la quale peraltro regolata yeniva dalla mas^ 
sima costante^ sanzionata dalla esperienza/ 
di evitare i repentini sbilanci e cangiamen- • 
ti di ternperatura • Imperocch^ h indubitato 
cbe il brusco passaggio tan to da dei gradi 
devati di calore al freddo, quantp da que- 
sto al caldo, in alcune circostanze della mac- * 
china, porta quasi alia medesi ma cons^guen-^ 
za, Noi cohosciamo la gangreria e Ik niDr-* 
te che ai membri congetati succede alia Id-' 
ro non graduata esposizione al calore: ^d' 
10 tengo da rispettabil persona che molti dei ^ 



i5i 

Militari Pollacehi rtd/aci in : Varsavia dope 
la disastrosa Gampagna del 1812 , abbattii^ 
ti dalia fame , dalle fatiche^ e quasi asside* 
rati dal freddo y essendo eutrati addirittura 
in un bagno mediocremente caldo , tutti pe^ 
rirono quasi in compendio : cosicch^ per or- 
dine del Ooveriio serrati furono quei pub-» 
blici bagni per un corso di tempo* ]S^con- 
tro una tal massima servirk giammai di 
argomento ci6 che si narra "Ai oerti Popoli , 
presto i qua! i vedonsi alcunii che impune* 
mente dall' avrolgersi neilk rieve passano al 
bagno di vapore 3 e vioeversa . Jj uomo con 
ripetute prove , e passando attrayerso a miU 
le pericoH, riesce sovehte a vincer le.I^gi di 
natura , ed a mc^trarsi distrabrdifiaria tem«i 
pra. Non h certamente di <|ue8ti che. ap- 
preYider possiamo le regole d* Ig^^ne ^ e di 
Terapbtttica; ^ 



* v 



.-*■'< 



C A P. IIL 



Termine deUa Maiattia; e misu/Yi 
di Pohzia medica adopraU*i 



opo di av^re aooeniiate le nie l9<PB 
sof>ra alcuni dei piit efficaoi tknedi, la tm 



i5a 
•applicsaioae nella cura' dfil. moitio peliecclitia- 
le ha risve^liato' fra i Medici una qualche 
disparitk di opiniobi , seguifeando ad esporre 
I'andamento della malattia in Livorno , con- 
cluder possiamo che dopo la pubblicaziane 
delie antecedenti mie oeservazioni . a vend a 
noi seguitato a trattarla con tutte quelle mi- 
sure sanitarie e curative che sono stale di 
sopra avvertite, ebbamo la soddisfas^ooe dt 
vederla andare'ogni giorno decreseendo.La 
diminuzione del numero degli attaccati j il 
corso della malattia piii breve; un'eruzioqe 
pih tardiva , completa , c beaigna , ed una 
pih prorita , e pi& felioe oonvalescenza pw- 
cederono il termine di questo malore pel 
mese di Ottobre ' dello stesso anno 1817., i» 
cui fii serfato lo Spedalemarino di S. Jacopq. 
Malorci che dal princapio alia. fine conservd^ 
sempre il suo carattere e forma es$enzialQ 
di malattia eruttiva-, nS fece mai nascer dub- 
bio suU' indole sua contagiosa. 

Debbo poi confessare che alia felieita 
dell'esito di tal iriaiattia contribu^ mottissi- 
mo la vatttaggiosa locailita dello.Spedale di 
S. Jacopo destinato per essa. Imperoccb^ si- 
tuato essendo in riva al mare, e fprinato 
quale esser dovrebbero gli Spedali add«tta alle 
malattie di contagio , con tali separazioni ida: 



i53 
mm do\er riunire moiti ammalati dnsieme^ 
e Del tempo stesso esporli alia maggiore ajzione 
di un?aria purissima, qual e quella, se nQ 
otteone perci6 ilpiii utile resultato. la fat- 
ti dal oqnfronto della mortalita resulta che 
questa negU Spedali ihterni fu iq proporzjo/? 
ne il doppio.di quella dello Spedale marino 
di S. Jacopo • Ho altresi rimarcato che meiir, 
tre alcuni ammalati nelb loro abitazioni 
dentro alia Git;tk, in una camera angusta^ 
erano agitati da un furioso delirio, e la vu 
talitk compariva depresaa dalla forza del, 
GonCagio^ tutto.questo andava gradatamea-. 
te a mitigarsi e svanire a prpporzioiie che 
riaentivano i benefici dietti di quell' aria pu-» 
ra, e continuamente rinnuovata , che dimi-^ 
nuendo il mocboso calorico della ^uperficie 
del corpo, e favoreodo reyapor^zioQQv.edi-. 
strtizione del contagio , imitiga v(i la ferpcia, 
del male^ e ne affrettava la eri$e.; Ed h<>; 
verificato per ultimo die la mortalita, e la 
cQQtagiositk furono al massimo gr^do nelle. 
case pill anguste, piii sudiCe, qneno aerea-* 
te, e poste nei piu ristretti vicoli della C^.t--. 
tk^ il.che cooferma quanto asserisce il D. 
Haygarth , che lei $tragi prodotte dalla per. 
tecchia in case miserabili e mal ventilate 
sono spaventevoli j mentre poco o niun pe-r 



i54 

ricolo vi h ad avvicinare simili malati po* 
sti in stanze grandi ed aereate, e molto piii 
ail'aria aperta. Si verifica lo stesso in tutti 
gli altri contagi. Fra i rapporii che la G)m^ 
tnissione Sanitaria di Newyork ha^ pubblica« 
ti relativamente alia febbre gialla^ che nei 
tnesi di Settembre e Ottobne di quesl'Anna 
ha afflitto 4uella Cittk , h degno i^i ri[nar<<> 
CO quelle y che mentre \k malattia era nel 
$uo principio assai micidiale^ perirono qua-* 
si tutti quegli attaccati cbe rimasero den- 
tro la Gitta medesima , e gaaii la metk di 
quegli che dalle case della Gittk trasportati 
furono all' aria libera nel Forte Stevens, seb^ 
bene sofiTrissero lo strapazzo delfla trasloca- 
zione, e molti fossero gik nel colnio della 
fnalattia . £". stato osservato altrettanto nella 
pest6: il Sig. Stendardi n^Ila sua relazione 
della peste di Algeri negl'anni 1752-53 rife- 
risce » Che il Palazzo Reale abitato da mdta 
90 gente , e da ogni sorta di persene giomaU 
i>^ mente frequedtato > fu risparniiato dkl ma« 
itS le perch^ d I'abitazione piii vasta, piii yen* 
>3 tifeita , e pill abbondante di fontane': che n^l^* 
93 le case all' aperto il numero dei morti fu solo 
>i diunterzo degli attaccati ;e nelloSpedale 
)5 Spagnuolo , sebbene con tutte le possibili 
XI assistenze, perch^ racchiu^ie ristretti^fu di 



i55 
» due terzi: che i Mori liai^ionali ^ e le Tur-^ 
» che Soldatescbe ^ tutti d' indole oziosa^leg^ 
» germente vestiti, e di molta fre$ca bevaii* 
3> da amantissimi, per il frequenteaso deU 
)j le lavande e dei bagni^ pulitidi persona » 
>j ed in generale piti comodamentealberga* 
o> ti, furono visitati dallapeste degl'ultimi^ 
)> e in scarso numero : e final men te che sem-* 
a> plicissimo metodo, se pur metodo dee 
» chiamarsij h stato quello usato dai Mori 
3> per la cura dellapeste: niun rimedio han^^ 
3i no somministrato ai malati , ma la^ciaii-* 
9> doli al loro arbitrio, solo un empiastro 
>> fomentativo alcuni han fatto lord appli« 
33 care al bubone , e nella sua matuHtk aprir«» 
33 lo con la lancetta , e poi libero lasciare a( 
>> maligno uraore lo sfogo: e a dir vero 
3> gran quantity d'iiifetti sono per questa 
» mezzo scampati sj • 

Una conclusione poi utilissima alia pra« 
tica sara sempre che, nel iregnare che ha 
fatto il morbo petecchiale in tutta 1* Italia 
per il corso di molti mesi, i Medici osser- 
vatori y che lo hanno diligentemente e^&mi- 
nato e trattato, sono tutti d'accordo che la 
malattia ha felicemente ceduto al rtietodo 
semplice ed antiflogistico: e ad eccezibnedi 
qualche varietk accidentale , essa ha dovun« 



i56 
que.mosCrato ta stessa forma, lo stesso an* 
dameoto, ed i medesimi esseDziali sin total , 
da oon poter perci6 dubitare che una causa 
identica le abbia dato origine , e che questa 
caiisa produca seinpre e dovunque i inede-* 
simi ofifetti. .£ ci6 che molto vale si e che 
le poten^e nocive , che generalmente » precede- 
rona ed 9)i^ompagnarono il corso di que- 
3to. malore, furono tuttedebilitanti, edrspo* 
pen ti alia, vera astenia , qualr sono le lun-.. 
ghe guerr^^ i patemi d<i aniino ^ e le disa- 
strose carestie : fatto jnteressantissiuio , a pa« 
rer mio> per.dimostrajre che sotto qua^un-* 
que diatesi f i (OQHtagj pronGiuoYono dei pro- 
cessi flogistici^ e con essi ui3o state irrita- 
tivo*stenico in tutta la macchina^ ilcbenon 
^mpre si verifi<^a nelle altre malattb^ febrili . 
univei^ali ,, sigGnplioemeoJCe i]^rvose, o ma-* 
ligne. 

Restami adessp a narrare quali mezzi^ 
e quali njisure di medica polizia furonp^ 
stabilite, e priescritte, onde limitare qu^tov 
possibil fosse la forza del contagio^ edjar-. 
restarne i progressi • Abbiamo gik ayyertito 
che avendo riconosciuto che i mfeerabili ya-., 
ganti in uno^straordinario numero per le 
rtrade della Citta , e dei sobWghi erano 
una sorgente , ed un veicolo perenne di con- 



l57 
tagio, fu adottata perci6 la necessaria ed 

utilissima misura di allontanarli da Livor^ 
no , accompagnandoli con scoita a piccole 
brigeite aHe r^pettive l6ro Gomuoi.> ed ai 
confini delle limttrofe Provincie a cui ap-» 
part^evano .: Con questo mezzo impedivasi 
Ja loro diffiisione peri Paesi, e per le cam^ 
pagne : e dovendo ogni Gomune proTvedere 
alia sttssisteDza del loro proprj , toglievansi 
cos\' quest' infelioi alPorrore della fame, e 
sMmpediva di averne ripieni gli SpedalL Sa 
in circostanze aimili i respettivi Governi con« 
cordemente stabilissero di noa ricevere i 
mendicanti esteri , e di obbligare le respet-* 
tive Comuni a provvedere alia sussistenza 
dei proprj » toglierebbesi il mezzo piii idoneo 
alia formazione e diffusione del contagio ^ e 
Tumanitk non resterebbeabbandonata a tuN 
ti gli orrori della miseria^ e della infer^ 
mita. 

Per riuscire adunque oella sopra descrit^ 
ta misura furono destinate dalla Polizia del-> 
le,persone onde gior nalmentq raceogliere dalle 
varie parti della Gittk» dei sobborghi , e del- 
le campagne gli accattoni di cui si parla ^ 
discuoprirli nei tugurj e nelle capanne ov'eran« 
61 refugiati*, e trasportarli quindi in unRe« 
cl|isorio proVvisoriameate formato per essi^ 



]58 
ad aria quasi aperta, e dove la hiaggior 
proprieta, le lavande opportune, ed i suf* 
fumigi disinfettatiti erano continuamente ado- 
prati. L' opera spontanea di Gittadtni filan- 
tropi e benemeriti fu impiegata a dirigere 
questo importantissimo officio : e quivi ve- 
nivano quei miserabili alimentati , ripuliti » 
e posti in grado nel piii breve tempo po8si«^ 
bile di essere come sopra accompagnati al lo« 
ro respettivo destino, dopo di essersi bene 
assicurati e della loro salute, attuale , e deU 
la possibile loro disinfezione • A cinquemila 
ascese il numero degli accattoni che in si« 
rail guisa furono in breve tempo allontana« 
ti dalia Gttta • 

Tolta cos\ la sorgente e i conduttori 
del contagio , pensammo nel tempo stesso 
ad attaccarlo di fronte,e a sradicarlo dalle 
abitazioni ov^ erasi gia introdotto , e sviluppa«« 
to. Una Citta come Livorno^ con una Po- 
polazione soprabbondante , ed ammassata in 
Gasamenti ristretti^ e per lo piii non abba-^ 
stanza ventiiati , meritava le piu pronte , piu 
attive, ed efficact misure onde liberarla da 
un male che tanto pascolo avrebbe trovato 
alia sua diffusione^ e cos\ fu fatto. Fu or^ 
dinato ai Medici tutti di presentare ogni 
mafetina alia Commissione di Sanita il rap«- 



i59 
porto d^ malati di &bbr6 qiialunque che 

caduti fossero sotto )a loro cura. Anco i 
Parrochi deila Cittk furono invitati ad un 
egual rapporto dei malati giornalieri delta 
loro respetdva Parrocchia • £ perch^ qual^ 
cheduno Qon isfuggisse alia conosoenza de-» 
gli uni , e degli altri ^ ogni Quartiere della 
Cittk e sobborghi fu dato in consegoa d 
delle Guardie di Sanitk perch^ vegliassero 
sulla comparsa di qualsivoglia ammalato^ 
JJn Medico verificatore era stato nominato 
perch^, appena ricevuti i surreferiti rappor-* 
ti , si portasse ad esaminare la qualita del 
male, e lo stato degli animalati* Intaato la 
Commissione Sanitaria destinato.aveva i mezr 
ti e le persone necessarie per trasportare ad« 
dirittura , in segtiito dellai suddetta verifica^ 
zione, gli attaccati di peteochia dalle cas9 
della Cittk e della campagna, e dagli Spe? 
dali intern! nello Spedal di S. Jacopo; e 
tanto le dette persone e lettighci quanto lo 
Spedale medesimo tenuti venivano cx)stante^ 
mente in stato di riserva. Quei pochi fra i 
malati^ che per i loro comodi enascitanon 
potevansi passare a gli Spedali , lasciati ve« 
nivano nella propria casa in stato di vigi« 
lanza, nel maggior possibile isolamento, e 
con tutte quelle precauzioni che impedir po- 
le vano la comunicazione dei male* 



i6o 

Appeoa levato dalla propria abitazione 
il malato, come pure in tutte quelle case 
eve ne era no esistiti, le nominate personea 
ci6 destinate caricavano sopra dei carri espres* 
samente tenuti il letto, la biancheria ^ e tut« 
te le materie suscettibiii che trovavansi nel- 
la camera del malato^ ed erano questetra^ 
gportate in Lazzeretto,' ove si lavavano con 
forte liscia la biancheria, e lalana^ si bru- 
ciavano le foglie, e paglia dei sacconi, e le 
penne delle materasse che ne contenevano ; 
si sciorinavano all' aria aperta tutte le pre« 
dette materie*, e non venivano restituite al 
proprietario che dopo uri dato periodo di 
disinfezione . Nello Spedale di S. Jacopo si 
Bseguiva altrettanto sopra le vesti dei ma«^ 
lati: si brudiavano i cenci quasi inseryibili^ 
ed i risanati^ dopo una lunga convalescent^ 
za ^ dopo varie lavande del loro corpo re- 
stituiti venivano alia Societk • Le case poi , 
specialmente dei miserabili. appena che sor- 
tito ne era il malato, furono replicatamen- 
te, e con metodo.regolare disinfettate con i 
sulfumigi di Guiton Morveau^ lavati i pa- 
vimenti con acqua e aceto^ ed obbligato il 
proprietario ad imbiancar le pareti con cal- 
cina forte. 

La prontezza , la regolaritk > e V esattez^ 



b. 



16l 

za con cui furbno adottate ed eseguite tutte 
le indicate misure , portarono lia felicci cobh 
seguenza di arrestare ben presto i pfogressi 
del male, di scemarne la forza, e* di' verier- 
lo ogni giorno diminuire , liberatidone la 
Clttk, e racchiudendo quasi tutti i inalati 
nello Spedale, dove spiocarono in^superiot 
grade la proprieta, e I'assistenza piu assi«^ 
dua e filantropica sotto la direzione di chi 
vi presiedeva . Non fara dunqae maraviglia 
se in una Popolazione di circa ceatomila in- 
dividui (comprese le circondarie G)muni% 
che qua mandavano i lore amrnalati ^ e gU 
stranieri e awentizi che un Porto di mare 
giornalmente conduce) , nel corso di poco 
pill di sei mesi daH'a|)ertura dello Spedale 
di S. Jacopo, a soli duemila si limitasse il 
numero degli amrnalati di morbo petec* 
chiale . 

E qui vuole il dovere che un eterno 
tributo di riconoscenza si ofFra al cuore pa-* 
terno del nostro benamato Sovrano , che 
con magnanime provvidenze accorse al sol- 
lievo delle pubbhche miserie, e nulla trascu- 
r6 onde alleviare i mali dei suoi fedelissi- 
mi Sudditi^aprendo in varie parti del Gran« 
ducato degli Spedali , e adottar facendo tut- 
te quelle misure , che furono dettate dallo 

1 



162 

zelo ed intelligenza dei saggi Ministrl die 
Lo avvicinano* 

N^ laitcer<> di esprimere i piii alti sen^ 
timenti di stima per la parte migliore dei-« 
la Popola2ione di Livorno, la cui genero^ 
sita ed umaniik sonosi veramente distinte 
e con i mezzi grandiosi da essa som mini- 
strati J e con i^ opera zelanteche ha prestato 
« $occorrere i miserabili^ e tutte quelle pra* 
tiche eseguire^ che hanno incatenato il nia* 
le, ed affrettato il suo termine. 



Fine 9ELLA Partb Prima. 






^ % 



PARTE SECONDA. 



* ■* * . . 



i65 

« • • ••■•.« I 

CAP. I. 

Cirrn diretta delta Petecchia^ e di dhri Contagii 

e Considerazioni sulV Ossi^eno come 

etemento delta J^italita. 



K 



el to scritto antecedentemente da mef 
pubblicato io dissi e/ia t Ossigeno e il ve^ 
ro distruttore dai contagi ; e che introdot- 
to in (jualunque forma net corpo degli at-^ 
taccali , ne favoriice la 'guartgione • Questa 
e il momento d' illustrare coi fatti > e con le 
ragioni una sifFatta proposizione • „ 

Mentre adunque stabiiita si era di gi^; 
e generalmente adottata un'adeguata <:ura 
indiretta per il morbo petecchiale, e che io 
consigliava di non disturbare con inoppor^ 
tuni eccitanti , o con debilitanti soverchi Pine^ 
vitabil corso del male, con P idea di sittac^ 
carne ia causa considerata male a proposi^ 
to come una semplice debolezza, o stenia^ 
applicar volli al contagio petecchiale le stes^ 
se vedute ed esperienze , che con felice re- 
siiltamento io aveva gik fatte sopra diversi 
altri contagi, onde provare se riuscito fosse 
di stabilirne una cura diretta, che ne inve- " 
stisse la causa yera e mal 



t€6 

Giusta il principi^ sopra indicato io 
csposi alcuni ammalati di petecchia alia mag- 
gior possibile azione dell' ossig^pq si ester- 
nam^nte, che internamente applicato ; e per- 
ci6 non coolento di un aria pura e rinnuo- 
vata, e deil'uso sovente ripetuto dei suffu- 
migi acidi , io sottoposi i detti ammalati 
all' uso esterno ed interno dr sostanze ricche 
di detto elemento, valendomi , per un graa, 
niimero di essi^ diell'oper^ ,ed assistenza^del 
dotto ed esperto Ppofessore Sig. D. Gio van- 
netti. Medico curante negli Spedali di- qfue-^ 
sta Crttd^ e del valeate Chirurgo Sig. Giu- 
seppe LanAardi Infermi^r^ delk) Spedale 
delta Misericordia • Ed eccone il sucointo 
ragguaglio. 

Quanta indtvidui di diverse eth furono 

in varie epoche assoggettati alia cura di cui 

si parla*. Non stard per brevitk a ripeterpe 

i nomi, clie all'uopo trovansi gia notati nei 

miei particolari registri, ed in quelli pub- 

bliei di detto Spedale; nS a dettagliarne mi- 

nntamente le istorie , perche uniformi , e mar« 

c^rte^ d'al solito andamento del male, senza 

ai)it)m«1'te, e senza dubbiezz^, che furonq espres^ 

sameilte evitate •• In tut(i il niorbo petecchia- 

le era ben caratterizzato eon i siotomi che 

Io precedono e che raocompagaanop.e ve* . 



167 
tiivano da abitazioni eve la tnalattia erasi 
sviluppatai e manifestata ia diversi iadivi* 
dui. Varia era Pepcx^a del male: in pochi 
era esso nel priino stadio » e nel coinincia-* 
mento delta eruzione; nella maggior parte ^ 
aveva^ g^h fatto passaggio al secondo sta^7 
dio , e r esantema petecchiale ricuopriva la^ 
superficie del corpo: cosicch^ general mento 
la malattia fu attaccata dal terzo al setUeiK^ 
giorno^ a riserva di pochi che faron trattati 
nell* ultimo piii grave e pericoloso periodo: 
del male. 

La cura fa eseguita in alcuni con la 
hevanda nitrica, o con acidprnuriaticoipei^^F. 
ossigenato^ e con frizioni alle bracciaHeal* 
le gambe di pomata ossigenata di Aiyoa*{ 
Nella maggior parte con detta bevanda^. 9i 
con le frizioni di unguento mercuriale deila* 
meta fatte con due dranime di questo due., 
volte il giorno » egualmente alle braccia , a. 
alle gambe. In altri con I'uso interna del 
calomelanos dato epicraticamente fino' fc\ia\ 
dose di un denaro per giorno.. Ed a sei di 
detti ammalati piii fortemente attacoati.fu 
amministrato il muriato di mercurio Mpra«' 
ossigenato , a dosi refratte j da mezzo ' gra^t* 
do finoa due per giorno^ entro adunamn**. 
cillagine di gomm' arabica « Intanto ai [pn^' 



1^ 

tii^va nfelle catnere e nelle corsie d6llc^ S|ie-: 
dale 1a pill libera ventilaiione , e vi si ese^ 
guivano piii volte il giorno i sufFuiriigi di 
gas muriatico ossigenatodiGuilotiMorveau.. 
Oaesta cura estesamente ossigenante fu I'u- 
nka adoprata nei surreferiti individui^ se si 
^ettuino alcuni pochi nei quali o per so-, 
^ercbio trasporto ed invasione cerebrale fu* 
foHO precedeotemente applicate le sanguisu-; 
*he y o per imbarazzo. di stomaco , e d* in-, 
festini fu usato I'emetico e qualche lassati- 
vo: ma nella maggior parte nient'altro si 
amministro che i rimedj sopra descrittijed 
eccone il resultato . 

» i.« Tuttl i predetti individui ottennero 
nna perfetta guarigione ( ad eccezione di 
lino ch'era gia di troppo avanzato, e che 
dal moniento ; della invasione era rimasto 
^ppressb dal male) : resultato non ordinario 
^otto qualunque altro metodo curativp . 

• t.^Dopo il secondo giorno di tal cura 
tutti i sintomi della malattia cominciavano 
a tno^trarsi pill miti . II cangiamento che 
aiinuftziaVdno i polsi e la fisonomia del ma-? 
lato /conoacer tosto facev^^ al Medico osser- 
vatore^dieil niale era vinto. Di fatto si 
MnmatksimAsi febbfe, dimipuiva il tun^ul- 
to» 64 irritazione generate ^ ed il malato mo« 



stravasi piii tranquilla e piii iiare ^ V esan- 
tema petecdbiale incomiticjava da: scolorarst 
e deprioiersi, e qaiadi in pochi giornispa-* 
riva ; quasi mai accadeva il - passaggio alh 
ultimo stadio nervoso; i sintomi gastrici si 
dileguavano, ediveniva lietta e rosseggiaDtje 
la lingua seoza straordinarie evacuazioni Yen* 
trali^ la convalesoenza si decide va veirso il 
duodecimo giornb della malattia^e I'equili*- 
brio delle funzioni , e della salute ritornava 
gradatamente senza una crise apparente« . 

3.^ La cura mm*curtale proseguivasi sol- 
tanto fiao a che vedevansi dileguare le macf . 
chie petecchiaU . Essa fu da tutti facilmen*. 
te tollerata • In alcuni di loro spiegd la sa« 
livazione , ma senza disappunto o yariazio*. 
ne di effetto ; e rion lascid dietro dl se al^ 
cuna traccia di male. 

' 4'^ ^^^ confronto dell'.azione specifica ,di 
GUI si tratta , della pQmata ossigenata di Alyon,. 
della mercuriia]e,;del calomelanos ^ e del mu« 
riato di mercurio sopraossigenato , quest' ul- 
timo dimostr6 sempre. una maggior efficacia 
eprontezzadi effetto: e nell' uso interoQ dell' 
acido muriatico iperossigenato ^ e del nitri*^ 
CO, 11 primo merit6 la preferenza sull'altra. 

LVesito , generalmente felice. di qiiesto 
metodo di cura parmi che pooga fuori di 



170 

dobbio la convehlenza 4i erao^edhe, sefioflr 
vogliasi sofisticare con le idee di azionestw 
molante ocontrosfcimokote, dioiostri chia« 
rameote i.^ Che rossigenp attaccaodo diret'<< 
tamente e chimicaniecite il cofQtagio> o& so* 
speiide^ e poi ne distrugge gli* effetti morbo<- 
si • 2.« Che in conseguenza di ci6 i coskanti 
periodi e corbo della malattia veogono: iir-* 
terrotti e abbreviatr. 3.® Che dileguandosi i 
sintomi gastrici senz& manifeste evacuazio* 
ni^ e non facendosi it pasaaggio ai sintomi 
ubrvosi , 'o alia flogoai di altri Visderiy re- 
sta dimostrato chele^ alterazioiri dei dfetti 
organ i non possono- ^onsiderarsi come cau^ 
sa o com pi icanze della malattia, ma beDs\ 
come effetti di una semplice irradiazione 
morbosa, o di estensiohe di azioriedel con« 
tagio petecchiale . 4«^ Che anche quandb iron 
si volesse meco con venire sulla spiegazione 
del salutary eiFetto nella petecchia dei no--- 
minati rimed j, sark sempre vero il fattoda 
me stabilito^e meritevole dell* attenzione dei 
Medici osservator i (E) . 5.® E finalmente che 
dai sopraenunciati fatti si pu6 con fonda- 
mento dedurre,che applicando i detti rime« 
dj nei primi moment! in cui si maoifesta 
l^introduzione del contagio nel corpo lima- 
nb , si pud quasi con sicurezik^a sperare di ve^ 



derne troncati gli effetti nel l<Mro nascere; 
che trattandosi di coatagi che anco in po^ 
che ore distruggoDo sovente la vitai come 
la peste^e lafebbre gialla^ h al muriato so« 
praosgigenato di mercurio che in tali casi 
convieo dare la prefereiiza (i), almeno ia 
principio^ passando in aeguito alle frizioni 
mercuriaU fioche non siavi la sicurezza di 
aver vtnto intieramente il contagio: e che 
all*o«sigeno e oon al mercurio h dovuta la 
chknica azione della neutralizzazione dei 
QontHgi ^ giacch^ ottiensi lo stesso ftncora coq 
altre sostanze ossigenanti , con la differenza 
che gli ossidi mercuriali si decompongono 
pill facilmente degP acidi dagli uniori e dal- 
la fibra animale^ e che il mercurio h ua 
veicolo dell' ossigeno piii pronto, piii pene* 
trante, 6 piii fatto per portarlo n6l tempo 
stesso a molti puntidegV iriterni slstemi , nel 
torrente della circolazkme sanguigina , ed aU 



mtmm^m 



(i) Vegregio ProfB^ore Giuseppe ZuccfU ai^eagii 
immagmatoi questo metodo di cura nella peste in una di 
lui Operetta stampata in NapoU nel 1816. ctd tiiolo 
cc Pensiere suUa Peste te. Ne i tentativi fiuti con esi^ 
t0 sfavorevole dai Z). Sotira cm f unguento mermria* 
le sopra akuni appesta'i'in Alessmndria^ed al Cairo ^. 
mi senibrano sufficienti a distrvggere una tale indica^iono. 



*7^ 

la cute 5 i! the restera viepiii dimostrato dal 
seguito. V 

I rdjsfifltati Come sopra ottenuti soprala* 
petecchia e^Sendo conforqii a quelii cbe con- 
Segaito io" aveva ;di gia da lungo tempo' 
ill di akri contk^i post! : alia prova j mi 
Jtmiteri per ad^sso ad acceniiarli , ed a fer-^ 
ne una qualchfe generate applica^ione. 

E primiel^fnente^o ini lusingo di-aver 
potato stabil ire come' lin r verita dirnostra- 
ta chfr' I* ossigeriGi e il^pm certo e sicuro di^ 
Strut fore di iutti i contagi (F): ed e da 
«j6e$^to principio che fa* d' nopo partire per 
deternftinare le vfere regole sanitarie, e porre 
m pratica i raezzi piu • idonei » a curare le, 
Ai^iattie oontagiose ^ed impediriie la propa- 
. firazione^ Infatti io* mi.sono assicurato che 
ii coo^agio' deila febbre gialla^ queiio deile 
febbri di nave; deile career! , e degli speda- 
li , o sia del morbo petecchiale in geuere \ 
quello.del vajuolo, del vacciuo, il sifilitico^ 
e fino 1' idrofobico , banno perduta la lore 
specifica qiialitk, ed ogni attWitk raalefica e 
contagiosa' con semplicemente esporli (fuori 
del cprpQ.y all' a^ione dell' ossigeno . Lo stes- 
so^ accade del contagio pestilenziale . Sotto . 
qualunque forma' 1' ossigeno si porti a: con- 
taUo con esso, e si tenga pier qualche tem- 



y 



iy5 
po lesposto alia di lui azione, resta quelln 
assolutamente neutralizzato^ decomposto, e 
spogliato della mortifera sua attivita • Ecco 
perche V atmosfera non e conduttrice det^ 
la peste ( ne degli altri contagi specific! ) , 
donde Putilitk dei Lazzeretti (G). L' espe- 
rieoza aveva cid dimostrato anche agli Aa- 
tichi nostri, cosicche prima che si avessero 
delle nozioni esatte su questo vitale elemeoi-* 
to ^ e che la Ghimica ci avesse insegnato la 
nianiera di estrarlo purissimo da yarie so-; 
stanze, si sapeva perd che teoendo esposCe 
per un certo tempo le merci infette al con- 
tatto dell' aria atmosferica rinnuovata dalla 
venlilazione , esse cessavano di esser tali ^ e 
non avevasi piii a temere la comunicazione 
della peste. Forse anche I'acqua si decom- 
pone dal contagio , ed il di lei ossigeno si 
porta su di esso per neutral izzarlo ^ donde 
il vantaggio della abluzioni e lavande delle 
sostanze pestiferate : ma io non ho esperien- 
ze abbastanza ripetute per assicurarlo. Noi 
sappiamo perd che gli Europei in' Levante 
allorch^ , regnando la peste , sonosi ' quaran- 
tinati^ ricevono impunemente le gibrnaliete 
lor provvisioni dopo di averle passate per 
acqua: e Volney narra che i facchini pdrta^ 
tori di acqua in Cairo, che spno abitualmen^ 



174 

te bagnati daJle spalle in giii , vanno esen- 
ti daila pe$te. £l un fatto poi ben conosciuto 
da tutti gl' indigent e stranieri abitatori del 
BassO'Egitto , che ivi la peste diminuisce , e 
le materia infette perdono la loro contagio 
sitk, quando la rugiada iqcomincia a cader-« 
TI in abbondanza : ed ognun sa che la ra« 
giada e per lo scoloramento ch' essa inda« 
ce nei corpi sut jquali cade, e per I'azione 
^ua sQpra i metaili, essere non pu6 che ua 
acqua . ossigenatissima • 

L'affinitk del solido vivo e degli umo 
ri animaii muccosi e albuminosi per 1' os- 
6igeno ^ da tutti conosciuta. Esponete ai 
contatto di esso la polpa cerebrale^, e lave- 
drete in momenti impregnarsene fino ai pun<* 
to di consolidarsi - tin muscolo di unani* 
male vivente nudato delle sue esterne mem- 
brane, e posto cosi al contatto del gas ossi- 
geno, lo attrae avidamente , diviene di un 
rosso intenso, ed acquista una squisita i irri* 
tabilitk e sensibilitk : e ponendolo all' opposto 
a contatto del gas azoto o carbonico, si fa 
di un ibsco colore e si ammortisce la sua 
aensibilitk «- Osservd Spallanzaoi che i ver^*. 
mi, gl'insetti, gli anfibj^ ed altri animaii 
^ continiiano anco subito dopo la loro morte^ . 
Q iotierl q divisi in parti separate \ ad as- 



Sorbir Possigeno delParia m cui siano iiii'* 
mersi -Tutti g!i umori animali posti a contat* 
to del tnedesimo lo assorbono e^i cotidecisano • 
La deGomposizionc; dell' acido nitrico alalia fi- 
brina del sangue ,che s' impadroniscedelt o&su 
geno,e lascia libero I'azota: la conversione 
operata da Bertollet del sublimate corfosivo 
in mercurio dolce con I'unione di quelload 
una sostaiiza animale: le fecce tinte di ne*-: 
ro negli individui a cuisiamrainistrano gU 
ossidi di ferro , per una disossigenazione dei 
medesimi seguita nel ventricolo e nel tubo 
intestinale : i globuli di mercurio fluente tto^ 
vati nelle cellule ossee delle persone che ave- 
vano fatto grand' uso degli ossidi mercuria- 
li: I'dzione del nitrato di argento, e di al^ 
tri ossidi metallici suUa fibra vivente: e fi** 
nalmente la conversione dell' icore caustiqo 
in una marcia blanda e plastica per mezzo 
della ossidazione con le varie calci metalii-* 
che , sono altrettante prove della sopra enun* 
ciata affinita ^ tl per 4uesto medesimo prin- 
tJipio che i'esperienze di Orfila ban trovato 
nel chiaro dell' novo il migliore e piii sicu«- 
ro contravveleno -del .sublimato coi:rosiyo e 
di tuiti i composti mercuriali^ non meno 
che del yerderame^ e di tutti gli altri ossi* 
di di questo metallo. ' 



176 

Vi 6 tiilto i! fondamento per credere 
che i contagi avendo per base , o essendo 
disciolti in ua tenuissimo mucco animale 
(che pill facilmente aderisce e si attacca a 
certi corpi, che ad altri^ e piii facilmente 
evoia e si separa da questi, che da quelli^ 
donde la suscettibilita maggiore, o minore, 
o nulla delle diverse $ostauze),la loro affi*- 
nita per 1* ossigeno , e il d^ lui assorbimen- 
to dail'aria atmosferica,e dalle sostanze che 
ne contengono, sono della stessa natura, e 
conseguenza • Questa opinione sebbene ap- 
poggiata sia a molti fatti e ragioni general- 
men te conosciute ^ essendo pur nonostante 
da valenti Scrittori contrarletta ^ o variamen- 
te spiegata, ho creduto opportuno convali- 
darla con alcune sperienze , delle quali ^ co- 
me dis$i, ip non esporro per adesso che i 
^emplici resultati (1). In tubi di vetro ripieni di 



(t) Occupato attualmente di vna ^erie di esperieri' 

z^ analoghe alle qui esppste , onde illustrare e conjerr 

mar sempre piii questa doUrina su i contagi ^ e stabili^ 

re dei metodi sicuri di disinfezione nelle pratiche sa* 

nitarie dei Lazzeretti » io mi sono prefisso di pubhli* 

-carle' in seguito con i piii minuti dettagli 9 e con la 

.prpcisa descrizione dei mezzi e degli apparecchi'dame 

, adoprati per eseguirle , ^ 



aria atmosferica , di gas ossigeno puro , e di 
gas acido mariatico sopra^ossigeaato io rac- 
chiusi ii pus yarioloso , il vaccinico , : iJ go-« 
norroioo , quello sgorgata da uo babone ve* 
nereo , e la saliva presa da un cane : attao- 
cato da rabbia o idrofobia , di cui p^KEd 
una diligente ed esatta osservazione CQiiObcer 
mi fec€^che dessi coDsumarono io varioteiOr 
po P ossigeno deli' aria atmosferica ^ ed f/LSr 
sorbirono rapidamente una .[x>rzibne degli 
altri due gas^ acquistarono un grado iBiagr 
giore di denslta^ ed in simil guisa ^ssidati 
perderono affatto lo loro qualita ^pecilica e 
la loro contagiosita ^ esseodo stati posciainr 
vano ripetutambnte iuocuUti. Ma per giutit- 
gere a tal grada d* iriattivit^, piii iungo . 
teiiipo aibbisognd per quelli fra i detti uuiq- 
ri /^be tenni racc^tusi nei tubi ripieni di 
aria, atmosferica ; e conveooe questii . piii 
volte cangiare y. e andar misclaaOdo coQ 
essij onde 1- ossigeno separate ne fosse ^ 
ed assorbitb : mentte uo solo giorno di per^ 
mabenza dentro a^ puro gas osisigeno, e4 
al gas acido ixiuriatico sopra«ossigenato tsra 
sufficiente ad estinguerne intieraroente la 
forza contagiosa , purch^ eon T agitazione 
dei tubi proGurata venisse la loro perfetta 
miscela con qiielli. A tali^esperienze, e pc^ 

m 



remuoTere ogni dubbiezza € contram iiv* 
ferpretazbne, aggiunger volli Taltra di di* 
kiire^ e mescdkre i pred^ti umori conta-> 
giosi con V aoqua ossigenata a saturitk , giu-* 
ata il metodo di M» Thenard, e col meszo 
della oMnpreMione , dopo di averla spoglia^ 
ta ccfti i' ebuUizione deiP aria cbe conteoe^ 
ra: e ne otfenoi con maggior soUecitudine 
e facilitk il medesimo resultato. 

Ed invero inattivi rimasero sempre, ed 
B qualunque prova^ V uinor variolosa, il 
vaccino , il «ifiIitico ^ e i' idrofobico in simil 
guisa oasidati. £ rapporto a quest' ultinK)., 
Bvendo to conservata intatta una porzioqe 
di quelPistessa saliva versata dai cane ar» 
rabbiato ^ ch' esposta io aveva come sopra 
alia ossidazione^ ed inserite quindi Puna e 
1' altra in diversi cani con una ferita fatta 
ioro sotto il ventre, e sotto la lingua, nel^ 
Jo spazio di non piii di sette giomi , ed in 
aknini dopo quarantott' ore, si manifestd 1' 
idft)fobia in quelli ai quali inserito aveva la 
saliva intatta^ e non sviluppossi in alcu- 
no degli altri ai quali inoculai la sali- 
va ossidata ^ tenuti avendoli per qualche 
mese in atato di yigilanza «- In contropro- 
ira di tali esperienze , i medesimi umori 
coptegioai porti e oonservati per assai piii 



179 

longo tempo in tubi ripii^ni di gas idroge« 
nO| e di azoto , e con essi agitati sovente 
e mischiati , non prodiissero cangiamentb 
alcuno in dette arie^ ed inocnlati eccitaro- 
•no i respetti%^i specifici malori - Anco Har- 
rison mesookndo coil I'ossidd di mercuric 
gommodo la materia di un aloera sifilitica, 
ne rese innocuo I'innesto^ men^tre la pura 
materia preaa dall' aloera medesima prodns- 
86 ulceri ed altri siatomi venerei • £ Crui* 
ckshank!, Vah^Voeasiebeo , ed altri resero 
4nefficace Pinoesto del pus yarioloso mesco* 
landolo con 1' acido muriatico iperossigena^ 
-to, e con I'uuguento mercuriale* Tali rep- 
sultati di esperienze proprie ed altrui sono 
certamente una prova di qtianto ho asseri<- 
to. E rapporto laU'attivJtk dril'ossigenoper 
la estinzione dei contegi della febbre giai-* 
la , e della petecchia ^ le osservazioni ed a 
fatti gik esposti mi sembrano abbai^anza 
dimostrativi . , . , 

Questa veritk , che il tempo andrk yie^ 
pill confermando , aark sempre la prima ba- 
se delle regole e precaiizioni .sanita:ie* Tut^ 
te le altre misure di fumigaaiobi aroimati)* 
•che> e di aecensione di fiiocbi ( .senon fos« 
; se per promuovere una corrente o niovi^ 
mento ove I'aria ristagni ) noa solamente 



I 



180 

sono inutili affatto, ed lAragionevoIi , ma 
ancora nocive , perch^ consumano quel vi- 
tale elemento, ch'e il vero antidote e di«- 
struttor dei contagi . In conseguenza di che 
la moderna Chitoica avendo dimostrato 
che varie sostanze sottoposte a certi metodt 
somministrano dell' ossigeno ^ si e tratto da 
ei6 partito onde accrescere i mezzi di disio- 
fezione. Gli acidi tutti, e partipolarmeote 
il nitrico, il solforico, I'acetico, il citrico, 
il muriatico ( o idro-clorico ) ed il muria- 
tico iper^fossigenato ( .0 cloricx) ) ne contea- 
-gono molto, e piii o meno facilmcnte sepa- 
rabile dalla loro base (H). Equestoelemen- 
♦to appunto che rende commendabili le fu- 
migazioni nitriche , e le sulfuriche ^ ma 
apecialmente di gas acido muriatico ossig^ 
natp , o Gloro ^ di Guiton Morveau , che io 
pi^erisca a tutte le altre (I) . 
^ Premessi quest i principj papmi che co- 
nosciuti siano i mezzi piii effidaci per *dH 
-sibfettare le sostaoize ed i luoghi contagiati 
(K)* E se he pu6 altres\ dedurre come una 
conseguenza naturale che T esposizione degli 
*ammalati.di contagio ad' un aria pura e 
-oohtinaamente rinnciovata, e le fumigazio*^ 
-tii 8opraccdnnate>nelle loro camere al grade 
.di non offendererla respiirazionej sono le 



t8i 
pill sicure cautele onde minorare il perico-- 
lo della cahtagiosita per gli assistenti-, di« 
minuire la violenza del male jiegli attacca- 
ti ; e 4^struggere nel luogo della sua forma-* 
zioi>^il contagio medesimo. Con profumi 
di nitro , e zolfo estiase Samoilovitz nel 
1777 il fomite della peste in Mosca. Delle 
fumigazioni sulfuriche si servi Russel coa 
vantaggio neUtt peste di Aleppo. Dei suffq.- 
migi di Guiton Morveau io sperimentai la 
maggior efficacia i^lla febbre gialla del i8o4* 
in veruna Caisa ov'essi furono adoprati si 
riprodusse giammai la maiattia^ ed i me-> 
desimi sufFumigi pih volte ripetuti in tutte 
le parti interne dei Bastimedti in contuma<« 
cia infetti di detiio contagio ^ o di quello del-* 
la peste, un solo esempio id non ho che non 
lo abfaittBQ campletamente estinto. Smith 
purified con i vapori nitrici Vascellij Pri- 
gioni , e Spedali contagiati dal tifo peteo 
chiale , e libero le persone sane* dal pericolo 
di contrarlo (L)« Negli annali della Societk 
di medicina pratlca di Montpellier vien ri- 
ferito che i sufFumigi nitrici furono sperl-* 
inentati utili contro i morbilli maligni epi* 
demicamente dominanti in quella Citta^ e 
contro le iilceri gangrenosa delle fauci che 
gli accompagoavaao. Batt gli adoprd con 



l82 

vantaggio nellaepidemiadiGenovadel 180D4 
Michele Gabanellas nell' ultima febbre gialla 
di Cartagena. ISigg. GeofFroyyeNystennel- 
le febbri contagiose del 1809. in Baiona.Ed 
i Professbri Inglesi nell' ultima pestedi Mair 
ta. Ma grandissimo h il niimero di Medici 
distiati e degni di fede che attestano della 
efBcacia delle fumigazioni acide ed ossige*? 
nanti in genere per la neutralizzazione dei 
miasmi contagiosi, onde non potersi dare 
alcun peso alia opinione contraria di pochi , 
e ad un piccol numero di fatti negativiche 
nulla concludono a fronte deitanti positivi^ 
e delle decisive esperienze di Smith, Mor- 
veau, Arejula , Harles , Le Roux ed altri . Gi6 
che 10 posso asserire si h che nella nostra 
malattia petecchiale , in quelle camere ove, 
dopo tolto il malato, furono da noi fatti 
eseguire i convenienti espurghi e sufiumigi , 
un solo esempio non abbiaLuo che i sani 
rientrandovi vi abbiano preso il male: e 
solo il muratore, di cui ho parlato in ad«» 
dietro, trov6 il contagio in una stanza che 
rimase serrata per il corso di due mesisen- 
za avervi eseguite le solite fumigazioni di<-^ 
sinfettanti. 

Dimostrata pertanto la veritk delPas- 
serto I che 1- ossigeno rende inerte Ja 



i83 
del cohtagio e Pailnichila, parmi cbe alia 
pratica abilitk di tal fatto sia lodifFerente la 
spiegazione di esse: se, per es. , succeda que^ 
6ix> per la decomposizioae della materia vo«f 
latile anitnale in cui i'elemento contagioso 
risieda^ o se i contagi riguardar si debbano 
come sostanze combustibili , giusta ropinio« 
ne di Morveau; a se la loro combinazione 
con Possigeno dipenda da una particolare 
affinitk ^ per cui abbia luogo una perfett^ 
neutralizzazione fra loro. 

Che se fuori del corpo umano lapeste^ 
la petecchia ^ e gU altri contagi animaii so* 
no senza alcun dubbioneutralizzati, decomr 
posti/e resi innocui dall'ossigena, questp 
stesso benefico elemento introdotto con <]ual^ 
8ivog1ia mezzo nel corpo dei contagiaticooi* 
pera al certo alia loro guarigione, agendo 
chimicamente sul virus contagioso prima che 
desso abbia prodotto un fatal disequiliinrioed 
alterazione nelle fanzioni organicbe e vitali^ 
opponendosi all' assimilaziope ad esso dei flui« 
di animaii ^ ed aumentando nella fibra la 
reaziohe contro gli effetti di questi mortife^ 
ri veleni • Impwooch^ io penso che t ^sige^ 
no e f elemento della vitality, e cheiconUh 
ffi la estmguoao : h naturale pertanto che 1 
due contivj m di8tniggano« 



i84 

\ In prova di quanto sopra inoiti fatti 
saranno da me dettagliatamente esposti ^ki 
tin Trattato di Medicina Teopico-pratica , che 
Succedera a questo lavoro. Intanto mi conten-* 
terd qui di accennarne alcuni resultati • Ho aiy 
t*estatoneI primo stadio il corso delia febbre 
gialla e dei tifi petecchiali con delle larghe bibn 
te di acqua acid ulata con acido muriatico iper^* 
ossigenato, o acido clorico, e coi nitrico^ e 
ton V uso interno del calomelanos; e del mu-- 
riato di potassa ossigenato^ senzaverunal* 
tro rimed io - Ho ottenuto dei notabili van- 
taggi nelfe febbri adinamicbe, ove la mac* 
i^hina accennava la disposizione alia putri* 
Ida dissoluzione , dalla immersione dei mala- 
li in un bajino tepido di acqua pura (M) 
mista all' acido clorico - Con questi bagni 
ho vinta in breve tempo la rogna e le piii 
bstinate impetigini - Come pure ne ho ot* 
teuuti degli efFetti prodigiosi nello scorbuto 
di maree nella lue venerea , in conferma dell' 
esperienze di Alyon , Des-Genettes, ed altri 
- AUorche il contagio oeltico, essehdosi fat- 
to strada ad attaccare tutti i sistemi orga- 
liici, minaccia direttamente la vita ^ mi so- 
no asstcurato -che il piii pronto, e miglior 
conduttore dell' ossigeno ^ il ' muriato sopra- 
ossigenato di mercurio , che in dosi (piopo-* 



• 185 

Iisshue produce quell' efFettoche ottener non 
si :pii6 con dosi esuberariti del solito un-: 
goento mercuriale. Non h dunque il iner-» 
curio, ma e la sostanza che seco ei condu- 
ce, e i*he abbandona al sangueealk libra, il 
distruttor dei veleno ; ed invero 1' ossido d'oro 
produce un eguale efFetto : e Doraenico Gi- 
rillo spennriento e cunfermd con una seri^ 
di fatti decisivi nella estesa ed iilunninata 
sua pratica Tutilitk degli acidi nel(e oistina<r 
te veneree afFezioni , dicendo » che "tutti glj 
>3 altri ajuti debbono considerarsi inerti in 
>3 paragone della efficacia dell'acido vegeta- 
53 bile, a cui bisogna dare il npme di me- 
D> dicamento specifico per la, guarigionedel- 
» le piaghe veneree ec.(i) »• Inconseguen- 
za . di ci6 io non, vado d'accordo con quei 
Medici che a preparazioni mercuriali poco 
essidate danno la preferenza nella cura <Jel- 
la lue.vho molti fatti di peffette guarlgid- 
ni di malattie veneree ottenute con I' uso di 
varie sostanze ossigenanti sen^a ungranodi 
mercurio - Ho conferraato I'utilitk grand is-* 
aima di tener gli ammalati di febbre giaila 



(lyOsservaz, praL iniorno aUe Malatfie Ventres 



186 
toposti giOTiio e notte atla ventilazione di 
aria marina continaamente rinnum^ata: e 
inetitre ill camere ristrette e noa aei^nte 
nell' interno delta Cittk ne p^va sopraPot^ 
tanta per cento , e dif£>odevasi il €ontegio 
ancbe a distanssa datl'ammalato, nello Spe-» 
dale espressamente formate in riVa al man 
re y tenuti come sopra , e trattati in conform 
mitk delPesposte indicdzioni , io ebbi la co»« 
solazione di vedeme guarire piii dei dae 
terzi , come rilerasi dalle Tavole allora da 
me pubblicate (i)^ e di non veder comuni* 
carsi la malattia che a pochissimi di quelli 
che loro stavan d' appresso - Ho trovato egi2al<- 
mente^ e per lo stesso principb » vantaggiose 
nei predetti casi di malattie di contagio le 
frizioni esterne dell' unguento mercuriale ,di 
quelle del Girillo alle piantedei (»edi,e del- 
la semplice pbmata ossigenata -Gongiistes* 
si mezzi estemi ed interni ho corretto la 
eonfluenza e malignitk del vajuolo arabo* 
Quando il contagio comiocia a portarsraila 
cute ed a formarvi i primi element! deUe 
pu5tole , si distrugge sul posto e s' impedi-i 



(0 Osservaz. mtd. sutla malaUia Jhiriie domi^ 
yiante in Livomo: Liv. i8o4« 



KB V ulterior fonnaeione delle IxMe ^ ed il pro-^ 
gres$6 delta eraziotle ( senza il ikiiaiinoa^^ 
gravamento della malattia universale ) con 
le predette lirlzioni di poraata ixierDoriale ^ 
e d'Alybn. II Dot Lapi Medico Romano 
ayeva gik nel decorso secolo sperimentato e 
pubblieato lo stesso , sensa ccmoscere il ve-^ 
ro prineipip di tale azione^ch'egli attribui-* 
va falsamente al mercurio • Del yaccino ino* 
culato in ambe le braccia bo potuto eguai- 
mente arrestar lo sviluppo a volontk in qael 
lato sal quale io adoprava delle frizioni an* 
CO di sempliee pomata ossigenata allorehe i 
ptinfi inoculati davano i segni ddl' inco^ 
minciar dell'azione apecifica del contagio^ 
come re^ta dalle mie esperieoze (i). Ed 
invero inoculai secondo il .soKto metodo con 
quattro diverse puntune nelle bracdk con 
ago infetto di fresca vaccina varii individni 
di Sana costituzione • Dopo il terzo giomoi 
quando le punture incominciarono a mo^ 
atrare i primi segni dMnfiammaztone> ip fe^ 
ei in alcuni di essi sopra uno dei detti pun^ 
ti una leggiera unzione con ungdento nier^ 



•m 



(i) Memoria sopra P inoculazione Jetla Fucdnti 
M Toicana. Fir&nzm 180 1« 



i83 

curiale^ e sopra un alfiro coii porkiata ossi- 
geoata d* Atyon : e le altre due puntiire re- 
atarono intatte al ioro corso ordinario . la 
a ltd poi aspettai ad eseguirle Ira it sesto •& 
>ettiino giorno quando i punti dell' in6cula-> 
zione noQ solamente erano infiammati, ma 
avevano idncora darezza e rialzamento dei 
Ioro bordi, ed in conseguenza un prihcipio 
di pustola • Ripetei piu volte per due o tre 
giorni le dette unzioni^ ed il resultato fu 
che nei primi dei detti individui spar^dopo 
di esse la leggiera flogosi incominciata-, tal- 
che dopo doe giorni non vi riroasero ap- 
pena i segni delta eseguita operazione. Ne- 
gli altri poi dove Pinfiammazione era piii 
avanzata , e gik cominciata la formazione 
della Tescichetta, io alcuni si dilegud . P ele- 
vazione delta puntura^ e la ro^seggiante 
areola all'intorno di essaj ed in quelli ove 
la pustola era gik formata seguit6 il suo 
corso, ma fu meno infiammata, meno tur« 
gida, e piii piceola del solito. In tuttt i deN 
ti individui quelle punture^ che furon lascia- 
te a se stesse senza eseguirvi alcuna frizio- 
ne, infiammarono di piii in piii^ si elevaro- 
HD in pustole vessicolari , e percorsero senza 
alcun cangiamento i soliti stadj della vera 
vaccina . Se duuque T unguento mercuriale 



»89 

le quelle di Alyon hanno prodotto lo stesfeo 
effetto, resta dimostrato clie non il mercu- 
rio, ma il solo ossigeao estingue affatto L' 
azione del contagio vaccinico nel suo prin«* 
cipio^ e ne arresta i progress! enedimiriui- 
see la forza quando la sua azione. locale h<ft 
gia incominciato il procesto assimilativo e 
-la pustola,' come dissi accadere nel* vajuolo 
arabo . E ohe Possigeno agisca in ei6 chi-» 
micamente suUa materia contagiosa^ e noi^ 
co^e uno stimolo piU' • forte cbe • annuUi 
I'efFetfco dell'altro , .vien provato dalVosser* 
varsi die neli' applitazipne Idi questa sostao- 
za noii abbiamo gta aumento di azione, co^ 
me seguirebbe neli' ultima ipotesi^ ma si ha 
piuttosto unacessazione gradiiata e totate 
delP azione g\k incodiinciata del. contagio . ^ 
. I fatti fin qui accentiati sono unifbrmi 
ad infiniti altri riferiti dai piii distinti Me«- 
dJQi • [£ per ckarne alcucii , Cotunnio ( li) 
comnienda moltissimo I'uso interno degl'OS^ 
sidi mercuriali nel vajjuolov, e dice di aver^ 
ne bttenuti sempre i migliori e pHi sensibi^- 
• li effetti non tantd peril minor humero delle 
pustole , 4uanto ancora per la maggior doU 



(i) De Sedib, Fariol. p. Si. 



I go 
eesza e beiiignitk dei vdeao che le rieinpie, 
avendo sempre impedito oon quet^to. I'eFo-* 
aioue del fondo delle pustole medesime^ ii 
che coiiferiiia la mia teoria ^ > Garmicbael 
Smith &L i maggiori elogi deli' uao dell' act^ 
do solforioo Qdla cura del tifi peteochiali *, e 
Reil dioa di aver coo quesix> ricbiaxnato al- 
ia vita del tifici agooizKanti - II Dot. Ger- 
n narra di.averne guarili nun pochi e dei 
pitfe; gravi con i 'bagai solforati -* II D. Licb- 
lieo^in viDse <x»l mercuric dolce an tifo p&* 
^scehiale coo disseateria , che negl' aiuii 1804- 
•i>8o5 afflisK le Trupjpe CNaodesi.Bi Capo di 
iBtioBa 'Speranoa^ e ch' era stato refrattario 
Bid ogn'altro rimedio (i) ^ La Funt-Gouzi 
fieferisca moke guarigioni ottenute iegaalmeoh 
te iCol calomeianos di febbri p^tecchiali: ri- 
Jbelli agii ^ evacuaoti » agli aQtiflogistici , ed 
-agli eecitenti (2) ^' Un Autore Anonimo di 
UQ' Operetta pubblicata a Parigi nel 1776 
€ol titolo M Des moyeiis de oooserver la san^ 
t& aux Aatilles , ou Qimats cbauds et hu- 
niides de I'Amerique 31 pariando della feb- 
Jbre itialla si esDiiiKie : n Gette malaidie aui 



(i) Bibl. Med. ec. Paris T. XXIF* 
(a) Bihl. Med. pr^d. T.JC^.. 



*9» 
M etoit oontag:iease , fut d'abord traitee pav 

M d'aboadantes saign^s, inais saas succ^s: 

a> on fut plus heureux moyennaot Tusage 

» interieur des acides, et leur applicatioQ 

u exterieure »^ -- II Dot. Warroa trattando 

della stessa malattia dichiara (i)^^ ^o cre^ 

1) do ( e questa e 1' unirersale opiaioae d^ 

M Medici io Boston ) che il piii efflcaoe rn 

u medio, ed il solo su cuisi possa >cootaf- 

u re Delia cura della febbre gialla,«ono ^M 

?y ossidi mercuriali. Egli e certo che^ per quao* 

M to ho potuto osservare^, sotto.verunaltro 

» metodo di cura mai .si ^ otteauto un mag« 

n gior numero di guarigioni. II caloiQela* 

» nos si continuava spesso in tutto il corr 

a> so della febbre^ e ordinariacneatQ: nel ter- 

:» zo o quarto gioroo <^Qppariva il ptiali?- 

9> srao^ sebbene qualche volta le glandule 

3> salivari.non erano attaccate neppur dopo 

^ 1' introduzione di dugento grani di detto 

i» rimedio amministrato pella dose di un 

-» graoo pe£ ora. In proporzione che lasar 

•3i> iivazione avanzava, i sintomi oervosi uoi* 

.» versalmente sparivano^ ed in ogai puzien* 

-i> te^ due soli ^eccettuati , cpiesto effetto del 



(i) TytUr pag. 5oX 



» rimed 10 fa un sicuro preSRgio di gxiari-*- 
i> gione ». - li D. Chisholtn chiama il ca- 
lomelanos rimedio infaihdile nella cura delta 
febbre gialta^ e dice che nelMsola di Grena- 
da 1' anno 1794 con qo^sto solo medicaoiento 
ei saJvd tutti gl*iridi\idui alia sua cura af- 
ifidati — II Sig. BrathvWiitei del CoUegio R. 
Ghirurgico di JLondra ha trovato »che Tu-^ 
» so.interno. dell'acido muriatiooiperossige-^ 
^ nato neila scarlattiha e per essa unospe- 
"» ci|ico,.qual 6 il mercurio per la sifiiiide, 
sy e la china per le febbri intfermjttenti: ii 
'» contagio morbillotso -h' pur distrutto dall* 
V azione chimica di qae^t'acido^ e nel teia-* 
» po stesso reata rinvigorito il principio di 
•» vita » *■ II 1>; E^tribaud lo ha adoprato 
Titi I mei>te • nel le febbri adina mi co*-atassiche -z 
% nelle malattie di deciso .carat tere ipoateui^ 
^co io h^nno usato con vantaggib i Sigg« 
*Durr di Pt^gan , Zugenbuhler di Glerus, 
Rapp di Londra , Rossi di Turino, e nel- 
-la Glinioa di Pad ova - O-Clttzd ha tro- 
*vatb utilissitne le abluzioni con acqua uni^ 
-ta alP acido mui^iatico iperossfgenato per 
guarire la* scabbia anco inveterata ; co- 
me Alyon trovd utile I'unguento citrino, 
la pomata ossigenata , ed il linimento di 
ossido nero di mangaoese. -^ Le nue.^espe* 






*9' 
rienze superiormehte riferite sul contagio 

idrofobico, e quelle posteriori del Brugnat"- 
telli mi ban persuaso che nelle mdrsicature 
di animaii venefici ^ e special men te del ca- 
ne arrabbiato, riesce di somma efficadaper 
prevenirne le conseguenze I'uso interoo de- 
gli ossrdi mercuriaii, e 1' affusibne sulia fe- 
rita di acido nitrico e di acido clorico. Glu- 
zel c^informa di averlo amministrato emco^ 
ra internamente a diverse persone traspor'- 
tate nello Spedale di Bordeaux dope di es- 
sere state morsicate da un lupo arrabbiato , 
e furono salvate (N). E I'ilJustre, e dotti3- 
simo Sig. Cav. Brera ricdnobbe egli puredi 
somma efficacia oeli' incominciar deli' idro- 
fobia V use degli ossidi mercuriali uniti aJi' 
atropa belladonna (i). 

Finalmente ho tutto il fondamento per 
credere che gli stessi rimedj esternamente e 
internamente adoprati nella peste bubonica 
producono i medesimi salutari effetti. Tra 
1 fatti che addurre io potrei di attaccati di 
peste da me osservati e trattati in questo 
Lazzeretto , merita di essere descritto ii ae« 



(0 Memoria, detta Soc. lial. dalle Scienze Tom. 



194* 

gOeiite : un tal Fiorenzo Giorgio <li Anco- 

Da ) marinaro sulla Bombarda la Fortuna , 

qui giunta da Al^saodria Del :Luglio del 

1^169 trovavasi ammakto di peste fine da 

otto giorni^ essendone gia perUo aicun al- 

tro per mare • Un grosso bubone erasl 

formato^ all' inguiae destro nella 8ustanza 

delle glandule , che giunto al grado piii 

avanzato di suppurazione, da per se stesso 

8i apn,.e vers6 una prodigiosa qnantkk d^ 

icore sanguinolento : il vuoto di questo tu* 

more conteneva facilmente un grosso novo 

di picoione: la sua interna superficie era dl 

colore Uvidastro . L' indiyiduo^ che n^l pri- 

mo attacco del male aveva sofFerto un vio- 

lentissimo dolore di. testa , vomiti. irrilativi 

per tre giorni con febbre ardentissima , de- 

lirio permanente, e prostrazione somoia di 

fcTze (come dai di lui Gompagni io ne fui. 

esattamente informato), mostrd di risorger 

quasi dalla mortcf nel quarto giorno al com- 

parir del bubone pestifero^ e nel momento 

che 10 lo vidi trovavasi a'quanto alleggeri- 

to dal male , ma sempre abjbattuto, febbrn 

citante, con la cute spa rsa di vibici, quasi 

demente^ e d' una fisonomia sparuta e ca-- 

daverica. lo oe intrapresi la cura in con-^ 

formitk dei principj superiormente stabiliti^ 



prescrivendogli iznicament6 V uso interno ge- 
neroso dell' acido nitrico, e le frizioni di un* 
guento mercuriale intorno al bubone e nella 
coscia corrispondente in, dose di dae drtttn- 
me mattina e sera. Fu mirabile il caogia- 
mento che si presehto rapidamente in que— 
sto individuo . La superficie interna del bu- 
bone divenne in pochi giorni di colore ros-. 
seggiante,e incomincid ad rncarnarsi: la mar- 
cia che ne sgorgava divenne ptii bianca e 
pill densa^e and6 gradatarnente sceniando: 
oessd la febbre: comincid I'appetito: si ria- 
nimarono le forze: e raramalato pote di- 
stendere facilmente la. gamba corrispondei^*' 
te al bubone ( che fin' allora .era stata do'*^ 
lorosamente contratta ), sostenersi, muo- 
versi J e mostrare una fisonomia piii natu- 
rale, col perfetto ritorno delle facoltk della. 
mente^ che vedeva oome in sogno la pas- 
sata malattia • Cosicch^ neHo spazio di ven«* 
ti giorni dal principio del morbo la vitalita 
fu restaurata^ e in trentacinque giorni por- 
tato il bubone alia total cicatrice, e dile- 
guata nell' individuo ogni apparenza di male. 
Dimostrato avendochel'ossigeno^ pure 
il distrut tor della peste, spiegheremo facil- 
mente come gli Arabi Beduini- non siano 
mai attat^cati da quella , bench^ incaiitamea« 



te \i si espongatio , e vestino i pft^nbL dei 
morti di tal malattia : noD abitando esisi ch« 
,ae o capanne, ma viverido erranti all' aria 
libera e aperta , il seminio pestifero resta da 
questa distrutto prima xhe possa in lero 
produrre I'azione sua micidiale . Per lo stes- 
so prificipio troveremo assai ragionevole che 
i Medici Arabi', al riferir di Mead , inse* 
gnassero che per garantirsi dalia peste 1' 
unico mezzo era il cibarsi di frutti acidic 
come i pomi granati, gli aranci, e i limo*- 
ni: e Gi6 che narra Verdoni parlando degli 
abitanti di Smirne, ciob che i Greci i qusi*- 
li durante la quaresima d'altro nonsi cib«i« 
noche di vegetablli, ben di rado sono daU 
la peste assaliti , mentre il contagio fa stra- 
ge degl'altri che si cibano di carni : come 
appunto Rush ha osservato che la dietave- 
getabile e le bevande acquose riescono di si* 
euro presidio ond^ evi tare la febbre gialla (O)* 
Raccogliendo pertanto i resultamenti non 
solo della mia pratica particolare , ma an* 
cora di quelia assai plk valutabile dei piii 
valenti clinici ^ e in special modo di quei 
che si sono trovati hel caso di combattere 
da vicino le piii terribili malattie contagio** 
se, sembrami che senza prevenzione o spi* 
rito di sistema concluder si possa , che mea«* 



Ire incerto ed tneflibace h riuscito ogu* ailtro 
xnetodo curativo, si riuniscono tutti a con-i 
fermare I'utditk decisamente ottenuta dall' 
uso degi'ossidiinercuriati^ degl' acid i, o dell' 
os^igeno in genere: cosicch^ , se io non va^ 
do ben lungi dal vero, parmi.di avere con 
la ragione a con Pesperienza inn^lzato at 
di sopra di una semplice congettuira V opi-« 
nione che Possrgeno, per un'azione chiinl-p 
ca ch' essb esercita tan to dentro che iuori 
del corpo umano sopra tutti i contagi, ^ il 
yero e sicuro antidoto e distruttore del me- 
deisimi. • 

C A P. 11 
» 
Considerazioni sopra tossigeno come eJ^mento 

della Vitality • 

v^uanto h stato fin qu\ rimarcato sulla. 
speciale affinitk' di tutte le sostanze animali 
per V ossigeno y e sulla proprietk del mede^ 
simo di neutralizzare ed estinguere i prin« 
cipj contagiosi, mi porta naturalmente ad 
esporre alcune mie idee sopra il Principio 
di^ vita* . 

. L' ossigeno » base delt aJr^a respirabile ». 
dell' acqua ^ degl' acidi , e di molti altri corpi- 
della natura , in visibile per . Testrema sua 



'98 
solOgWeztSL , ma ponderabile e ben manifesto 
per i suoi moltiplici efFetti,^ 11 piii attivo ^ 
il pill .mirabiie degli elementi ^ da cut i piii 
grandi fenomeni dell' universo sono prodot* 
ti , ftd I quali i principali aono la combustio- 
ne del corpi, e la respirazione degli anima- 
li. Sospendasi per un'istantesuUa terra 1' in- 
fluenza di questa eterea sostanza^, e spenta 
rimane la natura organica e vivente. 

Or dunque io penso che, da to un es« 
sere formato di tal miscela ed organizzazio*- 
ne di parti similari, che oltre ie forze fisi- 
che proprie di tutta la materia bruta , atto 
lo rend a no ad ejseguire delle particolari af- 
finitk e movimenti , che col nome distinguon- 
^i di forze vitali ( e tali sono tutti gli es*- 
seri animali e vegetabili .) ^ I'unione ed ag« 
gregazione deH'ossigeno alle molecole orga- 
niche delle quali h comp6sto,eil mezzo per 
cui questo essere pud, dietro P aziooe dei rie^ 
cessarj stimoli, ridurre ad atto I'esercizio di 
queste->affinitk , di queste forze, nelle quali 
consiste la vita. 

' . Quindi ne viene che 1' ossigeno e il prin«« 

cipio e la causa materiale della vitalitsi, od 

eccitabilitk (P) j per il che desso non e sol- 

^tanto proprio della fibra muscolare ( giu-* 

8ta le' idee di*Girtftnner,eFouircroy), madi 



'99 
ttttta la fibra organizzata capace di movi- 

mento e di vita • Ijnperocch^ io immagino, e 

il fatto ancor Io . dimostra , che^ ji'Dssigeno, 

Hon come prioeipio costituente, ma come 

un' atmosfera vitale, e con affinita di ag- 

gregazione, si unisce e circonda ie fibre tut^ 

te e ciascuna delle particelle organicbei le 

quali riguardar perci6 s\ debbono coaie la 

base o principio gravitante ed ioerte ^ e per 

r aggiunta ed aggregazione di detto elemen- 

to acquistaoo una data polaritk, e Tatti^u* 

dine ai movinienti deila vit^t: come (per una 

lootana aimilitudine ) acquistano am carta 

polaritk e mobilita le ^ particelle, , lihere del 

ferro imbevute del fluidp magnetico^ come 

Newton immagin6 che I'etere CQmpenetran- 

do ed investendo tutti i <x)rpi deli^ uaiverao 

fosse la causa delt attrazione ; ecomefioal* 

mente il fluido elettrico diffondendosi ed at- 

taccandosi ai varj corpi secondo la respettiva 

loro capacitk per esso , gli rende atti ad eserci« 

tare una forza di attrazione e repulsione fra 

loro , e gli dispone percid a dei moti spontauei 

dicui non sarebbero capaci 'senza dt quellb. 

In conseguenza di ci6 ^ que$to elemento cho 

fa irritabili i muscoli, sensibili i nervi, e 

cpntrattili tutte le fibre organiche^ e oosti- 

tuisoe I'eocitabiiit^ geaerale» che per I'axio^ 



' r2oo 
lie elegit sthnoli e con I'esercizio della vita 
continuamente consumasi ^ e di cootinuo si 
riproduce , con una degradazione perd pro* 
fiorzicnata all' indurin^nto delia fibra nel pro^ 
gressb dell'etk (Q). Tutti i punti della fibra 
muscolare , nervea , cellulare , separano unita- 
'mente alle n^olecole organiche questo etereo 
felenoenlo dal sangue che vi portano le minime 
arterie le quali, forse a questo principale og^ 
getto , vi si distribuiscono con mirabil rete ^ 
e oviinque V accompagnano . Cosi , per es. , 
tutte le fibre carnee lo separano da quelb 
Indipendentemente dai neryi ^ .tutti i puntl 
d^i nervi lo separano in fegual fomia indi-^ 
petidentemente ddl cervelloj e. tutti i punti 
del cerveHo indipehdenteihente dai nervi* 
Ed ecco I'origtne e la causa d^lla contratti** 
lita: ecco la sorgente e la causa della po^ 
fehza nervosav, per cui i nervi atti si ren^ 
dono a ricevere nelle loro estremitk senzien-* 
fi le impressioni esterne ed interne, e quel- 
le tra^raettere ai punti di origine^ e ditftr-* 
minazione, ond*eccitar sensazioni nel cere* 
bro^ e dalla sua reazione, i movimenti vo- 
loirt^i ed abituali nelle fibre carnee ov'es^ 
si vanno 4 disperdersi: ecco fiiialmente Po* 
rigine e la causa della vita organica , e sen^ 
sitiva del cerebro, per cui T attitudine acquista 



k »tvir A' islrumeiito e, 4'%rgafio aU'aniiHit 
immateriale tiello svihippo delle sud moral! 
fkcoltk . La dtvarsa strottura elementarft 
delle fibre organiche oomponenti i muscoll, 
e i nei^iy 6 la diversa jpolaritii e posizione 
delle loro * molecole che in .conseguenza di 
quella ^s$e devono prendere Del momenta 
della loro azione sottb P influsso dello stesso 
priticipio di vita,e8ser possono la causa de- 
gUeffetti diversi che ne resultano, vale a dire 
della contrattilitk nei muscoli, della sensazione 
nei defVi'i effetti che darante la vita sono 
fra ioro intimanriente cbnnessi^ ed anzi I'uu 
no h un'eccitante dell'altro, sebbene esistet 
possano separata mente. 

Otide perauadersi esser 1' ossigeno il prini^ 
eipioe Iii causa della vitalitk, sospendete 
per pochi istanti le fiinzioni cbimiche dd 
poljIriOQe, che ^ quanto dire il &>nke princi«- 
pale di quello (R)^ languir vedrete e poi 
mancare tiffatto I'irritabiJitk e seasibiiitkge*- 
nerale ^ diVenire inattivi tutti gli «timoli na^ 
turali e arttiiciali^ e la vita estingaersi per 
mancanza di alimento^ benchel'animalete^ 
fiuto sia in una temperaturaeguale^^omag^ 
giore dt quella ch'egli nvea respirando, e 
goda tuttora delta in tegrita di tiute le sqe 
parti « Ma prima che cessi nelU- fibra I'at^ 



I 

202 

titudine alia vita ( vale a dire nei priim 
inomenti de]P asfissia ^ e prima dbe Tanima 
sia separata dal oorpo ) ridonate: con mezr 
zi artificiali 1' ossigeno al 8angiie fpolmoba- 
re , e vedrete ricominciar di nuovd i movi« 
nienti delcoore, rianimarsi lentamente I'ec-* 
citabilita generate, e riaccendersi il fuoco 
sacro della vita . Negli Atti della iSocietk Uma* 
tia stabilita' in Londra per richiamare alia 
vita gli A^^fittici o per ann^gameuto o per 
effetto di gas mefitici, infiniti esempj si leg-* 
gono di persone che dopo dodici e piii ore 
di morte apparente sono stati risvegliati con 
rus0 di tutti i mezzi^e quelia filantropica 
Societa tien pronti ; in iuogo a ci6 destina- 
to, alia disposizione dei Professori che vi 
sono addetti: e fra quei mezzi^ quello che 
h stato riconosciiito il piit attivo ied efficace:, 
e qvL^si texperimehium Cruets , 6 appunto 
r insufflazione nei poltnoni del puro gasos- 
aigeno. Non e gik' soltanto che il sangue 
arterioso spogliato dt questo principio ., e pre^ 
gno di carbonio e d'idrogena, cheacqaist6 
circolando del divenir sangue venosi> , noa 
e pill utio stimoib safficiente per il cuore e 
pei vasi, come si e creduto finora ; ma 
specialmente perch^ e*il cuore e i vasi e le 
'fibre tutte del oorpo aniinale han d' uopo di 



2o5 
una continua prestazione ed assorbimento cli 
ossigeno per esser sensibili agli stimoli, e . 
per contiauare i lor movimenti« Da cio si 
spiega la momentanea e somma deboi^za 
che induce un'emorragia di un considera- 
bil tronco arterioso , maggiore senza con- 
frbnto di quelia che succede ad, un' eguale 
ed anco piii abbondante etnovvagi^ venosa^ 
per il che neile malattiedecisamenteinflam* 
inatorie merita preferenza , perche sotto 
tutti i rapport i piii utile, la detr^zione del 
sangue. da un vaso arterioso- Injettate neU 
ia carotide di un animale il sangue venoso 
appena estratto, che e quanto dire fate pas« 
sare entro alia carotide il sangue che soiptir 
si faccia dalla giugulare di uno stesso ani- 
mate: non h quello appena arrivato al cer« 
vello che la vita si sospende, e cade in as- 
fissia: e per la stessa ragione, injettando 
del sangue nero o venoso nell'arteria cruras 
le di un animale^ vedonsi indebolire sensi* 
bilmente i suoi movirnenti e. cader Tarto 
injettate in una momentanea. para) isi - lift- 
gete con olio una o piii trachee di un in- 
setto^ e vedrete divenir tosto paralitica quel«- 
la parte che vi corrisponde, e a, cui I' aria 
portava in avanti la vita, edilmoto. Man* 
cando gi'insetti di un centro comelppluio* 



204 

111^9 per €ui il sangtte passa alcontatto dcH' 
aria ^ e ne riceve 1' ossigeno onde portarlo a 
tuttt i punti dell' animale economia , gli ba 
natura fomiti di tante spede di polmoai 
^uaote sano le trachea^ e postele^lateraimen'^ 
te al loro corpo, I'aria esterna introduceh-- 
dosi in esse y ossigeoa e vitalizza parzialmen- 
te i varj organi a cui ai distribuisce ciascu* 
na di dette trachee^ per il che vedonsi per- 
dere la vitalitk ed il moto , e paralizzarsi 
soltanto quegP arti ove si otturi con olio 
quella trachea che lor corrisponde, e non 
gli altri: esperienza interessantissima non 
tanto in prova dell' efTetto delP ossigeno^ 
quanta ancora per dimostrare che desso h 
il principle della vitalitk di tatti gli ant« 
mali. 

Infatti doY'S I' animale che senza di 
quello |)ossa ancpr per mromenti continuar 
la sua. vita ? Muoiono i pesci oall' acqua che 
per merao della ebullizione- si spogli delP 
aria ch'essa contiene: muojono nell' acqiia 
che, privata di aria atmosferica, siasi ini« 
pregnata invece di gas azoto e d' idrogeno : 
si mantengouo vivacissimi aH'opposto den* 
tro P acqua a cui in luogo di aria atmosfe- 
rica siasi fatto assorbire del gas ossigeno^ 
Punque anco i pesci j dice Davy , os&idano 



ao5 
lielle branchie il loro sangae con Tossigend 
dell' aria contenuto nell' acqua . Lo stesso 
illastre Ghimico ottenne i resultati medesH 
mi neg\\ zoofiti . E Vauquelin dimostrd con 
le piii delicate esperienze che V ossigeno h 
un priacipio indispensabile al mantenimento 
delia vita ancor degV insetti e dei vermi: 
essi inuojono quando ne sono privati -, e 
ogn'altro gas h insufficiente a tenerli in vi-. 
ta . Fi^almente Spallanzanl trov6 che negli 
aniniali sprovvibti degll organi respiratorj il 
sistema cutaneo rimpiazza i polmoni, e gli 
supera , nell'assorbimento dell' ossigeno • 

lo sono andato piii oltre: svelsi il cui> 
re dalle ranocchie \ivenli, e postolo sopra 
una tavola , ei seguit6 per qualche tempo 
(bench^ vuoto di sangue)i moti di sistole 
e di diastole: ma quando ebbe cessaio di' 
palpitare al semplice stimolo dell' aria a cui 
esso era esposto, n^ piii rispose al tentati- 
vo di qnalunque altro stimolo o liiecicanico, 
o chimico (sebbene io lo tenessi umettato 
con acqua semplice al ca lore del corpo uma* 
no per conservarne la mollezza ) , lo bagnai 
coil una piuma intinta nell' acqua acidula-- 
ta con acido nitrico , o clorico , e nella sem-* 
plice ad[}ua ossigenata col sopra descritto 
metodo ^ e nell' istante io lo vidi con stupora 



266 
tornar di nuovoapalpitare-Preparai inervi 
^muscoli delle ranocchie col metodo del Galva- 
iii,e pet mezzo dellacomunicazionedeidue 
inetalli ne esaurii la vitalitk fino al punto 
che Don piii risposero alio stimolo galvani- 
CO , che ^ il piii oiiiogeneo e il piii sensibi- 
14 ^1 tutti • Allora bagnai e nervi e musco- 
li con Tacqua pura ossigenata , o mistaagli 
acidi predetti . Nell' atto di tale applica- 
zione non si eccitarono in essi contrazione 
o movimento alcuno , come avrebbero do- 
vuto fare se le dette sostanze agito avesse^ 
TO come un diverse, o piii forte stimolo^ 
ina nella Ipro immobilita tornando io ad 
operare con la comunicazione dei due me* 
talli^ vidi con maraviglia tornar di nuovo 
a convellersi la ranocchia come se fosse sta- 
ta preparata in quel momento: prova di-. 
mostrativa che P ossigeno non h tanto uno 
stimolo* per se stesso^ quanto un elemento 
di eccitabilita per la fibra organica ^ Chirac 
svelse da diversi cani il cervello , il cerveU 
letto y la^midolla allungata, e spiriHle: rima- 
sero in essi per qualche tempo de| movi- 
menti muscolari ^ ma finalmente cessarono/ 
ne risvegliar si poterono con qualsivoglia 
irritante, Spinse egli allora dell' aria atmo*^ 
sferica dentro ai polmoni di detti animali , 



207 

tid imitando artificial meute il moto della re« 
spirazione, vide ricominciare il movimento 
d^l cuore e della circolazione , eton essa i 
moti muscolari in tulto il corpo all'appli- 
cazione degli stimoli meccanici. Or phi non t 
vede 1' efFetto di quel principio vivificante 
che I'arid rese al sangue e questo a tutt^ 
le parti muscolari , e per cui, anche senza 
1' influenza nervosa , tornd 1' irritability a fa- 
re almen per momenti ilsuogiuoco?- Ser- 
rate la trachea di un animale ed apritegli 
nel tempo stesso un arteria qualunque^ A^e- 
drete che il sangue che ne sorte si oscura 
poco ? pocOjC finalmente dovenla nero a] pari 
del venoso: nel tempo njedesimo la vita si ^ 
sospende e I'animale h mofto al di- fuori, 
ne tarderebbe a succedere la morte genera- 
ls di tutti gli organi: in tale stato sesciol- 
taeriaperta la trachea diasi nuovamente ac* 
cesso all' aria esteriore , vedesi in pochi mo- 
menti il sangue tornare ad essere ros6eg- 
giante e spumoso, aumentarsi visibilmente 
il suo jgettO) e con la stessa gradazione la 
vita dell' animale riaccendqrsi in tutte ie sue 
parti per opera di qud principio che la so- 
stiene e conserva . 

Egli & per questo che nei cadaveri dei 
morti di emorragia trovasi estintaquasisul 



2IO 

introdu2ione del ga« muriaticx) ossigenato nei 
polmoni , dal far loro respirar^ il pure gas 
06sigeno • 

Finalmente anco piii interessantei ede* 
cisiva rassembracni Pesperienaui che io vado 
ad esporre. Icnmersi per metk del lore cor« 
po dal lato della coda dentro Paoqua stiU 
lata di lauro cerasib delle sanguisughe e del« 
le aDguiilette di acqua dolce: in pochi mi-^ 
nuti la parte immersa perdd ogni movi'- 
metito e divenne paralitica ed insensibile a 
qualunque stimolo. Nel uiomento, e prima 
cbe la morte si propagasse a tutto ilresto^ 
10 introdussi la parte paralizzata dentro all' 
acqua semplice ossigenata , ed in altra ove 
io aveva mescolato dell'acido nitrico, o del 
mariatico iperossigenato : in ognuna di que« 
ste y ed in pochi secondi , la parte immersa 
riacquistd ia perduta vitalitk , e ritornd $en<« 
sibile agli stimoli^ e ad esercitarei naturali 
movimenti in maniera da schizzar fuori del 
vaiso da loro stesse . Immersi poi i detti ani- 
mali intieramente dentro P acqua di lauro 
ceraso ^ ed in altra mista ad . acido prussi-* 
CO ; e dopo varj dibattimenti e contorsioni 
vioientissime ^ fino a versare il sangue dal- 
la bocca, divennero immobili, flaccidi, ed 
in uno stato di morte apparente • AUora tol- 



21 1 

ti di Ik e gettati dentro V acqua saturata di 
ossigeno, iii brevi momenti essi diedero tiei 
segni di ritorno alia vita, la quale peraltro 
non persever6 se non in quelli nei quail 
lazione del velerio non era stata. n^ troppo 
forte nh troppo durevole. Parmi che questo 
esperimentQ dimostri ad evidenza non tanto 
r azione vitalizzan te dell' ossigeno \, . quaiito 
ancora la disossigenante di alcune sostahze 
Tenefiche. 

Che se dar non vogliasi a tutti quesli 
fatti una spiegazione appoggiata a dei prin^ 
cipj astrajtti e chimerici^ sembrami che ne 
derivino naturalmente le conseguenze, che 
gli umori e le fibre animali sono avidissi- 
me dell' ossigeno: che questo unendosi alle 
loro molecole,.come il fluido elettrico o gal- 
vanico si diffonde e si attacca ai corpi che 
ne sono capaci, dk ad esse P attitudin^ a ri- 
spondere agli sttmoli natural!, e artificiali: 
e che finalmente , come le sostanze nutriti^ 
zie non sono semplicemente uno stimo-^ 
lo per se medesime , ma ancora il principio 
e la base delia materia organica; cost T os- 
sigeno non h soltanto uno 6timoIo, ma al« 
tresi I'elemento della vitalitk* Dove desso 
arriva, quella si rianima; dov'esso manca^ 
manca pur quella . Paragonate , dice Bichat 



i tumori inflammatori^ I'erestpila^ d fieg* 
monie ec^^ alia formazione dei quali concor^ 
re esseozialmeiite il sangue rosso ossigenato , 
paragonateli > dissi ^ alie macchie icorbutiche , 
aile vibici^ che il sangae nero e venoso pro« 
dttcei e yedrete gli uoi caratterizzati daii' 
esaltamento ^ 6 le altre dalla prostrazione 
dalle forze della vita - Esamioate due uo^- 
iBiai^ di cui t' uno a faccia rossa.^ petto lar- 
go^ e superficie cutanea che il minjmo esier- 
cizio colora fortemente in roseo^ annunzia 
un sangue che facilmente s' imbeve di os« 
sigeno : e i' altro a tinta scura e livida ^ e 
petto angusto^ indica dal suo esteriore che 
debole h in esso la chimica funzione dei 
polmoni^ e vedrete qual ^. ancora la diffe* 
renza nella etiergia. deile loro forze respet- 
tive : energia oostante e salutare perch^ re- 
sultato di ana causa salutare e costante^ e 
assai di versa, da qaella che tien dietro ad 
tin'azione semplicemente stimolante^ ch' h 
momenta nea , precaria,eche pii6 degenerare 
in debolezza o in malattia > perch^ re$ultato di 
una causa, opposta alia prima - Egualmen- 
te ^gli animali cfae respirano jpop polmoni 
assai vasti ed un aria pura ^ come gli uc« 
celli^ hanno una ^quisitissima irritabilitai e 
son capad dei,. piu gran movimeati muscor 



ai5 
all'opposto gli animali con poimoni 
ristrN:!;! e che . respiraoo lentameote, o un 
aria impura^ baono altre^ la fibra piiitor-* 
pida e nieno irritabile, e sono prividiener* 
gia nei sen$i enet movimenti-NeglianiQiaii 
Faccbiusi entro hutero materno sono stati tro*^ 
vati i muteob pocbissimo irritabili : e di fatto il 
loro'sangued quasi veQosoepoco ossigenatp 
-/ Accade talvolta cbe dopo la nascita noa 
r^standa cbiuso il forame oY^lle » ha conti-- 
nuato percid la comuoicazioiie tra le cavita 
destre e sinistre del cuore ^ ed in consegqea-* 
za il passaggio e mescolanza del sangue Ve* 
noso cdii^il'arterioso^ die passando in minor 
quantitk attraverso ai poimoni , una sola por- 
zione di esso rimane ossidato. Questa cir« 
cddtanza porta dietro di se in tali tndividui 
un colore Jtvidastro e qqasi ceruleo in tutti 
gl'integamenti, e specialmente nellelabbra^ 
nel naso^e neU'estremitk; e dk laogo a 
quella malattia cbe da tal colore h stata de« 
nominata Cemlea , o Cjrafu^aihia • tL osser?- 
vabile cbe gPindividiii afFetti da tale orga- 
nica indisposizione sono pocd e malamente 
sviluppati^ di debblissima costitUzione ^ di 
una circolazione lenta ^ e di un general tor- 
pore neli' esercizio di tutte le funziooi del 
oorpOt annunziando cosl la deficienza asso- 



2l4 

luta del principio vitale - Finalmente la gio» 
▼inezza, ch'^ I'etk del vigore, c della viva- 
citifc h pur quella in cui if sangue arterioso 
^d ossigenato predomina : la vecchiezza in cui 
le arterie sono piii ristrette e piii ampie le 
vene ^ che perci6 il sangue nero e carbona- 
te predomina sul rosso ed ossigenato •, e che 
le fibre ban perduto una parte della loro 
attitudine ed affinitk pe'l principb di vita , 
la veccbiezza dissi ,^ pur I' etk del languore e 
dell' intorpidimento di tutte le fisiche facoltk . 

fe 1' ossigeno adunque cbe dk al san- 
gue circolante quella vitalitk per cui^se si 
stravasi per ferite o si arresti per l#cah m- 
fiammazioni, la sua fibrina si conformam 
membrane quasi organiizate ', e ne'suoi gru- 
mi vide t Hunter formarsi le irradiazioni 
vascolari. fe perci6 cbe il sangue di un 
iperstenico k pieno di vita c cotennoso ; ed 
h disciolto e tendente alia putredine quello 
di uoo scorbuticoj e pud convertirsi questo 
in quello ossigenandolo*, come pu6 rendersi 
nero e disctolto infondendo delle sostanze 
disossigenanti^ nel sangue denso , e cotenno- 
so detratto da un individuo pletorico « af- 
fetto da un' attiva infiiammazione . 

Interessando assaissimo la dimostrazip- 
ne pill precisa di quanto ho asserito- relati- 



2l5 

vamente a1 sangae, anco per maggiore iU 
lustrazione delia dottrina che io vado ad 
esporre , stimai perci6 utile , e nec^ssario 1' 
intraprendere le segueoti esperienze dirette 
a stabilire V efFetto su di lai di alcane deJ- 
le sostanze che teogono il primato fra i co^ 
81 detti contro9timolanti ^ cal mescolarle ad 
easo nel momento in cui sorte dalla veoa, 

RegnandQ fra i militari di questa Cxtik 
delle oftalmie inflammatorie senza veruna 
complicanza/io prefarii d' istituire queste 
esperienze sul aangue che veniya estratto ai 
medesimi , sceglienda soggetti sani e robu- 
8ti, ed in etk dai venti ai treat' anni.E per 
tali esperienze prevaUo io mi sono dell' 
opera ed assistenza del Sig. ULaimoadQ Bar^ 
santi esperto Professore d\ Ghirurgia , e So*. 
printendente dello SpedaJi9 di S. Aatoqio • 

Aggiungerd inoltre^ per.evitare le re- 
petizioQir, che del sai^ue che levavasi in 
dose di circa una libbra, riceTUto in bic- 
chieri di vetroj la metk lasciavasi in stato 
naturale ;. e nell' altra meta a pr oporziooe 
che dalla vena scendeva nel bicchiere vi si 
versa va poco a poco la sostanza da es^^ ^ 
rimentarsi^ onde la miscela fosse pronta e 
in tutte le parti del sangue. Quindi situ^i i 
i vasii senza panto agitarli^^in una stanz<t 



ai6 
di mite temperatura (essendo il mese di 
Novembre), yenivano da me osservati ed 
esaminati in ore diverse: ed eccone i re- 
8ultati« 

E S P. i.« 
Con t Acido Prussicd , o Idra^Ciamco . 

Sanffue naturdle - •grossa , e dura co- 
tenna flogistica alia superficie: scarsa siero* 
sitk di colore pagliatb: crassametlto rosso- 
iiorido , come se fosse stato sangue arterio- 
so: assai resistente ki taglio. 

Sangue con niiscela di due dramme di 
acido prussico - Niuna coteona alia saper- 
ficie : siero torbido e sanguino1ent6 : crassa- 
niento piii piccolo *, disciolto in p^rte ^ di 
colore atro-lividflstro ^ e che appena toccato 
scioglievasi in una nera poltiglia^ simile ad 
un sangue che abbia gik subUo un alto 
grado di putrefazione . ' 

ESP. 2.* 

Con Acqua coohata di Lauro Ceraso • 



Sangue naturate - densa cDtentia in- 
flammatoria alia superficie; mediocre quan- 



217 

titk di siera: grumo di coagula forte, resi* 
stente al taglio, e di colore rosso-cupo. 

Sangue cori miscela di due dram me di 
iicqua di lauro ceraso predetta - Invece di 
crosta flogistica alia superficie^ un velo di 
linfa gelatiQosa : grumo disciolto in parte , 
moile, flaccido, e niente resistenteal taglio; 
siero sanguinolento : colore atro d' inchiostro • 

E S P. 3- 

Con la tintura acquosa h^n satwrata 
di Digitalis purpurea . ^ 

Sangue naturcde - Solita cotenna in- " 
flammatoria alia superficie: pocosiero: coa« 
gulo completo, e molto resistente ai taglio: 
colore rosso-cupo« 

' Sangue con miscela di un oncia di 
delta tintura «- Nessuna cotenda , ma un 
leggiero velo di bianca gelatiusi: mancanza 
quasi totale di siero i crassamento poco con- 
sistente : molto sangue sciolto in fondo ai 
bicchiere : colore piii niero tanto esternamen- 
te,quanto neli' interna sostanza. 



»i8 

E S P» 4.« 

Con la Untura xwguosa saturata di §omma 

gutta. 

Sangue naturale - La solita crosta fio- 
gistica: giusta dose di siero; crassamento 
a$sai ricco , e resistente al taglio : colore piii 
rosso del consueto* 

Sangue con miscfela di un oncia di 
detta tirUura - Nessuna cotenaa alia super- 
ficie: neppure una goccia di siero: grumo 
piii voluminoso , di coagulo molle , e privo 
di resistenza al taglio : colore d' inchiostro 
ai esternamentey coirie iaternamente « 

E S p. 5.* . 

* • • 

C^w- /a decouone saturata di JSoce vomica % 

s ■ . • ' ■ 

Sangue naturale - Coriacea e grpssa co- 
tenna inflammatoria alia superficie: giusta 
dose di siero : coagulo forte ^ e moltq resistea- 
fte;al taglio: colore rosso-cupo« 

Sangue con miscela di un* oncia di det^ 
ta decozione - Stentd qualche tempo a coa-* 
gularsi ^ indi formd un grumo che inveoe di 
cotenna aveva alia superficie ua velo di 



a«9 
gelatina: niuaasepariizioQe di siero^ 

coagulo molie , niente Tesistente al taglio , e 

faeiiissimo a sciogliersi: colore atro. 

In controprova delle sopra descritte espe- 
rienze ho voluto tentare nella stessa forma 
le seguenti sostanze ricch^ di ossigisno sal 

sanjgue di febbricitanti • 

• ■ ■ . 

ESP. 6> 
Col muriato di Potassa sopraossigenafo . 

Sangue patu^ale^ CodL^nlo di natural 
consistenza : senza cotenna alia superficie: 
siero abbondante: colore roftso^^-scuro • 

Sangue con miscela di due dramme di 
muriato di potmssa predetto sciollo in €$1^ 
trettanta acqua distiUata - Appena mescolato 
formed un complete coagulo: coa grossa co« 
tenna alia superficie : e colore rosso-florido • 
Ma dodici ore dopo* trovai disciolta la cro«- 
sta: siero torbido: ed ii coagulo glutinoso, 
« che attaccavasi alle pareti del bicchierev 

In questa esper^enza ^ da rimarcarsi che 
nell'atto delta miscela segu) una decompo- 
^izione per cui il sangue s*impadron\di tut- 
to I'ossigeno , il quale vi produsse il soHto 
6UO effetto di nffirettarne il coagulo , di for* 



220 

mare alia ^uperfioie ' una densa crosta , e di 
cooYertire il soo colore nerastro in rosso vi-* 
vace: ma la potassa spogliata di ossigeno 
reag) sul sangue producendovi lentamente 
gli effetti sopradescritti , iquali sono precisa*- 
inente analoghi a c]uelli che si ottengono 
can la miscela di lina soluzione di pura po- 
tassa • 

E S P. 7^ 

Con tacido mufiatieo iperossi§enato ^ 

Sangue naturale — C!oagulo di colore 
rosso<?upo: privo di crosta fiogistica: siero 
citrino abbondante: crasi naturale* 

Sangue con miscela di una dramma 
d*acido muriatico iperossigenato diluto con 
aftrettanta aoqua distdlala ^ Appma. fatta la 
miscela si formd un coagulo completo y che 
Hon diede luogo a separazione alcuna , e tan- 
to duro, e reststente al taglio, quaiito es« 
ser pu6 il sangue cotto; 

r , 

% 

« • 

E S P- 8;« 



Colt jicido Nitrieo. 

<• '■ . • . 

La miscela egualmente fatta con la stes- 
sa dose ^i detto acido diluto diede precisa- 



221 

mente il medesimo resultato dell' antecedent 
te esperienza. 

ESP. 9.* 

Con t Acqua pura impregriata di ossfgend. 

Sangue naturals - Pochissimo siero di 
colore citrino: una leggiera e cinerea gela- 
tina alia 8uperficie : coagulo di colore rosso*- 
cupo^ e di natural consistenza • 

Sangue con la miscela di un oncia di 
delta acqua ossigenata - Molto siero di co« 
lore sanguigno-roseo ^ crosta alia superf^^ie 
alquanto dura : crassamento di colore ros<* 
so-vivace^ e piii resistente al taglio. 

In questa esperienza ^ piii declsivo I'ef- 
fetto tlel puro ossigeno neU sangue , perciie 
indipendente della secondaria azione degi' 
acidi od altre sostanze composte* 

Dalle surreferite esperienze resulta per* 
tanto : 

1 .^ Che tutte le predette sostanze , chia«» 
mate oggi cpntrostimolanti , si riuniscono a 
diminuire la crasi.e co^gulabilita del san« 
gue^ ad impedire la forniazione della cro- 
sta flogistica; anzi a sciogljerla se viesiste 
e a con ver tire in nero il suo colore rosso 






222 

2.® Chei^etti efFetti sono nel confronto 
prodotti piii sensibiltnente dall' acido prussi« 
CO y e dall' acqua coobata di lauro oeraso ( che 
agisoe per lo stesso principio )^ indi dalla 
gomma gulta, dalla noce vomica, e dalla 
digitalis purpurea • 

5.^ Che tutte dal piii al pieno impedi- 
scono nel sangue a cui si tnescolano la ser 
parazione della parte sierosa , rimaiiendo que-- 
sta compresa nel molle coagulo che ne rer 
sulta • 

4*'' Che questo.eifetto h stato prodotto 
in superior grado dalla goHima guttaedal* 
la noce vomica^ un poco meno dalla digi-* 
talis ^ e non e stato sensibile nella miscela 
dell'acido prussico e delT? acqua dilauroce* 
raso, perch^ avendp essi indotta una niag<>- 
gior soluzione nel sangue , una parte di que- 
sto si e portato alia superficie sotto T aspet^ 
di una nera poltiglia. 

5> Che il muriato di potassa ossigena- 
to, r acido clorico , ilnitrico, e Tacqila pu« 
ra ossigenata sono decomposti nella loro mi- 
scela cor sangue, il quale s' impadfonisce 
avidamente dell' ossigeno • 

6.® Che il loro efFetto sul :sangue me- 
desimo e stato Popposto a quello delle so- 
stanze sopra descritte^ vale a dire un im-* 



223 

mediato coagulo , completd ^ duro , ed assai 
resistente al taglio, perche la materia co^ 
stituente la cotenna restava in esso disper-^ 
sa e compresa, n^ aveva luogo di separar* 
si ( fuorch^ nella miscela delPacqua pura 
ossigenata ) per la rapidita con cui si for- 
ma va il detto coagulo. 

Gio. Hunter (i) aveva gia osservalo che 
il sal di Giaubero^ la soluzione acquosa di 
oppio , ed altre sostanze impediscono il cod*- 
gulo del sangue. 

fc poi ragionevole il credere che gl'in* 
dicati effetti ottenuti su di esso nell' atto che 
sorte dalla vena dekbano, in proporzione e 
con le modificazioni resultant! dail'azione 
vitale, veriBcarsi egualmente nel sangue cir- 
colante eotro ai vasi arteriosi e venosi. lo 
ho veduto sempre molto rosso , e coperto di 
densa gelatina il sangue levato ad individui 
che erano sotto la cura delle frizioni mer- 
curiali : e Nysten avendo sperimentato Pinje- 
zione del gas ossigeno entro alle vene degli 
animali viventi, rimarc6 che a proporzione 
che qiiello si combina va col sangue, ne aumen- 
tava' la ptasticita; e si coagulava con estre- 



(i) TraUato sul sangue r Londra 1794, 



224 

na prontezza. AH'opposto Michaelis erasi 
accorto che desso doventa moltonero e di«* 
sciolto in quei malati che hanno fatto use 
internamente del solfuro ili ammoniacae di 
altre sostanze disossigeqanti . £l pur cono? 
sciuto che U veleno della Vipera insinuato 
nel corpo produce upa dissoluzione oelsaor 
gue circolaiite: ed il veleno inedesimo da 
Fontana mescolato ad esso appena . sortito 
dalla vena ne impedi egualmente il coagu- 
lo, Oltre di ci6 negli animali uccisi con 
injettar loro nelle vene le predette sQstanze 
controstimolanti trovansi i muscoli di colo« 
re nerastro, flaccidi, e inirritabili anche sot*^ 
to I'azione del Galvanismo ^ la sostanzace* 
rebrale e nervosa molle e facile *a scioglier** 
si 3 il cuore flaccidp e lividastro^ tutte le 
parti interne injettate di sangae atro e di«^ 
sciolto^ e con rapido passaggio allaputre«- 
fazione. 

Da quest! fatti resulta altres\ che IVef-- 
fetto di dette sostanze deleter!? sul sangue 
k analogo a quelle che producono. nei soli-? 
di dell'animale^ e che perci6 il sangqie cir-* 
colante ( e specialmente.la sua fibrina ). ^ 
dotato^ com^ si disse, di un grado di vitar 
litk analoga a quella delle fibre organlche • 
£ comecch^ I'ossigeno ne costituisca il pria« 



225 

cipio materiale, perci6 io penso che le so* 
stanze sopraccennate agiscono nel sangue , 
come nei solidi , spogliandoli <li detto ele- 
mento vitale. Cid vied dimostrato dall' os-* 
servarsi gli stessi fenomeni ed apparenze ne-* 
gli animali uccisi con la semplice privazio* 
ne delP ossigeno . i> Ho avuto campo, dice 
>3 P immortal Mascagni (i), di aprire inol- 
» ti animaii morti per averli bbbligati a re- 
>> spirar Paria delle mofete naturali, ed ho 
>j costantemente osservato i due ventricoli 
>3 coQ le pareti flaccide^ e piene di un^n* 
» gue sciolto ^ nero ec. )> • £ la stesso ei ve- 
rified negli animali lasciati perire nell' aria 
atmosferica non rinnuovata , e perci6 spo- 
gliata di ossigeno: il sangue che riempiva 
i ventricoli del cuore era anche in questi 
egualmente nero e disciolto ^ e le di lui pa- 
reti j non meno che tutte le altre parti mu*- 
acolari del corpo, flaccide e inirritabili* In 
tutti questi casi adunque non h il solo san* 
gue che privato di ossigeno divenga inatto 
a stimolare il cuore ed i vasi ; ma il cuore , 



fV 



(i) Prodrome Opera pqsiuma di Paolo Masem* 
gni Faseic. X pag. iSj. 

p 



i vasi , e le fibre tutte dell^animale private 
della iiecessaria perenne prestazione di det« 
to elementos restano imttiediataineDte de« 
pauperate, e quindi Kpogliate della lore vi-; 
talita ^ e percid insensibili alio stimolo* 

Una prova anco maggiore della facoltii 
disosjsigenante di dette sostanze venefiche si 
e che uti effetto analogo al loro tanto sui 
saogue, quanto sui sol id i delP animale vir 
vente prodotto viene dall'azione di alcuni 
gas deleter] « comeii deutossido d'azoto,ed 
il gas idrogeoo solforato: imperocch^ appli« 
cati questi alia superficie cutanea , p id jetta-* 
ti nelie vene ( se la dose non sia rapid a* 
men te mor tale ) producono un effetto con- 
trostimolante , con gran depressione di for- 
ze, e con indurre una soluzione ed un co^ 
lore nerastro nel sangue circolante^ il che 
succede dall' impadronirsi che fanno dell'os* 
sigeno. Infatti sono essi momentaneamente 
mortali se s' introducano nei corpo per mez-> 
zo della respirazione , perch^j oltre la loro 
facolta deleteria, intercettano il fonte della 
ossigenazione del sangue: non sono morta- 
li se in piccole dosi s'injettino nelle vene, 
come Nysten ha dimostrato', perchi mentre 
essi tendono ad impadronirsi ddi' ossigeoo 



«27 

del sangue^ la respiraisione lo rende^ecom 
terva la vita* 

Alcuni tentativi da me fatti m' inducot 
no ad opiaare che le nominate sostana^ooor 
trpstimolanti poste a contatto di acidi 8o<- 
praossigenati , di ossidi minerali, e del pu^ 
ro gas ossigeno , s' impadroniscono di tal prin<r 
cipio, come osservammo degliumori conta* 
giosi y e perdono C08i la loro specifica azior 
ne sul corpo umano, come io mi propon-f 
go di verificare con ulteriori esperienze^ e 
come io me ne era di gik assicurato rap* 
porto all'oppio* Imperocchft avendo tenuto 
una dose di tintura tebaica per il corso di 
un mese dentro ad uo tubo ripieno di gas 
ossigeno , trovai che questo era stato in par« 
te assorbito, e la tintura oppiata aveya sen* 
sibilmeote perduta la sua azione specifica sul 
corpo umano • Quindi si spiega 1' utilitk degl' 
acidi negli avveienamenti causati dai narcor 
tici, ed altri veleni vegetabili • 

Pertanto sembra dimostrato che Tacqua 
dilauroceraso, I'acido prussico , il giusquia-' 
mo^ la digitalis, *ed altresimili soslanze di<> 
stinte col nome di controstimoli , introdot- 
te nel corpo vivente, vi producono tuttiquei 
fenomeni che suoceder vedonsi alia privazio- 



2&B 

ne dell' ossigeno J e che perci6 il loro efFet- 
to deprimeote o controstimolaate^unacoQ** 
seguenza della -fisico-chimica loro azione so- 
pra ilpriacipio di vita , nel che rassomiglia* 
no ai coatagi. Egli ^ percid che con moifa 
circospeziooe @ dentro a certi limiti adoprati 
nelle malattie steniche e inflammatories in 
cui il satigue troppo ossigenato e coagula- 
hile e disposto ai ristagni ed alia formazio- 
ne di false meimbrane, possono riuscir yan- 
taggiosi. Ma perlastessa ragione IVusodelle 
iostanze medesirae deve essere perniciosissi-' 
mo in tutti quei casi nei quali per difettp 
di vitalita i solidi ed i fluidi hanno una ten- 
denza alia dissoluzione ^ come pure adopra- 
ti in quelle dosi spaventevoli ^ la di cui il« 
lasoria toUeranza non nasceche dall'oppri- 
mer ch*essi fanno in sul momento, o di« 
struggere ogni vital reazione, portando po« 
acia delle secondarie funeste conseguenze. 

Agirebbero forse nelle idropi favore- 
volmente la gorama gutta ^ e la digitalis 
col rendere meno separabile la parte aie- 
rosa, e piii commista co^ sangue ( pag. 
222 ) e cosi scemarne V esalazione dai po« 
ri inorgaoici delle arterie ^ onde i linfati-* 



i2^ 

d ban luogo m vincere con la loro forza 
assorbente il gik seguUo stravaso? I soli-^ 
disti si sdegnefanoo ad una tale idea: fifa 
io penso chid noi etaVamd nelt'errore quao-^ 
do ogni fenomeno morbdso si referivar agll 
nmori, come oggidV che tutto vUdlsl (^edi«» 
penda dall'azione ditietta Siit solidi . Se atii^ 
metier non vogliasi che l^Sizione dei rime-^ 
dj che si prendono per bocca si limiti al 
quella ch' essi esercitano salk pareti del ven^ 
tricolo e degV intestini ^ e chci l*e£Fetto loro^ 
sulP universale eccitarnentd sia sempre una 
difFusione e propagazione di azidne da una 
parte qiialunque illl'intiero sistema (ilchd 
rimane sm^ntito dalle spetiiali azioni cher 
hs tarie sdstanzb medicainedtose eserdtano' 
sopra di versi organi del corpd ahimale ) ^ bi«^ 
sognerii pitire accordare che per esser portati 
ai vairi pufiti dei sistemi organici doveiKio^ 
entraref nel torrente della eireolazione , ikilla 
loro misoela col sahgu^ devdn produrre sii 
di lui iMoro efFetti specifict, e quindi conr 
esso agire sul cudre e sui vast prima chtf 
possano far sentire la loro azione sugV orga« 
ni o sulle parti alle quali i medesimi ver^ 
ranno portati . Fiao i composti arsenfioali , 
il subliraato corrosive^ il tartaro emetieb» la 
barite » V aconito ec. ^ che soao pdtentis^iini 




veleni, ilattiM«lono» dice Orfila(i)^ come 
volgaciliefite «i ;?€i)pde9 perch^ distruggono il 
ventdcolo :€ gl'kite&tiniy ma perch^ assor-* 
biti e ipe$»opla|i col aangue^ alterano as* 
tieoa con Igl Iq propi;ietk yitaM del cuore, 

iQl^d^lcervello^edeinervi* Le beU 
Ee ^^Jk^e ^ JSkfagendie ban di- 
mostrato <li0 $ tenttitt ;^eno 6f\V upas di 
Giava ( il quale ii^^dAttto lielle veoe, ocon 
la ferita di una frecpia avvelenata^ in me^ 
uo di due minuli. uccide con produrre il te-* 
tano per l* altac(»:;ikifclt spinal midolla ) rie- 
9ce iiuiocenb; applioanilaU ippra un nervo 
messo a sooperto. Perch^ l-upas produca 
il suo efFet|x> pronto emicidia|e , essi dicono , 
k necessatio che direttan^te , o per mezzo 
dei vasi a^sobenti sia introdotto nel sangue , 
da cui ne vien quindi portata I'azione alri- 
manent^ del corpo ^ coaif abbiamo gia at- 
vertito cbe Fontana veitiie6 sul velenodella 
vipera ; ed altpri sopra drrerse sostanze me- 
4icamentose. Per le qualicose io sono anzi 
4i ppinione ph^ i primi e speciali effetti che 



II i W I I 



I 



(i) Secaurs a donner a%ix Personnes ^mpoistm'^ 
jutpi^im .4spbixUe$ - par Jf. P. Qrfila • Paris *8i8. 



23 1 

ikH risentiamo da moUi ttnedioaUieoti intr<>» 
dotti; dlmeoo dai noa diffasivi , partino da^n 
la impresstooe e dal Gaagiameojto ch'^si ia» 
dttcoiio anche oel saogue circolaate. 

£ fiaalmeote daU' J^!epetkfiJU^ &* , 7.* j^ 
^** > 9* 9 coma pure da tutti gU altri fatti 
ed osservaKiooi resulta quasi ad evideoza ^ 
che non v' e umore aoimaie die p#iidel|9a|giie 
ditnostri una deeisa e prepot^te^afEnlta per^ 
1' ossigano , e maggior cangianiento presen-*, 
ti nella dilui combinazieiie43o»1^«a^^^^^^l^^ 
ti racchiuso per sino eotro ad una Teseica 
iMgData esso assorbisce questa soslaoza, dal^^ 
aria atmosferica cfae )a ciroonda » coine ia^ 
appunto il saogue circolai^te attraverso . le 
pareti dei miniini va^ polmoiiarK Aoeor* 
cb^ sia nero^ livido^ e tendente alia disso-* 
luzione, diviene per luirmilante^ spomoso^ 
e pieno di vita^ e goq tal tendeoza al coa-^ 
giilo 9 che abbandonato a se stessa furma^ 
delle inembrane e delle teoaeissiitte crosle « . 
Anehe VauqueliD coo delle sostanze diaos^ 
genaoti spoglr6 di questo principio il 8aa<» 
gtie rosso e cpteoooso di uo plearitico^ e lo 
cxmvert^ ia an sangue atro e dbciolto^ qqud ^ 
e quello degli scorbutici^ ed all'opposto im^. 
pregnd di ossigeno Usaogae nercii^ afilirata^, 
e teadente alio sfiioelo di im ammalato 



232 

febbre putrida y e lo conveFtl i<l Miigpae ros-^i 
so > vivo y e con una durissima crosta al pa-> 
ri di quello dei pleuritici : prove evidenti ch' i 
I'ossigeno che vlvifica il sangue^ come la 
carne degli animali^ ch*e da quello ch*eiri-« 
conosce la' sua plasticitk, conatsteoza, e co- 
lore ; ch' h per esso che appena detratto da!*- 
la vena ei si rappiglia in grumo ^ sebbene in 
una teijiperatura eguale a quella del corpo 
lirnano^ e da quello deriva la tendenza ch' 
esso ha, cotne si disse, a formar eotenna.e 
membrane* Non ^ dunque che al grado ele^ 
vato della vitality dei solidi e dd sangae, 
che sotto P influenza della irntaztoneinflam- 
matoria h dovuta la forraazione di molti tn^ 
mori cistici , ^ delle sopraccennate false mem^ 
brane » le quali al certo non sono solamen^ 
te delle cotenne inorganiche destinate ad 
isolare le parti sane dalle materie stravaaa-^ 
te, ma sono pi'oduzioni membranose ^ . va«- 
scolari , e perci6 separanti , esalanti , ed as« 
sorbeuti , e suscettibili di prendere le diver* 
se forme di tessitura organica , come ha di* 
mostrato il Sig. Gruveilhter nei suo Tratta- 
to delle Gisti* £l questa vitalitk del sangue^ 
per ciii a ragione chiamollo Bordeau una 
came colairte , che resister lo fa all' agghiao- . 
ciamento^ ed alia putrefazione piii deile al** 



a33 
tre sostanxe fttiimali morte, dopo di esaere. 
state estratto da un animate vivente ^ e vi 
resi$te a^ai ptti il sangue arterioso cheil ve-^ 
nosa, il sangue dfun giovine che d'uQYe<s 
chio. E fioalniente una prova decisiva di 
quanta sopra e Mnteressantissima esperien** 
za di Tourdes, e Circaud, che per mezzo 
del Galvanismo ottennero dei mavimenti di 
contrazione nella fibrina del sangue. 

E seguitando ad esporre i fatti piiico* 
spicui provanti la facoltk vitalizzante dell' os- 
sigeno , aggiunger6 al gik detto. ch' h desso 
die preser va dalla corruzione V uqvo incuba* 
to e posto nelle medesitne circostanze de) 
non fecondato , il quale prontamerite passa 
alia putrefazion^y giacch^ io peaso che col 
seme maschile nell'atto della fecoi^dazione 
introducansi dentro I'uovo delle molecole 
organiche in sonuno grado Titalizsate da 
questo mirabtle elemento, che forma la pri- 
ma particella di sangue che \l si osserra, 
e che dk al cuore V attitudine ai primi mo-' 
vimenti^ « quindi alio sviluppo di tutto il 
corpo animale(S) - !^ questo principio vi- 
taie che, non esaurito da stimoli natiirali 
o morbosijin un^asfissia improvvisamente 
sopravvenuta ( come un pendulo arre^tato 
in un' orologio non sca^co e nqn guasto ) 



234 

preserva per ndolte ore, ed anco per gion^ 
quel corpo dalla fatal decoinposiKione ^ e lo 
mantiene iiella capacity del ritprna alia vi«> 
ta <- £l desso che as^orbito dal gordion » dal 
rotifero, dalle aoguillette del s^le corau- 
to ec. nelhacqua ove $' in) mergano i detti 
animaletti gik ki.stato di aiccith, si vedono 
tornare a muoversied a vivere dopo di esf^ 
sere stati anco per ventisette aoni ( come 
vide Roffiredi ) ia uno stato di morte ap« 
parente^ parchi^ peraliro siano essi a eoQ-^ 
tatto delVaria respirabile^ Lo stes^o acca*^ 
de di moltissiine piante microacopiche ^ e dei 
flemi fecondi deiv^;etahili. L'aequa, lafles* 
sibtlitk, il calore non sonocbe aernplicicoiH 
dizioni e non causa ddlla vita di qtte$ti es«^^ 
sersi organiszati^ come )o sono negU ani-, 
mail in genepale 1' integrity det visceri, e 
gli orgam ben conservati in tutte le pian« 
te.: mezsi seiiza i quali non potr ebbero ese* . 
guire le loco funzioot e le deetinazioni a«K 
segnate loro dalla natura. Ma la presensa. 
deir ossigeoo ^ il contatto e I'unbne di que^ 
9to maravigliofiO pdincipio di vita.^ la. di lui . 
aziooe fiaalmente son quelli che gli richia«. 
man^a nuova esislenza, ed ai naturali lor 
movimenti/Infatti indamo vorrebbesi per 
xDezaso di .qualsivotglia stimolo otteoer nel 



vuoto ixneL tal fivificaziionfe: cfd io hp fal^to 
germogliare quasi neil' istante a sotto i pro« 
prj occhi dpUe semeoze €t}tro V acqua ptt- 
ra impregnata di ussigeno, ccMone ayevalo 
ottenuto Einkof nei- semi 4el lepidium sa-- 
tivum annaffiatt coo acqua mista al clori- 
no. £ tale e I'attivlta e la foTza di quell* 
elemento, ch'esso solo ha potuto fargerrai- 
oare in pochi momenti dei graai dissecca*' 
ti da pill di un secolo , e che senza ia sua 
ifnione ed intpulso noQ sarebbei'o mai fcor- 
nati a vegetare: prova diretta fch'esso so- 
lo k W gran principio promotore e conserva- 
tore della vita animale e della vegetabile^ 
principio possente di feconditk e di svilup- 
po della materia organica \ e meritevote per-- 
€\b di esser distinto sotto questo nipporto 

col noma di Zoo^^no. 

Un altro argomento della identitk -di 
questo principi6 vitale , e dei suoi efifetti 
nei due regni della natura^ animale e ve- 
getabile, ce lo sonnninistrano. i inpvimeqti 
di alcune piante cohsistenti nella contralto- 
ne e rilassamento delta foglie o deile parti 
dejla fruttificazione , che per mezzo di sti'-' 
moli esterni ed interni sembran prodotti> 
da particolari fascetti di fibre- irritabiU o; 
coiitrattili . Cosli le foglie della 4en$itiva at 



236 

contraggono al solo toccarle: \e foglie del^ 

la dionae^Lmuscipula stimolate da ua ia* 

setto y che sopra st post , si contraggono s\ 

fortemente ch^esso ne resta uociso: ilvaset^ 

to che termina le foglie del nepenie distU^ 

latorio chiude da se stesso il suo opercolo 

quando Pacqua piovana h giunta adempir^ 

}o: le foglie maggiori terminalt A^Vedisaro 

f(frante si muovono alio stimolo dei raggi 

^lari, e si arrestano subito che il sole tra-^ 
fnoQta o ch' h ricoperto dalle nubi : i . iiort 

He I la luteola o ffuadareHa^ quelli del g'lra^o^ 
ie comune s e quasi tutti i fiori semifloscu- 
losi si rivolgono costantemente verso il so- 
le: e molti altri movimenti si os6ervaDOj 
specialmente nelle parti della gienerazione e 
nei cirri delie piante , dovtiti certaoiente al* 
la contrattilita delle loro fibre. Ghe qiiesta 
^^rza sia analoga e nasca ^allo stesso prin« 
eipio che nelle fibre animali,^ dimostrato 
dal vederla attivata dai inedesimi stinioli che 
muovoiio 1' irritabilitk muscolare^ come la 
luce, il calore, la materia elettrica ec. ^ ^di* 
minuita da ci6 che scema ecoasuma l*irri«» 
'^tabilita medesima , come I'eccesso dei pre* 
detti sfiimoli, od uno stimolo sovente ripe* 
tiito. &^i6 che al^ proposito hostfo prova 
maggiormeate IMndeDtita del priticipio 



L 



a5; 

iFita negHaniiiialrefiel!epiat)te8i^,che la for? 
za irrkabile o coQt rat tile di queste persiste , ed 
i predetti inovii&enti si eseguiscono sotto )'a« 
Kione dei nominati stimoli firitanto che des* 
ae Stan den^ro all' aria atlnosferica^ e coa 
assai maggior vivacitk se dal puro ga$ 09- 
aigeno sian circondate^ iria cessano e si an« 
nichilano dopo uno spazio di tempo la \o^ 
ro vitalitk ed i lor movimenti deiitro I'airia 
mefitiche, e per mezzo deli' oppio ed altre 
^ostanze venefiche, che distruggono eguaW 
mente la yitalita deile fibra aniraale* 

Stabilito pertanto ii principio universa-- 
le de\{'4 eccitabiiitk; e dimostrato che le pro- 
prieta e funzioni dei.corpi viventi non co* 
stituiacono che I'esercizio, il consumo^ e la 
riparazione di quello, s'iatendono ora fa^y 
ciimente le varie specie di vita degU easeri 
ed animali diversi , cheanomalie sisonocre* 
dute finora perch6 si & paragonato la vita 
4)1 tatti gli animali con quella deU'uomo. 
Egli e certo che lo zoogeno inerente neUa 
fibra organizzata pu6 dar la vita ad un es« 
aerC' tanto con 1' esercizio di una sola fun* 
ziqae^ qufinto di molte insieme. L^i dige« 
adone, la nutrizione, Possificazione^ la cip- 
colazione , la respirazione ^ le secrezioni , la 
{;eoerazione ^ I'irritabilita o contrattilita , e 



ia sensibilitk , sbno i caratterr particolari cf 
proprj dei corpi yiventi. Ora, per aversila 
vita non ^ necessario che tutti a' incoatrina 
in un individiiD ( come giustamente riflet^ 
te il Sig. Vig d' Azir ) , ma basta riscontra- 
re una o piii di essi ie una sostanza^ orga-* 
nizzata qualunque perch^ si debba riguar^ 
dare come Tivente ; e tanto uno che piii sa* 
ranno sempre sotto V impero del principio^i* 
taltzzante che uaitamente alia speciale or* 
ganizzazione costituisce essenzialmente la vi- 
ta. Negli antmali piii perfetti s'incontrerk 
a{ certo la riunione di tuttele auddette pro- 
priety e funzioni, e la vita sara pik com«» 
posta; ma scemeranno esse a proporzione 
delta lor perfezione , e la vita doventerk piii 
sempHce iielle varie specie del regno anima- 
Ie, e vegetabile.* perci6 dal piii perfetto es- 
sere organizzato at piii . imperfetto la vita 
fisica non difFerisce; che dal piii composto al 
pill semplrce^ ma il principio di essaiqgua^ 
Je in tutti. 

1/ uomo peraliro bench^ nella vita fi<*- 
sica e nel principio . che la sostione e coo-* 
serva, uniforme sia a tutti gli altri esseri 
organizzati e vtventi^ ei si lascia questi di 
gran lunga dietro di se , e tulti . signoreg-* 
gia^ t sopfca tutti distinguesi percl)e figli<> 



L.J 



45^ 
|>rivilegialbo del\& natura e del sapientissimd 
Autore di easa, riuniace a questo mirabil 
composto di materia e di force uno spirito 
rationale e divino » e pertiid immortale , che 
lo rende capace di pensiero e di una vita 
morale sua propria* Qiiesto essere seinptice 
e peosaote, che inediante i'organo dei tier-* 
vi agisce sul corpo, pu6 solo provare deile 
^nsationij dalle idee, delle affi^zioai, dei 
^endmenti, delle rimembranze: ma questi 
pensieri^ queste volontk, e le diverse fun- 
2ioni Intellettaati sono senza dttbbio OGCti- 
donate nell^anima dalle impressioni deicor-« 
pi e$terni sugP organi materiali del corpo vi« 
vente. Ghe perci6 sebbene le forze organic 
che e le funzioni della vita persistano, e si 
esegiiiscano solamente finch^ dura i'unione 
dell' anima col corpo , intender non devest 
con Sthal y White ed altri, che da essa di« 
pendano quet moviinenti e quelle funzioni 
che sono sostenute da un principio , od ele- 
mento inerente nelie fibre brganiche in ge« 
nere, che e comune a tutti gli esseri vi^ 
venti , e che io distinguo col nome di principio 
di vita . Trattar di questo h nostro divisa^ 
mento e scopo:^ del fisico organismo sot* 
Canto ; k delle Torze diverse che lo muovo^ 
no J i dei materiale elemento della eccltabi- 



s4o 

litk I che noi idteodiaitto di favellare • Ed 
trnoo sotto questo rapporto .nella scala de« 
gl'esseri viventt sqgna I'uomo il puoto piik 
eievato della vita : 1' ultioio grado di essa » 
6, la vita aniraale piii seiaiplice h queUa del 
po|ip6, del gordion^ del rotifero, e delle 
aaguillette del segale cornuto,, che vivoDo ^ 
ai muovono neiP acqiia purtssicna , perdendo 
la quale si riseccano s^nei decomporsi , e 
perci6 senza perdere T attitudine alia vita , 
la quale, come si disse di sopra , torna di 
nuovo a risvegliarsi se pongansi aoco do- 
pe molti anni nelP acqua al contatto dell' aria 
respirabile 3 e purchd non abbiano sviluppato 
un sesso e procreato. Una fibra organica 
semplicissima , dotata della facoltk di de- 
conipoire entro Pacqua Taria atmosferica, 
ed appropriarsi i'ossigeno, che non pone ia 
essi in azione che la sola contrattilitk » co- 
stituisce probabilmente la loro vita, che si 
confonde quasi con quella delie tremelle e 
^ielle conferve^ da cut si scende a tutte le 
altre specie del regno vegetabile . Ed ecco i 
idue punti estremi della vita fisica, o della 
^cala deglesseri organizzati e viventi.dell' uni^ 
-verso : ecco i mezzi o le funzioni che la eser- 
•citailo^ lacoQ^maaQf e la riproducono: ec* 
c0 in ^oniq}a la gaiiisa ddla vita , e della 
morte. 



84t 

Ulteriorl fatti , ed osserrazbni confer-^ 
tneranno viepiii questa opinione^ che l-os«* 
sigeno e I'elemento e piTacipio della vitali- 
tk^ e come tale' e I'unico e diretto rimed io 
in tutti quet casi nei quali Tesaurimento di 
essa nelia fibra animale vivente per opra 
di cause naturali o morbose prevaler faceQ** 
do le forze fisiche alle vitally la dispone ali* 
)ai putrida fermentazione e la rawictna' al-» 
la morle ; che h appuntd P eflfetto piii o me- 
no forte , piii o meno rapido di tutti i con« 
tagi . 

Intant<> giova qui rammentare I'espe- 
rienze fatte col galvanismo dai Sig. Halld 
e Nyslen , otide determinare la durata del- 
la irritabilita nel cuore^ ed altre parti tnu^ 
scolari dopo la morte negli animali ucci-^ 
si con diversi mezzi, e negl' uomiai mor- 
ti di irarie malattie. I resuitati di queste 
delicate esperienze hanno stabiHto^ i*^ Che 
F irritability si estingue in generate piii o 
meno prontamente dopo la morte negli ani- 
mali in ragione in versa della energia mu- 
scolare die sviluppare essi devono durante 
la vita 3 eperci6 negli UGcelli piii presto che 
nei quadrupedi e negl'uomini^ inquesti piii 
prontamente assai che nei pesci^ ed i pesci 
Ift' conservano meno dei rettili* Fra gli uo- 



mini ^ i piit robaati ed esercitati perdoho la 
coQtrattiUtk dopo morte piii prontamente 
del deboli e sedentarj. £ con l'ordineistes« 
ao gli organi pi^ esercitati durante la vita 
divengoDo i piii presto inirritabili dopo la 
morte: percid i ventricoli del cuore, le di 
cui contraztoni s\ energicbe mantengono la 
circolazione in tutto il corso della vita j ces« 
aano di contrarsi aPgalvanisnio prima del 
muscoli soggetti alia volonta che godono di 
molti intervalli d'inattivitk e di riposo^ il 
ventricolo aortico, che agisce con piii forza 
del polmonare, perde 1' irritabilitk prima di 
questo^ e le ultinie a perderla sono leorec- 
ehiette; lo stomaco ne resta privo prima 
dell'^esofago^ le intestina grosse, che agi$co« 
no <x)n maggior forza sulle materie solide 
da evacuarsi , la perdono prima deile sotti^ 
11 ec. 2.^ Che sel^bene la distruziooe delie 
parti neryose diminuisca molto Penergiadei 
movimenti di tutti i muscoli^ e del cuore 
slesso, ci6 nonostante P annichilamento del-* 
la spinal modolla, e dei nervi muscolari 
non ha influenza alcuna sulla contrattilitk 
fibrillare^ e Nysten ha veduto piii volte che 
il cuore intieramepte isolato da tutte le al- 
tre parti ha seguitato a contrarsi per piii 
lungo temjpo , che altri muscoli , i quali man- 



243 

tenevano i loro rapporti coi nervi . 3.^ Che 
i muscoli delle membra paralizzate ban con« 
servato la loro irritability dodici o quindici 
ore dopo la morte dell' iadividuo j vale a di^ 
re o egualmente, od anco piii del muscoli 
delle membra che goduto avevano duran- 
te la vita di tutta Pintegritk della influen- 
za, nervosa: nei morti di apoplessia essaha 
|)erseverato assai piii che in altri cadaveri: 
nei morti di febbri nel corso delle quali l'a«* 
zione nervea rimane quasi paralizzata , I' ir^ 
ritabilitk ha conservato piii energia , e di(- 
rata maggiore che in quelli uccisi da altte 
malattie: e che in generale la contrattilita 
rouscclare si estingue piii prontamente do-* 
po la morte nelle malattie lente ecronicbe, 
come la tise, di quello che nelle acute. 
4.^ E finalmente che in un*uomo di cin^ 
quantasei &nni, d'un assai forte e sana co^ 
stitazione, che soecomb^ ail' improvviso ad 
una emoirragia delia membrana muccosade-^ 
gV intestini , ogni proprietk vitale era estin- 
ta poco tempo dopo la morte. In egual for** 
ma ritrovasi afFatto e prontamente eatinta 
ne^l' individni morti per una causa delete- 
ria^^ come i contagi, i veleni> ed i narco- 
tic! • 

Da tuttiquesti fattcedesperienze si pu4 



naturalmente dedurre i*^ Che T irritabilita o 

contrattilita e affatto distinta dalk sensibiiitk 

O potenza nervosa conformemeote alia opinio^* 

ne di Haller, e contro quella di Legallois e 

xnoUi altri^ e che i nervi non agiscono nei 

muscoli che come stimolanti naturaii della 

loro contrattilitk • Quindi ^ che la vitalitk 
non potendo consistere n^ nell' una ^ n^ nelL' 

altra esclusivamente di dette proprieta, de- 
rivar deve da un principio essenxialmente 
di verso ^ e che, come abbiam detto^ sia co* 
mune alia fibr^ nervea^ alia muscolare , al- 
ia cellulare, ed a ti^tti i corpi organizzati 
della natura . 2.^ Che questo principio poi &ia 
I'.ossigeno vien provato dall' osservarsi ch'es-^ 
so resta consunto da tutte quelle cause cbe 
attaccano e distruggono la detta sostanza an« 
CO fuori del cotpo vivente : e questa venen- 
docontinuament^ e senza ifiterruzione ri- 
parata, e portata dal sangue circolante a 
tutte le fibre organiche costituenti i varj 
tessuti del corpo animale, spiegasi con cid 
il pefch^ 1- irritabilitk trovasi estinta poco 
dopo la morte negl' individui che periscono 
di perdite sanguigne . In questo caso infat- 
ti gli stimoli morbosi non hanno diminui* 
ta o consunta la vitalitk; eppure appena vi 
esiste.Nonvi 6che perdita di sangue; dun- 



245 
que k dal sangue che la fibra la riceve; e 
)e ne fa duopo una contiQua e perenne 
prestazione. Ma la vitalita perisce se cessa 
o sospendesi ancor per momenti Possida- 
zione del sangue^ dunque ^ I'ossigeQo che 
desso somministra alia fibra ^ ^ in quello 
adunque che risiede, ^ consiste il principio 
della vitalita * 3.^ E finalmente che il mag«* 
gior consumo di detto principio o per te- 
sercizio della vita , o per la qualitii e corso 
delle malattie, o per I'eflfetlo di cause de-' 
leterie, ^ la misura della maggioreo mino* 
re durata dopo la morte della contrattilita 
sotto I'azione'del galvanismo: il che corri^. 
spotide a tutte le antecedent! osservazioni ^ 
6 deduzioni. 

C A p. ffl. 

AppUoazione degU esposti principj 

alia dottrina della EecUabditi. 

• . ' 

JL rima di dar termine a questi miei 
cenni siancii permesso di concludere ch* & ona 
conseguenza naturale dei principj damesu- 
periormente stabiliti» che la vitalitk od eo 
citabilitk h an guid positivo che si oqdsu- 



a4S 
tea e 81 riprodute, die eresce, diminuisoe*^ 
e si estiogue. Nella mediocrita sta la salu« 
te^ negli ecoessi la malattia^ negli estremi 
la morte. Gii stimoli naturali e artificiali 
consumano qaegto elemento della eccitabili^ 
tk con I'esercizio della Yita^ come sotto i 
ripetuti movimenti di attrazione e repulsio- 
ne fra i corpi vedesi <:x)nsumare , disperde« 
re, e passar forse a nuove coipbiuazioni il 

fluido elettrico e galvanico che gli muoveva. 
Ma la respirazione, alcUni alimenti e be- 
Tande « e P azione del sistema Dermoide 
suU'aria che gli 8ta .a contatto^ rendono 
eontinuamehte alia fibra I'etereo vitale ele- 
mento ch'essa vk consumando. y> Non mo^ 
do etdm^ diceva Ippocrate, attractusper oSf 
atque nare^ in praecordia pervaditj sed a5 
alimenti quaqiie substantia abunde evoluius 
per venas late diducitur j et quocumgue ali^ 
biUs permanat lympha traducitur (i) >>• Si 
riaccumiila poi specialrbente nella sospen- 
sione di molti stimoli efsterni) e nella dimi« 
nuzione degP interni , cio^ nel sonno , il qua-* 
le riofrancando cosl le forze e la eccitabili- 
tk perdute nella vigilia , con im periodo co- 



O) Bjppaet. de Jlau loe. air. 



. 447 

stante e Hatiinile consenra la Tita e ki sa^^ 
lute. 

Con tali prioeipj ( che sebbene in qoaU 
cbe parte conformi, diyersificano per6 ea-^ 
senziatmente da qoeiH sui quali h basato il 
Browniano sistema ) faciimente sicampren^ 
de, che vivente Inanimate vi deve essere nel- 
le sue molecole orc^aniche un grado di po» 
laritk, e di posizione ( bastantemente spie- 
gate e dimostrate da Gallini , e da Blane ) 
da produrre la maggior forza nelloro rav*-^ 
yicinamento , perturbazione, o roovimento 
qualunque sotto I'azione degli stimoii^ ed 
un tal grado deve esser prodotto tanto dst 
una giusta coesione e nutrizione , quanto da 
una data dose e adesione dell' elemento vi- 
tale. Qaesto stato k quello che cbiamasi di 
yigore. Ma la ylta aumentata al di Ik di 
certi limiti o generalmente ^ o in una par- 
te dei sistemi organici » distnigge se stessa 
per un ecqessivo morboso eccitameoto^ per 
un pervert! mento di afEnita ^ e per una di** 
sorganizzazione che v* induce sotto certe 
circostanze e conibinazioni Possigeno. Ta- 
le h V efFetto di alcuni caustici ( come gli 
acidi concentrati , il nitrato d' argento ec ) 
i quati perd mentre distruggono la parte 
che toccano, accreacono e diffoadoao la vi- 



s48 

talitk alle parti contigu« che I'ayeyan per- 
data ;: tale h quello della respiraziaoe pror 
iunffata del puro gas ossigeno , che conden- 
aa il mucoo polmonare ^ ed eccita un'artifir 
ciale peripneumonia, come accadde a Bed* 
does J ed altri : e per la stessa ragione una 
forte infiammazione degenera in gangreoa , 
h, quale non alia sola yiolenza deglistimo-- 
li sulla parte infiammata dee attribuirsi , 
perche anche il freddo a certi gradi appli- 
cato ad una parte conduce al medesimo re- 
suUato.\^ cosi che gli estremi opposti sr 
toccano e si rassomigliano nei lore efFetti 
sul corpo yivente. fe cosi che i composti 
ossigenati del regno minerale forniscono de-» 
gli attivissimi medicamehti, e dei veleni del-, 
la maggior caustlcitk, che non differiscono 
dai primi se non per gradi ^ poich^ basta,. 
dice Fourcroy , diminuirne T energia per^ 
convertire la loro causticitk in poteriza me* 
dicamentosa - Che se per la lunga inerzia 
degl'organi e delle forze vitali ( esottpuna 
tal denominazione io coraprendo le„ anima- 
]r, le natural! , e quelle insomma che costi- 
tuiscono la vita ) nel dlfetto di stimoli si 
lasci il Zoogeno poco a poco accumulare piii 
del dbvere, e maggiore adesione acquistare 
con le molecole organiche, le qi^ali percid 



^49 
yerranno a perdere aitrettahto di forza di 

attrazione I'una con Paltra, allora la per^ 
turbazione loro, osia la loro respettiva azio^^ 
ne , sark troppo facile e debole , e lieve sti^ 
uiolo basterk per risvegliarla ^ che anzl unci 
stlmolo forte obbligando le fibre ad un mo"* 
vimento che viene lor contrastato dalla lo- 
ro adesioiie al Zoogeno , e dalla soverchia sutt 
quantitk ( che in tal circostanza combinan-* 
dosi air idrogeno tende a formare e far pre-* 
valere nel corpo la pingaedine, e la parte 
acquosa ) dopo un fugace eccitamento ca« 
dono facllmente neila inazione,enello spos^ 
samento. Questa debolezza di azione vitals 
^quella che io chiamo debolezza relatii^a ^VdL 
quale percid ha piii I'apparenza che larealn 
ta della vera astenia^ e che congiunta alia 
poca coesione e tono delle molecole organi-n 
che costituisce lo stato deltinfanzia ?- Se. 
poi I'eccessiya forza o copia degli stimoli^ 
ed il relativo esercizio degl' organ i, o I'azio*- 
ne deleteria di alcune sostanze. producana 
un Gonsumo di eccitabilitk, o di Zoogeno; 
non riparabile in proporzione dalle sorgen^. 
ti di esso , allora^ diverranno le fibre *pocD 
atte a rispondere all' azione degli stirnoU 
lijedesimi ^ che e quanto dire poco atte all' 
tst^(^i^o delia.loro respettiva forza, e.cade^. 



25o 
ra la macchina in quello stato che io di^ 
stinguo col nome d\ deho\ezzR assoluta . Que« 
ste due debolezze ( per accumulameato so-> 
verchio, e per esaurimentd del principiovi-^ 
taie ) parmi cbe siano chiaramente dipinte 
dalla immagine di una lucerna in cui la 
fiaccola debole e fioca allorch^ I'olio^ tra- 
boGcante, riprende lena e si fa pik viva se 
poco a poco se ne cobsumi o se ne sottrag- 
ga il soverchio: ma continuando il consu* 
mo finch^ ne senta penuria, incominciaper 
opposta causa a illanguidirsi la fiamma, e 
finalmente si estingue se con nuovo alimen^ 
to non si rinfranchi. 

In tale stato e nelle malattie sviluppa* 
tesi dietro un soverchio consumo di eccita- 
bilitk era inesplicabiie «nel sistema di Brown 
come gli atimoli artificiali diversie piii for- 
ti dei naturali ridona^ero per loro stessi la 
salute e la forza col continuato esercizio e 
consumo della eccitabilitk medesima suppo*- 
sta passiva : ma neila nostra ipotesi ben si 
comprende e si spiega che, se la ridonano^ 
d perchd nella sospensioqe o diminuzione di 
moltr stimoli naturali, gli artificiali sosten* 
gono precariamente la vita finch^ V accde* 
ramento della circolazione e della respira-* 
zione mettendo piii soveote il sangue pol* 



25 1 

ttioiiare a contatto dell'aria atmosferica ne 
favorisce 1' assorbimento delPossigeno ; e coti 
questo, e col minor corisumo , il riacoumu*' 
lamento e riparazione del principio vltale; 
e quindi Pequilibrio delle forze e delle fun- 
zioni. Ma h con delle sostanze ricche dios- 
8igeno interna mente ed esternamente am- 
ministrate, quali sono gli acidi e I'acqaa 
semplice ossigenata , che si pu6 contribuire 
in quei ^casi a ripristinare direttamentc la 
vitalita , e con essa la salute : e con ua 
metodo affatto negativo^ cio^ con ia so* 
spensione o diminuzionedeiconsumatori del 
principio vitale, che la natura, senza aicun 
sussidio dell' arte, guarisce sovente le piti 
gravi malattie dando luogo cos\ alia lehta 
di lui riprodijzione ed al riequilibrio delle 
funzioni: e finalmente con T abuso degli sti-« 
moli consumatori nei casi in cui dovrebbe* 
si quello riaccumulare , che i Medici ucci* 
dono spesso i loro amoialati allorche si ado- 
prano per guarirli. £l vero pero che le di- 
sorganizzazipni parziali, e 11 disordine to- 
tale delle funzioni sioppongono sovente al- 
ia guarigione del mali^ onde si vede suc^ 
ceder la morte alia cura piii esatta e razio* 
Dale , e con tutti i mezzi i megiio appro-* 
priati • 



£52 ^ 

Pecta^to nella peri<2tta armonia fra loro 
del sisterni organic! per la competente do- 
se a ciascuno^ del principio vitale proporzio* 
nata alia respetdva loro organbzazione ed 
jMsi funzione cbe sono destinati ad esegui- 
re^ e la giusta azione su di essi dei neces* 
^aq stimoH , sCa la salute: a nel disequili- 
brio dei medesiini inducente un' alterazione 
delie loro funzioni y e separazioni per le op« 
poste cause, sta la malattia* Ma raro e il 
caso che nel cominciamento di un male ua 
general dlsordine abbia luogo in tutti i si« 
stemi-y com'e raro che una potenza nociva 
qualunque tutci gli oifend<i ad un tempo: 
cbe anzi la maggtor parte delle malattie 
prendono il loro carattere e fisonomia dal- 
lo special sistema in preferenza attaccato. 
Ed invero sebbene I'eccitabilita sia unifor- 
me e comune a tutto il corpo vivente, pu- 
re consistendo questa in un principio ma- 
teriale che ogni organo j ogni punto del so- 
lido vivo separa del sangue arterioso chevi 
si di^tribuisce ^ ne viene la conseguenza che 
nella macchina animate pu6 benissimo , al- 
meno per un certo tempo ^ peccare per ec- 
cesso o difetto Peccitabilita di un sistema, 
e noR degl'altri, donde derivano le parzia- 
li malattie ( che a parer mio sono lamag--^ 



255 

gior parte ) le quali' richiedono una parti- 
colare applicazione degli appropriatr rimed j. 
Imperocch^ tutte le sostanze stimolanti clie 
agiscono iiel corpo umano aveodo una de- 
terminazione speciale 3 od affinitk elettiva per 
alcuno de' suoi organi o sistemi ^ avendo cia- 
scun organo e ciaschedun sigtema una data 
capacitk per lo Z«oogeno relativa alia loro 
particolar natura^ e consumandosi questo 
sotto I'azione di dette pai:ti nell'esercizia 
delle loro respettive forze, ne deriva da cid^ 
che la quiescenza od inerzia , o sivvero I'abu-* 
so deir azione di una parte a preferenza 
dell'altre, come dei nervi e del cerebronel- 
la soverchia applica2:ione mentale o nei smo« 
derati piaceri^ dei muscoli negli ecce$sivi 
esercizi e raovimenti; delia cute nelle bru-' 
8che vicende di temperatura, e di umido e 
secco^ del ventricolo nel digiunoe nellacra- 
pula ec. J potranno indurre un temporario 
accumulamento , od esaurimento di vitalita 
in. questo e non in quelli; come lo potr^ 
akre$\ cagionare un'organica altetazione di 
qualche sistema per cui esso perdala tieces^ 
8aria attitudine od afBuita per lo Zbogenoi 
Ma siccome tutto ^ antagonismo nel corpo 
yivente, e non puo darsi difetto in un 8i<* 
sterna senza a vers! eccesso nel suo bppbsto. 



254 

n^ pu6 un organo qualunqne^ es^ere perver^ 
tito nelle vitali ed assimilative sue propor- 
Rioni senza che resti alterata la funzione per 
cui esso e destinato, o l^umore che da lui 
si separa , perci6 quando abbta laog;o un tal 
disequilibrio locale, se desso h di qualche 
cooseguenza , pu6 facilmente diffondersi e 
produrre una malattia universale. 

In prova ulteriore che Possigeno, noil 
come semphce stimolo, ma come principio 
di vita , ^ il vero regolatore della salute e 
delle malattie, respirate per breve tempo del 
puro gas ossigeoo o I'aria di elevate moQ- 
tagne, e sentirete accrescersi in moment! le 
forze fisiche e morali , che h quanto dire la 
vita generate^ divenir sommamente energi- 
chQ le facoUa della meqte; rosseggiante tut- 
to il corpo per rossidazioneesuberaote del 
sangue y accrescersi il caiore^ aumentar P ap- 
petitoela facolta digestiva^ecostitu^irsi quel 
grado di eccitabilita in cut consiste la dia-> 
tesi iperstenica , vale a dire quello stato che 
dispone la macchina alie m^lattie infl^m<^. 
matorie e con esaltato eccitamento -^ Respi« 
irate uii'aria salubre e mediocremente ossi- 
g^nata ; senza errore od abuso di altra na«» 
tura, e sotto la moderata azione degli sti« 
nioli naturali ^ e goderete quello stato me«* 



diD di eccitabilitk^equel giasto equilibrioin 
cui consiste la salute - Respirate un aria 
pochissifno ossigeoata^e sentirete ia mo- 
menti un languor g^nerale, il torpore delle 
membra e delle tacoltk della meute; I'in-* 
gorgo dei vasi capiliari vi annunziera il len-- 
tore deila circolazione sanguigna Ja lividez-* 
ia della superficie del corpo vi dimostrera 
la poca ossigeoazione del sangue^ la flaoci- 
dezza e tarda irritabilita dei muscoli^ il di« 
fetto di vitalita; e gli stimoli natural! e artifi- 
ciali , bench^ variati e piii forti , non strapped 
ranno che una scintilla di vita , oostituendosi 
percid quelia condizione che ^ propria della 
diatesi ipostenica , o sia quello stato nel 
quale, se abbia luogo una causa irritanteo 
morbosa , si svilupperanno delle malattie di 
languore e con deix>le eccitamento - Respi*- 
rate finalmente un aria priva di ossigeno , 
sia I'azoto, o I'idrogeno^ ancorch^ non sia- 
no gas deleter) ; in pochi istanti la fibra piii 
non sente l^azione degli stimoli naturali e 
artificial i^ Mrritabilitk del cuore edei vasif 
e la sensibilita generale si estinguono ; ed 
ccco quell' estremo a cui succede la morte ( i ) • 



«■ 



(i) f^« una tnia memoria sulle cause generali che 
diminwcono^ e distruggono la respirabilUa deli' aria, 
aimosfenca , e dei mezzi che impiega la natura per 
westiiuirgliela medianie la vegetazione • Fh'ense ijQ^* 



i56 
Una candela accesa posta i^elle q'uattro so- 
pra descritte condizioDi di aria , col suo con- 
sumo^ ie con la maggiore 6 liiinor vivezza 
delta sua luce^ci da un'idea della vitaani^ 
male per I' azione del prineipio inedesinio 
ehe r alimenta e sostiene : >> Quemadmodum 
ad canservationem Jlammde / pmeter halitus^ 
iilos qui incenduntur^ necessarius est conti^ 
nuatus aeris ^ qui ih fiammam ju^iter ahit ^ 
provenius: ita pdriter hdec ipsa atiimabilis ^ 
spirabilisque hatura ad conservalionem intae 
necessaria est; hinc enim ntalis et salutaris 
animalium spiritus perenm success ione vivi^ 
scit 3> (t) • L' aria cons'iderata soltanto co- 
me uno stimolo in- se stessa, o pe'l ca- 
lorico ch'essa sviluppa nel corpo^ edilsan** 
gue considerato sottd il semplice rapporto 
del suo decarbonizzamento nell' atto della 
respirazione; nod spiegherah ganimai que- 
st! sorprendenti fenomeni della vita. Impe-- 
roech^ se questa, esposta sempre all'azio-> 
ne di stimoli consumatori, priva fosse di 
qualunque mezzo per maritenersi e rinf^a^-^ 
earst, di assai breve durata cerfcamente sa-^ 
jnebbe la di lei esistenza^ e si estmguerebbe 



(0 Bjrppocr. defiaU Cor. Cos. De Fit. 



nel nascere* E:8e Paria non agisse su 4i 
lei che come ua semplice stimolo qual ^ la 
luce, tl calore ea, la sua contiaua epereo- 
ne azioiie su tutte le parti esterne ed inter-" 
ne del corpo lo distruggerebbe ben pres^to^ 
Gonobbe questa gran veritk anco tl graa 
Padre della Medicina della infanzia della fi-^ 
sica animale^ e ben I'espresse ove >> spir^t^^ 
bilem hunc aerem quo circuntfundimur ad'* 
poiUitum extus: corperibus fiatumy digestwn 
intus membratim per viscera spiritwn nomi^ 
navit , quern Auihorefn \Htae posuit i et morbo^, 
rum, et' interiius 'y> (i)» ^^ 

Ed invero stabilito il principio chereg* 
ge e aliments la vita, -facile ^ a spiegarsi 
come il suo deperimento e xlistruzione con- 
dur debbano la macehina alia dissoluzione 
e alia morte. -.i 

Che il semplice movimento dei solidi e 
dei fluidi^ e il loro continuo riiifrescarsi dai 
prodotti degli alimenti sia la causa che si 
oppone durante la vita alia loro decern-^ 
posizione, bench^ in una temperatura che 
la favorisce , qual h di 98.^ di Fahrendit • 
h stato ormai da tutti i Fisiologi riconosciu-* 



(t) Rosa de Epjd^n. et CwUag. fmg. & 



^5a 

to iosufficieote , esisteodo , come abbiam del- 
tOylestessa proprietk cooserTativa nolle iiova 
feoondate, negli animali asfittici, e iacorpU 
diti, e nel sangue atesso pooo dopo di es- 
sere estratto dalla vena. Qaesta propriety 
peitanto insita alia vita di opporsi alia pu- 
trefazione ha la sua origine non nell'eserci- 
zio attuale delle focze e delle funzioni del- 
la vita medesima ^ tna^ in un principio di« 
verso dk queste, e da cut esse pure dipen« 
dono^e setnbira quelle da noi divisato* Che 
perci6 la putrefaEione avra luogo nell' aai<- 
male quando i di lui componenti spoglia- 
ti di deito principio vital izzante^ che tiene 
le molecole brganiche in una tendenza pei> 
manente all' attrazione e repulsione vicen« 
devole 9 a cui in ultima analisi si riducono 
le proprieta vitali, restano allora abbando-^ 
iiati alle forze fisiche e chimiche, ed ai lo- 
ro effetti: e la putrefazione riducendo in 
Duove combinazioni la fibra organizzata e 
gli umori animali , toglie ad essi quella 
data miscela che gli rende attt ad eserci« 
tare la loro affinitk pel Zoogeno. Quindii 
che sebbene ia cessazione interna ed ester* 
na delle funzioni essenziali alia vita , co- 
me quelle del cerebro e del cuore , co-*^ 
Mituisca.la morte dei piii perfetti aniiqali 



o^e averai per6 la vera e generica defini** 
lAoiie di c^^esta copvif^ne aggiungere a quan- 
to sopra anco la cessazione assoluta della 
possibilitk alPeserctzio della predetta affini^ 
tk. Drttemi una fibratantooafiogeneaesem- 
plice che nella sospensiooe di quelta passar 
non possa a naove combina^ioni ^ e avre* 
mo un' animale ^ o un individuo organizza* 
to qualonque , die tenuto in stato di sicci«« 
tk e^di morte apparente anche per il corso 
di qualcbe anno, purch^ conservi la suain** 
tegritk, e posto quindi nuovamente in gra^ 
do di esercitare la detta af&nitk , ei torne-- 
rk a muoversi e a vivere: e questo ^ ap« 
punto ci6 che abbiam detto accadere del 
gordion, del rotifero, degl' inset ti del sega« 
le cornuto , e dei semi , e bulbi delle pian*-^ 
te. Prima dunque chela putrefazione abbia 
luogo vi pu6 esser sempre speranza di ri- 
svegliar la vita^ ed h quella percid Punico 
criterio ^ indizio sicuro della morte • 

La piii essenziaii condtzione pertanto af- 
6nch^ la fermentazione putrida incominci 
nei fluidi e solid i animali h quella di ayef 
essi perdu ta la maggior parte di Zoogeno 
sotto I'azione precorsa degli stimoli mar-- 
bosi , e pe '1 disordine delle funzioni che lo 
•ommiQistraao al coipo; e di estere ioveo* 



«6o 
topracaridii di Garbooio e & idrOgeoo • Egli 
i percid che putrefanno piii presto. i cada«- 
weri di quel ciie sono morti dopouoaluor 
ga malattia ^ nella quale ha av'uto luogo il 
total consumo di detto elemeato seoza la 
pofiftibilita delta sua riparazione. Egli& percid 
che putrefa quasi nell'istaote il cadayere di 
un animale ammazzatodal.fulmcne, perche 
aotto l^aziooe dell'elettricismo, tutto si con* 
sttma e distrugge momentaQeainente il prin« 
cipio vitale* 1 contagi producoao^ come os* 
servatDino, il medesimo effetto^ e per que* 
sto i cadaveri delle persooe mprte di peste , 
di febbre gialla , di petecchia , di vajuolo ec. 
rimangoQo ilaccidi, e sciolti nelle arttea*- 
lazioni , e non irrigiditi nei .muscoli ^ e 
passapo in momenti alio sfacelo ^ Per U 
sfcessa ragione putrefanno prontamente que- 
gli animali che si uccidono dopo un lungo 
tnotoestrapazzo. Nelle Memorie dellAcca- 
demia delle Scienzedi Parigi del i766 3ileg«^ 
gone molte interessanti osservazioni sulle 
fiineste conseguenze arrecate dal contattodi 
animali morti di fatica., e specialmente bo- 
Yi, che gli ravvicina a quelli morti dicon^ 
tagiosa epizootia: vedesi che in tal circostan« 
za il principio vitale d stato gik consuma^ 
to daii' eccessivo eviolento esercizio deile £bcw 



n 



2€l 

se brganidie* Ed all'opposto si preservano 
per lungo tempo dalla jputrefazione la car-' 
ni di quegii ahimali ai 4ua)i nell'atto di 
ucciderli si lacera o si toglie il cervello ela 
spinal midoUa, come usar sogliooo i pesc^^-*; 
tori nei grossi pcsci per conservarli : la pri- 
Yazione dello stiiiiolo Dervoso aell' universal 
della macchina negl'ultimi roomenti della 
vita rispajmia molto consumo di Z^oogeno^ 
e la fibra musodlare restaodo per piii Iun« 
go tempa dopo la morte irtitabiie, ed in 
stato di cohtrazione , si sospendono e si ri-» 
tardano co^ gli efi^tti della putrefazione • 
£l percid fioalmoDte die negli annegati , 
negli' assiderati^ morti dal freddo, e. nei 
cadaveri degli estinti per morte istantanea 
la putrefazipne comincia assai piti tardi^es^^ 
setido la fil)ra brganica non per anco ^po* 
gliata del siio principio vitalizzante^ nh ab« 
bandonata subitd all'azione delle forze fisi-* 
cbe . Nelle regioni polari ^ ove il frdddo ag^ 
ghiaccia profondanieDQte le sostanze orga-« 
nizzate, le conserva cos^ inalterate per ua 
tempo incredilule: sono stati trovati suite ri« 
Ye del Vilhoui , del Lena , e di altri fiumi che 
sigettano nel mar glaciale, dei cadaveri in« 
tieri di Elefanti, e di Rinoceronti con le lo^ 
ro carni » e peUi bea oooserv»te nel ghiac« 



9 



* 

cio, e.noQ putrefatte^ coskdA, qaando n 
feoero poco a poco digelare, i cani divora- 
rono quella came conservatasi fresca , e senza 
cattivo odore perilcorso di m<^i wcoli (i). 
Xi'agghiacciamento sospendendo io uq istan* 
te tutte le fuozioiii organiche, come iison^ 
no degli animali dormienti, lascia intatto 
Ael corpo il principio della vita^ e percid 

tutto quel che gela, non subito muore : co« 
SI sono state vedute delle anguille daqaaU 
che tempo agghiacciate e intirizzitei torna« 
re a vivere digelando insensibilmente • A que- 
sto unico principio e appoggiata i'arte dl 
preservar lungo tempo per vitto degl* uomn 
ni le so^tanze animali , sia di carni , come 
di pesce, con I'azione del freddo asciutto^ 
permanentie, e sotto i gradi dell' agghiaccia^ 
mento ; ed anco per mezzo del doro sotto 
I'uso del sal marino. £l per la stessaragio^ 
ne che Bfahnemann pot^ impedire la putre* 
fazioAe delle carni immergendole in acqua 
pura ov' egli avea discioiti degli ossidi mer* 
curiali, edil nitrato di argento. Dagli stes-^ 
si principj 9 e per opposta causa ^ deduces! che 
sebbene la putrefazione aituale sia incom^ 



(i) JDiciionair. des Seimeef Medical ^ri» Froid 



265 

petibile con Ia vita, possono pw& avn luo* 
go nel corpo umano delle malattie, neile 
quail la perdita e -consumo dello Zoogeno 
arrivi a tal grade , che le fotze fisicbe inco- 
mincioo a prevalere' alle yitalt anche durdn-* 
te la vita^ nel qoal caso esister deve una 
tendenza alia dissoluztone nd sangue e nei 
solidi di queir individuo • Le malattie main 
gne e perniciose da qualunque Oaasa pro- 
dotte sono di questa genere^ 

Riguardo poi alia morte naturale, ed 
alia necessity inevitabile della medesinia per. 
tutti gli esseri viventi , io vado ad esporra 
le seguenti riflessionu ^ di natura delle for^ 
ze o proprietk vitali di esaurirsi. H tempo 
le usa nel corpo medesimo • Esaltate oella . 
prima etk , stazionarie quasi nell' etk aduU 
ta^ 8' indeboliscono e 4i'^6ngono nuUe nella 
vecchiezza» U fiiocx> che Prometeo rapli al 
Sole per animar la statua dell'uomo^ il 
aimbolo dello Zoogeno • Fiikch^ egli brucia^ 
la yita si sostiene, e lo spirito immortale 
nell'uomo non abbandona il corpo: ella si. 
annienta quando il priQcipio della eccitabi'^ 
litk si estingue. Quindi i limiti necessarf 
della vita. Air opposto le proprietk fisicha* 
Gostantemente inerenti alia materia non P ab^ 
bandonano mai : cosk i corpi bruti non ban** 



».' I 



s64 

no altri liiniti all& loro esistenza che quelli 
che loro assegna il caso » Ma scendiamo ad 
^ an piii preciso dettaglio • ? 

Giunfco il corpo dell' aniinaTe al panto 
del siio maggiore sviluppo^ se la dl lui or- 
ganizzazione fosse intieraroente perfetta e 
proporztonata in tutfeeAle paMii,^ vale a i dire 
che non vi fossero nd esaberanze n^ difetti ; 
fie le proprietk vitali mantenessero seoipre 
fra loro un perfetto equtlibrio ; se ie mole- 
cdle^ costituefiti le fibre organiche conservas- 
liero la medesima disposizione fra loro e 
lia stessa affinitk per lo Zoogeno; se qae- 
i$to peirci6 si matitenesse nel corpo nella 
^ ^essa proporzione e quaotitkj e che le di 
Kii jjlerdite fossero sempre esattamente ripa- 
fate^ e se^ i solidi finalmeote conservassero 
quella MoUezza ei grado dt cdesione neces- 
sat) per rl facile esercizib delJe lore funzio- 
hi; hanimale non inveechierebbe, mai, n^ 
Ixiai nidrirebbe di morte naturale^^ Ma per 
inevitiabile necessitk accadevprecisamente il 
<;tointrarid / U esercizio delta vita porta dietra 
di se il deperimento e consumo di essa • 
Jj as^ione delle ferze organiche per mezzo de- 
gli stimolt produce una> perdita di Zoogeno ^ 
e ]& riparazione di esso non ^ esattamence 
inliera se nda fintantochi^ lo state deile mo* 



265 
Jeicole orgaBiche e la Ipro affiajtk per esso 

. aeguitino ad essere eguali ed invariabiU. I 
. lilhiti di quest' epoca ^tazionaria della vita 
.Don sono facili a determioarsi ^ ina sveotu* 
ratameate ^ certo ehe sotto P eisercizio deU 
le focze vitali, e net' progressp dell'eta le mo 
lecole organiche perdono gradatainente la 
primitiva loro affinitk per [o Zoogeno o sia 
che desse ientamentQ si Qssidino, o sia che 
nei peranai lor movimenti pocp a poco sue-- 
ceda una qualdie alterazioqe e> cangiamen-* 
to Delta loro polaritk, e maniera di es«* 
sere. Egii e indubitato che a prpporzione 
si allantana la vita AA sup principia , e 
specialmente ^ad , una certa epoca ^coinin- 
ciano le parti a perdere quella moHe^za e 
turgpBe che aono necessarj alia , lorp mo- 
bility ; la coesione del loro elementi va cre« 
scendo fino al punto di divenire rigide j 
caitilaginee j ed anche ossee^ si otturano i 
tiQinimi vasi; scema La nutrizione^ la vege* 
tazione si arresta^e perdono finalmepte pgni 

. attitudine al moto : quindi nei vecchi lasen-- 
sibilitk va estinguendosi ,■ e le facx)lta della 
raente languiscon con lei: rirritabiiita va 
. mancando , e le forze muscolari . manc^no 
con lei : gl' intestini rallentano il loro moto 
peristal tico .\ la vesqica diviene, quasi p,9rali- 



a66 
tica : ii cuore non fa che quaranta e trenta 
pulsazioQi per minuto: tutto iosomma aa- 
nunzia il caDgiamento nel solidi , e il de- 
perimento senza riparazione del pfiacipio 
vitale. Quindi la tripiice divisione della th 
ta nell' epoche di sviluppo ^ stazionaria ^ e di 
decr^seimento 9 

Essendo tuttocid un resultato inevitabi- 
le dell'uso ed eswcizio delta vita medesinoiay 
ehi non yede che gli specifici finora iiiven- 
tati per protrarre questo fine non soqo che. 
sogni e chimere ? Quello che ragionevolmen- 
te pu6 dirsi si ^ che atccome 1' indurimento 
della libra orgaoica e la diminazione ines-^ 
aa dell'affioitk per lo Zoogeno, e percid il 
progressa verso la morte, sono una conse- 
g^enza dell' azione degli stimoli sopra i si- 
stemi orgaoici, cosi^ data una perfetta or« 
ganizzazione di niacchinaj Tusa^re con par^ 
simonia dei detti stimoli ^ e di un vitto so-- 
brio e di poche sostanze animali , ond' esso 
sia piii ricco di principio vitale che di ma« 
teriali organic!^ speoialmente a misura che 
Tuomo s'inoltra verso Teta matura e la 
vecchiezza , sark 1' unico mezzo valevole ad 
allontanare i mali e prolungare il natural 
corse della vita. Nell' istoria infatti dei lon«. 
gevi s$ ae trovano pochi eseaipj.fra. coloro 



che condussero una vita soverchiamente Ul^ 
boriosa^ e tra quelli che nel riposo ed ioer* 
zia delle forze muscolari hanoo poi abusa« 
to degl'altri stimoli naturali e artificiali, a 
Bpecialmente dello atimolo nerveo che ha 
tanta influenza ed impero nel corpo. Tro« 
vasene bens\ neiclimi mediocremente freddi 
ove il principio della vita non e consumato dal« 
]a sua maggiore attivita , e dalPeccesso del ca- 
lorico: trovasene tra i montagnardi ove la 
purezza delt aria , un sobrio e aemplice 
vitto, I'uso regolato degli stimoli naturally 
e la mancanza quasi totale degh artificiali 
conservano nei solidi I'attitudine ai lormo- 
vimenti e la giusta affinita perlo Zoogeno« 
Sono tra gli animali piii longevi i pesci per« 
ch^ h meno esposta la loro vita alia varie- 
tk degli stimoli, e privi sono di quello che 
piii la consuma^ qual^il calore del sangue •. 
£ longeva la testuggine ed altri siiFatti ani« 
mall per la tarditk delle loro funzipni ed il 
lentissimo consumo del principio di vita. 
Vivevano lungamente gli Anacoreti che di 
sole erbe ed acqua si alimentavano : infat* 
ti in un' Apologia della sobrietk essendp sta<* 
ta calcolata la vita di cento cinquanta Ana- 
coreti presi sotto tutti i climi e secoli diver^ 
si, essa diede per ciaschedunoladurata me«i. 



268 
dia di settantasei anni e tre mesi ,. superior 
re di gran iunga a quella di altrettanti in* 
dividui. presi dalle diverse ciassi della So- 
cietk. Visse i83r anni ii VescoTo di Kea« 
tingem che di solo pane ed acqua si so- 
stent6. Oltrepassd i cento Xenophiloconun 
▼itto pittagorico . Si nutri di solo latte quell' 
uomo citato da Baynard , che visse 1 20. an- 
ni. Fu gran digiunatore quel Pietro Czar- 
tan che giunse al i85u^annodi vita. Siav- 
vicinarono ai cento i due, Medici Petit, e 
Ghene facendo uso di un parchissimo vitto* 
Spno astern j gli abitauti deile Orcadi, eson 
h>ngevi . I Bracmani , che di soli pomi si ci- 
banc e d' acqua, giungono non di rado al 
i5o.^ anno. Sobrii sono gliabitanl^i deile A 1- 
pi Turinesi , e sono tongevi • Finalmente 
Mnglese Tom ma so Parr ( per ubn parlare 
di tianti altri ) con scarsoeduro vitto giun- 
se alPetk di i5o. anni. e peri suhito Qhe in* 
comincid a nutrirsi piu lautametate, come 
accadde pure al nostro Gornaro. Tutli que* 
stt fatti, e I'osservarsi che la tranquillity 
dello spirito^ un esercizio regolalo del cor- 
po in un genere di vita non laborioso,edun 
ciima sano e temperate , hanno ordinaria- 
mente favorito la longevity, sono prove in- 
contrastabili ohe I'afdnitk pejr il principio. 



269 

che coDserva la vita dirainuisoe in propor^ 

zione dell'usp e degli stimoli che la eseroi^ 

tano« Che perci6 nell' adequato risparmio 

degli stimoli coDSttmatori ^ in ud regime 

analogo^ e con un genere di vitto che ab^ 

bondi pill di ossigeno che di azoto e d' idro-* 

genoj vale a dire di sostanze vegetabili in 

preferenza delle animali, e mai di aromati 

fitranieri y e di bevande ^piritose ed ardenti ^ 

consiste ii gran segreto per vivere lunga-^. 

mente ed in salute^ purch^ la natura e l'e-< 

ducazione fornita ci abbiano ed assicurata 

una forte e-bene organizzata struttura di 

macchina , fondamento principale deila lon« 

gevita, eper cui ereditaria questasi^ vedu- 

ta talvolta in qualche fbrtunata famiglia , co« 

roe quelladi Tomraaso Parr, nella quale in 

deverse generazioni altri individui di 112., 

ii3.,er24« atlni si rimarcarono • Ed infatti 

H$tinto,osia]a voce della nostra organizza* 

ztone, ci fa ben sentire che il piii salubre nutri*- 

mento^il vegetabile, ela vita migliore e la 

campestre , arricchita dei tesori di un aria 

pura e della vegetazione • £ questo istinto per^ 

Perbe e pei frutti acidi e zuccherini si fa^ 

pill sentire quando il corpo h piii esausto 

del principio vitale nei climi caldi, nelia* 

stagione estiva, ie hei mali putridi e mali«*. 



gm . II yH%o caraeo aumenta certamente 
r eaergia muscolare 9 ma il vegetabile dispo* 
ne il corpo ad una sanitapiii umforine , ad 
una piii lunga e tranquiUa vecchiezza^ La 
vita morale vi trova un pasoolo maggio- 
re : e se P uomo h men vigoroso » h peraU 
tro meno feroce, e. piii saggio » 

Ma nello stato di Societk in cui vivia* 
ino, strascinati da tante abitudini contracie 
affatto alia natura^ ed ih mezzo all'azione 
di tante cause J&siche e morali , la maochi^ 
na umana prima che passi naturalmente al* 
lo stato di dissolazione e di morte, a mil- 
le h soggetta fisicbe alterazioni, ed infiniti 
mali sotto moltiplici forme minano aliasu£( 
distruzione. Se tutti u riducessero ad ec- 
cesso o difetto di eccitamento , felice sarebb^ 
la natura umana che con pronti e facili mez-^ 
zi richiamar si potrebbe al retto e regoiare 
$uo corso. Ma per disavventura non vkoo* 
SI la bisogna: imperocchS parmi diaverdi- 
mpstrato che un elemento vitale che si con- 
suma e si riproduce^ una vita speciale ad 
ogni organo e ad ogxii sistema, bench^ le* 
gati ad un principio comune e generate^ 
leazioni delle varie sostanze sul corpo non^ 
sempre uniformi e universal! , ma relative , e 
parziali; non semplicij^ddaeiopreeguali nei. 



«7» 

kiro^iFetti; le preteniaturali determindzionf 
degli iiomori ad organi diversij le affezio- 
ni simpatiche naturali , e morbose ; le particx)- 
ki^i Gostituzioni o idiosincrasie del diversi 
individai dipendenti dalle varietk di orga« 
nizzazione generale o dei speciali sistemi, e 
dai diversi gradi di reazione yitale , die dan- 
Do luogo alia predisposizione maggiore , mn 
nore, o nullaacerte ixtalattie, ed allamag«* 
giore o minor facilita di superarle ; e moi- 
taf altre modificazioni fisiche ,' chimiche , ed 
organicbe) il resultato delle quali noQ pu6 
ridursi al semplice aumento o diminuzione 
di eccitamento^ fanno della Patologia una 
Scienza assai piii catnplicata nei suoi detta-^ 
gli) epiii difficile nelle sue applicazioni. Di 
iatlo quelle che e stato da me di sopra ac-> 
ceiinato reiativamente allagiusta, eccessiva, 
e difettosa dose del principio di vita , consi-* 
siderati sotto il rapporto fisiologico e pato^ 
logicoy riguardar si deve non come I'unica, 
ma come la causa primaria della salute e 
delle varie diatesi o disposizioni alle malaN 
tie. Queste peraltro promosse vetigono da 
cause irritanti o potenze nocive^ che agisco* 
no o pertuibandb generalmente o parzial- 
roente P anitnale economia con un soverchio 
o difettoso eocitamento } o alloatadaado gli 



umori separati dalla natural plasticitk ed 
omogfeneitki' per il che divengdn easi deiie 
sostanzie eterogeoee e deieterie atte a prof* 
muov^:^ del particolari disordini^ o almeno 
a compiicare quelli prodotti da catuse diver«» 
ae^ o inducendoaa^alterazione nella quaii«* 
titk, afiioitk , e rapporti <lei materiali orga- 
nic! per difetlio e aberrazione di niltriztone^ 
e per dijtordlne e di^equilibrie nelle. forze fi^ 
aiche di elasticita, di coesione, di aggrega*-^ 
zione^ e di atitagonismo \ o alterando la con* 
dizione vitale di . qttalcbe ' parte o aistema ,. 
per cui s' iiiverta la specifica sua aensazione 
rapporto ai naturali stimoli fatti per agirsa 
di lui, e la neoessaria affinitk per ilprind« 
pio di vita; o irritando, ed alterafido 1'qi> 
gaQismo di altre , ecagionando una serienoQ 
piccola di mali organici e locali , che all' iini^ 
versa! della maccFiina. esteadoRO poscia la 
loro influenza. 

Tutto perd conferma quella gran veriti, 
che la vita h attiva: e tutto ei autorizza a 
pensare che il principio che la costituisce d 
Tossigeno; che h per ^so che gli element! 
organic! e chimici component! la macchina* 
animate stanno in una continaa combina* 
zione di affinitk , d! polaritk , e di forze vi- 
tali^ da cui resiiltano tutti i fenomeni delW 



¥tta medesima : . di' & per esso che la Natu« 
md'Ippocrateyl'ArcbeodeirElmonzio^ il m^ 
vike^ I* impetum faciens y I'eccitabilick ec.^ i 
quail in ultima analisi noo erano che sem- 
plici espressioni del resultato delle furze or- 
ganiche e vitali , diveogooo un ente reale ed 
ac(|uistaiio u^a migliore spiegazione: cheque^ 
ato principio aumenta^ soema ye si estingue : 
che dall* istesso meccanismo aniinale conti^ 
nuamente si ripara: che vi sono dei mezzi 
artificial! per renderlo direttamente alia fibra 
prima che la fatale dissoluzione ne accada^ 
come vene sono di quelli che agiseono im- 
mediatamente e chimicamente sudiesso di-> 
minuendolo, od anche distraggendolo mo-* 
mentaneamente, come fa un' esplosione fulmi- 
nea , il oontagio pestilenziale in qualche caso^ 
ed il veleno di alcuni rettili micidiali, quali so- 
no I'Haemorrhous^ ed il G>rales, al cui mor* 
so, dice UUoa J succeder vedesi im media ta- 
mente 1' enfiagione di tutto ilcorpo; una to- 
tal dissoluzione di sangue per cui esso tra- 
suda e distilla da tutti gli organi dei sensi 
e dai vasi capillari ddla cute^ e la morte. 

Le conseguenze che dalle fin qui espo« 
ste considerazioni sembrami che resultino 
per la pratica medica soQo: 

i.^ Che aver si debbe in gran pregio In 

a 



Medicina espettativa in tutti (|dei meo gra^ 
vi disordini, nei quaii esistendo oella mac*- 
ehina un consuoia di priocipio vitale pereo 
oesso distimoliy la Natura^ il regime , ed una 
cupa siatomatica sono ^ulfieientiaripararlo^ 
e a ricondur I'equiiibrio dei aiitemi organic 
cL E nelte piii gravi malattie di questa spe« 
cie non deesi far uso dei stimolanti univer-p 
aali o parziali se oon qiiaoto fa di mestie- 
ri per manteiK^re un eccitamento artificiale 
e sostener la vita ^ fiach^ Natura e qualche ao- 
atanza ossigenante abbiano riaccumuIatoJn 
iiecessaria yitalita, e ristabilito Tequiiibrio 
delle funzioni , ritirandoseoe poco a poco 
quaodo siasi ci6 ottjenuto • 

Come pure Sara utile la Medicioa espet*-* 
tativa ID quei non gravi disofdini che svi^. 
luppati« nello stato di aovrabbondanza ed. 
inerzia del priocipio vitale, la Medicina at-^ 
tiva nQO farebbe che accresoerli ed esacer* 
barli: ed alPopposto il regime ed il- gra^ 
duato auniiento dei naturali stimoli, piut^ 
to$to che degli artifioiali (dei quail la mac* 
china in tal situazione k intoUerante ), sono 
valevoli a ricondurla alio stato di salute* Im* 
perocchd non si pud in tali casi dioiinuire 
I'esuberante principio vitale con dei sottraen- 
ti » ctie ahfaasserebberb^* vi^piu . t eocilamento , 



H the: trerrebibe : a4 «iti^raentaQp il disordinff. 
piuttostovche a rimuoverlo. 

£> con tali vedute parmi di fare abbar% 
Atanza cbnttu^ere che io venero altamente e* 
trovo conforme itlla pratica, in special mo-* 
do nelle malattie uiiiversali. la dottrina d'i 
Ippocrate ^ la quale basata sulie leggi invaria- > 
bill della natura; e^perci^ vittoriosa sempre. 
nella lotta che per tantri secoli ha dovutus€>^ 
atenere^ io tengo per fermo ch'essa andra 
ogni giorno acqiiidtando e maggiod illustran 
Ibioni e nuove conferme^e sark in ogni temi^^ 
p6 la guida piii utile e piii sicura al letta. 
degl' iofermi • 

2.® Che nel prtncipio di quasi lutte 
le malattie febrili regnando un eccitamen-» 
to perturbato e disordinato , ed un grado mag-« 
giore di reazione vitale , vi ha piii bisogtid 
dicalma^chediazioOee distimoli. Iriiperoc*" 
che, malgrado i sin torn i di debolesza , con-* 
irien sempre temere in qualche *Yisoere o^i"^* 
sterna un eentro d"^ irrikazfone morbosa atn 
ta a sviiupparn uHa flogosi, che pu6 esse-*, 
re afftettata da an inopportuno nietodo'^to^s 
nico e stimolante • La Medicina espettati-* 
va, o leggermente debilitante, in special 
modo nnl principio <dtei maK ibbriU , ^iapik 
aicura e salukara* Si aacrifica spMso 4iq«. 



parte detle forze per conser varies eil perder 

di mira quelia vital reaa^ione ^ che apesso ^.la 

vera medicatrice dei mali, k la causa p^rcui 

aono frequenti i cast nei qaali ii Medico tim^ 

proverar si dee piii di un'oppressiva attivi* 

t^, che di un' inerzia operosa • A questb priii<* 
cipio , ed alia esperienza era appoggiata la 

aemplice, blanda, e forUinata Medicina To« 
scaua dei tempi del Cocchi^ e del Redi. 

3.0 Che nelle nialattie ove una causa 
deleteria mina alia distruziooe del principio 
di vita, nelP amministrazione. dei rimedj d^r 
81 deve la prefereqza a quelli che 4biboDda«» 
no di detto elernento vitale. 

4*^ ^^ ^^^ ^^^It all' <)pposto. ove una 
diatesi di vigore e di esaltamento di vitali^ 
th minaccia delle interne flogosi, preferir si 
Hebbono quell i che ,[ invece di essejre stioio^ 
]anti e zoogenanti i hanno la propiieta di 
deprimere e di diminuire il principio vitale^ 
quali sono le sottrazioni 4el sangue, un aria 
poco ossigenata, una bevand[a non . auh^K^ida 
ma piuttosto alkalina, e Tuso circosp^ttp di 
alcuna di quelle sostanze disossigenanti di 
cui ahbiam favellato « 

5.^ Ghe in generate nella cura delle ipa«* 
lattie ii 0tnico perspicace prestaf deve me- 
no AttiHizicMia alia loro .denQuinaaiooe » : che 



*77 

mi feriomeni ofae ^aceompagnano^^ 9I genio 
dominafite , alia CQStituzione del malato, 9 
iO|Nra tutto alio stato della en^rgia vita let , 
tmfierocohe noQ h raro U <asa di vedere Iq^ 
8t»so male procedere alia guarigiope pra^ 
col metodo debilitaQte^ ed ora col corrobor 
raote, seiiza che per q^estq giudic$ir si deb* 
banb due' ihali diversiyO.caogiata Pessenz^ 
del nbale inedesitnb • H grado di energia e di 
reazione del (Hrincipio di vita ne costituisce 
tutta la differenza* 

6.® Che il aangue. i^jroolante esseqdola 
venr e principle otiiciQa e distributoredeil' 
elemento vifale; ff^n cara aver !dee«i di rir 
sparmiame la aotttozione . ove questo .drfetti 
e.di Qon okrepassaineiJimiti neicasi incuv^ 
una Vigorosa vitalit^; aceoiBpagoi le in^lat^ 
tie con irritaziooe liQflaiQiQatQria. . 

\ jj^ Cbe I'esame del sangue; detratta 
offirir deve al Medico osservatore uo^ crjte-- 
rio assai valutabile » oode decidere e ^91 gra« 
di diTerai di vitalil;^ nella macchioa* e delf 
indole delle malattie: ciiterio cher « twto h 
itato per ^ngo tempo leggermente calcola*^ 
to^ ed aoQo neg^etto^ aebbene laoavat^ del 
aangaesiadiveouta il rimedio qiMsi che 
uniyersale e con soverchia profuMode ado« 
pnito« Eppiuif^ lujente di piii.manifeatbetpi^ 



ay 8 

tiinte si oaserra n671d 'febbn cite m hri^ 

lupp^ho in iin corpo eostituito nA\o statt> 

di debolezzaC relAtiva , o sia d'-inerziat e so- 

vrabbondatraa di elemerito vitale /di >ii|Heil6 

che irsangue levato ha un colore piii- ro^ 

seo.9 un cra&sameirto ' iilolle t una gdatina 

biancastra b^iallog'nola alia saa sQperfide^ 

e copibso si^r6 eitrino. Nelle malattie febnii 

c6n esaaritnWb dr vitfalitky o ^ di debo- 

' lezza' assbliita^* il §anguii deCratto non ha oq« 

tenna alia superficie, o iraa semplioe pelli- 

cola cinerizia^ ha molto siero tor4)ido e a1- 

bicqid^'ed unf cirassatnentD sfiibrato e di ne« 

to Colot^/'E finalhiente' lieUe ^>bri ove ia 

<|ualche' interao visct^re M^^ordt^ica nascosta- 

tnetite utiA letota ilogoni ^ e molto piii oetle 

malattie paleiseoiente ibflkmmatorie il san^ 

gue levato forma un piii f^onto e complex 

• to ' cbagulo, pill o menty forte e* resisteiite , 

cbn cr^ta alia supefficid c^ da una densa 

pellicbla a'rriva fino' ad ana grossa ;e eoria-f 

cea C6tetif^'^ sieto ratlciato e scarso^ colore 

ch^'dd rossk>cupo di cfsteiide sino al flofido 

e qilasi torterioso. Sobtn^ che |o state* ed 

appkriehz^ diel ^angue dethitta Boggette van-^ 

nroa^ mblte modificaziodi^ variatk, e ohe 

I'^k J il sesso, il vai^o ove si iriceve, ^aper^ 

tAt» delta veoa^e mbite altre fiartipcJari cir« 



^^9 
4x>stanKe indu^ vi |K>flf9olib dcille sensibilt Tiar 

riaztoni atte a renderae ipcisrto il gtiidizio: 
ina sara sempre vero che nella maggior par- 
te dei cast sopra ootati si preseata ii sanr 
gue quale ^ stato da me descnttQ; e Pesa*-- 
me diesso assai meglio di quelle deile oi:i- 
Yie,edialtre natural! .escrezioQi guidarpu6il 
Medico fiella diagnosi e nella cura. dje^i. ma« 
It. Per il die apprezzabilissimeemoltovaa-- 
taggiose alia prat tea sono certamente le cc;^- 
siderazioQi che I'egregio Sig, D« Acerbi ha 
pubblicate (i) sui caratteri del sangue le- 
vato nelle diverse morbose affezioni. 

8.^ Che Qelle mala(tle di contagio al« 
lorch^ una cura diretta non sia sollecita .ng& 
auffidbnte a troncarne il corao^ il S^iop 
esser deve soltaato un tfusiliare della Natu* 
ra^ al cui ministero h ri^ervato il potere di 
trionfar del neofiioo * 

g.^ Che la ptii parte . del . m^li che ^(^ 
jRiggooo il coitpp umanQ in luogp di dove-r 
le la loro primifiivft origina ad una cau$^ 
universale e dtatesica\^ la debbono ft icause 
parziali e che paruaUnepte ^ffettaao il si- 
sterna eaiitrico . 1' epatioa . il deriiioid«o , tii 



!•• • .. • 



aSo 
ftltri sistemi ed orgaar speciali , e tion eaten* 
dooo che secondariamente la lore iaflaeojra 
auUa eccitabilitk generate, oaA'h che abbi*- 
sognano essi essenzialmente di una cura sin« 
tomatica e diretta all' organo particolarmen^ 
te affetto. lo non p^nso per6 conM.Brous« 
sais che non esistano deHe febbri essen** 
ziali ; e che tutte , e fino le adinamiche e le 
atassiche, siano sempre sintotni d'una lo« 
cale irritazione. II principio di vita pu6 
essere altaccato da cause deleterie anco nel^ 
la sua sorgerite, cioe neHa iliassa della cir- 
lazione sanguigna y come da questo medesi- 
mo fonte possono esser portati a tutti i pun- 
ti dei sistemi organici dei morbosi irritanti: 
e netl* un caso e nell* aitro debbono aver 
luogo delle general! affeasioni, delle feU>ri 
essenziali. Un forte^ patema deprimente di 
animo scemando e sospendendo lo stimolb 
nerveo all' universal della maochina , pi^d svi- 
luppare in un istance una febbre adiqaqii^ 
co-atassica , che tton di rado ^ in breve tem- 
po fetale. 

10.^ Ed in fine tnerita jirta special con« 
un numero ben * graiide di disor« 
dell'animale economia che riconoscono 
per causa una semplice abitudine, le leggi 
delk t|uate UHito in stato di salute qoanto 



ftSi 
di malattiti formano oo oorpo aeparato dil 
Dottrioa Mediea , die mal at appoggerebb^ 
alle Yedute generali di vitalitk peccante ia 
ecoesao o in defetto, di forte o debole ecci->* 
tamento, di nevro^steoia od'irritazioae. Dc 
tal natura sono molte oofiTttlsive affezioni , 
alcune febbri intermittenti , ed altri nonpcH 
chi aooncerti » nella cura dei quali V appJica-< 
zione dei riinedj secoado i genepaii principj* 
doTenta fmstranea ae hoQ ci rivolgtaroo a: 
quel mezzi o fisici 6 morAlij che siaao va^ 
levoli a troncare la morboaa abttadine e pe« 
riodo che d la causa immediata dicosif&tti 
disordini. 

£l altrea^ una conseguenza delfe antece* 
denti premesse che la piii natural diviaione 
delle sostaiuse che agiacono aulta macchina 
virente si ki.^ di quelle che ( oltre Ibati** 
tnolo c)ie inducGmo ) risarciscono il corpo 
dei suoi materiali organid , quali aonp i Nu^ 
ttiend: 2.^di quelle che I'iparano il priiu»* 
pio della vita , quali sono li ZoogerMfOi^ 
Zfi di' quelle che direttainente e .chtmica* 
mente lo* distruggono ^ quali aona i DiMoa^ 
genahti{ xkiw comprendoaoi *, a parer mio, 
moki dei m^mI detti controstiiiioU ): i^fi e 
di qiteUe infine » che semplicefnente^ ecdtano ^ 
eeercitano , e mettono in movimeHfo le mol« 



s8a 
h delia.vita medesinui , quali' aooo gli Sti^ 
molamti , i qaali soffrono v«rie diviiHQQi e 
denominaziooi secondo la lore nmitifrradi, 
agire,ele parti diverse suUe quali |^;«let« 
tiva.af&aitk ai portano io preferen;a# 

Ma una general divisione che io gitt* 
dico necessario farsi delle sopfi iiidical:^ aor 
atanze si S in Stimoli omagen^ o s^ififi;^ 
^ in Stimoli eterogene£ o morhosi: Seit^ 
I'aeione dei primi^ dentro a certi liaH.U> si 
ha sempre un eccitaiaento salabre , e dei mo^ 
vimenti ed operasiooi . leodenii alia conser** 
razione della vita: sotto. 1' azione deiseoon^ 
di si ha sempre un eccitamento perturhato 
e disordiriato , una morbasa irrita2io|ie ^ e 
dei moyiiAenti ed > operazioni tendepti x alia 
distrttzione ;deUa vita» la reazione delta f^ua? 
lei vien tosto dii^etta d»lla; Nati^ra ad pppfH> 
si al fatal .idisequilibrb , e ad esptHer^ ' d^ 
Gorpo queate.oemiche sostanssc). Gli al^mpH 
oiiiogenei diveoir. possonO sotto oepte K^tci^ 
stftoze eterogaiieiv .! > 

Fm . gU stimoli omagenei n^mlfim coir 
locar^i oltreraria^ il caloricQ^ la Iuq^, i^ 
]1 iluido gal vooioot ^ tujtte quelle, .sostanzie che 
dotate es^endo di un :gradQ di yitalic^ »; fof^ 
mateo introdotte nel oorpo v}!treatev y'i9- 
ducono un'azione silica e cous^rv^M^e.^^ 



2t83 
Ittv vita: tali soho il sangue e gW umori se- 
fMirati finch^ mantengono un' indole plasti« 
ca e vitale • Tutte le sostaoze alintkeiitari per 
diTenire omogeiiee coarien ohe subiscaoo. 
dalle forze digestive im cangyameotp, che 
acquistar lort> faccia un grade di ossidazio*: 
ne o di vitalitk , come si verifica nel philo ^ e 
questa h^ a parer mio, il ^principal^ scopo. 
delta digestione . li diilo cosVvitalizzato en-*' 
trando in ciroolazione ne ^ecooda i movi-i^ 
menti , e promuove un salutare . eocitamep- 
to: e divisnato sangue » vale; a dire» acquis 
stando un grado sempre ttiaggtore di vita , 
si trasformain'sm^scoSe organiohe^che por-^ 
tate a contatto delle parti aimiiari del cor« 
po j» vi aderisooDoe s^inunodesinianQ con quel- 
le. Che se o gli alimenti aon. siano suscet-^ 
tibili di tal can^iameiito ^ o la digestione vi« 
ziata ^non aia atta a prodiurloly queUe sq-* 
stanze divengono stimoli ; eterogenei che ecr 
eitano ddle, tiirbe irptaCii^yiiedei movimen* 
ti tendend alia espulsione fuori ddl corpo 
delle medesime • IM stesso aecade. itiitte le 
volte ehe anoo nel torrente della circolaziorr 
ne A formi o s' introdttoa quakhe moiore non 
vitalizzato^ e percid eterc^neo^ alia, espulr 
sione del quale per i dtversi emunfior j la N^« 
tura €|iiaina in soocorso tutte le sue forze^ 



284 

e f isveglia dei inovimenti ohe appariseonov 
disordinati e thorbosi^ oome la febbne^.ma, 
che in ultima analasi miraiio'jsemprea^li- 
beraria da qiieste'eterogenee e neoaiohe so*p 
atanze, sebbene elk fie debba spesso rioia^ 
ner 8occombente« A qaesti pricidpj ata «iip--s 
[foggiata la dottrina ddle crisi /e dei giorai( 
critic! • Di tal natura. sofno i miaami ^ ijpon« 
tagi, i velenr^ e t»li pur divengood amco 
gli umori escretnentizi del corpo mnano m 
per un morboso diseqailibrio si tratt^ngaiK^ 
in esso y come pure tutti gli umori che $e^ 
parati sono dai diversi organi, ^t^ l^ lora 
respettiva vitalitk rest! aiteratab ^ 

Eterogmee noho finalmentB^ madigra^ 
do inferiore edi verso, tutte tjuelle^^ostaaze 
( se dalle ^>rze digestive non subiscano tipat 
completa assimikzione vitalizzata v ed allo^ 
ra cessaoo di essere pfiedicamehtose propria** 
ixiente dette , e diveagono nutrieiUti ) che 
sotto il nome di riitiedj si ' adopifano nelle 
varie nlalattie \ e si adoprano o' per accresce* 
re ii totio e la coesione delsoUdoyivOjqua*^ 
1^ soiio icosV detti stimdli permanenti e^xur- 
roboranti^ o per indurre mio. stcaordinario 
momentaiieo eccitameiit0 v^^^l^'^Qo gli sti« 
moli diffiisivi; oper [H'odufre det oiO¥iQieii^ 
tl Don natumli sia universalify coflie^iarzia^ 



y 



*85 
li\ per meszo del quali at ottengono delle. 
straordinarie aeparacioni ^ e si risveglia la vi^ 
tai reazione con cai rie&oe spesso di riequi- 
librare i sistemi organicidella tnacchinaani* 
male; e tali sono gli emetici > i purgaiitiy i 
diaretici ec Md appuiito perch^ i rimed j pre-* 
detti**8ooo sostanze non oi^ogeneei egli k 
percid che o male ammiaistrate , o in do^i 
non convenienti « inveoe di secondar la Natur 
ra a vincere il male » la opprimono • Essi pe« 
raltro acquistano utilmente uo grado di omo* 
geneitk con.iaJoro miscela alia saliva e a| 
augo gastrico : il cbe pu6 ottenersi ancora 
fiiori del corpo, introducendoii cosi mesco«» 
lati perfirizione^ come da varj Medici, ma 
prima degli altri dal benemerito D. Ghia* 
rent! fu 8perimentato e proposto* 

iQuesta distinzione degli stimoli in omo« 
geoei o a^luhri ed in eterogenei o morboai^ 
ed il passaggio talvolta degruni negl' altri 
vengono luminosamente dimostrati dall' azio* 
ne dell' anima sul corpo. Questa imrnMe^ 
rial aostanza nella sua calma, nel contento , e 
nella moderata allegre^za difTonde al corpo 
per mezzo dei nervi uno atimolo omogeoeQ 
e salutarmente eccitante: ma divien questo 
eterogeneo emorboso nelPira, nella tristezr- 
za I ed in molte altre morali afifezioni. Simi^ 



d86 
li opposfi effetti noi savente spefiinentiamoi 
dalle arinoniche o di^armoniche osciHaziotit; 
della musica istessa. Neabbiamo altresl dek 
]e prove nelPazione aiilla maochina amtnala 
dr alcune sostanzeorganizzate, e ddtate pem 
anche di Tftalilk. laPatti ^ una leggs or*<» 
hiai dalla esperienza confermata neW aniina* 
le economia^ che se una parte divisa o di-- 
ataccata da an corpo vivente,. iaimediatamen^ 
te, e pntna ch'essa perda ia sua vitaiitk, 
31 ponga in certe circostanze a contatto di 
aha parte di un animale viventei inveoe chcr 
qiiella vi produca uao stimolo eterogeneo e 
inorboso^ atto ad eocitarvi k infianiinaziooe 
di suppurazione; rapida e dolorosa, che pu6 
ahdhe dirsi espellente, ^ piuttosto uno sti-* 
molo omogeneoallaeccitabilitk di detta par^* 
te^ per cui vi si risveglia un aumento di 
vita o un eccitamento salubre produoente 
uti' infiamrnazione di adesione, lenta e con 
lieve dolore, che favorisce la rittnione di 
dette parti. ^ questa legge appunto ch^ pre« 
siede alia nutrizione, alia conservazione deU 
la integritk degl' orlgani del corpo aiiiinab 
6 vegetabile, ed alia riproduzione di aicuni 
€t loro nei cast di' ofFesa e divuisione^ Ad 
essa e appoggiata Tunione per prima inten* 
zione^ la quale non ha ' luogo soltanto oel^ 



k dMslone dl partU corrispondend' dello) 
dtesso' corpo vivente, ma altres\ di> parti dif-^ 
fereati del ikiedesimo , o di aniirialt diversi , 
partandole a contatto fra loro sotto oerte 
eircosUnze% Gosi talvolta iL meoto si eriu*' 
nito al petto I la Hngua al palato ec« Co$H< 
&tata formata la straordinaria uniode di par«« 
ti di due dififerenti ailimali ( giustai tenta«» 
tivi propostt prima d'ogn'altri dal Taglia- 
coz2i, e seguitati poscia feticemente dall'Hua- 
ter ), come gli spfoni di ua giovine galla 
feonosi innestiiti e fatti crescere nella cresta 
di una gallina^ edisiioi testicoli dopoaver^ 
li recisi sono stati attaccati a qaalche inter- 
na cavitk di un altro antmale . lo simil gui- 
sa spegasi pure Mnnesto delle piante, ch& 
ha laogo rnettendo a contatto dt esse una 
porzrone di altra pianta , purch^ sia seih«> 
pre- in stato di vita ^ e quando siavi una 
certa affinita e somiglianza fra le particelle 
orga niche d^lle due piante . 

Ma una prova anche maggicnre delta 
surreferita legge e della differenza da me 
st^bilita dello stimolo vitale ed omogeneo 
dai Inorboso ed eterogeneo ( considerati gik 
rapporto aHa loro azione sat corpo animale 
TLvenle ) si ha nell' osservare che il princi^ 
pio di vita ^ un preservativo » ed una cau:" 



a88 
•a dt uniooe iioi!i solaitiente :fra ;dae €i»rpi 
ehe hanoo una perfetta affinitk . 1- uqo. eoa 
r ialtro , ma- antcora ia corpi che 8eml)raoo 
ffa loro stranieri. Cld siverifica oelleuova 
di molti insetti ^ clie socio ' depositate sotto 
la pelie di difFerenti a«iinaii, ^ cbe produ« 
Gono doteanta Tadesiya: ioii»mmazio|ie« e 
BOQ la supparatiya ed espeliente, nelle p^r- 
ti circutnambienti; Co^ i'Mstm^n bavispor 
nelesue uoya nellaschieQaedetitro la, cute 
del Bestlaoie yaccino ; ^iEstrum toremfi nel- 
le narici dei Geryi ^ / £Estrum hiemonbidale 
iae\ retto dei Gayalli; /' iEstmm wis nell^ 
narict e nei aeoi froutali degli aaimali rurr 
mtnanti) e specialmente delle Pecdre* Quer 
ste uova oos^ depositate finch^ dotate soa^ 
del prihoipio di yita ( ed anco per tutto 
quel tempo . che si mantengorio ia state di 
larye o ninfe ) producono nella parte uno 
stimolo omogeneo che risyeglia soitanto I'in* 
fiammazione adesiya;, lenta e poco. doloro* 
sa , per cui la pelle e. addensata , goofiata ^ 
e disp6sta in modo da diyenire quasi iia 
utero per esse: .come ajppunto le uovadi^l' 
insetti depositate nelle foglie e nei rami degl' 
albwi y'iaduoDQo egualmente uno stimolo 
vttale che dispone ie dette parti vegetabili a 
gponfiare^ a fprmare una galla ^ o yescichet- 



^^9 
tn organica, die pu6 rassomigKarsi ali'ute« 

lo degli animali; Ma se fe dette' uova aU 
lorch^ soQo depositate dentro alle parti ann 
ixiali vivetiti-per quakhe aocideate perdano 
il principio di vita; od ancfae quando do^ 
po tin data perioda vi st avituppa I'iasettci 
gik -formato , e cessa cosi il neoessario loro 
rapporto con dette partis altera lo stimolo 
vitale si converte in morboso; come di so^ 
ttanza morta od estranea, che risveglianel*^ 
le parti medesime dolorosissime infiamma* 
zioni suppurative - Anche diverse specie di 
yermi restatio irapunemente dentro al corpo 
animale e senza cagionarvi uno stimolo inor^ 
boso, almeno per qualche tempo. It yerme 
Guinea , chiatnato vena medinense j che s- ini^ 
troduce sottd la cut6 delPuomo h un eseni*^ 
piu di ci6: poich^ mentre il detto afiimale h 
▼iventeedintiero^appenase ne acoorge lMn« 
di viduo che lo porta ^ ma se desso muoia natu^ 
risilmente^onell'estrarlosilaceriy allote il ri^ 
roanente produce in quella parte lo stimolo di 
un corpo estraneo che risveglia suppurazio^ 
ne in tutta la sua lunghezza •- Lo stessd 
Gred'io. che succeda dei vermi intesttnaltt 
finchg dessi godoao dl tiitta la loro vitaK-' 
tk t e che reciprocameaCe gl' iatestiai <MaU[ 
aono della ior ocRnp^eate eocttabilttk. It to^ 



ro soggiorno id essi h tratiqiltillow e Indiffe^ 
rente qu»»i alia seasazione di dette partly 
e nocivo soltanto per la sottrazione di un^ 
quantita di nutrimento : ma ae questi ver* 
mi per qualsivoglia causa ^ e specialineDt« 
per 1' ajsione venefica su di essi di qualqh^ 
aostanza medicamentosa p alimentare, per« 
dano la vita X) 9i ammalino^ oppure^ esr 
aejado essi vigorosi, acquistino grintestioi 
una mof bosa disposiziooe , o si alteri la loir 
^ensazione, h in tali circostanze che la lorp 
esistenza in essi non e piii tranquilla e in- 
difFerente, ma vi risvegliano pi ii o meno for* 
ti turbolenze e dolori , che ne determinanQ 
aovente T espulsione . II perforamento degl* 
intestini dai vermi tereti non succede mai 
che o dope la morte, o in una grave ma«» 
lattia delle intestina medesime: come ap* 
punto i sughi digest! vi preparati dalle sto* 
maco e dai tubo aiimentare non hanno alcuii 
pote^e sopra questi organi finch6 son dotati 
di vita^ ma se per circostanze particolari 
resti privo il ventricolo della sua vitality pri? 
ma che i sughi digestivi siano alterati, tro^ 
T^ si allora quest' organo in gran parte dige^ 
r^o e djsciolto. La vitajita delle parti ia 
§tato di salute e di^nque una forza vivfi che 
f^ai^e ^ fa fronte quanto e possihile aqua* 



lunque attacco e lesiotle : e senza questa na- 
tural reazione 1' animale caderebbe spesso 
aramalato. e oon guarirebbe giammai. E igi 
qual aitra maniera potrebbanio nui spiega- 
re P indifferente sog^iorno di aitre specie di 
vermi in altre parti ancor piii recondite e in- 
terne dell' anioiiUe vivente, in cui spesso la 
sezione dei cadaveri gli ha ritrovati , com^ 
il fegato , ^1 ciiore , e fino il cervellb ? la tenia 
idatigena k di questo numero^ ed ognunsa 
(X>me dessa si trattenga e si moltiplichi neile 
varie cavitk dei corpo umano ed anco nei 
cerebro senza eccitarej^ al men per del tem- 
po, quelle turbolenze cheun corpo cteroge- 
neo e straniero vi dovrebbe subito indurre. 
Per lo steaso principio segue dell' uma'- 
no embrione nell'utero materiio ci6 che ab- 
biam veduto accadere delle uova degl' in- 
setti soJttQ la cute , o nelle piante : infatti 
sceso r novo nell'utero, essendoch.e percauj^^ 
aa della fecondazione dotato egli sia del prin* 
cipio di vita attiva^ edisviluppo, dovrk per 
ia legge soprastabilita agir suU' utera stes* 
so come uno stimolo vitale ed omogeneo ri-> 
svegliando nelle di lui pareti un' eccitamen*- 
to salubre, e con esso up grade d'infiam^ 
mazione adesiva che dk luogo al prolunga- 
mentQ ed inoculazioae dei villi o vnsi dejla 



placenta, ed alia formazione degl* altri niez« 
a di UQtone e di comunicazioae fra tuovo 
• Putero. Questo stimolo vital«^ ed omoge- 
neo chiatnando a quel viscere una maggior 
eopia dt sangue e di umori ^ si dilatano i 
Yasi I ^onfia il parenchima , si distendono 
le fibre per tuttt i latiVe cresce gradata- 
mente il sue volume ela sua vitalitk albt« 
aogno , ed in mode da costititire vn nido o 
Kcipiente adattato alio sviiuppo e nutrizfo*- 
ne del feto^ come abbiam veduto accadere 
piresso a poco in tutte le parti di un corpo 
drganizzato e vivente in cui siano state de» 
positate le uova di certi insetti. Fihch^du«- 
^ lo stimolo vitale, seguita pure la dilata- 
tione deli' utero ed ii suo nuovo stato. B 
guesto Mimolo vitale dura fincb^ persiste lo 
stesso rapporto e comunicazione del fetocon 
V utero, e il suo bisogno dilui. Ma atlorchft 
9 feto h iarrivato ad un certo grado di svi^ 
luppd e ixiaturitk , che lo rende capace di 
assimilazione in proprio , e bisognoso di aU 
tro stato di vita (e ci perviene ad un epo^ 
ca seniprc^ fissa c dostante^ come sono pe*^ 
riodiche^ a)stanti tutte I'epbche delia vita 
ianimale), vanno scemando allora gradata** 
meiit^ i suoi rapporti con T utero, i di cui 
irasi di comunicazione iaveoe di crescere iar 



proporzione dell' aumento del feto^ piuttosto 
scemano e ai contraggond a misura che si 
avvicina I'epoca del parto^ e la placenta si 
ristringe per separs^rsi poi dalla matrice, a 
guiaa appunto. dei frutti del regno yegeta- 
bile che, quando sona perfettamente matu- 
ri, si staccano spontanea^ieote dall'alberoa 
cui eran sospesi perch^ i loro vast nutritizi 
si riserranoe si disseccano^Ma aproporzi<H 
ne che il feto s'isola dalla madre per vive'*^ 
vere in proprio, e che vanno scemando idi 
lui rapporti con I'utero, scen;iando va anco^ 
ra la causa che pbbligo I'utero stesso a di^ 
latarsi e restare in uno stato quasi di vio^ 
lenza; ed il feto con i suoi inviluppi ces* 
sando perci6 ( per la legge sopra riferitai ) 
di essere per quello uno stimolo vitale e<i 
omogeneo, siconverte inline in stimolo nior«' 
boso ed eterogeneo che determina Tutero^ 
in grazia forse^ del la sua conformazione j a 
coQjtrarsi dolorosamente sopra se stesso per 
riacquistare il pristino suo stato 3 ed in ta« 

)e azione eglr espelle il feto direnuto ormai 
per lui un corpo af&tto estraneo • 

Questa parmi la spiegazione pi& r^o« 
nevole, e piii cbnforme alle leggi della ATa^ 
tura^ di-questo sorprendente fenomeno , peiv 
tikh si reade con essa ragio^e di tutte le 



Kbrio delRforse Titalijedelle respetfeive liin^ 
zioni degl' organL- A queste vuoisi aDcora 
aggiungere \9l ptoprii^ controstimolanti . Che 
Alb iMo di alcude sostaaze succeda una dt** 
minuzioDe di eccitameoto univ^gale^ e la 
special mode iiei' movimetiti d^ cuoree dei 
sistem^ arCerioso; h mdubitato : . ma io q$- 
aerVci ^eiveri, co^i dettt > controstimalaoti 
si riducoiK) a quelle sostanze Teaefiche ^ che 
chimicamente attaecano e distruggono ii priQ"^ 
tipio dt vita^ ed a quelle- ehe in¥estendo il- 
tetitro dei sistema nervosa, e deviando O! 
dimmuendo tempordriamente 1' iiailttsso df 
€ss& "sugl' akri sistenn organ ici del Corpo> 
cade questo percid in uno sl:ato d^ merzia e 
di tempore, e st sospende 6 si scemar per qualche 
tempo Peccitamento geoerale. Ii molo on^- 
dulatopio e vbrticoisK) ' della nbiaecbioa ^ la tri« 
ttezea^ il terrore , «d'*a{tre morali afifezioati 
ei'daqno un esempio di quanta iodieo^eso^ 
no il tipo del controstimolo • In quaIcheoa<^ 
m>^ poi anche i tonici ed i corroborantl pos«. 
aono produrre l^effetto di esso y percb^ ao 
eresoendo 41 eona" e la coesione deile &hns 
oi^niche^ ne diminuisoono la mc^iltta, e 
le readono meno suscettibiii d'^irritaaione* 
Dietro a teli vedute'e apiegazione semiNre^ 
leh^ clvd tiduF' si potesse i' azrone del opa-r 



trostiinolanti a qittlle:gik dtriadtle superior^ 
mente delte diverse sostanse sul corpouma* 
no. Ma se arrestandosi astrattamente all* 
effetto, sotto questo sempHce rapporto far 
se nevoglia una particolar distiQzione,C(Mi« 
l^ient €0Dfes6are che male a propoaito tut«. 
te le sostanze controstimolanti soap stat« 
considerate andistintamente come agendo n<^. 
la stessa forma, mentre ve ne sooQ alcuiM 
le quail ^ nell' applicazione loro portano un 
efFetto apparentemente simile a quello dell' 
acido prussico, del lauro ceraso, della digi*^ 
talis, della noce vomica ec, agiscooo per6 
hel corpo in una maniera afifatto diyersa • 
GosV il tartaro emetico se indirettamente por« 
ta un resultato controftimolante , nasce quei- 
ato da un' efFetto namseante ch' esso iadiiaA 
Bel ventricolo , e.da un' azione dolorifico*cor» 
rosiva ch'esso esercita in quel viscere e negl* 
intestini: e cos^ accader deve di altri ossidi 
caustici riguardati come contro^timoli. hne^, 
oes3ario adunque far di questi una miglior 
dassificazione ,. ed una pi£i ragionata : 3^1bi^ 
dei njedesimi nelle diverse circostanz6; dellf 
uomo ammalato. Ed io credo cha un^ .dili« 
gente esaine .di que^o particolar efFetto. suU' 
animate econom,ia sotto 1' azion^ delle dif« 
ferenti spiBtanjK^ ravyisar lo fara in a^une 



3oo 

dt quelle ove hoti cbnoaoevati in prim.9 6v!« 

eeversa. Goak, per es., 10 sono di opinions 

die la maggior pacie degl^ iafusi amari , dei 

Tegetabili , anca di quelli ohe vengono clawati 

fra i toiuci, non sono di fatto che aeinpli* 

ci torpenti: e se sotto ii ioro uso aembra 

talvolta aumentarsi Penergia muscolare ^ que^ 

ato effettb viene da essi prodotto indiretta-* 

mentet scemando cioi la s^isibilitk o sia 

l-ecoeaso deilo stimdlo nerveo, che oonsuma 

ed ^ a carico delta coDtrattiiitk delle fibre 

carnee. Ci6 succede specialmente in molti 

casi di dispepvski^ e di febbri intermitteoti « 

Quefita osservazione h stata da me verifica^ 

ta in particolar modo nelF use del legno 

Quatota > ed ho rimarcato altresli che la sua 

azione torpente e contrastimolante si esten^ 

de ancora ad altri aniihali • Ho trovato che 

lion vi k veleoo piii micidiale della decozio* 

ae di detto legno per aicuni insetti, e spe* 

cialmente per le mosche: se si esponga un. 

vaso di questa decoziode, o jnfusione bea 

aatiurata, e niista ad un poco di miele on« 

de invitarvele, esse vi accorrono in folia ^ 

ma non hanno appena succhiato im atomo 

di quella^ che divengono stupide, vacillanti]^ 

e dopo breve tempo cadono estinte. 

£ necessario per ultimo avvartire che 



Sot 
il diverso gradd di stimoloe I'tzione direr* 
ta di molte sostaaze sono raeoo dovuti aW 
le intrinseche loro qualitk ed iesienza , che 
alio statOy alia maniera di essefe e di seo- 
tire della eocitabilitk delle ' varie sjiecie di 
animali ai quali si amtninistrano/odtU'uo-^ 
ma medesimo seoondo la diveraitk delta sua 
costituzione, e in diversi mcmieati delia di lui 
l^sistenza. Gosk quello che e natrieate per 
gi'uni,^ UQ alterante per altric lo zucche^ 
ro nutrisce 1' uomo ^ e uccide i piccioni ; la ci** 
cuta uccide Puomo, e ootrisoe alcani voia« 
tili: il giusquiamo che a forte dose ^ ua 
veJeno mortale per 1' uomo e per i caoi, i 
impunemeate pascolato dagli agnelli* P^rf« 
mente talvolta ci6 che nutriva o stitnolava 
salutarmente un date individuo iir un teaw 
po, diviene per lui una sostanza^eterogenea 
ed alterante in un altro. £ finalmente ci6 
che per gl'uni e uno stimolo omogeneo,^ 
eterogeneo per altri: ci6che stimola ^i uni ^ 
produce PefFetto di controstimolo io akri « 
II rhus di Pensilvania descritto da Rohn 
tramanda delP esalazioni , che sono micidia* 
li per alcuni ^ ed innooeoti per altri « Tut* 
tocid dimostra quanto incerta e difHcil cok* 
aa sia il lidur^e ad un principle e ad* una 
regola ' invartabile e ^ generale i' aziona deila 



3oa 
^iTerse soatehza suV corpo umdno^ dj[quaiiH» 
to criterid' abbisogni i' applicazione lore nei 
varj indiTiduf e heUe varie malattiej od a 
quanta firagtU ed erronei fondaineatisia ap* 
pog^giato qualunque aistema di -materia Me? 
dica die classtfica i j*imedj non aecoqdo i 
rapporti loro col' corpo umano , ma: aecoa<« 
do le apparent! loro generaji propriety. Ri? 
guardatai la dottriiia degii «tiiiioIj aotto le 
indicate vedute, parmi clie>4$i potrk dare al« 
la medesima quella estensione a quelle ap-* 
plicazioni delle quali^ suscettibile , e che 
possono nenderla veramente utile alia pra«- 
tica. 

Tutti i Sistemi razionali , che in Tarf 
tempi ban figurato sul Medico oi^zzonte^ 
hanno qualche cosa di Yero e digiu8to;ma 
tutti sono insufficienti ^ imperfel;ti perch^ 
non partono da un principio solido e vero^ 
qual ^ un ^Mtot'^sitivo che C09tituisce es-- 
^nzialmente^ la^vita. Moki dei moderniMe* 
riici ne hahno intrapreso delle ricerche , e la 
hanno ancor raVvisato , come Girtanner , 
Goodwin , Beddoes ^ Trotter , ed altri^ ma non 
1* applicarono che parzialmente o confusa*«> 
mente. Le idee da me per incidenza espo^ 
ate su questo ioteresaante ^gomento sona 
certamente incomplete per innalzacvi il Sir 



5o5 

•tema di cni ragionov^ Jforse lo mi mm 
arrestato .ad un prinpipio xiion alibasUiiza 
dimostratO:, e insuf&oiaite . a tal' uopd: ma 
basteranao, io spero, per.gefctare una quali- 
cbe aalutar dubbiezza aopra alcune DottrHr 
ne general meote ricevute, e npUo, infiueai^ 
ti sulh CUnica ^e per xichia mare Haltrui.aO 
ten;ioi)e ai viiotp in cni tuttora/ritrayasi k 
Medica T^^ria ^ nonostantech^ da migUorai 
ta d'ass^i 1' iqtelligenza e Ja spiegazione det^ 
le leggi regolatrici T animale economia . Sen* 
9A la conoscenza della causa delt attraziona 
«pieg6, ^ veroj il. gran Newton, il Sistenia 
delMJniyerso: ma si trattava di leggi sera^ 
piici, in variabilis et costanti^ la determina« 
zione delle quali bastava per la intelligenza 
dei principal! fenomeni di Natura^ e I'errai* 
re nei calcoli portato non avrebbe alcun 
danno al genere umano. Ma neila Scienza 
dell' uomo fisico non basta la sola conoscenr 
za e spiegazione dei fenoraeni complicati e 
variabili del la vjta : h necessario ancora di 
rimontare alia loro causa priraitiva ; fa di 
mestieri applicarla alia intelligenza e cu*» 
ra dei mali ^ e V errare costa 1' esistenza ad 
un immenso numero d'individui/ II Medi« 
CO Scozzese partendo dall'. ultimo resultato 
^ella vitat ed appoggiandosi a pocbo:leggi 



5a4 ; 
fempiici^ si allotatand meoo degl'altri dalia 

▼eritk : ina dalla ignoranzn . del principio es* 

aenziale della eccitabilita e della vita, da^ 

lui percid sapposta passiva, ne deciv6 che 

il sue sistema fa vero isoio in parte , ed iQ 

aatratto , e percid fu insufficiente , e fatto 

piii per la spiegaziooa di alcaai feaomeni 

fisiologfd che del patologici, piii per l'in« 

telligenza delto stato di salute che di qi^ello 

di inalattia j ed in oonseguenza oon privo di 

pericolo sella sua applicaziooe -alia pratica. 

Fa erronea iofatti la classazione delle varia 

apecie di mali; i medicamenti furono consi*^ 

jderati ^otto un sol punto di vista troppo: 

astrattamente , ^ed inesattamente : vi rima- 

aero seQza spiegazione i fenomeni patologi--- 

ci della numerosa famiglia dei coatagi e del 

veleni^ fa incompleta finalmeote la teoria, 

e mal sicura la pratica . Tutti questi erro- 

ri si correggono^ tutti questi vuoti si riem<« 

pioDo afferrando il primo anello di questa. 

catena , e partendo dal da to certo e sicuro 

della esistenza eoonoscensca delta causa pri<^ 

mitiTa della, eocitabilitk o della vita, e della 

aua attmit^, per legarla quindi a tutte b 

altre secondarie vedute e coDsiderazioni che 

abbiamo accennate. loiperocchd tener si de«. 

ve per nuufsinia che ao principio semplioa 



3o5 

» 

e gpnerale (come base unica dl un Sistema 
di Medicioa ) non e fakto , 6 almeno non k 
bastante, per una ihacchina compltta, qual 
6 la nostra.*- Una caasa morbosa primitiva 
produrra certameote degli efFetti seropre uni^ 
formi e costanti sopra la generale eccitabi- 
lita 5 ma questi efFetti divengono subito cau* 
sa secondaria di altri fenomeni paraiali , chd 
nella maggior parte dei casi giungono tant* 
oltre, che mal si consiglierebbe cbi in ulti- 
ma analisi volesse prender di mira unica-* 
mente I'efFetto semplice della causa primiti- 
va : ond' h che , oltre questa , varie cagioni 
ed efFetti secondari e locali , che esigono 
una cura diversa ed apparentemente con- 
tradittoria ^ e moltiplici considerazioni detta- 
te dal giusto ragionamento, e sanzionate dal- 
la esperienza guidar devono il buon Clinico 
nella cura dei mali. 

G)ncludasi adunquechelaMedica Scien^ 
za essendo composta di molti e varj ele« 
menti desunti dalle leggi general! della ma- 
teria bruta^ dalle particolari della materia 
organica , e dai resultati della pratica empi- 
rica, essa non potra mai essere veramente 
utile alia umanita se profittando dei progress 
si e delle scoperte che nella Chimica, nei<* 
la Fisica 9 neli' Anatomia ^ e nella Fisologia 



r 



5o6 
SI 8on fatte ai d^ nostrt , e delle preziose o^* 

servazioni pratiche che sono state raccolte ia 

QggiuntA a quelle che i Predecessori nostri 

gia possedeTano, non si fondera un Sistema 

Eclettica che portando infronte Ragionb, ed 

EsPEMEir2A divenga la base uniyersale del 

Medico ins^gnamento , e delia Glinica. 



FINE. 



s 



3o7 



ANNOTAZIONI 



L 



(A) 



re due dettagliate Kelazioni di epide^ 
mie di morbi petecchiali^ quella cioediNa* 
poll del 1764. scritta da Michele Sarconeje 
Taltra diFirenze del i76;.dei Signori Hase« 
norhl , Gollini , e Gio. Targioni Tozzetti , meii'- 
tre contengoao le osservazioni piii precise 
ed i fatti piii decisivi che stabilir dovevano il 
vera carattere delle petecchiej e della essen- 
zial malattia, ch' esse promuovono, i loro 
Autori guidati da erronei principj radicatie 
avvalorati gik dagli antecedenti Scrittori sa 
tal materia 9 violentano i fatti e la ragione 
per dimostrare che le petecchie non erano 
che un siotoma accidentale della malattia \ 
e che questa non potevasi considerare as9o« 
lutamente contagiosa. Eglino sono stati po« 
steriormente imitati da moiti altri distinti 
Medici in circostanze simili: ma io mi lu-^ 
singo di aver coi fatti confermata Popinio- 
ne di quei tra i moderni ^ che ammettono un 
wrus contagioso specifico per causa del mor«« 
ho petecchiale. 






3o8 



C 



(B) 



lonvien fare una difFerenza fra iveri 
contagi ole malattie contagiose , e quelle che 
portan con loro unoerto grado d\infeuone^ 
o siano attaccaticce: ed una tal difFerenza^ 
essenzialissima eperja Polizia Medicainge* 
Derate , e per il metodo preservativo in par^ 
ticolare. Le idee che ne sono state date, e 
il non averne fatta una giusta distinzione 
hanno tuttora lasciato molta confusione su 
tal materia : ,n^ ci6 dee recar maraviglia se 
81 rifletta che la generalita dei Medici non 
ba ancor convenuto sul carattere contagio* 
80 o non contagioso di quelle stesse ma- 
lattie che costituir ne dovrebbero il tipo e 
I'anello primitivo: infatti yi sono dei Medi- 
ci che dubitano tuttora del contagio della 
peste, e della febbre gialla. Malasciando da 
parte tutti i ragionamenti , o piuttosto sofi-- 
smi^ di questi scettici, e non occupandomi 
della classazione gik da altri fatta ( sebbe- 
ne contrastata sempre ; di tutti i veri coq- 
tagi, e della distinzione loro in febrili ed 
apireti^ in cronici ed acuti ^ io sono di sea^ 
timento che oltre quanto h stato da me espo- 
sto relativamente all^indoleeandamentodel-* 
le malattie contagiose j proprj soltanto di 



5o9 

ae , e identici e oostanti in tutte e cia- 

cheduna di loro, stabilir si ppssa senza ti-* 
more d'inganno cheilvero carattere del con- 
tagio sia quello i.® di non aver per veicolo 
I'aria a qaalche distanza daimalato: 2.^ di 
coiAunicarsi specialmentepercontatto: 3.^ di 
potersene o dalle persone , o dalle robe che 
ne soDo impregnate conservare per piu o 
meno tempo ii germe , e trasportarlo da una 
regione ov' esso esiste ai^ un' altra che ne 
•ia priva^ purch^ questa goda di una teiii- 
peratura adattata al suo sviluppo : 4*^ di po- 
tersi ivi difFondere per comunicazione ^ e ca« 
gionare la medesima identica malattia : 5.^ e 
iinalmente di potersi questa oVunque limi«- 
tare, e garantirsene con la separazione dei 
sani dagii ammalati e dalle robe loro 5U- 
scettibili di ritenere il contagio. L2 infezione 
poi e circoscritta alia semplice atmosfera dell' 
individuo malatp, che respirata dal sano pu6 
divenire per lui una causa di malattia , sen- 
za che il principio che ia costituisce promuo- 
va nel corpo un'assimilazione speclfica, ne 
possa dalle persone o dalla roba conservarsi 
per lungo tempo latente^ e trasportarsi al« 
trove . La peste , la febbre gialla , la petec- 
chia, il vajuolo ec. occapano il primo po- 
tto fra i contagi. Le febbri ataxico-adina- 



3io 
miche^ e perniciose, e tuCti quei mali nei 
quali sviluppasi nella economia animaieuQa 
tendenza alia putrida dissoluzione , sono quet 
li» a parer mio, che portan can loro un oer- 
to grado d'infetione per le settiche esalazio- 
ni che sortono dal corpo di quegli amihala* 
ti f ben diverse da un contagio specifico ), 
ed alterano I'aria che gU circonda: e que- 
#te maldttie hanno luogo dc^vanque, ed ia 
qualunque tempos. Per es. nelle Sale Ghiror- 
giche degli Spedali I'esistenza di ascessiedi 
piaghe di cattiva indole, e gangrenose^ che 
esalano dei fetidi effluvj ( prodotti,' second- 
do Fourcroy, dalla volatilizzaziooe deila so* 
stanza medesima in corruttela , e noq dalla 
decomposizione e nuove combinazioni dei huoi 
principj costituenti ) dispone, come ogauiio 
sa, cbi le avvicina a delle febbri di nervo- 
so e putrido carattere, alle quali suol dar« 
si il nome di febbri di Spedale^ confondea* 
dole male a proposito con la petecchia con- 
tagiosa, che negli Spedali medesimi tal— 
volta si sviluppa ( come nelle Garceri )per 
la riunione in essidiiholti ammalati di qua« 
lunque specie senza I'opportuna nettezza e 
ventilaziohe • Le ferite fattesi accidentalmen- 
te nell'apertura di qualunque cadavere sono 
causa soTente di mali atialoghi ai soprude-* 



3it 
iciltti per Passorbimeato che succede di quel- 
le infeziose molecole di cut e imbratt^to il 
coltello anatomico ^ e che socio il prodotto 
di UQ principio di corruttela. 

Devesi pure referiread un genere d'in^ 
fazione quella dei iuoghi palustri^ o dove; 
esistono delle sostanze vegetabili, ed anima* 
\\ in putrefazione , edai quali emanano dei- 
le miasmatiche esaiazioni^e dei gas deleter! 
di cui i^aria h veicolo^ che in chi la respira 
sviiuppdr possono delle special] malattie^ le 
quali considerar si debbuno perci6 come loca- 
liod enderniche , afFattQ distiote dalle conta* 
giose . Come distinte ne sono le malattie £/7i- 
demiche che ad un Paese e ad un' intiera Pro- 
vincia talvolta si estendono, d'indoleedi for- 
me sempre diverse nelle varie loro com par- 
se , e che dalle vicende atmosferiche , da occulte 
alterazioni dell' aria che respiriamo ^ da vizia* 
ta qualitk di alimenti , o da altre cause generali 
nascendo, assalgono ad un tempo e sparsa« 
mente molti individui che trovansi sotto la 
loro malefica influenza, senza che dessi ai> 
bian d' uopo della reciproca con^unicazione 
del male: sebbene sotto qualche forma pos- 
sano esse talvolta essere accompagoate aaco 
da un grade d'infezione. 



Si 2 

Distinto cos^ il Contagio dalla Infezu^ 
ittf , e dalla Epidemia^ non si cadera nell'er* 
rore di alcuni di considerare come prodotte 
da contagio tatte le febbri iv^iife generalmen* 
te dette, ed altri mali apparteneati alia se- 
conda classe da me indicata^ e nelPerrore 
piii funesto degVaitri che arrestandosi alia 
rassomiglianza che per alcuni lati hanno fra 
loroj quanto ai sintomi ed alle apparenzej, 
]e febbri endemiche o sporadiche, l'e[^i^e* 
miche, e le contagiose^ le confondono in-- 
sieme , e giungono persino alia stravaganza 
di negare il contagio. 



/ 



p, 



(C) 



5i3 



efy la prima votia , io appello all' epo- 
ca del 1804. in cm disgraziatamente s'ln-* 
trodusse in Livorno la febbre gialla, porta- 
tavi nell' Agosto di quell* anno dalla Nave 
Anna Maria, Gapitano Salvadore Liamosi^ 

I che con carico di clioja ed altri generi ve- 
, niva originariamente dalla Vera- Crux ^ ed 
!• erasi trattenuta in Gadice ove can>i6 una 
) parte del auo equipaggio« £ci6avvenne ap- 

II punto in quell' epoca in cuiil GovernoSpa* 
gnuolo allora regnantein.Toscana toUoavea 
la contumacia alle procedeoze dalla Spagna , 
che fu sempre in uso fra noi per disciplina 
sanitaria di questo Porto. 

£) certo adunque che alcuni marinari 
abarcati da detta Nave si ammalarono ira« 
tnediatamente di tal morbo nelle Gase ove 
andarono ad abitare^ ed ivi appunto esso As* 
sd in special modo la sua sede ed il centro 
^ella sua difFusione airintorno* Conteropo- 
laneamente un facchino che scaric6 le cuo«- 
|a , ed alcuni naaestri d' ascia che ^ntrarono 
in quel Bastimento per restaurario , pochi 
giomi dopo caddero ampnalati , e ne soccom* 
berooo • Diverse sacca di biscotto tolte daU 
la Nave e portate nella Bottega del Vot^ 



3i4 

najo Martini comuoicarono il irKirho ad es^ 
so ed 4 tutta la di lui famiglia • £ finaimen-- 
te* una piccola cassetta di piume portata dal 
BastifYiento raedesimo costd la vita ad un tal 
IVrruccbiere Fagiuoliche le ridev6, ed ai Sig^. 
jKiscibj moglie e maritOi che da iuilecoin* 
prarono. 

Fatti cos) i primi passi la malattia, ^i 
pro|>ag6 gradatainente e lentamente a diver* 
81 puQti, in proporzioDe deile^^iproche co-* 
municazioni ^ marestd sempri^liinitataecir*- 
coscritta in quei punti , ed ill quelle strade, ne 
maisi general izz6. Che auzi tuUe quelle fa-* 
mfgliecbe, sebbene in mezzo alia inalattia , 
ebber cura d' Isolarsi e quarantinarsi , HQ rima« 
sero imrnuni . Mandato io da Fireoze.. dal mio 
Groverno al priocipio del saccessivo Novembre, 
con ie facolta necessarie onde prendere le 
iDisure pill opportune a combatteK Qf| (;al 
morbo^ e vinte ben presto le iocertezze e 
le mediche discussioni e contradizioni ^ che 
per tre mesi gli avevano lasciato la liberta 
di ^stendersi e acquistar forze ( bencbe la 
natura del clima edel luogo nongliel per*^ 
raettesse di troppo ), col salutar tiniorein^* 
spirato per la franca dichiarazione del oia-* 
le ; con la pronta formazione di una Speda* 
le^ gxk designatOi in qualch^ distanzadalk 



3i5 
Gittk e in riva al mare ^ col trasporto in quel- 
le di quasi tutti gli attaccati dalla malattia ^ 
econ la pratica di ogni misura dettata dal- 
la Medica Polizia per le separazioni , gli 
espurghi, ela disinfettazione la piii scrupo<- 
losa di tutte le Case e robe contagiate, eb-^ 
barao la consolazione di veder subito tron-? 
cato il progresso al male, cb'era allor nel 
suo coimo^ di vedere nel corso di poco piii 
di un mese dal mio arrivo inLivorno libe* 
rata la Gittk da questo flagello ( del quale 
io pure ebbi a provare nella propria perso- 
na i terribili efFetti )j e col metodo curati- 
vo introdotto, ottenuta la guarigioaedi piii 
dei due terzi di quegli ammalati (i)* 

L' istoria della origine , come sopra , del- 
la malaltia di Livornodel 1804 resaeviden-- 
te e indubitata dal piii rigoroso processo 
eseguitone , 6 un argomento. incontrovertibi- 
le del contagio specifico della febbre gialla^ 
il quale non essendo certamente originario 
del Continente Europeo, non andrk questo 
giammai soggetto a vedere insorger tal mor- 



w^i^mmmm 



(i) Fedi le Tavole inserite nelh mie Osservatiani 
Mediche sopra delta malauia ^ stampate in Livorno nA 
1804. 



3i6 
bo se non ce ne venga d'altronde importa- 
to il semioio o dalle persone^ o dalla roba 
contagiata, £ necessario che tutti i Gover^ 
ni tenendo questa massima per una verita 
dlmostrata , e nulla curando su di ci6 le me- 
diclie discussion! e contradiz'ioni , o le vedu« 
te d'interesse commerciale , dalle quali noa 
pu6 n^ deve diper^ere la salute generale 
dei Popoli, adottino delle misure costaati 
regolari e sufficient! a preventre 1- introdu^ 
zione di questo contagio, come si ^ fatto 
.per la peste bubonica • £ convien confessare 
ch'e assai disonorante la medica Profession 
ne il vedere che dopo tanti funesti esempj 
e tante prove . dolorose, non insorge in qual- 
che parte la febbre gialla, che un numero 
di Medici non faccia ogni sforzo, e adopri 
il proprio ingegno onde indebolire ed oscura- 
re gli argomenti della sua origine straniera 
e della sua importazione ^ e per dimostrare 
esser nata la malattia da cause locali , come 
solita a domino^re in quelle date regioni , tra- 
scurando Sesame del suo vero e special ca- 
rattere^ ed arrestandosi ai molti punti di coa'- 
tatto ed alia rassomiglianza ch' essa ba in 
alcuni sintoijrii con le intermittenti pernicio^ 
seele remittenti biliose^ come ne ha la pe^ 
ste con le ordinarie febbri nialigne • Per e& 



^'7 

ii color giallo della cute h il sintoma che 
ha prodotto V inganDo maggiore^ essendo 
proprio talVolta di molte altre febbri oltre 
il Typhus icterodes impropriamente detto; 
ipa doveyasi avvertire che nieotre in quelle 
non h costante ,e si tratta di una vera itterizia 
di colore aranciato, in questo^ manifesto il ca* 
rattere eruttivo dal suo procedere, ed il colore 
h giallo-nerastro per una miscela probabil* 
mentedi globuli sanguigiii alia bile assimilata 
ed infetta • Perniciosissimo e un tale sbaglio ; 
ed in esso non cadera per certo un Medico 
veramente osservatore e filantropo , il quale 
tk calcolare ii male immenso e irreparabile 
che da un false giudizio di questa natura 
pu6 derivare. 

Accordando ancora che la febbre gialla 
aia indigena in alcune parti del Continente 
ed Isole delMhdie Occidentali*, e che ivi in-- 
aorga in certe determinate stagioni in luoghi 
marazzosi e palustri, que|li stessi cioe ove 
regnano fra noi le febbri intermittenti e le 
remittenti biliose, cid non distrugge ii fat* 
to per me indubiliato che queste malattie 
non 8ono indentiche; e che quelle^ enon le 
iiostre, generano un contagio sui generis 
atto a trasportare e riprodurre un tai mor- 
bo in quelle parti di America e del Conti-- 



3i8 
nente Europeo ove desso per avventura non 
si genera ne si conosce . Anche la peste bu« 
bonica e indigena in Affrica, ed h aflatto 
straniera per noi « ' 

Ma i pill distinti Medici America ni ed 
Europei hanno ormai stabilito sulla base in* 
concassa di fatti irrefragabili P origine esoti- 
CA, ela contagiositk della febbre gialla. Ed 
a tnalgrado i paradossi dei contrarj , e sta-« 
ta pur sanzionata dalle facoltk Mediche di 
Filadeliia , di New-york , e di Londra . 

Una questiooe re^terebbe sempre a ri- 
tolverst piuttosto curiosa che utile, eddqual 
iia la vera origine e sede primitiva della 
febbre gialla • 11 Sig. Gilberto Blaoe con pro- 
fondo criterio ed erudizione ha trattato uo 
sif&tto argomento iiei suoi Element! diLo-* 
gica Medica, Quel che per noi h piii neces* 
sario a sapersi si h , che nelle Indie Occi« 
dentali, e particolarmente alle Antilieo Iso- 
le Caraibi, questa* pestilenza ( che sisuppo- 
ne ivi portata fino dal 1 686 dalPIndie Orien- 
tali« e precisamente da Siam ) vi si d tal«- 
niente acclimatata e radicata ^che annualroen-* 
te in date stagioni vi si sviluppa^ einfierU 
see assai piii sugli stranieri che negl'InduMu 
ni: ond'd che quello divenne il centre , doo^* 
de dagli equipaggi o dalle merci dei Basti-* 



3is 
meDtl di questa od altra procedenza ne fu tra- 
sportato sovente il seminio distruttore in varj 
punti dell' America Settentrionale j e non pot^ 
aadarne eseote I'Europa', ove una sola volta a 
Lisbona nel 1723, una sola T<jlta in Livomo 
nel 1.804 , tre volte in Gibiiterra, dieci volte ip 
Gadioe, evarie volte in altriPorti di Spa^na, 

affacciossi con la distruzione di un numojco 

> V. 

spaventevole d'individui. 

^ da sperarsi ehe la fredda e rigorosa ana^r 
lisi dei fatti conciiiera finalmente su tal partir 
cplare le opinioni di tutti i Pfofessori dell'^rte 
salutare: e fra quest! piacemi di far qui una 
ooorevol nienzione del celebre M- Valentin, cb- 
si.benemerito deila Scienza medica per^e pre?-* 
gevoli oper^ da lui pubblicate^e per la parte ohe 
ha preso in questo soggetto, che tantojnteres^a 
1' umanita. Ed io non dubito da cid ctie ho rile^ 
yato, anco con le mie proprie os3ervazipui^ che 
res|tera dimostrato ad evidenza che tutti i fat? 
ti negativi addotti dai discordant!, e consistent 
ti in yarj casi da essi supposti di typhus ictero- 
des sviluppatosi spontaneamente o in qual- 
ohe nave^o in qualche paese^ed estinto nel liior 
^o dclld sua nascita senza 4{ffi^sione contagio-' 
s/i, e senza av^re adoprata veiuna caate/a, sono 
^atti illusorj , di febbri cio^ affatto diverse , e che 
Qon avevano che ia semplice rassomigUanza 
alia vera febbre-gialla nata da contagio specific 
CO ed essenziale« 



320 



(D) 



L 



la dottrina della Irrkazioney che dal 
perspicace Dot. Guani fu prima d' ogn' altri 
dvvertita, e che fu poscia illustrata dalla 
Scaola Medica di Parma ^ vien da me rigoar- 
data non come'un principio fondameatale 
di una nuova teoria, ma come una ihiglio 
re spiegazione dei fenomeni patologici non 
ben distinti e analizzati finora. lo concept 
SCO che dove tern^hia P eccitamento salubre, 
sotto il quale e^iste quelParmonia di moti 
che dall' individup si percepisce per un' in^ 
terna e general sebsazione tranquilla e pta« 
cevole in cui consiste la sanitk ^ ivi comin« 
eia sempre edinogni casolostato dipertttr« 
baihento ed irritazione , sotto it quale haa« 
no luogo quella sensazione sgradevole , e que! 
movimenti disarmonici, che costituiscono la 
malattia; vale a dire abberrazioni di sensa* 
Zioni , irregolaritk di moto circolatorio , al« 
terazione di separazioni e di umori' se^ara* 
ti, disordine nelie fuhzioni prgahichb e Ti« 
taii^ e tiitto qiieilo insomma in che consi- 
ste la malattia. II primo stato rion si ottie« 
tie che sotto i^ azione degli stimoli naturali 
ed omogenei : il s^condo piid aversi e sotto 
)' azione di questi medesimi allorchd essendo 



321 

eccessivi, od alf?raH ,• Hivenarono tosto irritan** 
ti e perturbanti; e sotto quella dt*IIesostan*» 
ze nocive ^ eterogenee , e nemiche della vita 
che s' introducaoo nel corpo . 

Lo stenicismo^ e V astenta nonsono che 

modificaisioni della fibra viveote che esister 

possono anche cdn la salute*, e nondloste- 

nicismo, o I'astenia , ne il forte o debole eo- 

citamento che formano la malaCtia , ma ben- 

81 lo stnto di pertarbamento e d' irritazione 

( equivalente per me ad eccitamento morbo 

so ) , che incomincia subito al cessar della 

salute, e che in ambeduele predette modifica^i- 

zioni pu6 riscontrarsi . Ed invero noi ve- 

diamo sovente conservarsi i'equilibrio della 

vsulute in una diatesi imarcatadt stenicismo, 

^ con un eccitamento cosi elc^vato o per pie* 

tora sanguigna ^ o per eccesso di moto , di 

bcrvande spiritose, a di altri stimoli artifi-« 

ciali , quale appena riscontrasi nella piii f om 

te malattia inflamroatoria : e lo vediamo con? 

$ervarvsi altres^inuDa decisa astenia, con ua 

SI debole eccitamento, e col languore di tut«- 

te le funzioni del corpo, quale nou trovasi 

nelie assolute affezioni iposteoiche.. 

Allorche dunque( come giustamente ri^ 
flette anco il Sig. Nacquart iiel suo Tratta** 
to delle lesioni vitali ):aon esiste che un esalta^ 



322 

mento dalle proprietk vitalijOsiaun semplii. 
ceaumentodi eccitamento dietro i'aziotie del 
salubri stiniolanti, il di lui effetto h sempre 
dentro i limiti dello state naturale, cio^ del- 
la salute • Ma se da questo si fiiccia passage 
gio alia irritazione, o sia ad un eccitamen- 
to perturbante le proprietk vitali dietro i'azio- 
ne di stimoli eterogeoei, ed anco dei natu- 
rali eccitanti allorche Tazione loro e porta- 
ta al di la di quel che comporta la vita spe« 
ciale degl' organi y in tal caso il resultato h 
sempre patologico* Nel prime state nulla e 
cangiato, ma solamente tutto ^ accresciuto . 
Nel secondo vi k aumento e cangiamento nel 
tempo stesso^ vale a dire Porgano afFetto 
o Hntiero sistema^ sviluppa una contratti- 
litk e sensibilita che non sopo propriedi lui; 
}e sue funzioni o si sospendono , o danno ori- 
gine a difFerenti e non natural! prodotti • Go- 
A per es. un aumentate eccitamento degl' or- 
gani separanti non fa che accrescere la se- 
parazione dei respettivi umori; ma questi 
conservano sempre le loro naturali proprie- 
tk : se poi un eccitamento irritative e per« 
turbante si porti su di quellii e allora sol- 
tanto che o si sospendono le loro funzioni, 
o si pervertono in mode da produrre sepa^ 
razioni abbondantissime , e sommamente alte^ 



rate . 11 medesimo tagionameato ha \nogQ , 
ed i fenomeni stessi, e le stesse cooseguen- 
ze riscontransi neilo 3tdto opposto di^abhasr 
iamento delie proprieta vitali • Quindine se- 
gue che non i vocabili di diatesi ed eccitar 
mento y ma quello .d irrilazionb ad essi asso«> 
ciata indica lo stato dl malattia. 

La malattia dunque non ^ costitulta dai 
gradi dell' eccitamento o della diatesi ^ cioh 
dallo stato di tono^ di coesione, e di vita- 
litk della iibra^ ma bensi dalla qualita. delV 
eocitamento ^ Yale a dire datla irritazione o sia 
eccitamento perturbato e morboso , che inco- 
mincia quasi sempre dal dlsorxlinare qualche 
organo o funzione speciale ^ e poi si difFonde 
n^ resto • E questa diffiisione e props^gazione 
non e soltanto di eccitamento debole o forte , 
ma perturbato e irritativo, tendente a dise* 
quilibrare e disordinare gli altri organi e fun^ 
zjoni, perch^ sono tulte legate ed influenti 
reciprocamente . £ se il disordine si mantenes- 
se locale ^ e T influenza di esso suU^ universale 
fii limitasse ad accrescere semplLcemente T ec- 
citamento per difFusione di stimoto nervoso 
all' intiero sistema , senza alterare gli altri 
organi e funzioni , allora io non potrei con* 
siderare questa generale impressione come ma-* 
iattia unirersale j^ ma come reazione della vi« 



Si 4 

ta diretta a vlncere il disordioe locale, cd 

espellere dal cx)rpo la causa che lo produce, 
come una spina fitta inf un dito , un baltolo riei 
reni, esimili:ed una tal reazione cessera to- 
stoch^ dessa sia to!Ca , se pure nel corso di ques- 
ta lotta o qualche flogosi parziaie , o dei disofr 
dinidi altri organise deIJa loro funzioni n^n 
convertano la reazione in uneccitamento per- 
turbato e morbo«o alto a promuovere dei se* 
condarj sconcerti » e di di versa natura. 

Percorrendo infatti !e varie specie di tua'- 
li che t^ffliggono il corpo uma no ^ vedreoio 
che non T accresciutoodirninuito eccitamen- 
to costituisce il passaggio dalla salute bIIh 
malattia , ma uno stato irritativo qualunque 
o universale in qualche raro caso, opiiiso*' 
vente determinato agl*organi specialmente af- 
fetti e disordinati: la sinoca semplice ^ pur 
promossa da un' irritazione del sistema ar^ 
terioso o generale, o di qualche parte ^ le 
febbri remittenti e biliose son pure eccitate 
da un morboso irritamento del sisfema ga<- 
strico ed epatico 5 nei tifi semplici vediamo V ir- 
ritaziofle determinata al sistema nervoso^ nel- 
le febbri catarrali , alle membrane mucco- 
se*, nelle reumatiche , alle aponevrosi masco- 
lari: non si accende una flogosi in alcun vi- 
acere o parte del corpo teaza 11114 preveoti^^. 



h 



"525 

Ta irritaKlone an quelTa: non faa luogo una 
qualanque local malaUia seqza una <!ausa ir« 
ritante che la promuova. Gosicch^e falsa la 
divisione delie malattie in diatesiche^ ed ir-* 
ritative: lediatesi non formano che unacon^ 
dizione o disposi^iona della fibra \, nia V ir-f 
ritazione 6 I'eccitamento perturbato k sem- 
pre qaello che costituisce V aUualita e la fbr-« 
ma della malattla. : 

Penso adunque che far non si debba 
un ente paiticolare della dialesi irritativa 
distinguendola A'&Wh. stenica e A^\\ astenica ^ 
ed assegnando ad alcuae sostanze la facoltk 
di eccitarla , quasiche esser vi possano delle 
malattie soltanto irritative^ o solamente. s\A* 
niche od asteniche ; ed io sono di opinione 
che ove h malattia ( sia questa per eccesso 
o per difetto o per qualita di stimolo), ivi 
e sera pre irrltazione, perturbamento ^ e l'.os<« 
servarsi che qtiesto domina in superior gra- 
de nelle malattie iposteniche per difetto di 
stimolo, e il piil forte argomento di quanto 
10 sostengo. Le m.alattie convulsive per es. che 
succedorio aUe gravissime perdite di sangue 
sono il modelio della cosi delta diatesi irri- 
tativa : eppure non pu6 negarsi che desse 
son iiglie. della vera diatesi astenica in cui 
tale h divenuta la condizLone della fibra 



326 

che gli stessi stimoli tiaturali la irritano e 

la pertuVbano nelle piii strane maniere . t 

certo adunque che questo stato irritativo pa6 

aver iuogo in ogni diatesi^ ed e prodotto 

tanto dalle sostan/ie di lor natura eteroge« 

nee e disaffini alia fibra, quaato dagii sti" 

tnoli natural! ed omogenei atlorch^ divengo- 

no o per la quantita o per lo stato delia fi" 

bra disaffini ed eterogenei, con la differenza 

che le prime non agiscono giammai come 

salubri eccitanti, ma incominciano subito 

da eccitare irritativamente e morbosamen- 

te. AU'opposto il calore, il cibo, e tutte fe 

altre sostanze amiche delia vita, dentro a 

certi gradi promuovono nelP universal delia 

fnacchina un salubre eccitaniento ; ma segU 

oltrepassano in piiioin meno,alIora I'azio- 

ne loro suUa fibra animale incomincia sem* 

pre da un esaltato o depresso eccitamento che 

costituisce lo stato di opportunitk; e non e 

che quando essa, produce P eccitamento irri-» 

tativo e disordinato o di tutti » o di alcuno 

del sistemi organici ^ e P alterazione delle lo- 

ro funzioni^ che dk origine alia malattia . 

Egli h percid che ( meno 1' azione fiisicochi- 

mica propria soltanto di alcune sostanze ) 

i fenomeni morbosi , non esclusa la febbre^ 

ti rassottiigliano perfettamente j sia una cau- 



327 

ga irritante , o una ^ cosi detta » dtatesica che 
dia loro origine: n^ si distinguono che AaU 
la maggiore o minor reazione vitale , che le 
accompagna. Ed in ogni caso, e nelie ma- 
lattie dipendenti da tutte le predette cause 
P officio del Medico h di moderare o aumen- 
tare Penergia delle forze, ed opporsi alle lo« 
call sintomatiche affezioni: ma sta poi alia 
Natura a preparare la'crise e la espulsione 
dal corpo delle sostanze eterogenee ed irri- 
tanti che vi^sono o introdotte, o formate^ 
ed a ristabilir 1' equilibrio degl' organ! spe- 
cialmente afFetti. 

Irritativi sono dunque tatti gli stimoli 
allorch^ oltrepassano i limiti dell' eccitamen<> 
to salubre ^ ed irritative sono dal piii al me- 
no tutte le malattie, che saranno locali se 
la irritazione , o sia morboso eccitamento , 
si limitera ad una parte: saranno universa- 
li se dessa si comunichera o si estenderaall 
universal della macchina, essendo per me' 
con trad ittoria e ideale 1 ' espressione di e//i/- 
,j!e i^ersalmente locali che si e voluta dare alle 
malattie chiamate irritative: e se pur giu« 
sta fosse, apparterebbe a tutte. E comec-* 
che ogni causa irritante , o sia morbosa- 
mente stimolante, agisca semprein ua fon« 
do ov' esister deve una qualche diatesi ^ 



328 
egli k percid che ise 1' effetto non si limita 
ad un passegg;iero disturboj come le setn* 
plici affezioni isteriche, ma dia luogo ad una 
malattia , questa deve esser sempre irritatl- 
vo-diatesica , vale a dire o irritativostenica ,0 
irritativo-astenica , conformem6nte alia con- 
dizione delta fibra. E se pure accadesse che 
una causa irritaate agisse in una maccbina 
ove 1' eccitabilitk e 1' eccitamento fossero in 
tin perfetto grado ed equilibrio , it disturbo 
ch* essa vi produce , i moti st^aordinari e 
disordinati che vi risveglia^ o la sua azione 
chimica diretta sul principio di vita , bastano 
per gettar bed tosto la maccbina stessa in queU 
lo stato di diatesi cb'esser ne deve la ' conse- 
guehza . Per il che le malattie cos) dette irri- 
tative, quando ancora esistessero quali si vor- 
rebbero concepire, non sarebbero tali forse 
clie per unistante, divenendo ben presto dia- 
tesiche o per flogosi parziali che risveglino 
ilei visceri, o per il passaggio del corpo all' 
astenia * 

Ripeto pertanto che il dire che uno 

stimolo irritativo non agfsce eccitando ma 
perturbando , altro non significa setionche 
desso porta immediatamente quella disarmo- 
nla di moti e di sensaziioni che forma lo sta- 
to di malattia , vale a dire un eccitameato 



disordinato e morboso J che nel tempo stessQ 
esser pu6 difettivo o soverchio^ secondo la 
statodetIaeccitabi1itk« Ne immaginar potrei 
altra maaiera di essere o di agir della fjbr^ 
che corrisponda alle parole di stizza^ di H* 
brezzo y di rifiuto , d' insidto , e disgusto del- 
la fibra medesima , con le quali si h voluto 
distioguere P irritazione, .& che sono azioni 
piuttosto moralise iisiche. Trovo soltanto 
che la diversit^: dell' orgaoa o del sistema 
morbosamente irritato o stimolato da una 
poteiiza nociva dk luogo alia diversa forma 
e grado d' irritazione , e alia sua rnaggiore, 
rpinore, o niuna diffusione . Cas\ se una pa« 
tenza noqiva si determini in preferenza so«^ 
pra il sistema nervoso ^ V irritazione di que-> 
sto si propaghera nell' istante all' universal 
deila macchina , producendo un perturbamen* 
to di moti assai maggiore che se impressip- 
nato venisseun altro sistema organico <)u;h 
lunque. L' infiammazione del cervello, del 
P^* ventricolo, degl' intestini eccita una irrita- 
zione e perturbamento assai diverso da quel- 
lo che prodarrebbe la medesima causa se 
eccitasse una flogosi muscolare , o polmona- 
re* Ond' h che i gradi di sensibilitk delvi- 
scere affetto sono la misura della forma e 
del grado di eccitamento irritativo e morbo- 






33o 
8o ; e oastitaiscono la localita ^ o universa-* 
Uta dei mali e la parttcolar sintomatologi& 
delle varie specie di essi • L' irritazione ch& 
osservasi nell' accesso di una iDtermittente 
paragonata con quella che si manifesta nei 
corso della reazione febrile h una prova di 
€16 che succede nel passaggio dell' attacoo 
ad organi diversi ^ II trattamento curativo 
poi pill o meno eccitante o debilitante deve 
aver sempre in mira la misura non dell' ir- 
ritazione^ ma delle diatesi associate ad essa. 
E fioalmente io trovo che la maniera di agi^ 
re nel corpo amano dei contagi , non ineuo 
che di molti veleni^ differisce da quella delle 
akre potenze nocive, piii che da I perturba- 
mento ed irritazione che dessi risvegiiano, 
e che h comune anco a queste, dall'azione 
fisico-chimica che i primi eserckano negli 
umori cirolanti e sul principio animator del* 
la fibra« 



I 



(E) 



33 1 



1 celebre Giannini, di eui piange tuN 
tora r Italia 1' iinmatura perdita , aTeva di-f 
gia presentita questa cura diretta del Tifo 
petecchiale , ed aveva fatto qualche felioe ten-* 
tativo con le frizioni mercariali , che coa 
principj teofici ben diversi erano state in que« 
8ta istessa malattia fine da Ambrogio Pa*- 
reo proposte^ ed eseguite (i). E I'lUustre 
Professor Brera ha trovate egli pare vantag-« 
giose nella cura della Petecchia le frizioni 
mercuriali, ch'egli adoprava in dose di una 

dramma tre volte il giorno |ango la colons 
na vertebrale (2). 



(1) Amhr* Pareo Op. Lib. XII. 

(2) Menu della Soc. Ital. delle Sc T. XFIIL 



I 



3Ss 



C, 



(F) 



[he vi siano io nature altre sostanze 
eapaci di iieuttalizzare o iinpedir gli efietti 
dei Coiitagi,. nalla decide contro il principio 
da me stabilitOi^ L' olio per es.siv^suppoiie 
un ri medio contro la peste .Pare che il Con* 
sole Inglese Baldwin fosse il prrtnd'' che pro« 
pose oon fiducia le urizioni d' olio come pre- 
a^rvativo dalla peste, appoggiato al fatto di 
restare inattaccab^li dal contagio i-facchinl 
portatori di olio. Egli pubi>lic6 qUesta sua 
osservaztone ^ e fu ristampata in Vienna dal 
Ci>nle • Berescbold . II P, Laigi di Pa via che 
per moiti anni fu superiore di un Ospedale 
di appestati in Smirne , fece di questo me— 
todo una regolare applicazione^ e scriveva 
nel 1796 aver egli sperimentato esset que- 
ato un presrervativo quasi infallibite, giacch^ 
nel corso di cinque anni dacche ei lo prati- 
cava^ nessuno fra quegli impiegati ad unger 
con olio gl* infetti aveva preso il contagio • 
Jj unzione facevasi con semplice olio di oJiva 
tanto dai sani per preservarsi , quanto dagli 

apprstati per rrsanare , purche fosse fatta nel 
primo periodo del male e prima che fossero 
sviluppati i sintomi nervosi • L' olio doveva 
essere alquanto caldo^ e con esso per mez*» 



335 
zo cli una spugna si ungeva il oorpo intie- 
ro . II malato era tenuCo in una: temperatura 
piuttasrto calda, dovendo 1' Unzione^ peich^ 
riuscisse utile , promuovere ilUudpre. Yallie 
Luigi Frank (i) hanno oonfermato ^ otilitk 
d« questo metodovche^^ posto in dubbiodall^ 
es per ien^e' che Pugnet ^ e So^irn ^ feoer o in 
Alessandria, at Cairo,- e atRoseUa. :.B nelt 
attual pestedi Barberia il benea3eritoiD.r So- 
la ba nx)n solamente appUcate I'esterneun^ 
zioni otedse, ma egli ne ba aggiunto anco« 
ra I'u^o inlerno, e ci ha digia prevenati del 
vantaggfio cb' ei ne ba riportato : il cbe^ di-^ 
mo.<tferebbe che Polio agisce ip questa cir^ 
costanza cenie an potente sudorifero^ e pur^ 
gatiVo ; e che il oc^agio vieii per ess^ .por^ 
tafo fuori'del corpad-per ia via della^culie, 
o per quella -^egl' inteatlni, formando ^ aefn-^ 
pre pei^ una cura indiretta e profilattkrai 
e eon :tal ]^riti6tptopotrebbe Polio esseruti<> 
le non tanto tiella peste, quanto neHa feb^ 
bi^e gtalk e neghaltri con^agi , corae da GeU 
^ (§) 'fihb a 'n6i molti distioti Medid . ave^ 

•• Mil .'..../ 



0^ 



"•^^ 



(i) Collettt. df Opmc. Je Medecine pratique ec/ 
is i8ta. / 

(a) Jikb, 1. Cap- 10. . 



334 
vano gik' prbposto^ e sperimentato*, ma non 

sempre^ooB; felloe successo. tl desiderabile che 
Teng^ Old confer mato con decisive esperien- 
ze ^ e' sia poi fatto il confronto se preferibi- 
le esso siaed egualmenlB eflicace chela cura 
diitetta daime pr^ippsta dell' uso dell' ossigeno 
esternamenteyted interaamente adoprato. 

. Ea poi v^ramente maraviglia che da Me- 
dici di imon senso . citair si possa il con- 
siglio data dai Professori di Londra neil^ pe- 
ste che vi regn6 sotto Carlo n, di aprire 
tutte le sepqlture della Citta onde vincere 
con lei cadaveriche,i^alazioni\quelle della pe- 
fite^ e si ;SU|}ponga con loro che dessa ced^ 
a questo ^ravagante compenso • La peste 
che., come la febbre gialla, la petecchia, ed 
akri cont^agi , genenalmente infierisce nel 
laoghi piijL sordid!, e tra il fetore deile la- 
trine^ la peste che b yinta daU'aria, e tan« 
to :pi£i prontamente>' quaoto h piii pura e 
ventilata, come pu6 credersi che in tal cir« 
cDstanza ceder voksse ad un mezzo che T ali* 
menta e .manfciene ? Qltre di chh D^n esiste 
hell' aria il germe pestifero , nh V arife ne h 
Teicolo; maenei corpiincui essosi^ gia in 
trodotto,e suUe sostacize infette^che convieii 
cercarlo e distruggerlo. Or dunque o noa ^ 
vero il fatto di cui si parla^ o giunto era 



335 
il ihomento del sub spontaneo cessare. Cid 
si Terifica sovente in Egitto dove , dopo un 
dato periodo d'infieriinento, $i vede la pe« 
8te spontaneamente e quasi per prodigio teiv 
minare, beoche abbandonata sempjre a se ste»* 
sa: foelix anicula quM advmerit in die 
critica ^ 



t 



S36 

T 

XI tion essere I'aria atmosfef ica un vei- 
eolb^ dei veri contagi \ ed anzi il eontenere 
m 66 sCessa I'elemento dt^trutt^re dei m6^ 
desimi^ ^ Punico e oe^to principio a cuiso* 
no appoggiate le pratiche sanitarie d'isola^ 
mento e sciorino, o sia di esposizione per un 
certo tempo alia continua e libera aercazio- 
ne delle merci suscettibili di contagio pre- 
cedent! da Paesi sospetti , o attualmente in- 
fetti. £ questa ^ la base sn cui h foodata 
)' istituzione dei Lazzeretti , di cui 1' Italia no* 
stra ha datoilprimo esempio alle altreNa- 
zioni, Istituzione sacrosanta, che onora il se- 
colo in cui nacque^ essendosi per essu sola 
liberata I'Europa civilizzata,cheseppe adot* 
taria, dalle stragi e dalla desoiazione die 
di tempo in tempo dalle Cos^e AfFiicane, e 
dal nuoYo Mondo le apportavano i micidiali 
contagi della peste, e del la febbre gialla: i 
quali appunto sonopresi specialmente di mi- 
ra in quei preziosi stabilimenti • 

Conosciuto questo essenz^al principio sefli- 
brerebbe che stabilir si potessero ancora so- 
pra regole costanti ed invariabili e la dii- 
rata delle contumacie, e i gradi delle mi« 
^ure da adottarsi nelle diverse circostanze, 



357 

oncle la incolumib^ della pubblica salute a| 
otteDga eol minore agg;ravio possibile del C!oiii« 
mercio. Per iconseguire questo interessantis^ 
simQ oggetto farebbe di mestieri che cono?- 
«cii;tp fosse con certezza i.^ Quae to tempo 
i detti contagi restar possono delitescent! nel 
corpo unmiio seoza svillupparvi manifesta^ 
mente i lorp morbosi efFetti: 2.^ E quanto 
tempo abbisogna perche 1' aria atmosferica. 
( ancp nelia^ sapposizione xb' essa sia di egual 
purez^a,. e ventilazinne ) heutralizzi e di- 
strugga gli element! contagiosi contenuti nelt 
le sostanze che sL espongono su tutti i ioro 
punti al contatto della. medesima • Ma per 
disavventura su quest' importanti argomen^*- 
ti riipane tuttpra la piii gran dubbiezza^ e 
tali qi^^tioni restano seihpre indecise, a mal« 
grado gli scritti ed opinioni da molti illu** 
stri Medici fin q\x\ pubblicate su tal mate* 
i^a. La peste che desol6 Marsiglia nel 1720 
fu portata da quel Lazzerettoin Cittk dalPe^ 
quipaggio e robe di un Bastimento sospetto^ 
a vcui fu accordata la pratica dopo soli i5 
a 20 giorni di contumacia. Quindi h che per de« 
t^rminare la durata e i gradi delle operazio- 
ni, e delb pratiche sanitarie partir non po- 
tendosi da un principio certo, ma seguitar 
doveodo le legola. di consuetudine e di pKH • 



m 

babilita ^ ragioii Vuote cite la primaria ooq- 
aiderazioae sia la indubitata sicurezza delta 
salute dei pnpoli^estendendole forse al dila 
del Decessario* II periodo di quaraata gior- 
niy che ha dato il nome alia qiiaraotina ri« 
gorosa, d stato, rapporto agMndividai, giu« 
^icato come il piii rassicurante^ perche il piix 
lungo corso di:tutte le malattie acute; nm 
' non sufficieote rapporto alle robe soapettedi 
infezione pestifera. Sarebbe almeno da desb- 
derarsi che in tutti i Lazzeretti beq.regola-« 
ti, e fra tutte le Magistrature diSaaitk e$i- 
stesae^ il maggior accordo ed uniformita nelr 
le contumacie e nei mezzi disinfettanti: il 
che ridooderebbe in aomma ntilitk^del Coixi* 
mercio. 

Cidche io potrei, dietro le profMrie ed 
altriii osservazioni , stabiKre come cose pro- 
vate si d^ che il contagio dellisi febbre-gialla 
' h i|ieno comunicabile di quello della pester 
resta per egual tempo delitesoente nel corpo 
degrindividui che lo faanno assorbito ; ^ pih 
facile di quello ad e^ere decx>mpo8to dall'os« 
sfgeno, e perci6 piii lentamente e piii diffi* 
cilmente si e^tende nei paesi dentro terrft , 
e sf k per minor tempo eraenottenacemen-* 
te ddeso' alle materie d^ sono auscettibiit di 
comteoerlo^ e finalmente die sebbene V 



^9 
60 del cafdo e del freddo si opponga ordn 

nariatn^nte alio sviluppo del la peste, pur 

non Sraro il caso di vederla regnare in tut- 

te I^ stagioni: mentre la febbre gialla ^ as* 

'solutaiiieDte sospesa e distrutta dal freddo^ 

e non h favorita che dalla temperatura umi- 

da e calda • Da questi principj partir si pii& 

francamente per determinare una[ ragiona^ 

ta difierenza di misure sanitaria per i dett£ 
Gontagi. 

Le sdoperte fatte dalla modema Ghimii-> 

ca onde ottenere da diverse sostanze il pu-« 

ro ossigeno, senibrerebbe che avessero do« 

vuto influire notabilmente per abbreviare il 

tempo nella disinfd:tazione delle mere! con 

esporle al contatto del medesimo ( come si 

pratica per le lettere^ e per le interne parti 

dei bastimenti ), piuttosto che alia lenta ope« 

razione ed anaiisi dell' aria atmosferica • 1^ 

certamente otterrebbesi un tale intento se la 

'^ maggior parte di dette merely e specialiiieti^ 

,^i te tutte le sostanze animali, non sof&issero, 

|j( come succede^ un principio di combustione, 

e la distruzione dei colon dall' azione dell* 

ossigeno applicato ad esse sotto la forma dei 

vapori sulfuric!, o dei sufFumigi di Guitoa 

MorveaUi o di Smith, o di altra simile tem^i 

pra« 






54o 

, Ma comecch^ molte ^ostanze pur vi sia* 
no che a siffatte alteraziooi non vanno sog- 
gette^ toA per esse almeno render potrel>> 
hesi un vantaggio al Cominercio ( ed otte- 
nersi una certezza assoluta di pronta disin- 
fezionej specialmente nei casi di decisa con— 
tagiositk, prima diesporre la vita delie per« 
•6one ad una tal prova qei Lazzeretti ) sot- 
toponendole alle gik divisate. chimiche ope- 
razioni . E cid ottener potrebbesi senza graa 
difficolta costruendo nel centro o nella paite 
piii isolata del Lazzeretto una rotonda stanr 
za a diyersi piani non molto elevati , e fatti 
cx)n tavole aperte e traforate in tutte le di- 
rezioni, onde attraversar le possano libera- 
mente i vapori disinfettanti^che da riecipienti 
o fbrnellt situati nel basso terreno elevando* 
si, >vadano ad inyestire su tutti i punti le 
materie infette che siansi distese sopra i det«» 
ti' piani: mentre. si tengano contemporanea-. 
niente serrate tutte le aperture deUa stanza 
predetta. . . 



S4i 



P 



(H) 



er avere una giu^ta idea deUa quan* 
titk di ossigeno che eotra nella composizio* 
ne di varie sostanze, e special ihente degU 
Bcidiy merita di esser letta I'Operai del Sag. 
Falckner stampata in Basileanel 1819 »> Sulla 
proporzione eleggi concui si combinano gli 
elementi dei corpi y^. ^tabilisce egli per resuU 
tato di una rigorosa aoalisi 

1.^ Che Pacqua contiene in peso su AU 
ciassette parti quiodici di ossigeno , e due d' 
idrogeno. 

2.^ Che r acido nitrico contiene otto paiv 
ti di ossigeno, ed una dei radicaie dell'azo* 
to 9 che Berzelius chiama nitricum. 

3.^ Che rigettando con Berzelius Pipo« 
tesi che considera P acido muriatico-ossige- 
nato come un elemento^ egli pensa che Taci-* 
do muriatico h composto di un radicaie in- 
cognito e di ossigeno nella proporzione di 
7 a 10: e 1' acido muriatico-ossigenato nella 
proporzione di 7 a i5« 

4*^ Che I' acido clorico di Gay Lussac e 
Davy^osia 1' acido muriatico iperossigenato 
contiene sei yolte piii d' ossigeno delPacido mu« 
riatico-ossigenato^ essendo composto di sette 



54« 

parti di radicale mnriaticoj a fy> parti di 
ossigeno. 

5.^ Che 1' acido sulfuroso gasoso oontie- 
fie in peso altrettanto xoifo che ossig^no.E 
1' acido salfurico esaendo furmato di i oo mn 
snre d' acido ealfaroso , e 5o misure di os« 
•igeno, la composizione in peso deve Yaltt« 
tarsi a due di zolfoi e tre di ossigeoo. 



t y 



i r 



m 






I 



(l) 



J Gas acido muriatico OMigeoato asi 
-connderi come uq compofito di gas muria^ 
-tico e diossigeno ^ xx>ine lo riguardiirofio Xiar 
voisier e Berth ollet*^ o ai consideri ;uq copir 
posta dl onigeoo e di una base incogjji^i, 
come riteogono tuttora ajcuQi Chimici di 
Francia.e di Scozia^ o sia finalmente che il 
Gioro riguardar si voglia pome una sostan«- 
za elemenrtarej sicoonie.a questo si accorda 
la facbltk di segr^ar 1' ossigeno dali' acqua^ 
come neil' imbiancamento delle tele, npn mo- 
no che da altre sostanze, percid sark sem« 
pre vero che sotCo la di lui azione Vi h svi^ 
luppo di ossigeno , e che il suo finale eflfettp 
nel caso nostra h di cssidare i principj ani« 
mali contagiosi esistentio nel corpo, Oyilell* 
aria circumambiente, o nelie sostadze >infetCe 
che si vogliono purificare • CosiQche Hon poiv* 
ta veruna opposizione ai nostri principj Po« 
pinione di Davy sulla composizione deil' aci«- 
do muriatico « e del Cloro« la quale per& 
k sempre combattuta da valentissimi Ghimicit 



344 



O, 



(K) 



Itre i sulSumigi di Gaiton- Morveaa 
gioverk di collocare in diversi punti delle Sa- 
le negli Spedali dei vasi pieni di acqua sa- 
turata di acido murtatic6 iperossigpenato, e 
di obbligare le persone prima di * avviciDar' 
61 ai malati, o recarsi al- travagiio nei luo- 
ghi infetti , d' immergervi le mani , che per 
r intiera giornata conaervano I' odore proprio 
di detlo acido di 'cui restaiio impregnate. 
Oitre di chS questi vasi moitiplicano i puoti 
deli' esalazioni di quel gas. Nob si puonega*^ 
re che questo non sia unelficace meMoan- 
CO per preservare i sani dal coritagiarsi al- 
lorche debbono aVvrcinarsi o vivere in mez- 
zo a tali ammalati. D ungersi le mani con 
pomata ossigenata, o con ungiiento n)ercU'> 
Nl^iale potrk egualmente garantire i detti in- 
dividui dal ricevere il cootagiocol codtatto* 



». 



V. 



(L) 



845 



erso la metk dello scorso secolo fa pro- 
posto da lohstone in Inghiiterra come disin- 
fettante il gas nitrico;e molti anm dopo fa 
questo cosWantaggiosamente impiegato nel'^ 
le Navi e negli Spedali da Garmichael Smith, 
cli'egli merit6 ii premio di craquemila lira 
sterline dal Parlamento per ayer reso gene- 
ralmedte utile la finallora sterile, e quasi 
obliata invenzione di Johstoiie. Gonsiste que«- 
sta nella miscela dell' acido solforica col ni«* 
trato di potassa ( nelia proporziioiie di un 
oncia del primo con un oncia e mezza dei 
secondo ) in una opiii tazze di porcellana-^ 
che o a freddo , o leggermente risca}da(e ^ 
passeggiar si fanno nelle Sale che si voglio-* 
no disinfettare col gas ossigeno che ii>. for-^ 
madivapori bianchi st va da detta miscela 
innalzando. 

La calce, e le Msche sono pore in uso-, 
special men te presso gli Americani> come mez- 
zo di disinfettazione delle Case, dei Bastimen- 
ti J e delle sostanze cotitagiate: ma t espe^ 
rienza nostra ci ha insegnato a non fid&rsi in«« 
tieramente a quelle^ edi far precedere Pazio« 
ne dell' ossigeno adoprato o in forma di gas , 
odilavande con aceto, ed altri acidr, ocon 
la lunga esposizione all' aria atmosferica « 



\ < 



346 



jUj 



(M) 



on errore della maggior parte dei 
inoderni Medici ii consid^raF P acqi^ , relaCi-> 
vametite alia sua azione nel corpo vivente^ 
soltanto come una potenza debtlitaote^ e il 
Don riconoscerenel bagao di acqua, e nella be^ 
yanda di essa che gli effetti deila sua tenip^!^** 
tura,odelianiisceladialtresostanzew Jo ray«» 
visa invece nell' acqaa una sostaftza che som* 
ministra al corpo un principio ristorante^ 
qual h appunto 1' ossigeno . Composta essa ^ 
come P aria 9 di questo elemento, combinato 
|ier6 alt' idrogeno ^ cede quello certamente , al 
pari dell* aria ^ alia fibra organi<ia vivente^de- 
componendosi al contatto del sistema dermoi-- 
de e degl' organi interni* Prova nesia il vigore 
che reodeal corpo indebolttee laoguente per 
r azione protratta di un soTerchio calore la be- 
vanda di fresca e limpida acqua di fohte, e 
1' inmiersione iq un bagno tepido , vigore noa 
proporzionato a) certo alia semplice sottrazior 
ne dello ^timolo del calorico e alia diminifr 
zione che in esso segue del traspiro: onda 
a ragiooe dai .Greet e dai Romani tutti i ba«^ 
gm di tal natura furono a/A Ercole coosa* 
crati, simbolo delia forzai^ della salute. £dl 



34y 

an argomento aiioora pib forte e decistvo di 
questa sua a^ione animatrice della vita si h 
che col sempUce bagno di acqua pura si giun- 
ge sovente a ridonare nel massimo grado di 
una febbre nervosa e maligna la forza vitals 
gik morente-, e ad eccitare mirabilmeote I'ener- 
gia del sistema linfatico nella racfaitide, ueli' 
atrofia , e nelle malattie cutaoee ^ il che dl" 
ttiostra die 1' acqua col suo ossigeno dona 
immediatameDte al corpo il princlpio fonda- 
nsentale della vita: onde giustamente Hiif«- 
land si espresse che nell' aria come nell' acqua 
avviloaCesso pabulum vitcs^ nella prima soO 
to forma gasosa ; nella seconda sotto forma 
pill fissa : ed ^ perci6 ch' essa ha potuto ao- 
cor distillata sostenere per molte settimane 
I'esistaiza di non pochi indtvidut, bastani- 
do co^ ad animare non solo^ ma a oonser- 
vare ancora l'organizKa2ioDe del oorpo. ■'■ 
Che se col sem|^icemente esporre I'ac^ 
qua pura al contatto del gas 08sigeno\, e 
molto piii poi col metodo di M. Thenard 
essa s'impieg^i didetto principio, dovente* 
xk altora un rimedio divino preferibiliB a tut* 
te le altre sostanze ossigenanti in tuttiquei- 
casida noi accennati, ova I'uso interho ed 
esterno dell'ossigenotrovasi indicate. Aque- 
•to elemento naturalmente dominante nella 




348^ 

acqae mioerali di Nocera alia loro sorgente, 
gtusCa la beilissima analist e descrizione fat** 
tane AtdVegpegio Sig. D, MorichiQi (i)/ei 
fie deduce 1' azione animatrice e tonica di cui 
ivi aoao dotate quelle acque 4 Trovd egli in- 
fattt che desse^ oltre gliaitri fluidi elastici^ 
contengono per ogni libbra un quarto dt gra- 
IBO di ossigeoo : ond' h che caicolando sulk 
quantitk che giornalmente pud beversen? jh 
certo che introducesi nella macchina una d(V 
«e di detto vitale elemento assai raaggiore 
€ con raaggior sicurezza di quello i^he oN 
tener si possa con T uso di ossidi metallici , 
od altre aostanze ossigenanti. Ed e appaa<* 
to per P azione di quello^, incoereoza e di- 
inostrazione dei principj danoistabiiiti,cbe 
Tacqua di Nocera, egli dice , limpidissima , 
inalterabile^ freschissima ai 9*® del termometro 
di Reaumur, pill leggiera delPaequa stillata 
per la quantita d' aria die tiene disciolta , e cbe 
aviluppa continuamente in una moltitudine di 
boUicine argenteeche tappezzano la superficie 
del cristallo ove ricevesi , ha un gusto assai 
«ivaoe ^ eccita i^na particolar energia in cbi 



(i) Sdggio medico* ckimico sopra V acqUa di N^ 
4mra « Aonuk 1807* 



I * » 



349 

ht beve ; /* abiio estemo del corpa prende 

f aspetto il pm florido *y ed un senso di 6en 

essere uniucrsale infonde un nuoi^o vigore in 

tutte le membra^ Egli e certacnente per que« 

8to medesimo principio ch'essa produsse cot- 

me narra il Piombi (i) mir^li effetti int 

un' epidemia di una febbre pestilenjiiafe ( pror 

babilmente la peteccbia ) che afflisse il Pir 

ceno e V Umbria nel . 1 69 1 . tl per questo 

ch'essa riesce un ecoellente rimedioed antir 

doto contro i veleni animali, non escluso 

1* idrofobioo , al pari del fonte AUaso in Ar^ 

cadia, cos\ chiamato per la sua virtii ales- 

siteria contro il morso dei cani rabbiosi. Ed 

h finalmente per TefFeCto di queir etereo ele« 

men to 9 che giornalmente dal di lei uso iti«* 

ternoed esterno siottengono delle sorpren*- 

denti . guarigioni nelle affezioni scorbutiche^ 

Belle sifilitiche^ ed in tutti quei mali nei! 

quali defetta il priocipio di vita , o dove cooo^- 

batter & duopo un qualche veleno distrut-^ 

tore del medesimo. Da ci6 concluder pos^\ 
siarao che eifetti simili ed ancor piii enica*-. 

tie pill pronti, consegiiir possiamo dall/uso. 



(1) 0ssefva9. s^ra gUuii e gli effoMMVaefM 
di Nocera Perug. ij%o. 



I 



35o 
dell* acqtta semplice artiiicialtiiente impre- 
gnata di ossigeno . U Sig. Thenard cdii ri* 
petuti tentativi h gitinto a saturar Pacqua 
di ossigeno, cobteoendone aliora 6i6 To]te 
il sao volume: ed in t^Ie stato essaattacca 
-I'^pidermideO la imbianca , e v' induce un 
senso di braciore , egualmente che sulla lia* 
^ua^ condensa la saliva^ e risvegUa nel pa« 
iato una ^nsazione amara astringente^ e si- 
mile a qUella del tarj;aro eoietico. Atalgfa- 
do di ossigenazione non potrebbesi al certo 
impunem^nte adoprare n^ esternamente^ n^ 
internamente : ma avendola egli ridotta a 
non coritenerne che otto volte il sua volume; 
e in tale stato avendoci introdotto della fi-> 
brina recentemente estratta dal sangue ., del 
tessu^o polmonare, dei reni^ e della mil za 
hen la vati , e tagUatt in pezzetti , trov6 die 
tulle queste sostanzefecero nel motiiento avi^ 
luppar dall^acqua Possigeno in essa conte^ 
nuto; eche di tal propriety sono pur dota<- 
ti Y bertch^ in grado minore, la pelle , e i Va- 
« vdiosi* X*«so adunque ester no ed inter- 
no dfun acquadital natura esser deve per^ 
certo un potente specifico per un individuo 
che trovasi in nn grado avanzato di adina- 
m\^ s o (i^iSfeftto j}a morbi ccmtagiosi; come pure 
per la disinfettazione di sostanze contagiate «^ 



35 



I 



(N) 



Gadaverl dei morCi d'idrofobia aii- 
tiunziano lo state di assoluta distruzione di 
vitalita in bui si trovano per una generale 
dizoigenazione: ingorgo di sangue atro in 
tattiivast del cervello e del oervelietto, nel 
polmone, e nel ventricolo ddstro del cadre: 
intestini di colore nerastro: tutta la ca:rne 
mascolare di un colore rosso-scuro: passage 
gio '- rapido del corpo alia putrefa^ione • Kvff^ 
xnann ( ProL ver. path. T. ii.p. 192. ) tro^ 
vd in un Gonladino morto d^ idrofobia la 
pill parte' dei visceri intemi in stato di gan^ 
grana. Infatti un irritamento universale stra- 
ordinario^ una forza irregolare convulsiva^ 
una morbosa sensibilita ^ un' esaltamento 
delle facolta mentaliji incominciano I'azio- 
ne di questo terribil contagio: ed un ri« 
poso traditore , un languore estremo , un 
abbandono universale per esaurimento di vk 
talitk precedono di poco la morte. Quio-* 
idi s'intende I'inutiiita di tutti i rimed jati« 
molanti o debilitanti per lacura della idro«« 
fobia^ e t oppio, e la belladonna trovati 
pill dannosi che utili^ ed il salassOt tanto 
decantato da Soohlbred e Tymon, tperi* 



55« 
mentato inefficace da Horn ^ Marshall ^ ed OU 
bers^ come inefficaci sono riusciti tanti al- 
tri specific! proposti^ e commendati : ed ia- 
vece le guarigioni operate da (xoeden^ Vo- 
geslang , Horn ed altr i con Tuso interno del 
calomelanos , e cpn V esterne frizioQi di un^ 
guento mercuriale j che secondo i principj sta- 
bi}iti agiscpno* per I'ossigeno che reodoao 
alW iGibra» e da cui resta inirestito e chiini-* 
camente neutralizzato il contagio • he mie 
esperienze $uperiorn}eote riferit^ suUa saliya 
racQ%>lta daun cane arrabbiato ne sono una 
prova ; e questo e percit6 )' unico aotidoto die 
opporre si possa anco nel corpo vivente ai de« 
leterj effetti d$i^ veleno idrofobico. Questi 
fatti , e queste idee , da molti anni gilt da me 
annunziate , h^nno in qnesti u^ltimi tempi 
troyato un appoggio ed una conferma in ci6' 
che ^ stato proposto e sperimentato nella 
idrofobia dal celebre Brugnattelli e da altri . 



J • 4 ^ ' 



I 



353 



iS eeli 



(O) 



f / 



egli Eserciti d«i Romani srpraticft-i 
va r ossicrate , o. sia acq^ua' acetata , per man** 
tener sana la tru ppa nei paesi caidi , e nel- 
le marce forzate : e neile maremme nodtfe 
ad imitazione tlegli antichi si dbpensa Tossh 
crate agli opranti , riconosciato vaataggioso 
lielie grand! fatiehe delta niietitura e trib-* 
biatura dei grani in quelle arie in$alubri« 
L'efFetto poi preservative e curative delle 
sostanze acide ed ossigedanti di ogni specie 
nelho scorbuto di mare 6 generalmente co- 
riosciuto , e stabilito • Dal che si scorge che 
P esperienza di tutti gli uomini e di tutti 1 
tempi ha confermato I'utilita dell' ossigeno^ 
di cui gli aoidi abbondano, in tutti quei ca* 
si nei quali la macchina umana impoverita 
del principio vitale trovasi in uno stato di 
tendenza alia putrida dissoluzione. Ma rap«i 
porto alio scorbuto siamipermessa una qual« 
che rifiessiom. Le osservazioni di Milmaan 
hanno dimostrato che la det>olez2a della &• 
bra costituisce P essenza dello scorbuto: o^ 
Bedoes e Trotter ripeterono quelia da pri« 
vazione di ossigeno. lo penso perd che per 
causa primitiva aggiunger debbaai ii difettq^ 



• •• 



S54 

dell' animalizzazione per c\x\ mancando al 
sangue quei pvineipj the lo rendono atto ad 
assorhire nti polmoni dall' aria il detto ele-- 
roentO) slefik.tua perci6 imperfettamente la 
sua conversione ia sarigue arterioso, e divie- 
ne incapace di aomministr^re gli eleitxenti 
organic! ed il priDcipio di vita a tutte le 
parti dell' animaie economia. Infatti seQ-« 
£a ammettere una tal causa intender non 
potrebbesi come sviluppar si dovesse lo scor- 
buto nei lunghi viaggi di mare, e nelle piii 
fredde latitudini y ove 1' aria ^ purissima e 
ricca di ossigeno: ma in essi peraltro la man-* 
eanza di cibi freschi e vegetabili, la defi« 
cienza di moto^ e I' impulitezza dei Basti- 
m^nti apportar devono naturalmente una 
morbosa impressione negl' organi digestivi • 
E qnesto solo vizio noi vediamo ^ovente e$« 
ser causa di scorbuto anche entro terra in 
individui situati in salubri regioni, e fuori 
dqlie prenooiinate circostanze. 

Egli h per ci6 che nella cura di que-- 
sta malattia i soli acidic ed aJtri rimed jos- 
stgenanti juon bastano per ottenerne la gua- 
rigione^ ma fa duopo nel tempo stesso ri^ 
mediave al difetto di chilificazione combi- 
narido un vitto nutriente, fresco , e vegetal- 
bile j.ed ammhiistrando dei medicamenti che 



555 
nienlre contengono dell' oisigetio , ab bian» 
ancora la facolta di corroborate ^H orgahi 
-digestivi. Quiadi si spiega Pulilita delleso* 
stanze e liquori.acidi fermentati per preve- 
Hire e curare una tal malattia; la ricono- 
sciuta efficacia del la mistura di Lii^d corn- 
posta di vino, zucchero, e Mgo di aranci^ 
il vantaggio ricavato dal benemeritd D. Lui* 
gi Frank riello scorbuto, che irifieriva tra i 
Soldati deli' Arraata Francese in Egitto , dall' 
uso di un liquore . acido casfialmente otte^ 
nuto daiia fermehtazione dello zuccherodo* 
po di averne estratto Palkool^ e finalmentai 
1' utilita sovente ritratta dal solo vitto ani- 
male fresco, da rimedj puramente tonici e 
non ossigenantiy e da an' aria puraed asciut-« 
ta. Quest" ultimo metodo a torto si e ere- 
duto in contradizione con la teoriadi Trot- 
ter e Bedoes: mentre nella mia maniera di 
vedere , il principale scopo nella cura di una 
tal malattia essendo quello di ripristinare la 
chilificazione e sanguificazione, ci6 si pu6 
benissimo ottenere con Taccennato metodo: 
ed il sangue circolante allorch^ avrk riac- 
quistato i suoi naturali principj , e 1' afifini- 
ta per 1' ossigeno , potrk ( sebbene con mag* 
gior lentezza )bastare esso stcsso ad assor- 
birlo dali'aria della respirazione ^ ea render 



556 

!:« al corpo con quello, e con gli elementi 

organic! di dolce e plastica natura , il perdu- 

to vigore e vitalitk. lo sono poi di seoti- 

itoento, come ho gia detto^ che Tacqua osr 

sigenata di M. Thenard, a i|uel giustogi^* 

do che la rende innocua alia fibra vivente, 

•a'ra ritrovata C o pura, o mista a qualche 

liqilore vinoso ) in questi casi un meravi* 

glioso specificOj ed assai pronto ed attivo 

per la dose che se ne pu6 impunemente in- 

trodurre, e per la facilitk con cui lo stesso 

Calore animale e Tazione della fibra ne svi- 

luppano da essa V ossigeno , che oltre ad agi- 

re nel ventricolo e negl' intestini , vien cer- 

tamente assorbito, e assiem con la linfa e 

col chilo poftato nel tonente della 

zione. 



357 



JL/i 



(p) 



ra VitaUth non&an'idea astratta, od 
una semplice proprietk della fibra orgaoiz*- 
zata/ ma^un quid mater iale^ ^ un princi«« 
pio ex se ; nh la vera di lei defiDizione st 
racchiude nel resultato , o nella oozione se* 
parata o complessiva delle forze fisicbe y chi« 
miche , e vitali gik note • Gome un orologio 
che con tutta la perfezione e integrita del 
8UO meccanismo *, con tutta I' attitudine e ca-» 
pacitk all'azione^esempre immobile ed inat? 
tivo se il pendulo, od una molla posti ia 
moviniento dalla gravita, o dalla elasticita 
non comunicano I'impulso e Tazione a tut-n 
te le altre parti: cosi con tutta la disposi« 
zione alia vita ^ con tutti i mezzi per eser« 
citaria , essa e ancor nulla o inattiva finch^ 
un ditro principio, fonte ed origine di tutte 
le altre proprieta e forze secondarie, non la 
risveglia e sostiene. 

Questo principio di vita non consiste 
dunque in alcuna individualmente di dette 
proprieta chioiiche , fisiche , o vitali secon- 
darie, n^ nel loro insieme: sono desse I'ef- 
fetto, per cosi dir, della vita e non ia cau- 
sa. Questa causa h un principio comune a 



358 
tutti i corpi organizpti , che con mezzi di- 
versi produce, per cosi esprimernii ^ diver- 
se specie di vita , lequalinon difTeriscoao pe« 
r6tra loro cbe dal piii semplice al piii com- 
posto . Cosi forse con la sola contrattilitk o^ 
ganica costitaisce la vita dei vegetabili (i): 
eon la sola irritabilita costituisce ja vita di 
alcuni animali sprovvisti di cervello e di ner- 
vi, e dotati della sola funzione dell' assimi- 
lazione: con la irritabiiitk , sensibilita, con- 
trattilita animale , e con le altre forze chi- 
miche e fisiche costituisce la vita degii aoi* 
mali pill perfetti. Quindi ^ che la irritabi- 
lita y la sensibilita , e la contrattilita sono su- 
bordinate a questo principlo di vita come 
I'efFetto alia causa. Esso le alinientaj esso 



(i) // sonno delle piante; le vigilie dei Jtoriy i* 
fenomeno curiosi$simo dal celebre Cariadori osservaton^ 
la laliugq di Giardinp di trasudare , ed anco spruz* 
zar con for za il di lei sugo lattigirroso al sempUcrtoc^ 
€are o sUmolare in qualunque forma, le tenere sue fo* 
glie ; ed injiniti altri fatti p'^sti in chiara luce da Gf^^* 
Jin ^ Covoloy Coulomb^ f^anlUhrum^ Humboldt ^ Mif' 
bel , ed alfri , dimostrano ad evidenza che l' iniiahdi'^ 
pegeTabile h a^aloga alV animale } e che un egual p^^* 
etpio di vita ^ la molla 9 U modemtore^ e com^f^^ 
re della loro Ecouomia* • 



i 



359 
le mette in aziope , e ce^sano subito che dei- 

so si estingue: istante in cui i corpi orga- 
nizzati sono abbandonati alia sola azione 
delle forze fisiche e chimiche , vale a dire 
alia disorganizzazione ed a nuove combina-* 
zioni. Esso dunque non pu6 consistere in 
alcuna di quelle, ne nel loro insieme, per-r 
che sarebbero nel tempo stesso I'efFetto ela 
causa di se medesime: ma egli e un pria- 
cipio afFatto distinto da ognuna di dette pro- 
priety , e regolato da leggi sue proprie : e spar- 
so, bench^ inegualmente, in tutta la Nalu- 
ra organizzata, ed in ciascuna delle parti*- 
celle organiche dei corpi viventi ^ talche des- 
6o appartiene egualmente alia fibra yegeta- 
bile, alia carnea, alia nervea, alia cellula- 
re, senza dipender da alcuna di loro'. IBAh 
cosi che Tendesi unifornie la vita intutteld 
parti del corpo ^ h cosVche sono strettamen- 
te connessi e legati tra loro i diversi sist^ 
mi delP animate economia. Esso e quel prin- 
cipio infatti da cui dipende, si cbnserva,'e 
si modera quello stato di tono^ di turgore, 
e di equilibrio in cui ritrovansi in stato di salu- 
te i solidi tutti del corpo umano. Esso d 
la causa di ogni atto conseri^tore e ripfp* 
duttore • h per lui cbe le materie nutriti* 
ve sono introdotte in licettacoU adattati^ 



366 
clie vi sono convenientemente elaborate , che 
vi subiscono i necessarj cambiamenti di for- 
ma ; iinaimente che vi sono commutati iii 
parti suscettibiii di contrattilitk o d' irrita* 
bilitk^ e di sensibilitk. Questo h quello che 
indipendentemente dalle operaziooi del aiste* 
ma nervoso e muscolare mantiene in vita 
un novo prima della incubazione, e gli ani-^ 
mali che intorpidiscono per il freddo e tor* 
nano dopo a rivivere: in qtiello stato di quie« 
te quelle parti di materia animate sono pre* 
servate per un gran tratto di tempo dalla 
corruzione, a cui senza quel principio sareb- 
ber soggette^ e i loro fluidi sofao preserva- 
ti dali' agghiacciarsi ad ua grado di freddo 
che gli congelerebbe se fossero privi di esso • 
L^esist^r pertanto questo principio di vi« 
ta non solamente negli animali e sostanze 
animali dotate di una visibile organizzazio- 
ne e spontaneo movimento, ma ancora nel- 
]e sostanze animali spogliate di ^vidente or* 
ganizzazione e moto ( bench^ allora in uno 
6tato, direi, di potenza 6 d'inazione, e col 
soto potere della preservazione ), e a parer 
tnio la piii chiara dimostt'azione che desso e 
afFatto distinto da ciascuna, edal complesso 
deUe forze organiche, ie quali considerar si 
devon soltanto come le molle della vita po-t 



36i 

9te in atione mediante quelle. Osservd in- 

fatti Gio. Hunter (i) cbe nell' uovo dope la 
sviluppo del pulcino, il giallo e I'albume 

che avanzano al tempo, della incubazione si 

conservano perfettamente dolci e freschi ben** 

che sieno stati ad uq calore di io5.^ nell" 

uova di gallina per tre settimane, e in quel-* 

ledell'anatra per quattro^ mentre nelle me« 

desime circpstanze V uoyo non. fecondato di^ 

viene putrido nello stessp teinpo che ,le al- 

tre sbstanze anioiali morte« L' uovo dun-» 

l|ue, allorche e fecondato, ba in se stessoil 

potere delia. preseryazione,. o jsia. H $empli^ 

ce princtpio di vita : in fatti esso resiste ai>> 

CO al gelo a\ pari dei ranocchi^ delle an<^ 

guille, e delle lumache, nei quali la vita 

permette al calore di scendeire fino a due o 

tre gradi sotto Pagghiacciamentp, ed i^Uora 

essa resiste ad una ulterior diminuzione fi- 

no ad un cecto limite: ma nelle uova;, come 

in detti animali^se ilprincipio della vita re- 

8ti distrutto in questa prova troppo prolrat- 

ta, ailora essi agghiacciano come lealtre so« 

stanze animali morte. 



(i) Fedi rOsseivazioni sopra alcune parti della Econo* 
mia Animale - Londra ijBS.E TraUatoMl sanguis -• 1794* 



Da quest! sperimenti apparisoe cbe I* no*- 
vo fecoodata ha il potere di resistere al ca-« 
lore , al freddo , ed alia putrefazione in an 
grado eguale a raolti dei piii impeifetti ann 
mail , che ofFrono esattamente gli stessi fe- 
nomeni sotlo le medesime prove -, ed 6 piii 
che probabile che questo potere nasca dal 
medesimo principio in ambedue • Oltre a 
ci6 rif^ettasi che vive il feto nell'utero ma- 
terno> eve altri stimoli quasi non agisco-> 
no su di lui die quello del sangue e del ca? 
lore, ond* ei non ha che una vita vegetati- 
ya . Yivono molti animali per varj mesi sot-* 
to terra in uno stato di torpore, ove altro 
motoed altro stimolo non ha Juogo^che una 
lentisstma circolazione di sangue sostenuta 
da un altrettanto lenta respirazione ^ e far- 
se in alcuni, comenei pipistreiii,^ aifattoso- 
spesa 1' una e 1- altra* Vive finalmente per 
qualche giorno uu animale qualunque. in 
asfissia( da cui sovente risorge)>e in quello 
stato ne il sangue circola , eppnr non. dege^ 
nera ^ ne la lespirasione si efFettua , ed il 
caloredel corpo non 6 forse su periore a quelr 
lo delP atmosfera*^ sono immobili i rauscoli;^ 
dor mono i nervi^ le parti tutte sono inattt<^ 
ve, eppur non si decompongono: ed ec€x> 
io questo animale ridotto il principio di vi«» 



363 
ta quasi die al solo poterb della preserva^' 
zione. Esse dunque k afiatto distinto dalle 
ferze orgaaiche , e non consiste nell' eserci^ 
zio attuale delle medatiine^ bench^ per lui 
si sostengano quelle ed agiscano . G3S1 h per 
esso ehe gli stimoli interni ed esterni banno 
un'azioae sul corpo vivente, e cbe il corpo 
rispotide a quelli producendo diversi ef£etti 
secondo i diversi gradi di orgaui£zazdone a 
^coiido la diversita del sue stato : per es. 
la sola presenza di detto principio , o con* 
stimoli impercettibili, produce, come abbiam 
detto, it sem plioe stato di preservazione neii' 
liova fecoadate , negli ani mali asfittici , e negl* 
iiitorpiditi : esso con stimoli piii sensibiii ^ 
coUie r aria, la lucevii calore^ attiva la vi-^ 
ta vegetativa rielle Piante : col calore , col 
sangue, ed uncerto movimento, la vita del 
feto nelP utero : e finalmente con stimoli pia 
forti ed in maggior numero , come il san- 
gue ^ il cialore,*!' aria , il cibo , il moto, i nern 
ec, ei sosti'ene la vita dei piii perfetli animali • 
Dal fin qui detto parmi che chiarameh- 
te result! la differenza che passa dal prih* 
cipio produttore e regolator della vita alle 
forze secondarie che la modificano, la eser-' 
citano, ela consumano. Una prova ulteirio* 
re, e di maggior peso certamente sarebbe se di« 



364 

mostrar si potesse clw queato iWBdesiiiio priii- 
cipio di vita nun e soltanto comune ai so— 
lidi organij^zati dei oorpl viventi , ma an- 
cora al sangae che scorre per essi . Le da 
me riferite esperienze lo prorano: e sono es- 
se conformi a quelle che T Hunter aveva 
gik fatten Jelle qualiiostimo pregio dell' ope* 
ra Paccennarae i prlacipali resultati in a|^ 
poggio della esposta dottrina. 

II sangue, die' egli, h vivenlej ed ha 
tanto priricipio di vita j, o sia materia vitas ,. 
quanto i solidi^ il che manliene Tarmonia 
fra loro . Essendo esso composto dei mede--' 
simi naateriali del corpo ^ ipa pe'l suo ooa 
fisso stato non avendo cpmunicaziione o con- 
tinuita col cervello ne co» gll altri solidi deL 
corpo medesimo^ e forza I'ammetterey che 
non e solamente la vitalita dei solidi che 
comunica o reflette la sua azione sul san- 
gue in maniera da modificarlo a tepore deU 
le di lei variazioni, ma altr^^ che il san- 
gue circolante e dotato ex w, e nella sua 
composizione ^ di una proporzionata dose di 
materia \^il(B\come tutte le parti di un aniipale^ 

Infatti esso ha in se medesiiho il po- 
tere della preservazione e nel corpo , e fiiori. 
di lui^ comele altre sostanze animali vi« 
venti , che^ lo fa resistere sotto date circo-* 






365 

stanze alia putrefazione ed all' agghiaccia^^ 

niento • Narra 1' Hunter che due saoguisu* 

ghe furoQo applicate, e si empierono disan^ 

gue: furono cas\ con^ervate dieci settimane, 

alia fine dellequali essecontenevanoancordi 

quel sangue che pareva come tirato nel mo?* 

mento dalla vena. NelPaprire on idrocele 

«ssendo stati feriti dei piccoli vasi, il san^ 

gue si stravasd nei sacco , che riaperto cin* 

quanta giorni dopo^ fu trovato quel sangue 

perfettamente fresco. Negli aneurismi, incui 

il sangue arresta talmente il suo moto da 

divenir capace di coagulo , giammai si cor*- 

rompe « Dunque finch^ desso h racchiuso 

dentro a parti dotate di una natural vita« 

lita, conserva esso pure quella che gliepro-* 

pria^ perch^ non pu6 esserle tolta da ci6 

che egualmente la possiede. 

Quanto poi all* agghiaccia mento, speri*- 
mentd 1' Hunter medesimo che il sangue re* 
centemente estratto dalla vena vi resiste per 
qualche tempo 9 e per agghiacciarlo abbiso* 
gnano piii gradi di freddo, di quello che 
per un sangue estratto da piti lungo tern*- 
po , o per il medesimo sangue che ha gia su« 
bito una volta questo processo, trovandost 
tutti alia stessa temperatura. Ed il sangue' 
arterioso vi resiste piu del venoso. £ qui 



366 

egli osserva che il sangue digelato rrtqr- 
na alia sua naturai flitiditk, n^ perde il 
poter della vita se non dopo un agghiaccia- 
mento molto protratto^ edin questoe simile 
ai muscoli i quali non perdono la facolta di 
contrarsi dopo che sono digdati: ond'e che 
I'agghiacciamento tanto oei dolidi quanto nel 
sangue non distrugge subito )a vita, ne le 
future azioni dipendenti dalla organizzazione • 
Osserva inoltre che ii medesimo principio di 
vita e pur comuneai vegetabili: vide infatti 
il sugo di un albero agghiacciarsi a 52.^ 
quando da qualche tempo era stato levato 
4ai vasi di detto albero^ e trov6 le piante 
spesso al di sotto di id^^^ senza che ii loro 
sugo fosse agghiacciato • Leggesi inoltre nel 
Regi$tFo Americano medico e filosoficq per 
Tanno 1814* pag. 19. un' ossefvazione delD. 
Brown di Lexington , che le radici del gra-^ 
no con r insito loro natural calore mante- 
iiuto dal principio di vita che impure ad es-^ 
se comune, liquefecero il ghiaccio in cui es^ 
se avevano germogliato • 

L^ fiuiditk del sangue in luogo di do« 
^ersi al moto , e anzi destinata per il nio« 
yimento^ ed il suo scopp & per portar la Vi- 
ta^ emateriali viventi ad ogni parte del cor- 
po» Questi materiali quando visono porta* 



3^7 
ti divengoQ solidly cosicch^ la solidita^rul-* 

timo fine del sangue. La quiete solamente 

pertanto^ il freddo^ e I'aria non baonotut^ 

ta r influenza nel coagulare Usangue: ei si 

rappiglia tan to in vasi aperti , quanto nei 

chiusi, al calore, cotne alfreddo. Ci6 nasce 

da unaltro principio^h'^ in lui, eche pro«- 

babilmente k \o stesso che dk la vita aiso 

]idi • Ed invero in quelle circostaoze nelle 

quali resta istantaneamentq distrutta la vi* 

talita dei solidi , anche ii sangue perde 11 po- 

teredicoagularsi: ci6 accade nelle morti im- 

provvise per un colpo elettrico , per una per- 

cossa nello stomaco , per 1' effetto della peste j 

e di altri contagi • In quest! casi trovasi il 

sangue flutdo come nei vasi viventi, ne si 

coagula fuori dei medesimi , ma prontamen-- 

te passa alia putrefazione. Ora^ nel cor^ 

poditali persone od animal! ogn! principio 

di vita^ distrutto I ed i mu^coli non sicon- 

traggono . lo ho speriment^to lo stesso ef« 

fetto da 11a raiscela col sanigue di sostanza 

venefiche che distruggono egualmente la vi- 

talitk nei solidi . . Ail' opposto quelle cause 

o sostanze che accrescono la vita nei soli<« 

di , y accrescono pure nel sangue anche da 

lor separato , il che dimostra maggiornien<* 

t9 1' identity del principio. Infatti nello ste^ 



368 
^nicismo della niacchina , vale a dire nella piu 
forte azione della vitalUk , comenelle infiam- 
mazioni attive,ilsangae si coagulapiii pre- 
sto e coQ maggior tenacity, si ricuopre di 
una membrana cotennosa , e putrefa piii tar- 
di: ma nella medesima circostanza putrefa 
pid tardi ancora il corpo; ed i muscoli se- 
guitan9 per piii lungo tempo a contrarsi • 
Vide dnehe THunter che ii sangue di un 
giovine passa alia putrefazione piii tardi dt 
quello di un vecchio. Ii sangue levato ad 
una donna di sessant' anni , bench^ coperto 
di crosta inflammatoria , putrefece in due 
giorni ^ e quello levato ad una giovine si 
conserv6 fresco fino al quinto giorno: ei ri- 
pely Pesperienza nelcorso dell''estate,e con- 
fermd lo stesso resultato : ora, ognunsa che 
)a vitalitk nei giovani h molto superiore a 
quella dei vecchi. 

Finalmente un altra prova della vita 
del sangue si h che desso h affetto da al-> 
cuni stimoli al pari dei solidi • Interessan*- 
tissime sono P esperienze dell' Hunter con cui 
dimofitra che il calorico a certi gradi, I' alcool , 
ad altre sostanze lo coagulano , e lo indurano 
finchS^ desso conserva la sua vitalitk dopo 
1* estrazione dalla vena ; e non hanno piii 
azione su di lui allorch^ I'ha perduta, E ci<> 



S6g 
h stato confer ma to da Tourdes, e Circaud^ 
che per mezzo del Galvanismo riuscirono ad 
ottenere deile contrazioni nella iibriiia del 
sangue, analog he in qualche grado a quel* 
le della fibra muscolare. 

it per questa vitalitk che il sangue stra« 
vasato forma del vasi o in se stesso, o i va** 
ai escono fuori dalla original saperficie del 
suo contatto , formando un aiiungamento di 
loro medesimi, come probabilmente fatino 
nelle granulazioni • Ma V Hunter pensa che 
il coagulo ha il potere sotto necessarie cir-« 
costanze di formare i vasi di se stesso^ ed 
in se medesimo*, poich^ egli ha osservato che 
.il coagulo semplice^ quantunque non orga« 
nicoj e di una particolar forma, strutturai^ 
e distribuzione in modo da avere una ne« 
Cessaria azione, ch' egli suppone simile in 
qua)5^he forma alia muscolare- Grede egli di 
essere stato capace d' injettare quel ch'ei so- 
spettava essere il principio di una vascolar 
fbrmazione in un coagulo che non derivaya 
dai vasi delle parti circumambienti . Injet- 
tando i' arteria crura le sopra al ginocchio 
dove era un piccolo piramidal coagulo , egli 
riemp\ questo della sua injezione come se 
fosse stato cellulare ^ ma non vi era regoIa« 
re struttura di vasi. Quando ei paragona 

a a 



quest* apparenza con qttella di molte violen- 
te infiammazioni sopra superficie dove il 
fiangue e stravasato , fbrmanti quasi delle 
macchie siinili a stelle » e che quaado so- 
no injettate producono la stessa apparenza 
della sopradescritta : quando ei paragona 
questa con i progress! della vascolaritk nel- 
le membrane del pulcino , ove si osserva 
una zona di macchie oltre la superficie del 
vast regolari cite circonda il pulcino inede-^ 
si'mo J simile al suddetto stravaso^ e che in 
poche ore doventa vascolare, . egli ne arg^o- 
menta che queste parti hanno il potere di 
formar vasi da loro stesse , come I'hailsan- 
gue, agendo tutte per il medesimo priuci- 
pio *, e questi vasi vanno ad unlrsi ed incon- 
trarsi con quelli delle parti contigUQ. Lo stes- 
so infatti succeder si vede ancor nelle plan- 
te 5 nelle quali se qualche porzione di cor- 
teccia resti abolita^ il sugo che dai vasi Ia« 
cerati trasuda ha la proprieta diconformar* 
si nelle parti organiche gia distrutte , forman^ 
do vasi e trachee che vanno ad imboccarsi 
ed unirsi con quelle delle parti cohtigue. Fi- 
nalmente e a questa vitalita del sangue che 
sono dovute quelle false membrane che si 
vedono si comunemente. nascere ,sui visceri 
iafiammati : quella che . HuQtor osservd for«» 



iparsi p^y, trasut^amentp nell!*utero d^ una 
donna incintai le membrane cellulose chein 
seguito delle peripneumonie si fissano come 
mezzo diadesione fraj .polmoni , e lapleu* 
ra I quelle che $ogliono formarsi nella capa* 
cita dell'addome dopp graviemorragiej eli-* 
nalmente quelle ma^se sov^nte ^normi » phia^ 
mate Uthopcedion ^ che dopo di aver lungo 
tempo soggiornato nel basso ventre , si uni« 
scono qoasi inseparabilmente con, i visceri 
che vi sono racchiusi • 

Se dunque il medesimo principio di vi^ 
ta che anima e regge le parti solide se mor 
venti del V corpo umano ^ proprio ancoradel* 
le uova fecondate, deglianimali intorpiditi^ 
assiderati , ed asfittici , e final mente del sangue 
che fa parte del corpo , ma parte quasi separata 
6 non continua , chi non vede in questo : prin^ 
cipio uh quid distinto dalle peculiari aziont 
dei muscoli, deinervi, e delle altre parti in- 
dividue della macchina, ma comune eguaI-« 
mente a tutte finche sussiste la vita ?E non 
potendo quello consistere n^ nella speciale 
organizzazione , nh nel movimento o forze 
proprie di lei, esser dunque non pu6 cheuQ 
quid materiale o una sostanza che si aggion« 
ge alia materia destinata a formare un cor^ 
po Tiyente, o alle molecole gia organizzatt. 



5?a . 

tlie lo cMlituiseono . C\b posto ne «egue ch« 
le'varie fanzioni dell* animale economia , nel- 
Ijs tiaali consiste I'esercizio della vita , sono 
«lle Pespettive forze 6 propri«!^ dei diversi 
sistemi organici , e queste propr.etk al pnn- 
cinio di vita come i fenomeni fisici celestie 
terwstri sono alprincipio dell' attrozione-Na- 
gcono quest! I'uno dall'allro-, gU urn sono 
cause degl'altri, ma cause subordinate ese- 
condarie, cause che si riduomo ad affettidi 
un altra prima causa, che dk ongme all at- 
trazione. Co^ le funzioni dei corpi organi- 
ci viventi rioonoscono per causa immediato 
le forze e propriety delle 6bre costituenti gli 
organi nei quali queste funzioni si esegui- 
Bcono ; ma quelle forze e propnetk sono su- 
bordinate, oper megUo dire , non sono che 
un prodotto di un altro principio universal^ 
che costiluisce la vita. In conseguenza sic 
come tutte le forze fisiche della materia bru- 
ta in ultima analisi si riducono al solo prin- 
cipio dell'attrazione^ e tutte le forze vitaU 
della materia organica ad un solo prmcipio 
di vita, pud dirsi dunque che I'Universo e 
tutti gli esseri che lo compongonp sono mos- 
si e regolati da due soli principj universali 
( e questi forse non sono che una modifica- 
zbne di uno stesso ed unico principio ), 



qaellocio^ delPattrazione^qaello dellavita* 
Ma cosa e mai questo principle di vi- 
ta? La questione e molto ardua a risolver* 
81 . Quando si h detto con Ippocrate che |des« 
60 h la Natural con Brown 1* eccitabihth; con 
altri Wnisusformaiwus)^ Vimpetum faciensec. 
non si e fatto che dargli un nome diverso 
senza indagarne Pessenza ^ senza darne una 
plausibile spiegazione. £ questo h ci6 cheio 
ho avventurato di fare riunendo i principal 
li fatti ed argomenti , che possono ragionevol^ 
mente farcelo ravvisar nell ossigeno • 



S74 



(Q) 



^i accortli al t^asporto proprio d' ogoi 
uomo di cei-care la spiegazione anche di ci6 
ch'e involto neUa piugrande oscurita, eche 
non h su&cettibile dirigoroSa dimosCrazione, 
la congettura che io vado'qul ad esporre^ la 
cui insussistenza d'altroade Dulla detrarrebbe 
al principio della nostra teoria. 

L'bssigeno come principio vitalizzante, 
e con utia special determinazione ed attra- 
zione, non sicombina alle particetle orgaai- 
che s) intimamente da fiissarsi in quelle , e pro- 
durre un solido di diversa naturaj mavisi 
nnisce semplicemente in uno stato diaggre- 
g^zione, come il calorico, ilfluido elettrico, 
ed il magnelico nei corpi . E ci6 , cred' io , 
perch^ in tale stato 1' ossigeno ^ sempre com- 
binato all'elemento della luce, e ad un po- 
co dt calorico, quanto basti cioS per dimi- 
nuire la forza di attrazione fra lui e le par- 
ticelle organiche. Ed in tal forma ed aggre- 
gazione rendendo esso la fibra eccitabile, e 
producendo la vitalita, egli k perci6 che io 
Io distinguo col nome di zoogeno. 

Quando dal sangue che ve Io porta, e 
che Io assorbi dall'aria inspirata, I'ossigeao 



375 

fa passaggio a queato state , esso abbando- 
na ia tulti i punti della macchina una poF« 
zione del suo calorico assoluto (che diviene 
allora sensibile) nelPatto ed in proporzione 
di detta sua unione ed aggregazione allemb- 
lecole organiche. E questa parmi la causa 
pill vefrisimile del calore animale, la di ciui 
tempera tura general mente costante, soft're pe- 
rd aelle vicendetempdrarie diaumento edi- 
minuzione in ragione della maggiore o mi-« 
nor energla vitale che lamodifica^ deila piu 
o meno frequente respirazioiie ; diella quali- 
ta delParia respirata, piii o meno ricca di 
ossigeno^ delP esercizio piii o meno violento 
delle forze, e percio del consume del prin- 
cipiodi vita 3 edelbisogno di ristorarlo. Ma 
nello stato patologico della macchina 1' aiii- 
roento odiminuzione del calore animalenoa 
solamente dipende dalle circoslanze predef* 
te , roa ancora dal perturbamento ed altera- 
zione che possono aver luogo nella maniera 
di essere degli element! organici, e nella lo- 
re affinita per il principio vitale. E queste 
peculiari azioni ed efFetti morbosi potendo 
esser comuni iair universal della macchina^ 
o parziali a certi ergani o sistemi ^ perci6 in 
tali casi il calore animale pud crescere odi« 
niniiire in generale oan qualche parte cM 



576 
Gorpo indipendentemente dalle nominate cir-^ 
costanze proprie in special modo dello state 
di salute « 

Ammessa pertanto la sopradescritta ag-* 
gregazione dell' ossigeno alle fibre viventi, 
^ intende facilmente che le molecole organi* 
che a lui combinate devono tenere una tal 
polaritk^ situazione, edistanza fra lore ^ per 
cui si rendano capaci deidiversi movimenti 
od azioni alle quaii esse sono destinate , e 
che non potrebbero esercitare senza questa 
loro maniera di essere. Epoiche I'irritabili- 
til o contrattilitk manifestamente consiste nel 
cangiamento di polaritk, o sia nel ravvici- 
namento dell6 fibre muscolari; e verisimilmen- 
te da una perturbazione e cangiamento si- 
mile ( sebbene non cada sotto i sensi ) na- 
see pure la sensibilita od azione nervea , quia*- 
di h che per rendere queste parti capaci di 
tali movimenti , che h quanto dire dell' eser« 
cizio delle varie forze della vita j era neces- 
saria I'aggiunta del zoogeno nel quale per-« 
ci6 consiste la vitalita o eccitabilita , che at« 
titudine alia vita potrebbe ancora chiamarsL 
Egli h per questo che dessa k uniforme ed 
universale nel corpo vivente^ ma di vario 
grado neile diverse parti ed organi di lui , 
io'xagione della. varia loro struttura e capa- 



eita per detto principio ; il che costituisoe la 
vita particolare di ciascheduQ sistenia ed or^* 
gano del corpo animalei 

Gosi cpncepita la disposizione delle par^* 
ticelle organiche e dell' elemeato vitalizzan** 
te ^ ne vieDe per cooaeguenza che ^i 8tiiiiN»i 
li natural! ed artificiali che mettono iQ at« 
tivita le varie moUe della macchina , non de^ 
terminano la loro azioae sul zoogeno stesso 
(nel che pure iodifferisco essenzialmente da 
Fourcroy e Girtanaer ) , maagiscono diretta* 
mente 8ui nervi, 8ui muscoli, e sulla fibra 
cellulare , ondecol loro impuiso meccanico , o 
con la loro attrazione , o azione chimica ( che 
non ^facile a definirsi) determinarii ^Uaso- 
pradetta perturbazione o cangiamento di pola^- 
ntkj o sia all' esercizio delle respettive loro for- 
zeeproprietk. ManelPattodi questa qualun- 
quesiasi perturbazione delle moiecole organi* 
che, o dell' esercizio delle funzioni v italics! see- 
ma I'aderenza loro o capacity per l'ossige<» 
no^ il quale abbandonato a se stesso, una 
porzione esce fuori deKxx)r|X) con la insen« 
aibile traspirazione ^ o si unisce al carbonio , 
all'azoto, ealPidrogeno avanzati alia nutri- 
zione^ o sviluppati dall'animale decomposi* 
sione \ o entra in altri prodotti resultato « delle 
varie fisioo-chimiche operaaoni che per inez« 



ro di dette forze si eseguonto nel cofpo vf-^ 
veote • Gerto si e che ogni volta ed a pro- 
porzione che si mettono in zzione le pro- 
prietk organiche per mezzo degli stimoli, e 
che il processo vrtale si oompie , segtiir de^re 
iin consumo di Koogeno ( cbe findr cono-^ 
scevasi sotto P astratta idea di spirit! ani- 
inali), che dal sangue circolante continua* 
mente e perennemente compensar sideve per 
la conservazio ne delia vita^ e dclla sua sala- 
tare energk. E come appunto le azioni del- 
la vita consumando incessantemente i soIh 
di^ed i fiuidi , richiedono una continua ri- 
parazione connuovesomministrazioni di ali* 
mcnto , lo stesso succede del principio vita-* 
le, con la differenza che la riparazione del- 
le molecole organiche ammette senza rischio 
aneo dei lunghi intervalli , ma quella del zoo- 
geno non accorda che una breve sospensio^ 
ne senza la cessazione della vita medesima. 
Egli e percid^ che la prima operazione- fa 
daila saggia Natura rilasciata all' arbitrio del- 
la volonta, meno P invito della fame^ e la 
^seconda ne la rese qu^si indipendente. Que^ 
sto dissipamento di ossigeno per mezzo della 
iraspirazione cutanea h dimo3trato dall aci- 
dita dell' umore che la costituisce. Z aocor 
danotarsi che durante la notte, e ^opratut^ 
to nel tempo del sonno^ la traspirazione di 



un uomo robusto e sano d pih mefitica che 
durante il giorno e nella vigilia . la tale sta<p* 
to noolte fuozioni delcorpo sonb diminuite, 
ed i movimenti volontarj in specie sono quasi 
totalmente sospesi ^ quindi minor dissipaa^lo- 
ne di zoogeno. JJihsl tal circostanza spiega 
conde un breve periodo di sonno h bastante 
a riparare il deficiente elemeoto della vita« 
Jita , e con esso Tenergia delle forze: il che 
non succederebbe se il sonno non avendo al<* 
tro fine che di sospendere T esercizio delle forze 
inedesime per rinfrancarle , 1' inazione e 11 ri« 
poso esser dovessero proporzionate all'attir 
vitk^ e fatica sofFerta. 

II sig, G. G. Sue celebre Medico ed Ana^ 
tomico Parigino ha fat(;o una bellissima se« 
rie di esperienze dirette ad esaminare i feno^ 
meni della vitalita languente nelle variepar* 
ti dell'animale dopo la recisione delle me>-* 
desime dal corpo vivente , ed in specie do- 
po la recisione della testa. Avendo egliadun- 
que aperto diversi animali viventi, e anato* 
mizzate^ per cosi dire, in tale stato le va- 
rie parti del Iqrb corpo , ha quasi ocularmen- 
te veduto la detta atn^osfera vitale elevarsi 
da quelle in liiezzo ai tumultuari loro mo^- 
vimenti, ed abbandonarle a proporzione che 
cessava la vita, j, Nei grandi muscoli, egli 
» dice J ttttti i fascetti carnosi^ avevano dei 



58o 

i» movimenti straordinari > e d' un genere s^ 

» particolare che non si pu6 chiamdrli mo- 

» vimenti di contrazione, di palpitazione, o 

» di spasiDo: parevan simili a quell i dell* 

)» acqiia agitata dalla burrasca , onde patreb« 

3» ber cbiamarsi movimenti and ulatorj; per- 

^ ch^ allora sembra che vi sia un flusso e 

» riflasso nel dii&renti punti del sistema, e 

)» che la vita faccia come deglt sforzi per re« 

» sistere alia sua distrazione » il ehe non ^ 

ferse che il contrasto deli'attrazione della zoo<- 

geno con la fibra animale > e la di lui par« 

fenza dalla medesima sotto I'azione di quei 

tumuUuarj movimenti. G>si questo effetto^ 

pill apparente nelle fibre muscolari , eh^ in 

tatte le altre^ perche i loro moti sono mag-» 

giorie piii roanifesti. Si vede che Patmo* 

fsfera vitale circonda e muove ciascuna di 

dette fibre finchedessa sia intieramente con- 

sunta • La fibra muscolare presenta in con- 

segiienza nel suo stato di azione dei carat- 

teri ai marcati, che si osserva un' opposi- 

zione sensibile fra essa e quella che noa 

contien^ piii elemento vitale: quest' ultima 

^ come appassita , ed in una depressione 

completa ; mentre la prima per un movi« 

mento di ondulazione sigonfia e si rilascia 

continuamehte . lo riscontrai un tal leno« 

meoo nelle fibre muscolari e nervose del* 



381 

!c ranocchie preparate col tnetodo del Galva* 

tii : ed allorch&trovavkasi quelle nei predet- 

to state di appassimento e depressione dopo 

di averne esaurita la vitalita, avendole, co-« 

me ho detto al trove, bagaate con acquaos*' 

sigenata, o acldulata con acido nitrico^ tor- 

narono esse di nuovo a moatrare il natural 

turgore ed eoergia vitale,. e ad eseguire i 

movimenti di contrazione e rilassamento me* 

diante I'azione galvanica* Lo stesso riscon« 

trai nelle sanguisughe^ che tenute qualcho 

moniento imiherse nell'acqua stillata di lau« 

ro ceraso , dopo varj dibattimenti e inoti vio« 

lenti, fino a versare il lore sangue, diven* 

nero flaccide^ appassite ed ifnmobili : ma 

gettate allora entro 1' acqua pura ossigena** 

ta ^ o acidulata coa acido nitrico,ocol mu«« 

riatico-ossigenato, dopo brevi istanti torna« 

rono acorrugarsi, arianimarsi^ edilk pas« 

sate nell' acqua semplice , continuarono ad 

eseguire i naturali lor movimenti : ma que-> 

sti tornaodo in alcune poco a poco a rair 

lentarsi, mi riusc^ piii volte di rianimaitli 

col far nuovamente paasare le dette sangiu^ 

sughe nelle solite misture oaaigenanti: ed 

osservu che continuarono a vivete soltanto 

quelle » nelle quali non era stata prolunga-* 

ta di troppo Pazione del vsleoo. 



/ 



382 



N, 



(R) 



on vi h alcun diiblMo, in seguitci 
clelle numerose esperienze dei piii distinti 
Chimici intomo alia respirazione , che noi 
inspirmmo maggior quantitk d'aria di quel* 
)a che espiriamo : che Paria atmosferica in* 
spirata dcompostadi 79 parti di gas azoto, 
e di 21 di ossigeno : che I'aria della espira* 
2ione & una miscela di gas azoto , di molta 
a(^ua, e di gas carbonico: e che 1' azoto , 
1' o^sigeno y ed il calorico assoluto soiio in 
minor quantita in questa miscela espirata , 
che noil lo erano nelP aria atmosferica in- 
spirisita '. Da q-ueste osservazioni ed esperienze 
k diinosti^ato che Paria atmosferica si deco in- 
pone^nei pblrtioni ( o secondo alcuni e in 
parte assotbita dal sangue, e quindi decom- 
p<mt» titi Covso del la circolazione ): che Pes- 
treiliitk ' delP arteria polraonare impiantater 
iii ^madtafteole sulle vescichette bronchial l 
metOonoin contatto il sangiie con quest* 
aria :> che desso ne separa ed assorbe dell' ossi- 
geno : che una parte di^questo pu6 combi- 
narsi con Pidrogeno del sangue , e formar 
delp acqu^ ; un altra parte combinarsi col 
carbon io ^ e formare il g»s carboniqo. che faro^' 



383 
vansi nelParia espirata; mentre una terza 
parte di quest* ossigeno introdotta iiel tor- 
rente della circolazione andra a portar la 
vita aile parti* Ghe percid nei polnjoni il 
sangue venoso perdendo dell* idrogeno e car- 
bonio ed acquistando dell' ossigeno diviene 
sangue arterioso , il quale perdendo poi il 
xsuo ossigeno col depositarlo nelle varie par* 
ti , organiche della macchina ^ sviluppando 
nel tempo stesso del calorico, onde mante^ 
nere la temperatura del corpo; e ripren- 
dendo dai; vasi chiliferi e linfatici dell' idro«^ 
geoo e del carbonio » ritorna sangue venoso# 
I resultati pertanto di tutte l- esperiense 
fiitte. sopra questo soggetto si accordano sem-^ 
pre a stabilire che vi e una quantita di aria 
assorbita e ritenuta nelia respirazione* Bo^ 
relliy Jurine 9 Hales ^ Lametberky C2iaptal 
Lavoisier , Seguin , Davy , ed altri moder ni 
nod difFerisGono che per laquantitk| eque« 
sta differenza pud dipendere da molte dir«* 
costanze accidentali. Ma che qu^sta quau* 
titk d'aria assorbita. nella inspirazione si& 
d' i del 8U0 volume secondo Menzies , La- 
voisier, e Davy J d* t^ secondo BaflFj d' it<^ 
,Jg, o jja secdndo altri j o qualsivoglia al- 
tra firazioQe anco piii piccola , egl' e i sempra^ 
cosbknte. che il resultato sark considerabiiis* 



384 
•imo perch^ ciascnna ifiApiranone oHtnarift 
dell' uomo essendo di circa 40 polltci eubi- 
ci d' aria atmosferica ^ e ripeteiidosi a un di- 
presso venti volte per miaatOj offre per cia« 
«cun ora an prodotto di 4^000 pollici cabi« 
ci • A cid devesi aggiungere cbe il sangue 
che va ai polmoni h calcolato a circa i5o 
once per minuto , che circola e si stende nel- 
]a iDirabil rete dei vasi che involge d'ogn' in- 
torno le vescichette aeree, le quali in ana 
8uperficie piana eguaglierebbero lo spaziodi 
Tentimila pollici quadrati ( Hales Stat. Ye- 
fet. ). E perch^ questo sangue rallenti il 
aao moto e si trattenga quanto h neceSaario 
a I contatto delP aria in&pirata onde assorbirne 
IVeienieBto vitale e spogliarsi dei carbonic e 
deli' idfogeno , la Natura oltre la singolar 
fMeooIAsta dei vasi polmonari cbe obbliga i 
giiobuit 'del sangue ad allungarsi per passar^ 
▼i, :ha £itto altresi il dianietro dei vasi ar« 
teriosr; che lo portano, piii largo dei vast* 
'venosi che devonb ricondurlo al cuore: dif- 
ferensa calcolata come 11 a la, e il cui ef^ 
fettbedi lasciar sempre una porsione disan* 
gqe esposto all* azione dell' aria , perch^ la 
vena piii piocola non pud tutto ricevere il 
sangue pbrtatovi daU'. art^ria piii larga • 

BljefuUa. duoque dalle ricerche apeciaU 



fnent« di Lavoisier, Seguki, e Davy che il 
termine medio dell' ossigeno consuniato da 
un uomo nella respirazii0ne4h ventiquattr' ore 
e di circa 760 lilri. E se nelPr«ria espirata 
ritrovasi un Volume eguale a tjuestp di gas 
carbonico, non ne viene da cid , n66dimo« 
strato che tutto quest' ossigeno $ervito sia . 
alia formazTonedi quelle, come sembra opi- 
iiare il Sig. Thenard : imperocchfe altre sor-» 
genti pur sonovi di ossigeno nella macchi* 
na animale per le vie della cute , e degl' orga- 
ni chilopoietici , ben sufficienti a tal uopo • 
Ed in fatti V esperienze di M. Goutenceau 
portano a credere che 1* acqua , e il gas aci- 
do carbonico dell' aria di espirazione siano 
edotti della esalazione polmonare ^ e non pro« 
dotti E nulla decide che I'analisi chimica non 
trovi difFerenza fra i principj del sangue ar-> 
terioso e del venoso : imperocch^ T ossigeno 
9ssorbito nella conversione di questo in quei^ 
lo formar deve nel sangue arterioso circo- 
lante una tal combinazione , od un princi- 
pio volatile che ha sfuggito ognl analisi, e che 
s\ appalesa unicamente per il cangiamento 
che v' induce nel colore, e nella temperatu- 
ra , e per il suo vivificante effetto nella fi- 
bra vivente* Questi grandi e decisivi resul- 

tati d' esperienze moderne non erano sfug« 

bb 



.* 



586 

giti all' Antichitk ; poich^ Ippocrate nel jiuo 
linguaggio energtco e sublime chiama que- 
•ta porzione vivificante del sangue presa dall' 
atmosfera tabmento della vita. 

Anche le yie della digestione sonoi co- 
ne dissi, una sorgente d'jossigeno per la mao 
china animale^ eloha dimostrato con espe- 
rienj^e il Sig. Magendie. Non negherd chei 
principj che gli alimenti sono destinati a da- 
re al corpo sono special men te V idrogeno ^ 
I'azotOy ii carbonio J principj costituenti le 
iDolecole organiche gravitanti edl inerti della 
fibra animale . Ma h altres\ veto che la de* 
composizione dell' aria contenuta in statodi 
fissitk negli alimenti medesimi deve pur som« 
xninislrare dell* ossigeno o principio vitaliz- 
zante. Oltre diche alcune sostanze alimen* 
tizie, corae le vegetabili, ed alcune bevan- 
de, e specialmente 1* acqua , abbondano di det<* 
to principio. £ finalmente anche la saliva 
ha su di esso la piu grande influenza » e 
sembra essere destinata ad impregnarsene 
per trasportarlo nel canale alimentario : im-- 
perocche avendo tutte le di lei sorgenti aper« 
te nella cavitk della bocca, che forma una 
cpntinua comunicazione tra i'aria esternaed 
il petto »e che comprime ed agita insieme que* 



sto fluido coi liqui^i.di ciii son bagnate le 
sue paretic «d^8pQsta d'altronde ]a sujiva per 
la sua natura viscosa ad iniprigiooar dell' 
aria J essa percid se ne carfCd qua n to k pos« 
«ibile. Quindi 6.che fra i gfis ^ello st^ma- 
co trovasi generalmente dell' ossigeoQ, il qua- 
le va a perdersi negl* intestiai tenui , e nei 
crassi . Quesl;a h la ragione per.cuicerti ve- 
leni se s* inghiottiscano , .o se $i xnescob^QQ 
alia saliva I divengono intiocui^ e tali son re- 
si dalla ossidazioue che ne 6Uccede • Del ve- 
leno delia vipera, di quello del cane arrab* 
biato, e del sifilitico ne abbiamo non poche 
esperienze : e Camper ne ha eseguite ancor^ 
611 di altri veleni negli animali • 

Finalmente, che Possigeno s'introduca 
nel corpo anco per mezzo del sistema der-» 
moideo , 1' esperienze di Falconer e di Aber-r 
nethy, quelle di Jurine di Ginevra, i fatti 
riferiti da DeHaen e Mjr gagni » e finalmente i 
r esperienze di Spallanzani lo mettono fuor 
d'ogni dub bio: cosicche nell' esercizio dell^ 
vita vi h nell' organo cutaneo un pereniie cir« 
colo di assorbimento e di esalazione^ sottp 
diverse combinazioni , di tal elemento. Trov6 
Mizi il predetto illustre Fisico che I'assor- 
bimento che se ne fa dai polmoni & a«jM« 



588 
iminore ( in alcune circostanze ) di quello 
della cute. Ed h appunto Possigeno intro- 
dotto per questa via che tiene in vita gii 
animali letargici enon respiranti: ed e coa 
questo ch' egli pot6 far vivere malti giorni 
diversi animali anfibj ai quali egli aveva 
estratto i polmoni « 

La facoltk del sistema cutaneo di assor- 
bire le sostanze gasose 6 dimostrata anche 
da cid , che quando s' immerge un ani- 
male in un' atmosfera di gas deleter) , come 
il deutossido di azoto e il gas idrogeno sol- 
forato, in modo che la testa rimanga fuo- 
ri di essa, e I'animale respiri I'aria atmos- 
ferica, in breve tempo lie succede la morle* 
Ed invero hanno dimostrato con decisive es- 
perienze Chaussier e Nysten che basta fare 
agire il gas idrogeno solforato sulla super- 
ficie cutanea per far perire gli animali , per- 
cbe desso k assorbito dalle boccucce inajanti 
della pelle*5 come muoiono injettandolo in cer- 
ta dose nel tessuto cellulare succutaneo, o 
nella pleura : ed in ambediie i modi esso di- 
fitrugge il principio di vita. Ci6 spiega co- 
me I'e^istenza di alcuno dei detti gas dele- 
.terj anco in 'piccolissime dosi nell' atmosfera 
^oprastante ai luoghi marazzosi e palustri 



589 
pu6 dopplainente offendere un indlviduo che 
vi si trovi immerso, e con la respirazione, e 
con 1' assorbimento cutaneo : e percid in si{* 
fatti casi manifestasi sovente un' improvvi^ 
8a ed immediata malefica impression e con 
depressione somma di forze, e con svilup^ 
po di febbre micidiale. 



Sgo 



d 



(S) 



nde accoKzar qualche sillaba ( ma 
che non k peranche bastante acostituire ua 
compiutd senso ) nella iodagine dell' osca-- 
rissioio ed inestricabrl mistero della Grene^ 
razione, siami permesso di dare un mag*- 
giore sviluppo alia aemplice idea che io ne 
ho acdjdentalmente afFacciata • 

Gonsistendo, come abbiam detto, il vi« 
gore della macchina, oltrelealtre condizio- 
niy in una giusta proporzione del principio 
vitale, che si consuma con I'esercizio delle 
forze organiche, e si accumula disoverchia 
e morbosamente nella inerziadi quelle, sem-- 
•bria verisimile che nelle donne e per costi- 
tuzioQe £sica, e perch^ in esse le forze del« 
^la vita sono comunemente pochissimo eser-^ 
citate ^ la quantita del Zoogeno h sempre al 
di \k del suo consumo^ ond'.^ ch'elieno so** 
no sempre nella disposizione alia debolezza 
relativa . £ poich^ ben presto 1' accumula- 
jmento di tal principio doventerebbe eccessi** 
VQy e condurrebbe la macchina a del mor« 
Jx)si sconoerti ^ perci6 nelP epoca del di lei 
intiero sviluppo la Natura vi ha provvisto 
con una sottrazione di esso per mezzo di 



\ 



una perio(]ica evacuaxione di aangue ch* h 
di quelto impregnato. II mestnio infatti ha 
tuttl i caratteri di un sabgue ossigenato , 
essendo florido e dotato di tutta la vitalitk 
in una sana mestruazione ^ mentre b nero \,e 
iheno ossigenato in una mestruazione malata\ 
Ed invero in roolte donne, e parlico-' 
larmente contadine, che a dei laboriosi eser- 
cizi di corpo si assuefanno, la delta perio«- 
dica evacuazione k alquanto scarsir senza 
risentirne alcun danno • Ma quelle che per 
godere della salute hahno d' uopo di uii sif« 
fatto mensuale sgravio, se desso ritardi a 
comparire dopo la pubertk, o sein etk gi<> 
vanile per accidentati circostanze ne r6stiti6 
prive , vedonsi inimantinent6 cadere nellk 
piiidecisa debolezza relativa, annunziata dall 
languore di lutte le funzioni, e dal pallore 
dei corpo , simile appunto alio scoloramento 
e debolezza delle piante che prive del bene^ 
ficoinflusso della luce che deli'ossigeno esu- 
berante le spoglia, cadono esse pure in unti 
specie di clorosi. Vi i un epoca nella vitti 
delle donne, in cui cessa impunemente Ijbi 
mestruazione ^ ed k quella appunto nella qna« 
le ^ gik pervenuto il corpo a quello atato iti 
Gui per necessitk naturale 1* affinitk dei soIh 
di 6 del aangue per I'ossigeno u eqiiilihuit 



al bisogno , nS vi ^ piii esuberanza : ed un 
tale stato e condizione di.mscchina pudri* 
scontrarsi per una singolar' eccezione anco 
in un etk giovanile. Manca altres) impune* 
mente la mestruazlone nel periodo della gra- 
vidanza perche una nuova macchina cbe 
dentro lor si sviluppa ha pur d' uopo di ri- 
cevere dalla madre una porzione di saogue 
ossigenato end' esistere e perfezionarsi : e que^- 
8to etei^eo elemento va quindi a scaricarsi 
nel latte allorch^ il feto h gia venuto alia 
luce^ e cio facilmente si appalesa a chiuoque 
rimarchi la differenza che passa nel salubre 
suo effetto da 1 latte succhiato dalle inammel- 
Je, e quello bevuto ancor poco dopo di es- 
serne stato estratto, benche di egual tempe* 
ratura: prova evidente ch'esso perde bento- 
sto un principio essenziale e vivificante. 

Negl' uomini poi nei quali , oitre una 
piu valida costituzione fisica , assai piu ener- 
.gico e attivo 6 I'esercizio di tutte le forze 
della vita , e percid maggiore il consumo del 
principio che la eostituisce , negl' uornini , dis- 
ci], assai difficile h il caso che desso si ao- 
.cumuli al di la del dovere^ che anzi eglioo 
sono per lo piii predisposti alia, debolezza 
Mssioluia. Ma il consumo predetto per il s(>' 
jo «$ercizio. della vita non bast^rebbe forse 



a mantener 1' equilibrio fra V ener^ia delle for« 
ze e la quantitk del zoogeno : la Natura per 
UQ importantissimo fine ha volato che an« 
cor nel corpo dell'uomo 31 faccia la separa- 
Zfone di uo umore ch' h sopracarico di tal 
priQcipio^ vogliq dire del liquor seminaie • 
Uo argornento esser ne pu6 lo stato della 
maccl^ina deiruomo allorch^ per la evirazio- 
ne privo egli r^sta di una tal separazione: 
simile h allora appunto alia fisica costitur 
ziooe delle donne , nella tendenza alia debo^ 
lezza relativa , pallido e cachettico nelP am« 
bito estemo del corpo^ e col languore di 
tutte je forze organiche: stato che annua* 
zia l'e$uberanza e la deviazione del prIacU 
pio vitale. 

Prima che la macchina umana . giunta 
sia ad un certo grado di sviluppo e perfe^- 
zione , tutto il prodotto della nutrtzioae , che 
le forze animali vanno assimilandoj ^ ini* 
piegato all' ingrandimento del corpo rpede- 
simo^ onde il sistema della geoerazione & 
per anche inattivo. Ma giunta I'epoca deU 
la pubertk^ una certa esuberanza di orga- 
niche particelle incomincja ad aver luogo; 
e I'energia della yita spiegandosi sopra gli 
organi della generazione che allor si Sivilup- 
panoj da principio alia loro funzione. Nel- 



394 
le donne regetano, si formano ( e iion gilb 

ti sTilappano preiesistenti ), crescono lenta- 
mente , e maturano i piccoU embrioni en« 
tro alle ovaia^ ed il periodo comincia del-* 
la mestrnazione , la quale ha un immedia- 
to e necessario rappprto con la predetta fa« 
colta germinattva . Negl* uomini poi le ve- 
acichette spermatiche vanno a riempirsi del 
liquor seminale che separano i testicoli^ ed 
atti diveiigono alia fecotidazione • Quanto-- 
piit pronto sark dunque lo sviluppo del cor- 
po, ed in conseguenza I'esuberariza di det- 
te organiche particelle ^ tanto piii presto avra 
laogo I'attitudine alia riproduzione: e que- 
sto iiifatti si osserva nei Paesi piii caldi. 

E parmi ragionevole il supporre cbeifi 
forza di quella medesiina facoltk distinta da 
Blumeiiback . col nome di nisus formathus ^ 
per- cui si opera la conversione e accresci- 
mentO'deHe particelle elementari,e si model* 
lano nella forma di osso, di cartilagine, di 
membrana^ di nervo^edi muscdlo, si efFettui 
anoora per mezzo di un organo speciale ( co- 
me Povaia delle femmTne)una separazione^ 
una riilnione, ed accozzamento simmetrico 
di queste diverse molecole elementari, col 
mbdulo dell* animale a cui apparteng()no , 
coble manifestamente si rede nei semi tut«- 



tora lofecoftdi dei vegetabili^e come riscon^ 
trasi in alcuni zoofiti, e vermi articolati^ e 
nelle piante che si riproducono pergemmei 
barba telle , emargotte^ senza bisogno dife* 
condazione, portando esse in loro medesime 
tutti i materiali organici ed il principio di 
vita , che servono alia propagazione e con^* 
servazione degt' individui • £ un' osservazion^ 
assai interessante in appoggio di tale opi^ 
nione , che i maschj dei vegetabili dioici non 
possono moltiplicarsi pergemme, mentre le 
loro femmine si moltiplicano cos\ con som* 
ma facilitk: ci6 che prova^ dice M* Virey , 
che la femmina partecipa piii del maschi6 
alia propagazione della specie ^ e ch"* essa ne & 
veramente il tronco o stipite essenziale. Ed 
anco rapporto agli animali d ua fatto decisis 
vo quello scoperto da Haller, e Spallanzani 
che le membrane del pulcino sono gik for«» 
mate nelle uova non fecondate : e che in qixeU 
le delle ranocchie d dig k visioile il piccolo 
girino . 

Quindi ^ che nelle femmine 1* novo pri- 
ma che sia fecondato altro verisimilmente noa 
e che un semplice abbozzo o modello dell'ani-- 
male composto di tutti gli elementi organici 
costituenti i di lui varj sistemi , ma privi per 
«nche dell' attitudine al motO) perchd bito- 



396 

gnosi di un eccitante di diyersa natura, cbe 
«eco portando la prima scintilla d'aura vita-» 
le^ gli disponga alia contra t til itk» alia sen* 
sibilitk^ ed a quella polarita in somma die 
h necessaria per lo sviluppo della macchina, 
f( per I'incominciamento delle funzioni della 
vita. Lo sperroa maschile poi considerar si 
deve una linfa attenuatissima , elaboratissi* 
tna, nel grado piii perfetto di animalizza- 
zione^j ed impregnata di zoogeno; e perci6 
dotata di una somma vitalitaj che tiene le 
sue lAolecole in un continue movimento in* 
testino^ ed in una fortissima tendenza alia 
combinazione * Tutti gli organi della niac- 
china , e special men te il liervoso , travaglia- 
no a questa importante separazione che dai 
testicoli e per ultimo compita, che I'essen- 
*za delP organismo deesi considerare^ e che 
tanto costa alia vita fisica ^ che molti insetti 
capaci non ne sono che una sol volta , dope 
di che in essi la vita si esaurtsce e si estingue. 
Sembra dunque che nella fecondazione al- 
tro non segua , se non che il piccolo ed informe 
embrione, che gia mature daH'oTaia della 
femmina facilmente sistacca, e le dicuiab- 
bozzate parti sono peranche prive di quell* 
aura yitale, per cui acquistano eccitabijitk e 
tnovimento le varie moUe della xnacchina ani<- 



^9; ^ 
tnale, riceve quella dal maschio col di lai 

seminal liquore animato da quelP etereo ele- 
mento , alia cui composizione la luce ed il 
calorico in special modo concorrendo, disser 
perci6 con ragione gli antichi filosofi cbe il 
hole e Vuoino gcnerano tuomo (i)» Questo 
ixisinuandosi in esso, che avidamente lo at« 
trae, ed attaccandosi alle onnogenee parti di 
quella macchinetta , le rende atte a sentif 
I'impressione dei naturali stimoli , e prima 
di tutti del calore, per incominciar le fun- 
zioni della vita , ed in particolar modo la 
ciifcolazione ^ e Passimi!azione,cheapparten« 
gono a quel primo periodo della esistenza • 
Che anzi alcuni fatti ci autorizzerebbero an« 
cora a pensare che i germi non fecondali sia« 
no costitq/iti in maniera da potersi sviluppa- 
re o iiT maschio , o in femmina in ragione 
della maggiore o minor quantita dicll'umora 
eccitante e vivificante che in esso s'insinua 
nell'atto della fecondazione ^ o a proporzio« 



(i) Pih di un esempio addurre io potrei d^inaitmlA 
neir uomo del sisiema generativo e delV umor Jecon^' 
dante , vinta alia jin^ con V uso prolungato di s&Hanze 
ossigenanti , come il muriaio di potassa sbptaossigena* 
iOy e V acqua acidulatacon acido nitrico » a cui po^ 
trebbesi soslUuire quella di Tf^nard. 



Ki 



$9^ 
tut del grado d' iinpulso che questo vi esercita • 

Giusta una tale opinione accader dovreb«» 
be che dove le circostanze del cliiDa , delnu- 
trimento , e del regime portassero una mag« 
gior esuberanza di vita nella macchina dell* 
uomo, e di vitaiiszate molecole organiche^ 
dovrebfoero nascere piii maschi che femmi«* 
ne: e questo appunto k ci6 che riscontrasi • 
Quando la penuna degli alimenti si fa sea* 
tire» meno individui sono generati , eti alio 
ra pid femmine. Al Nord ove Puomo respi- 
ra un aria pid condensata e ossigenata , ove 
I'animalizzazione degli alimenti ^ p\h facile 
e pih perfetta , e dove percid il sangue e piii 
rirco di zoogeno,e questo k meno dissipato 
dalla traspirazione , nascono piii maschi che 
femmine: e 1^ opposto succede per le contra* 
rie ragioni al mezzogiorno • Qui la genera- 
zione guadagna in movimehto ci6 ch' essa 
perde in forza. Ma iin argomento di ana- 
logia assai valevole a dimostrare che circo-^ 
atanze speciali, e in particolar modb'gli ef* 
fetti del nutrimento ^ influiscono suUa pro« 
duzione dei sessi^lo abbiamonelle api. Am^ 
massano queste nei loro alveoli del ciboper 
il piccolo vermiciattolo che la regina » 6 fem-« 
ihina/vi depone. La dose di detto cibo na 
determine il sesso. £i si sviluppa dopo di 



aver cansumato il nutrimento raecbiuso nel« 
la sua cellula la quale > se 9ia piccola e con- 
tenga pocQ «^limeato^ allora etnon e cheun 
iQsetto seaza s^ssp^ o neutro. Ma in unal« 
veolo piii grande lo stesso verme aTeiido piii 
nutrimento 6i sviluppa in femmina^ ed au« 
mentandolo apcor d' avvantaggio si svi!up« 
pa in maschio. Si pud artiiicialmente ed a 
vofonta ottenere il sesso che si desidera ac- 

■ 

crescendo o scemando il miele negli alveoli 
ove esistono i vermiciattoli che devono di- 
venire api. Questi animali dunque hanno 
Pistinto della proporzione neces^aria per pro- 
durre luno o r altro sesso ; perch^sesi rac- 
chiuda un muccbio diapi inun alveare con 
cinque o sei piccple cellule contenenti.ciascu- 
na un verme destinato a svilupparsi in neu** 
tro ^ e se dopo due o tre giorni si dia loro 
la libertk J esse ingrandiscono subito un al- 
veolo e vi portano dell' alimento in maggiore 
abbondanza: allora ivi nasce una feminiQa 
propria. a riprodurre la specie* Un esempio. 
straordinario di capgiamento di sesso loaI>« 
biamo fra le piante nell' Juniperus Canadiea^ 
sis L. 9 che in un anno h maschio, nelPal* 
tro h femmina. 

. Ma comunque pensar si voglia di que-^ 
ata Qpinione rapporto ai sessi ^ ingegnosa^ 



mente sostenuta ancfee da M. le Roy (i)^ 
certo si 6 che dove e piii abbondaDte il nu- 
trimento piii attiva la digestione e l^anima- 
lizzaziohe j e perci6 maggiore la separazione 
di dette organiche particeJie ( oltre ilfavore 
di altre necessarie circostanze ) , maggiore an- 
€ora e I'attitudine alia geherazione, e mag* 
giore il prodotto di essa : purch^ pero 1' ec- 
cesso o qualitk del hutriihento medesimo, e 
la relativa costituzione e genere divita fa- 
vorendo la pinguedihe, non si oppbngano 
alia generazipne in luogo di promuoverla . 
Gli animali che nello stato lor naturale oon 
Si riproducono che una volta i'anno^ e ad 
una stagione determihata , se si . addomesti-- 
chino, e vivere si facciano con noi, i ma- 
schj allora separano quasi in ogni tempo il 
liquore prolifico, ele femmine inaturano dei 
germi piii volte I'anno: eci6 Don pu6 attri- 
buirsi che al piii abbondante nutrimento, e 
alia ridondanza della vita per un diminuita' 
esercizio delle forze animali. Anche negl' uo^ 
tiiini si riscontra che aegl' anni diabbondan^ 



(i).pe la Nutrition^ el de son influence sur l€^ 
/brnie el la fecondile dcs anmaux-pat Afphime le jRyTn 



4^1 

jsa i registri pubblici offirono pi^ nascite^ie 
negl'anni di carestia, col medesimo Bumero 
di matrimonii di sorte che la fecpiidilk de*- 
gli animali e della specie umana k particp- 
larmente in ragione della fecondit^di suoia 
Ma ritoroando pve ci eravaroo partiti, 
non h dunque un solo impulse al moto cid 
che riceve dal mascbio il piccolo embrione, 
ma b una parte di lui stesso, essenza della 
organizzazione e della vita ^ che va adunir-* 
si non ad un eguale umore che nella sua 
miscela con quello dei maschio si accozzi e 
si cristallizzi in forma di animale» ma faeih» 
A ad un germe composto di parti semplice^ 
mente disposte gia nella forma dell'anima^ 
le^ a cui esso appartiene^ ma parti pernA^ 
che non sviluppate , inerti y e non capaci di 
moto. Un solo atomo diquel vitalizzatoli* 
quore introducasi neli' novo mature eprepa« 
rato, il principio di vita attwa e di svilup^ 
po gli 4 gik comunicato • La sua prima 
azione e di formare vna molecola di vero 
sangue rosso (che di fatto si osserva nelle 
uova gik fecondate), il quale in una tem«* 
peratura conveniente stimoia il cuore, o ptm^ 
ctum saliens^ e lo determina al moto^ cbe in-* 
cbmincia e finisce con la vita. L^uovo c^ 
divenuto I'iiivolucro di un animiale vivente 

c 



4ot 

all'tttem, e fa parfe del cotpo ^el-^ 
la madre. La circolazione inoominciata por- 
ta V alimento e la eocitabilitk a tutte le par-« 
ti . Si spiega il tessuto organico ; la nutrizio- 
ne cdminda^ ePanimalesi accresce e si per- 
feziona. II sangue^ola liafa ossigeBata del- 
la madre basta per contiauare a vivificare 
il feto che non respira • Negli ovip^ri poi » 
che si svilappano fuori del corpo della ma- 
dre, la membrana che ciroonda il giallodell' 
liovo, composta di un plesso di Vasi, sein^ 
bra che serva alia successiva ossigenazione 
del sangue dell'aaimale contenufovi; per ilche 
durante una tal gestazione abbisogna il pas- 
siaggio delParia attraverso i pori delguscio; 
inTatti un uovo ricoperto di vernice noia na- 
sce , come non germogliano .senza I'ossigeDo 
le semenze dei vegetabili . 

In tale ipotesi adunque la femmina som* 
ministria i materiali rudimenti delPanimale, o 
sia il germe gik preparaix>: il inaschio vi aggiun- 
ge una parte di se stesso , con cui gli da 1' atti- 
tudine all'esercizio della vita ^ introducendovit 
con 1' umor fecondante, delle molecole organic 
che impregnate deli' elemento chela costitui* 
see , o sia di zoogeno ; e che, come un prodotto 
di lui , portan con loro le modificazioni pro- 
prie della sua economia fisica ohe col pri« 



4o3 

mo impalso al moto ei comunica al gernie« 
Cost si spiegano molte difficoltk che sono 
state finora insuperabili nei varj Sistemi sulla 
generazione inventati^ quali sono principaU 
mente la miscela dei due semi, secondo Ip« 
pocrate, Deinocrito,Pittagora, Aristotile , Car- 
tesio; e modificato poi da BufFon: i vermi 
spermatid sostenuti da Hartsoeker , heixwe^ 
nhoeck, Boerhaave, e Lieutaud: edigenm 
preformati , preesistenti e creati fino dal prin- 
cipio del Mondo, e Pun dentro Paltrorac- 
chiusi. Col sopra enunciato sistema si reiw 
de uniforme e comune atutti gli esseri or-* 
ganizzati e viventi lo stesso principio di ge* 
nerazione« Spiegasi la somiglianza dei figli 
al padre ^ e la formazione dei mostri ^ e del- 
le razze terze • £ fiaalmente s' inteade come 
un cento millionesimo di grano di sperma 
di ranocchia , e privo di animalculi micro* 
scopici J basti per fecondare nelP acqua una 
moltitudine di uova dellafemmina di detto 
animale^ ci6 che hanrio dimostrato Pespe- 
rienze di Spallanzani , eche spiegar non po- 
trebbesi in yerun altro sistema. 



T A VOL A 

DELLE MATERIE 



A cqua * sua nalura^ ed azione nrl C rfx>Utnano - pi p 34 

Acqua Ossii>enata 347- 35o. 356. 

A cqua di Nocera - 348 

Acido muriatico iperossigenato - 344 

Agghiacciamento • stio effcUO nelle sostauze Animali - jl6i 

AsHssia - ao2 a3 i. 

Azione delle diverse sostanzenel^Corpo Umano-iL^i* 297, 

B 

Bngno* freddo - rijlessioiii sul • i35. iSg e seg. 



Calorico - suoi effe'ti sul Corpo umano - i36^ 
Calore jinimale • 3^5. 

d d 



*• 



4o6 

Cause generali di tnalaitie * 976^ 

Catata di saogue - riflesswni mlla • 196. t l3|. 

Con^agi - Carattere dei - aa. 55. 65. 78* 81. 176 3o6. 
hro effetii net corpo vivente - 360 -/oro iendenze 
speciali * ji - loro /brza contagiosa - 83.88 *2oro 

sfera contagiosa • 3a 34 * ioro assimilazione - 56. 

SB. 75 > Ioro delitescenza net corpo umano • 5a. 80 • 

epoca della Ioro comunicabiliti - 88. - ^^oro Cu^ 

ra - 379. 
Contra ttilitk dei Vegetabili - a3S. 
Controstimolaati - Ioro azione nella economia anima^ 

/e - a 10 - nel sangue • ai6 a aaS. agS* 
Cute • sua fa colli di assorbire Possigeno « iSye va- 

rj aliri gas - 388. 
Cyauopatkia - ai3« 

D 

Debolezza relativa - a^g. Sgo. 

Debolezza assoluta • 349. Sga. 

Diatest - 3a 1. Ha5. 

Digestione - 386, 

Digitalis - suo effetlo nelle idropi - aa8. 

Disinfettazione - 85. 180. 339. 344* 345. 

E 

Emorragie - ao3. 307. 

Epidemic petecchiali - 37 e seg, 76- 109. 307. 

Eialaziooi palustri - 3i:. 

Eaantema petecchiale - 8. io5. 



407 



Febbre delh Carceriy Navale^ e Castrense ^ iS. 48* 

Febbri adinamicb^ * i8o. 199. 

Febbre gialla -53. 80. 8a- ii4* i54* i85. igo.m Isioriadi 

quella di Idvomo nel «8o4 - 3i3. - origine deila 

fehhre gialla « 317 •suadifferenza dalla peste • 338. 

Fecoodazione - a33. 396. 

Fibrina del sangue - sua contrattilUa - 235. - sua pro^ 

prietit di separare V osdgeno dalVacqua - 35o. 

Freddo - suoi effeUi nel corpo nmano - i38. i49* 361 

Fumigazioai disinfettanti • i8o. a 182. 



Gas acido muriatico-ossigenato - 343* 

Gas irrespirabili - loro azione sul corpo * ao8. saSt 

Gas nitrico •345. 

Geoerazione - 390. 

Germe - 395* 

Gomma «gutta - sua effeUo nelle idropi - ^^8, 

Gravidanza • stato di - 291 



I 



Idrofobia - 193* 35 1. 

Infezione • sua differenza dal contagio « 3o8. 

Infiammazione - 67. 72. 

lonesti di parti animali^ e vegetabili - 287. 

Inocttlaaiooe • 88* 

Irriubilitk • sua duraia dopo la morte - 241 a 245. 

Irritaziooe - rijlessioni sulla teoria delta - Sao e scg. 



4o8 



Lalte - 3c)a 

I^astcreiti - loro istituzione « 336. 

Liquor semi II ale - ^qJ. 394. 396. 
Loiige villi • a66. 

Lue venerea - 18 4- 



M 



M;ii.'iitia - 1,1 che consUta to staio di - 3ao 

M«iii <>pi<IeDii€i - 3ii' 

Mofliciria espeltAltva - '2^4- 

Moliilsroo dellff Latrine - ao8. 

Memirio - sua azionc net corpo umano - iSS. 

Mffstrii.izione • 3l>l• 
Mi;;smt ' ioro dfffttrciiza dai cotilagi -66 3ti. 

Mori 10 poierchiHle * saa disUnzione e caraltere ^ \ e 
sfg. 5 1, lui. i55. Cura indireUa del - 106. 116. 
]3o. 190. • Cura direiia del * i65 e seg^ - JUi'* 
sure di Medica Polizia per il • 167 « seg. 

Morlti natuirale - 263, 



o 



Olio - rimed io conlro la peste » 33a 

Oppio • 117. 120. 

Ossigeno - sua azione sui Coniagi^ 179. 177. i83 - sua 

affinith per le sosianze animali - 174 - suoi effeiii J 

sul iangue - a3i » rimedio in vane malmttie • 184 - 
eitmenio delta vilalitit 197 e5#'g^. an a4*« *54- 
874 - sua azione negli anunali asjitiici^ e nei bul-* 



4o9 

6i e semi delle piante • a34 • sua quaniUa nei di^ 
versi Acidi • 34i« 



Parto « 29a e seg, 

Pesle di Atene * iB. 

Peste bubonica - suo caraiiere e cura - 78. 82 86. 111. 

i54- 173. 193. 332. 
Petecchie - ioro distinzione • 5 e seg. * loro origine \6 ^ 

loio produzione - 25. 43« 
Pseudo-Membraae - Ioro fornuizione - aSj. 370. 

Pobertk - Sgi. 
PutrefazioDe - 257 e seg. 



Q 



Quarantine * 338. 



R 



J » 



Respirazione * 354- 382. 
Rogna • 184* 19a- 



Salute • in eke consiUa lo siaio di - 252. 

Sangae * viiaiiid del * 21 4* 364* 36o. • suo esame net' 

le diverse malaUie • 277. 
Sangataugbe - utilUi della Ioro applicazione * i5o - e/^ 

feilo $a di esse di alcuni veleni - 38i. 



4to 

ScArlatlina - 19a. 

Soorbato - 184. 353 e seg^ 

Sesao • 397 e seg. 

Soaao - 379 

Scimoli omogenei » ed eterogenei * 28a e 50^. 



u 



llova fecondate - loro ntalili - 36i, 36a^ 



Upas di Giava • u3o. 



• X. 






Vaccina - 187. V^^iC^^r^;^/ 

Vajuolo arabo - ii5. 186. 189. ^<m^^ 

Vi^ccbiezza - 264. 

Vegetabili • contratlilitA dei - 358, 366, 

Veleni - effetti di alcuni di essi nelgorpo umano* 229* 

Vermi iDtestinali - 289. 

Vescicadti - 120 a 1 25. 

Vigore - stato di - 247. 390. 

Vita • sua definizionc^ e varieti « 237 a 240. 272* 



Zoogeno - definizione ^ e nalura del - 235. 237, 



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dionaea miiscipulii 

degl'organi 

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3i8 


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Goroplicata 
indigent 


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